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Autore: Mary_B    22/06/2012    13 recensioni
- Io e Harry Styles andiamo d’accordo… fin quando lui è un palmo di distanza dal mio culo - questa è Sydney Sparks, sedicenne di Holmes Chapel.
Amber Brown Thomas è la reginetta della sua esclusiva scuola londinese, ha tutto quello che vuole, tranne un appuntamento con Niall Horan.
Sophie Hudson soffre della sindrome da “Sorella Gemella (Im)Perfetta”, ma c’è una sola cosa in cui nessuno la batte, la musica.
Kaya Wlison ha la vita programmata da una madre iperprotettiva, vive a Londra e se le dici “One Direction” ti risponde: - Che cosa vuol dire? -
Quattro ragazze che non hanno niente in comune, ma forse un po’ di casualità, un po’ di fortuna e una magica città cambieranno per sempre le loro vite.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Wanna Take It Slow'
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Never Close Our Eyes

Forget about the sunrise
Fight the sleep in your eyes
I don’t wanna miss a second with you
Let’s stay this way forever
It’s only getting better if we want it to
You know I wish that this night would never be over
There’s plenty of time to sleep when we die
-Never Close Our Eyes, Adam Lambert-

Sophie e Sunshine entrarono ridendo in casa loro
<< E ti giuro, c’era Louis che lo guardava come a dire “Stai scherzando??” e Liam continuava a limarsi le unghie! >> raccontò Sunshine << Oh, ciao mamma! >> salutò notando la donna seduta sul divano
<< Ciao papà >> disse Sophie allegra agitando la mano verso il padre in piedi dietro il divano
<< Dobbiamo parlarvi, ragazze >> annunciò il padre serio, Sunshine si strinse nelle spalle e si sedette sul divano di fianco alla gemella
<< Sophie, come mai tutti i pomeriggi torni a casa due ore dopo la fine della scuola? >> chiese sua madre, un brivido di terrore le corse per tutta la schiena, non potevano averla beccata, era stata superattenta
<< Ve l’ho detto >> rispose lei con un sorriso << Vado a studiare da Kaya, lei è un mostro in matematica e mi da una mano, così alzo un po’ la media. E io aiuto lei in Francese, visto che fa schifo >>
<< Certo, infatti… è così Sunshine? >> domandò il padre. Sophie iniziò a pregare nella sua mente, qualche mese fa era sicura che la sorella avrebbe subito detto la verità, ma adesso? Dopo che erano diventate così unite? L’avrebbe tradita?
<< Sì, perché? >> chiese lei con fare innocente
<< Perché ci è arrivato questo dalla scuola >> spiegò la madre appoggiando sul tavolino fra i due divani un invito ad uno spettacolo teatrale, “Titanic”, della Robinson School. Sophie lo prese in mano, lo girò e vide scritti i nomi di tutti i partecipanti, il suo era il primo. Fece un respiro profondo, non avrebbe accettato gli insulti questa volta, il suo orgoglio era troppo forte, ormai.
<< Sono la protagonista, fra 42 ragazze sono stata scelta io. Davvero non riuscite a capire quanto questo sia importante per me? Ho passato tutta la vita a fare quello che volevate voi, ma non questa volta >>
<< Sophie, continua così e finirai nei casini >> l’avvertì il padre
<< Non m’interessa! >> esclamò lei alzandosi in piedi << Il canto, Zayn e Sunshine, le uniche cose che mi rendono felice. Non lascerò questo spettacolo per niente al mondo. I miei voti sono intatti, qual è il problema? >>
<< Ti stai illudendo, non potrai mai fare la cantante >> le rispose la madre
<< Perché? Mi hai sentito? Mi hai mai visto cantare? No! Sei troppo impegnata per passare due minuti con me! >>
<< Smettila di fare la vittima, Sophie! >> urlò suo padre
<< Smettila di comandarmi a bacchetta! >> strillò lei con le lacrime agli occhi << È tutto quello che voglio fare nella mia vita, perché non vuoi capire? >> il silenzio scese nella stanza, Sunshine strinse la mano della sorella, per la prima volta in anni fiera di lei
<< Se è quello che vuoi fare, Sophie, lo fai fuori di questa casa >> affermò il padre
<< Cosa? >> chiese Sunshine con tono stridulo saltando in piedi << Non puoi cacciarla di casa, papà! >>
<< Invece sì. A te la scelta, Sophie: se vuoi continuare a fare la stupida e perdere tempo, quella è la porta. Se hai un po’ di sale in zucca, lascia quel musical e rimani qui >> Sophie guardò il padre negli occhi, poi la madre e infine Sunshine
<< Vado a prepararmi la valigia, entro mezz’ora sarò fuori di qui >>
 
