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Autore: Linn_CullenBass    22/06/2012    4 recensioni
- "Tu as un beau chien -. Era una vocina squillante, come un leggero scampanellio.
Tenera e piccolissima, una bambina di circa 5 anni, mi fissava con i suoi occhioni verdi scuro.
I capelli erano soffici, scuri, color cioccolato. Le ricadevano dolcemente come un’onda delicata sulla schiena. Con la pelle rosea e le labbra rosse, la bambina si era voltata verso di me, mostrandomi un delizioso baschetto rossiccio, il cappottino firmato, la sciarpa e gli stivaletti di vernice rossa. “Alta società”, pensai.
-merci- le risposi, accennando un debole sorriso. E lei mi rispose altrettanto.
E in un attimo tutto ciò che avevo intorno di fece nitido.
Il cuore, freddo, ghiacciato, di pietra, di “Charles Bass” tornò quello di “Chuck”, preso da un piacevolissimo torpore, non fastidioso. E io mi sentii bene. "
5 anni dopo
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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                                                                          CAPITOLO 20:
                      
                                                                                                             TRUST ME.

 






 
«Sai che di me ti puoi fidare, no?»














 
POV BLAIR.
 
 
L’orologio batteva i suoi rintocchi nervosi.
E il mio cuore, raggrinzito quasi, faceva lo stesso, tirandosi avanti come poteva.
La notte era sfumata via senza che io potessi rendermene conto, e Chuck se n’era andato con timido bacio in fronte, mentre il mio sguardo agghiacciato era fisso su di un punto indefinito della stanza.
Mi sdraiai sul letto, mentre Monkey stava correndo verso di me.
- No, Monk. Non sono dell’umore.-
Lo accarezzai sul muso, mentre mi squadrava con i suoi occhi grandi.
Non se ne andava.
- Okey, stai quì con me. Ma ti avverto, ti deprimerai.-
Buttai di forza la testa sul cuscino, e la sentii sprofondare.
Che stupida.
Come mi ero ritrovata a parlare con  un cane?
La disperazione mi aveva portato a questi livelli. Ero una causa persa.
Più che altro, tentavo miseramente di non pensare a quello che era successo. Perché strano, e perché evidentemente non bello.
Altrimenti, Antony non avrebbe di sicuro chiamato Chuck. Per quel che ne sapevo, era LEI che stavano cercando. Nessun altro.
Perciò doveva trattarsi proprio di Evelyn.
Mi portai le mani al volto, mentre sentivo il cuore sul punto di scoppiare.
Il cagnolino che avevo di fianco, quello con gli occhi lucidi e grandi, scodinzolò, prima di saltellare sul letto con fare giocoso.
Che diamine stava accadendo?
Che cosa stava facendo Chuck? Che cosa aveva scoperto Antony?
Mi sentii male, e sentii qualcosa chiudersi dentro di me.
Una lacrima, silenziosa e del tutto imprevista, scese percorrendo tutta la guancia destra, cadendo con un debolissimo colpetto sul cuscino bianco panna.
Accarezzai il dorso dell’animale di fianco a me, che si accucciò.
- Grazie, Monkey.-
E poi, quasi spaventandomi, sentii vibrare il cellulare.
Il mio Blackbarry nero lucido, che scintillava di fronte alla luce.
“ Casa mia. Ora”
Serena era impaziente. Impaziente e arrabbiata, parve a me. E avrei potuto scommettere oro, che Humphrey, il mio amico Dan, c’entrava qualcosa.