 
 
 
 
Syd spense il pc soddisfatta dalla sua piena giornata lavorativa, si appoggiò allo schienale della sedia del suo ufficio di BQ e poggiò i piedi sulla scrivania. Qualcuno bussò alla porta
<< Avanti >> disse, Mark entrò con un sorriso << Hey, fotografo >>
<< Ciao, Coffee Girl >> la salutò lui chiudendo la porta alle sue spalle e facendo il giro della scrivania per appoggiarsi di fianco ai suoi piedi << Come va? >>
<< Sono distrutta, dopo devo andare a casa di mia madre e Ben >>
<< Ok, vieni da me dopo? >>
<< Vengo tardi, andiamo al cinema tutti insieme >>
<< Hai bisogno di un passaggio? >>
<< No, mi vengono a prendere Louis e Harry. Hai visto che mia madre mi ha cercato? >>
<< Sì, e mi preoccupa il perché >>
<< Io ne ho una vaga idea >> rispose lei indicando la sua caviglia sinistra, Mark alzò di poco il risvolto dei jeans blu e ammirò il tatuaggio fatto una settimana prima
<< Sì, probabile. Sei sicura che non riguardi noi? >>
<< Tranquillo, lo sanno solo due persone e non lo diranno a nessuno, di sicuro non a mia madre >> lui la fissò serio << Avanti, tu l’hai detto a tua sorella, io l’ho detto a Sophie. Siamo al sicuro >>
<< Facile per te, non saresti tu quella a finire nella merda se sta storia viene fuori >>
<< Invece sì, vado a letto con un nonnino! >> scherzò lei, lui sorrise e le diede un bacio veloce sulle labbra
<< Devo tornare di là >>
<< Devi proprio? >>
<< Sì, a sta sera, Coffee Girl >>
 
 
 
 
 
Niall uscì da H & M con una borsa enorme con se, finalmente aveva trovato due minuti per fare compere. Ormai tutti i suoi jeans erano logori e le sue maglie erano state etichettate come “Orripilanti e disgustose” dalla sua adorabile fidanzata. Si diresse a passo svelto verso casa, quando vide una ragazza seduta su una panchina a piangere, lui conosceva quella ragazza
<< Sophie? >> la chiamò, lei alzò la testa di scatto
<< Niall >> disse incerta asciugandosi le lacrime rapida
<< Cos’è successo? >> chiese lui sedendosi di fianco a lei
<< Lite furiosa con mamma e papà, hanno saputo del musical e mi hanno dato un ultimatum: o lasciavo tutto, o fuori di casa >>
<< E tu? >> lei indicò il borsone ai suoi piedi << Hai scelto il musical. Oh, Soph, mi dispiace un sacco >>
<< A me no. È solo che sono stata impulsiva, avrei dovuto ascoltare Sunshine, invece mi sono fiondata fuori >>
<< Tranquilla, si risolverà tutto. Hai chiamato Zayn? >>
<< No! >> esclamò lei << Non lo farei mai >>
<< Perché? Ah, giusto, tu e il tuo dannatissimo orgoglio che non ti fa mai ammettere che hai un problema. Hai un posto dove stare? >>
<< Sì, andrò in un hotel, ho svuotato il mio conto corrente prima che loro lo bloccassero >>
<< Te lo puoi scordare, in hotel non ci vai. Dai, vieni da me. C’inventeremo qualcosa con Zayn e gli altri, risolveremo tutto >>
<< Ma Amber… >>
<< È tua amica, capirà >>
<< Amber è gelosa come Whinnie Pooh lo è del suo barattolo di miele!!! Questa è una condanna a morte! >>
<< Amber capirà. Punto e basta. Andiamo, casa è lontano >>
 
 
 
 
Syd salì le scale del palazzo di sua madre con la morte nel cuore, quel week end doveva stare con suo padre e da due settimane lei e Rachel non si vedevano al di fuori della scuola. Lentamente aprì la porta con le sue chiavi
<< Ciao ma’ >> salutò chiudendola con un calcio, lo spettacolo in sala la lasciò sconvolta << Ciao mamma, papà, Peyton e Ben. Cos’è, il mio plotone d’esecuzione? >> chiese appoggiando le chiavi sul tavolo
<< Ci andiamo vicino >> rispose Ben << Perché non ti siedi qui con noi? >>
<< Perché ho una paura fottuta che uno di voi tiri fuori un mattone e mi colpisca in testa. Il muro va più che bene. Dov’è Sam? >>
<< Al parco con Ethan >> l’informò Rachel fredda << C’è niente che tu debba dirci, Sissy? >> lei sospirò
<< Ok, evitiamo di perdere tempo, devo uscire fra poco. Eccolo qui! >> si sfilò le ballerine ed alzò il risvolto dei jeans mostrando la caviglia << Vi presento il mio tatuaggio! Dolore praticamente inesistente, vecchio di una settimana, significa… beh, non ve lo voglio dire. Carino, non è vero? >>
<< E quello da dove viene fuori? >> sbottò Ben
<< Dai, è piccolino, tutto sommato >> cercò di convincerlo Syd << Aspetta, tu non dovresti esserne sorpreso, tu dovresti iniziare con la tua predica su quanto sia sbagliato! Sono qui per questo, no? >>
<< No >> rispose Rachel << Che mi dici di Mark Brown? >> Syd rimase imbambolata. Merda.
<< Chi ve l’ha detto? >> chiese seria
<< Jill Brown, la sorella di Mark. Ha detto che riteneva che dovessimo saperlo >> le spiegò Peyton calma, suo padre non la guardava neanche in faccia
<< Syd, se questo è un altro modo per provocare Rachel e Benjamin… >>
<< Non lo è, Peyton. Mi conosci, non mi espongo mai in prima persona per farli incazzare. Sentite, non c’entra niente con voi, riguarda me e lui >>
<< Sydney, ha tredici anni più di te, è un uomo… >> iniziò suo padre
<< Lo so, non è niente di serio, è solo per divertirci >>
<< Ti sta usando >> continuò lui
<< No, non è vero. È stato con me ogni volta che ne avevo bisogno e tu non c’eri. Un esempio a caso: il mio compleanno >>
<< Non capisci, ti ha fatto il lavaggio del cervello >>
<< No, papà, non mi ha fatto niente >>
<< Ti conosco, non lo faresti mai. Se questa storia viene fuori… >>
<< È di questo che ti preoccupi, papà? Dello scandalo? Pensavo che t’interessasse sul serio di me >>
<< Certo che m’interessi, pulce, sei mia figlia >>
<< Non hai neanche il coraggio di guardarmi negli occhi da tanto che ti faccio schifo >> strillò lei sentendo le lacrime farsi strada fino ai suoi occhi << Tutto va a puttane e voi ve ne state lì a complottare e a lamentarvi, quasi fossi la più grande disgrazia di questo pianeta! >>
<< Smettila di fare la vittima >> le ordinò Ben
<< Smettila di dirle cosa fare >> la difese subito Peyton << Non risolveremo mai questa situazione se continui a darle addosso >>
<< Cos’è, dobbiamo premiarla? >> domandò lui alzandosi in piedi ed avvicinandosi a Syd << Brava Sydney, brava tesoro! Continua così, vai a letto con ogni uomo che ti passi davanti, continua a fare la troia! >> Bill scattò in piedi e spinse Ben contro il muro mentre Rachel e Peyton si avvicinavano preoccupate
<< Non insultare mia figlia >> sibilò Bill
<< Tua figlia è una calamità naturale per problemi e sventure. È una pazza piromane ubriacona che ha rischiato di uccidere tutti i suoi amici >>
<< Ben! >> urlò Rachel scandalizzata. Syd, dal suo angolo, osservava la scena piangendo in silenzio
<< Beh, non è che tu l’abbia aiutata più di tanto con le tue punizioni del cazzo >>
<< Ho cercato di farle da padre, visto che il suo era troppo impegnato a girare il mondo >>
<< Smettetela >> sussurrò Sydney mettendosi le mani fra i capelli e scivolando contro la parete. Nessuno la sentì, continuarono a litigare tutti e quattro insultandosi a vicenda e rinfacciandosi i loro errori mentre lei singhiozzava rivivendo nella sua mente tutti le liti simili a quella che avevano segnato la sua infanzia. Basta, pensò lei alzandosi in piedi e correndo verso la porta. Nessuno si accorse che Syd era scappata dalla casa e stava correndo in lacrime giù per le scale, andò a sbattere contro qualcuno, non chiese neanche scusa e continuò a correre, solo che l’afferrarono per la vita fermandola
<< Sydney, sono io, sono Louis >> le sussurrò il ragazzo nell’orecchio, lei alzò lo sguardo e si strinse a lui. Harry, di fianco a loro, guardò la scena furioso: le urla si sentivano benissimo, e le voci le conosceva tutte
<< Tienila qui >> si raccomandò prima di sfrecciare per le scale, nell’appartamento era puro delirio, nessuno lo notò, fin quando non urlò << Piantatela
tutti! >> i quattro adulti si voltarono verso di lui
<< Harry? >> chiese Rachel
<< Dov’è Syd? >> domandò Peyton con una mano sul cuore
<< Fuori di qui, al sicuro >> rispose lui serio prima di marciare in camera sua
<< Che fai? >> esclamò Ben seguendolo, aprì l’armadio della ragazza, prese un borsone e ci ficcò dentro dei vestiti
<< Vi do due settimane >> annunciò Harry riempiendo la borsa << Due settimane per risolvere i vostri problemi, Syd viene a stare con me. Nessuno di voi la cerchi, parlatene fra di voi. Fra quindici giorni la riporto qui, e appena vengo a sapere di un’altra lite del genere, giuro che chiamo i servizi sociali e non vedete mai più né lei, né Ethan, né Sam. Non sto scherzando >>
 