Giusto, il mio amico Dan.
Un altro incredibile problema che mi attanagliava il cervello. Dan Humphrey, era irrotto nell’appartamento di Chuck (dove,tra l’altro, ero carcerata) e mi aveva fatto una sorta di dichiarazione.
Non una sorta, stupida, una vera e propria.
Di sicuro, Serena sapeva qualcosa. Di sicuro, ce l’aveva con me. Di sicuro, credeva che avessimo già deciso la data delle nozze, o peggio, che già ci fossimo convolati. Nulla di più sbagliato.
Ma lei questo non lo sapeva; Dubitavo altamente che fosse tornato da lei dicendole “ Hei, sai che Blair mi ha rifiutato?”.
No. No di certo!
Così, dopo mezzo secondo di meditazione personale, afferrai quel telefono e digitai i tasti velocemente.
“ D’accordo. Se si tratta di Humphrey, lasciami tutto il tempo per spiegare”.
Schiacciai su “invio” ed aspettai.
Poi, lo lanciai dall’altra parte del letto a due piazze.
Chiusi gli occhi e continuai, tentando di riprendere il controllo della mia respirazione.
E poi, di nuovo.
Una vibrazione lunga, costante.
La voglia di prenderlo e sbatterlo giù dalla finestra, fortunatamente, non prese il sopravvento, così decisi di rispondere.
- Blair?- la voce di Chuck era un misto di rabbia e .. qualcos’altro. Qualcosa che non riuscivo a capire.
Probabilmente,avvertì il cambiamento di respirazione.
- Ti prego, ascoltami un secondo. Antony dice che Louis ha cambiato posizione. La visita di Serena l’ha spaventato, e… -
Il cuore ebbe un tonfo sordo. Fu un attimo, e mi sembrò di morire.
La sua voce, parve rallentare e poi bloccarsi di colpo.
- ..Blair?Ci sei?-
Mimai un sì con le labbra, per poi rendermi conto di dover parlare. Ma fu come se non riuscissi a trovare la voce.
-Sì..-
La mia voce, la mia voce incrinata, uscì in un modo strano. E non gli sfuggì.
- Blair, amore, ascoltami un secondo..-
Già piangevo, ovviamente. Di recente piangevo troppo, e stavo rischiando di compromettere quella maledetta maschera di regina di ghiaccio che stavo cercando di difendere.
Come se il caldo delle lacrime la stesse sciogliendo.
Solo un calore, il più importante, non lo faceva. O forse sì, ma in un modo piacevole, migliore. Quello che fuoriusciva quando stavo con lui, Chuck.
- .. Niente è irreparabile. Riavrai la tua bambina. Riavrai la tua bimba di porcellana. Ed io.. ti renderò felice. VI renderò felici.-
L’amore che provava per me, mi sconvolgeva già abbastanza. Ma l’amore che aveva anche per la bambina, sebbene mai l’avesse vista, m’incuriosiva e mi affascinava .
E soprattutto, il pensiero incredibile di noi, come una famiglia, mi elettrizzava.
- Ti fidi di me?-
Lo disse con una tale dolcezza, che dovetti chiudere gli occhi e “stringere la voce” per non crollare.
- Sì..-
Fu tutto quello che mormorai.
-Ti amo.- lo disse così, senza sforzo, senza problemi. Non come un tempo.
Come quel giorno, a Parigi, che sembrava appartenere ad un’altra vita. Una vita più semplice, che all’epoca sembrava complicata.
Ora, a pensarci bene, era addirittura TROPPO semplice.
. –Sì. Anche io ti amo.-
E chiusi la chiamata così, alzandomi poi in piedi, e dirigendomi verso la cucina, con Monkey che mi seguiva ad ogni passo.
 
POV CHUCK.
 
Antony era stato chiaro al riguardo.
“.. Chuck, non voglio mentirti..” aveva detto. “.. la bambina è più difficile da trovare di quanto pensassi. Probabilmente, le origini reali, contribuiscono. Louis mi ha preso in giro, sta partendo, ma la bambina non è con lui. E lei è irraggiungibile. Di questo passo, non la troveremo mai, se non, forse, con una mano dal cielo”.
Non avevo saputo rispondere a quell’affermazione. Non avevo saputo rispondere a nulla di ciò che avevo sentito.
Sapevo solo che dovevo parlarle, sentirla reale, dopo la notte appena trascorsa.
E poi, avvertirla.
Magari non con tutto, la verità l’avrebbe distrutta. Però con qualcosa, di appena accennato.
O forse, sì, meglio tutto. Con calma,tranquillità, pronto per vederla cadere e tenerla, in modo che non crollasse definitivamente.
Così, presi il cellulare e composi il numero 1.
Era già lì.
Nella memoria del cellulare, come nella mia, non se n’era mai andata da dove se ne stava prima. Al primo posto.
- Blair?-
Non sapevo cosa dirle, la mia voce era incerta.
Non rispondeva. Riuscì solo a sentire il suo respiro mozzarsi. E insieme al suo, il mio.
Perché?
Perché doveva esserci qualcuno di così meschino, da togliere una figlia alla propria madre?
Ah, il suo dolore.
Sbriciolava anche il mio, di cuore. Vederla così distrutta, mi rendeva triste, furioso. Adirato contro il mondo intero, che l’aveva ridotta così.
Nel momento stesso in cui il suo respiro cessava, anche il mio lo faceva. Perché l’ossigeno che mi teneva in vita, era inevitabilmente collegato con il suo.
-  Ti prego, ascoltami un secondo. Antony dice che Louis ha cambiato posizione. La visita di Serena l’ha spaventato, e… -
E cosa? Cosa potevo dirle?
Cosa, che non la facesse svenire lì, in quel momento?
Cosa avrei dovuto fare?
Per la prima volta, anche Chuck Bass pareva impotente.
Ah, quanto era forte il dolore.
Mi stava scorrendo nelle vene.
Pareva acido. Acido che mi corrodeva.
Come quando lei non c’era. Come fino a poco tempo fa’.
-..Blair?Ci sei?-
Tentai, visibilmente spaventato.
Ero spaventato,sì. Avevo paura, per lei. Era così .. fragile, di recente. Per quanto tentasse di nasconderlo, lo era.
Ed io, quando era con me, la sentivo al sicuro. Protetta, come in una campana di vetro. Cosa fare, vedendola creparsi e poi frantumarsi?
Avvertì di nuovo quel blocco improvviso dall’altra parte del telefono.
Ed il mio cuore vacillò.
- Sì..- mormorò.
Ahh.. quella voce. Avrei imprecato.
Avrei fatto a pezzi chi l’aveva ridotta così.
Non lo sopportavo.
Non potevo sopportarlo. Era troppo, troppo.
Perché?
Ecco cosa mi frullava in testa.
Perché a lei?
-Blair, amore, ascoltami un secondo..- provai ad inserirci tutta la dolcezza possibile, tentando di coprire quel dolore che traspariva da me.
Un dolore che arrivava direttamente da lei.
L’empatia, tra noi due, era ormai un dato di fatto.
- .. Niente è irreparabile. Riavrai la tua bambina. Riavrai la tua bimba di porcellana. Ed io.. ti renderò felice. VI renderò felici.-
Ma io ci credevo?
Diamine, no.
Lo so, io, quanto è difficile trovarla, amore. Ti prego, perdonami.
Perdonami se in questo momento ti sto mentendo così.
Lo faccio per te.
Per noi.
Per i nostri ultimi 30 giorni.
DOVEVO trovare Evelyn.
- ti amo.-
Mormorai infine.
Aspettai la sua risposta, che non tardò.
Poi aspettai, e me ne andai via da quel posto troppo affollato per le lacrime, diretto verso casa mia.
Dove avevo lasciato il mio cuore, che teneva lei in mano, con tutta la forza possibile.
 





La gente di buona fede, sapeva che avrei continuato.
E infatti...
Eccomi!
Scusate per il ritardo, ma sono successe così tante cose! La scuola, l'estate ragazzi, le riprese del film.. tutto insieme.
Prometto che proverò ad essere il più puntuale possibile! Bastonatemi pure nel caso non fosse così! D:
Dunque, siamo quì. A questo punto dove ho voluto infilare i due POV, perchè mi piaceva mostrarvi entrambe le visuali, entrambi i dolori.
Serena ha dunque mandato un messaggio alla nostra B, che proprio ora l'ultima cosa di cui ha bisogno è una litigata.
E Dan?
Mistero.

Alla prossima! Che al massimo, giuro, sarà tra due settimane!
un bacio,
C. :)

   
 
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