 
 
 
 
Sophie si guardò attorno in casa di Niall, si sentiva in imbarazzo, lei non era il tipo da chiedere aiuto. Niall uscì da camera sua portando due federe diverse
<< Allora, vuoi le lenzuola blu a pois rossi o quelle dell’Irlanda? >>
<< Aspetta, Niall, mi sono persa a “lenzuola” >>
<< Beh, dovrai dormire da qualche parte >>
<< Tipo il divano >>
<< Non se ne parla, sei l’ospite e ti becchi il letto! >>
<< No, Niall, sul serio. Tanto è solo per sta notte, domani vado a casa di mia zia >>
<< Allora per sta sera ti becchi il letto… con le lenzuola dell’Irlanda. Che vuoi per cena? >>
<< Va bene di tutto >>
<< Solita pizza? >>
<< Ok, chiamo io >>
<< Va bene, vado a rifarti il letto >>
<< No, dai, lo faccio io >>
<< Sophie, non rompere le palle e chiama la pizzeria >>
<< Va bene, va bene >>
 
 
 
 
Louis rientrò in casa pieno di borse
<< Dove sei stato? >> gli chiese Harry armeggiando in cucina
<< A prendere il necessario per la nostra ospite… a proposito, dov’è? >>
<< In camera mia a riposare >>
<< Ha smesso di piangere? >>
<< Per ora >>
<< Succede spesso che i suoi litighino così? >>
<< Tutti e quattro insieme? No, è rarissimo. Ben e Bill? Ogni volta che si vedono. Lei si deprime spesso? Sempre >>
<< E tu sei incazzato? >>
<< Come una belva. Non è la prima volta che glielo fanno >>
<< Chiameresti sul serio i servizi sociali? >> Harry annuì deciso
<< Chi li ha nominati? >> chiese Syd uscendo dalla stanza di Harry, Louis indicò il suo coinquilino, che a sua volta l’indicò << Wow, coerenza. Cos’è tutta questa roba? >> indicò le borse per terra, Louis le sorrise e iniziò a tirare fuori le cose
<< Lenzuola lavanda? >> domandò scettica
<< Non è il tuo colore preferito? >>
<< Sì, Tommo, ma… vabbe’, andiamo avanti. Oh, questo è delizioso >> Syd si rigirò fra le dita un rossetto
<< Perché diamine le hai comprato del trucco? >> chiese Harry << Lavora ad una rivista di moda, se te ne fossi dimenticato >>
<< Senti, sono abituato a viziare le ragazze, quindi per due settimane vizierò lei >>
<< Mi piace questa cosa >> esclamò Syd << Ah, è vero, devo chiamare Mark >>
<< Chi? >> fece Harry
<< Mark Brown, il fotografo >> rispose lei come se fosse ovvio
<< Come mai? >> domandò Louis
<< Ah, giusto, voi non lo sapete… io e Mark abbiamo una specie di tresca, e tipo lo sapevano solo Sophie e Jill, sua sorella. Quella troia di sua sorella l’ha detto ai miei, è da lì che è partito tutto >> tutti e due la fissavano con occhi sgranati
<< Stai scherzando, vero? >>
<< No, Harry >>
<< Ma che cazzo c’è di sbagliato in voi di Holmes Chapel? All’asilo vi dicono “Mi raccomando, accettate i flirt solo dei ragazzi delle superiori”??? Non è possibile, sei la seconda che lo fa, ma perché?? >> Louis partì in quinta con un complicato monologo che non finiva mai. Quando, finalmente, chiuse la bocca Syd sorrise con fare angelico
<< Non ho ascoltato una sola parola, vado a chiamarlo >>
 
 
 
 
 
Amber entrò felice nel palazzo dove abitava Niall, prese l’ascensore e salì al settimo piano. Arrivata davanti alla sua porta, si passò una mano nei capelli biondi per ravvivarli un po’, prese lo specchietto dalla borsa e controllò che la matita non fosse sbavata. Ripose in borsa lo specchio e suonò il campanello, ad aprirle non venne Niall, ma una ragazza con indosso una maglia extralarge, lunghi capelli neri e pelle ambrata
<< Sophie?!?!? >> chiese Amber
<< Amber! >> esclamò lei impacciata << Niall non mi ha detto… >>
<< Hai perso i pantaloni, Sophie? >> s’informò Amber con tono da stronza, un tono che non usava da tantissimo tempo
<< C-c-certo che no, è che… >>
<< Dov’è Niall? >>
<< Sotto la doccia >> Sophie si pentì subito delle sue parole, Amber sorrise affabile
<< Grazie, Sophie. Ci vediamo domani a scuola >> Amber girò sui tacchi ignorando Sophie che la chiamava. Era nella merda fino al collo
 
 
 
 
 
Syd guardava il soffitto della camera di Harry completamente sveglia, sapeva di doversi alzare e iniziare a prepararsi per la scuola, ma non ne aveva alcuna voglia. Strinse le lenzuola lavanda contro il petto e fece un respiro profondo, doveva farlo, cercare di evitare sua madre non avrebbe cambiato nulla, Harry era stato chiaro: “Loro non ti cercheranno, e tu farai lo stesso. Vita normale Syd, scuola, lavoro, shopping… non è una vacanza, né una punizione, è un ultimatum”
<< Ultimatum del cazzo >> sbottò lei rigirandosi nel letto
<< Sei sveglia, allora >> osservò Harry entrando in camera
<< Sai, bisogna sempre bussare prima di piombare nella stanza di una ragazza >>
<< Infatti questa è camera mia, e, comunque, io e te facevamo il bagnetto insieme, non credo che mi scandalizzerei più di tanto >>
<< Ti farei provare, se tu non fossi fidanzato. Che ti serve? >>
<< I miei vestiti >> Harry aprì l’armadio e iniziò a valutare con occhio critico tutti gli abiti appesi. Syd pensò a tutto quello che lui aveva fatto per lei da quando si erano rivisti: l’aveva aiutata a farsi degli amici, l’aveva consolata quando veniva colta dalla nostalgia, l’aveva fatta dormire in casa sua ogni volta che litigava con Ben, il giorno prima aveva addirittura provato a mettere fine alle liti che avevano segnato gli ultimi sette anni della sua vita.
<< Forse dovrei tornare a casa >> bisbigliò, Harry si voltò verso di lei
<< No, non dovresti >>
<< Guarda! Ti ho sbattuto fuori da camera tua, ti faccio dormire con Louis, non hai neanche la libertà di frugare nelle tue cose! >>
<< Non è un problema, Syd. Vedrai, risolte le cose con i tuoi tutto andrà meglio >>
<< Già, mi rimarranno solo le sedute dalla psicologa >>
<< Ci vai ancora? >>
<< Ci devo andare oggi, e ne ho ancora meno voglia di quanto ne abbia di andare a scuola >>
<< Mi dispiace, ma dalla psicologa ci vai. Per la scuola… potrei anche farti saltare un giorno, ma uno solo Syd! >> lei scattò in piedi ed abbracciò Harry
<< Grazie, grazie, grazie!! Ora posso tornare a dormire >
<< No, ora ti vesti e vieni a lavoro con noi >>
<< Ma perché? >>
<< Perché altrimenti andresti da Mark, e, per quanto posso, cercherò di farti capire che una relazione con uno così grande non fa per te. Credimi, ci sono passato >>
<< Ah, già, Caroline Pedo-Flack >>
<< Sydney! >>
<< Che c’è? Vado a fare colazione… Tomlinson! >> urlò uscendo dalla camera << Tè o caffè? >>
 
 
 
 
 
Amber marciava a passo di carica verso la mensa con Aiden di fianco
<< Mi stai preoccupando, hai l’aria da “Sto per fare una cattiveria e ne sono fiera” >> ammise Aiden
<< Infatti >> rispose lei seccamente, aprì la porta della mensa e si diresse al tavolo dei Popolari, dove Ethan, Chad, Ian, Candice, Bree, Sunshine e Sophie erano già seduti e chiacchieravano. Aiden si unì al gruppo, Amber prese la sua sedia e ci salì in piedi, tutti si voltarono a fissarla
<< Ed ecco che ci divertiamo >> commentò Sunshine mettendosi comoda
<< Scusate se interrompo il pranzo >> iniziò Amber << Ma c’è una cosa che ritengo dobbiate sapere, ovvero come una delle mie Ancelle ha ottenuto questo ruolo. Sto parlando di Sophie: lei è andata a letto con Aiden >> tutti nella mensa trattennero il respiro mentre i due ragazzi si guardavano negli occhi
<< Avevi detto che non era successo niente >> bisbigliò Sunshine nell’orecchio della sorella
<< Infatti! Solo che non ho le prove, sono fottuta >>
<< Aspetta, Amber, fra di noi non è successo niente >> intervenne Aiden alzandosi in piedi
<< Ah sì? E perché? >> Che stronza!, pensò Sophie,Sa che Aiden non dirà mai a nessuno che è gay! Lo ha detto solo a me e a lei per ovvie ragioni
<< Perché io… io… >> balbettò Aiden
<< Lascia stare >> ordinò Sophie alzandosi a sua volta << Non fa niente, Aiden >>
<< No, Soph! Non lascerò che tratti così anche te senza motivo! La verità, Amber, tu la sai: io sono gay >> per tutta la stanza si diffuse un mormorio sconvolto mentre Amber impallidiva, questo non l’aveva previsto
<< Cosa? >> chiese Ethan in tono stridulo << Tu sei gay? >>
<< Problemi? >> fece Aiden
<< Tutt’altro. Ne parliamo dopo >>
<< Amber, sei una Troia con la T maiuscola! >> esclamò Sunshine alzandosi in piedi << Avevi progettato tutto per umiliare una tua amica! Sei una
merda >>
<< Aspetta, Sun… >> balbettò Amber
<< No, aspetto un paio di palle. Sparisci di qui, non sei amica di nessuno di noi, sei solo una sfruttatrice, e sai cosa? Non abbiamo bisogno di te. Non sei più nel gruppo >> Amber si guardò attorno, tutti osservavano la scena senza la minima traccia di compassione, scese dalla sedia e corse fuori in lacrime
 
 
 
 
Niall era seduto sui gradini della Robinson aspettando che Amber uscisse, sapeva che sarebbe stata l’ultima con le sue amiche super chic, quindi si era messo comodo. Quel giorno, però, Amber fu la prima ad uscire piangendo
<< Amber, cos’è successo? >> le chiese preoccupato stringendola in un abbraccio
<< Niall… ho fatto un casino >> fra i singhiozzi gli raccontò tutti gli eventi della sera prima e di quel giorno
<< Perché Amber, perché sei così gelosa? Perché agisci sempre d’impulso? >> domandò lui sciogliendo l’abbraccio e allontanandosi
<< Perché è il mio carattere e… >>
<< Tu non ti fidi di me >> l’interruppe lui
<< No! Non è vero! >>
<< Come faccio a credere se agisci sempre alle mie spalle? Sono stanco di tutto questo, non posso neanche parlare con una ragazza che tu la umili pubblicamente! >>
<< Era in pigiama in casa tua, Niall! >>
<< È stata cacciata di casa, Amber! >> lei si fermò di colpo
<< Non lo sapevo >>
<< L’avresti saputo, se mi avessi parlato. Basta, Amber. Mi dispiace, ma finisce qui >> girò sui tacchi e se ne andò via ignorando le urla di Amber che lo chiamavano
 
 
 
 
 
<< Io non capisco >> ammise Louis seduto nella cucina del suo appartamento guardando Sydney muoversi fra i fornelli mentre Harry si faceva la doccia << Niall è innamorato di Amber, Amber è innamorata di Niall. Perché la deve lasciare? >>
<< Perché non si fida >>
<< Innamoratini del cazzo. Io non sono così da innamorato >>
<< Louis Vuitton, ma quanto sei stupido? Loro non sono semplici innamorati, sono sulla strada dell’Amore >>
<< Che palle sto Amore >>
<< Puoi dirlo forte. Fra parentesi, tu che ne sai? >>
<< Quello che mi hai detto tu >>
<< Che persona triste, Louis Vuitton. Hai vent’anni e ancora niente >>
<< Credevo di aver amato fin quando tu non mi hai parlato di te e Mick. Fa quasi paura >>
<< Togli il “quasi”. Aspetta un attimo >> lui annuì e lei sparì nella camera di Harry, che avevano trasformato in sua per le successive due settimane, Syd aveva fatto una lista delle cose che le servivano da casa ed Harry le era andate a prendere, scoprendo che erano principalmente cataste di libri. Tornò portando un libricino fra le mani, si sedette sul tavolo e glielo porse
<< Die Leiden des jungen Werther >> disse
<< Che? >>
<< È Tedesco, vuol dire “ I dolori del giovane Werther”, libro odiato dagli studenti che se lo devono studiare ma stupendo se lo leggi in privato. Parla di amore, può aiutarti a capire >> lui se lo rigirò fra le mani
<< La trama? >>
<< È un romanzo epistolare, che, visto che so che non lo sai, vuol dire che sono lettere scritte dal giovane Werther. Lui ama questa donna, Charlotte detta Lotte, ma lei è promessa sposa ad Albert >>
<< Aglia. Lo bidona per Werther? >>
<< No, Lotte sposa Albert. Alla fine Werther, disperato, si suicida >> Louis fece cadere il libro per terra
<< Perché lo devo leggere?? >>
<< Perché devi capire l’amore, altrimenti non lo riconoscerai mai quando te lo trovi davanti >>
<< Non è un po’ eccessivo suicidarsi? >>
<< Io per Mick lo avrei fatto >>
<< Oddio, Syd! >>
<< Cosa? Lo amavo con tutto il cuore, così tanto da lasciarlo perché ero instabile e lui non doveva essere mia vittima >> lui la guardò intensamente mentre lei fissava il pavimento dondolando i piedi ritmicamente
<< Vorrei essere amato come tu amavi Mick, vorrei qualcuno che anteponesse me a qualunque suo desiderio, vorrei essere la ragione di vita di qualcuno. Soprattutto, vorrei essere in grado di amare così >> lei sorrise dolcemente voltandosi verso di lui, gli passò una mano nei capelli gentilmente
<< Arriverà il tuo momento, Louis. Arriverà e scoprirai che niente di quello che ti sto dicendo ti ha preparato. Ti assicuro che ci sarò per te quando succederà, che ti terrò la mano quando avrai le crisi d’ansia e ti ascolterò blaterare di lei per ore senza prenderti in giro. E t’invidierò, perché io ho perso tutto questo >>
 
 
 
 
Sophie era seduta sul divano in casa di Niall ad aspettare che arrivasse il suo taxi per portarla dalla zia Rose che si era offerta di ospitarla, rifletteva sul movimentato pranzo a scuola, con le dichiarazioni di Aiden e Amber. Il ragazzo era decisamente sollevato dopo essersi tolto quel peso dal cuore, nessuno aveva fatto commenti particolari tranne Sean Hunting che aveva iniziato a prenderlo in giro durante ginnastica. Ethan si era voltato di scatto e gli aveva dato un pugno dritto in faccia
<< Che sia di lezione a tutti >> aveva urlato alla palestra << E alla prossima battutina non sarò così gentile >>
<< Sophie? >> la ragazza si voltò verso la porta della stanza di Niall dove si era rinchiuso da quando erano tornati a scuola a versare lacrime amare sulla rottura con Amber mentre i ragazzi entravano ed uscivano cercando di consolarlo
<< Sì? >>
<< Zayn ti sta cercando >> agitò il cellulare che aveva in mano << Dice che non rispondi al tuo >>
<< Abita al piano di sopra, potrebbe anche venire giù >> borbottò lei alzandosi e prendendo il telefono dalla borsa, la scritta “3 nuovi messaggi” lampeggiava chiaramente << Vado e torno, avvertimi se arriva il taxi >> lui annuì e richiuse la porta. Lei uscì dall’appartamento e salì al piano successivo, Zayn l’aspettava con la porta aperta
<< Ciao >> lo salutò entrando
<< Ciao. C’è niente che mi dovresti dire? >>
<< Non direi, oggi il re del dramma è Niall >>
<< Hai ragione, tu eri la regina di ieri. Perché non me l’hai detto, Soph? >>
<< Cosa? >> chiese lei con fare innocente lasciandosi cadere sul divano
<< Che sei stata cacciata di casa, me l’ha detto Sunshine >> Sophie cercò di evitare lo sguardo di Zayn concentrandosi sulla fantasia dei cuscini, lui si sedette di fianco a lei e le prese la mano << Ti conosco, Sophie, so che non ti piace chiedere aiuto e quindi non ti chiedo se vuoi una mano, ma ti chiedo di rimanere qui >>
<< Che? >> fece lei stridula
<< Non per sempre, è una cosa momentanea, fin quando non risolvi con i tuoi >>
<< Zayn, questo è un modo di chiedere aiuto che sottintende il fatto che io e te, che non abbiamo neanche vent’anni e ci conosciamo da qualche mese, andiamo a vivere insieme >>
<< Ti sbagli, è un modo di dare aiuto che sottintende… beh, su quella parte hai ragione. Credimi Sophie, ti preferisco qui che in qualsiasi altro posto legato alla tua famiglia. Non è un problema, sai quanto viaggio, la maggior parte del tempo saresti da sola. E poi, è solo momentaneo >>
<< Ma Zayn, è tutto troppo di corsa… >>
<< Ascoltami, Sophie >> lui le prese il viso fra le mani costringendola a guardarlo negli occhi << Tu sei la mia ragazza, ho un patto in corso con te, quello di proteggerti e di amarti, lasciami tener fede al patto: rimani qui >> Sophie era confusa, una parte di lei le diceva di correre via a prendere il suo taxi, l’altra l’esortava a rimanere con Zayn, al sicuro nel suo appartamento. Per una volta, ascoltò il suo istinto
<< Vado a prendere le borse >>
 
 
 
Amber arrivò alla Robinson ancora con le lacrime agli occhi, lacrime che aveva versato ininterrottamente tutta la notte. Aveva supplicato sua madre di poter restare a casa, ma lei le aveva detto che doveva affrontare i suoi problemi. Perché sua madre era così insensibile, dannazione? Sulle scale sedevano i Popolari che la ignoravano bellamente mentre tutti gli altri la squadravano male e ridacchiavano. Sospirò triste, fece per fare retromarcia e marinare la scuola quando sentì una risatina che conosceva fin troppo bene, alzò lo sguardo e vide Syd seduta su una panchina con un frappuccino e un caffè di Starbucks nelle mani
<< Amber Brown Thomas che fa retromarcia davanti scuola, questa sì che è nuova >>
<< Syd. Immagino tu abbia saputo >>
<< Sì, ho anche messo un post sul blog, tutte le fan di Nimber sono distrutte, se t’interessa >>
<< E immagino anche che tu abbia già scelto con chi schierarti >>
<< Mark dice che io sono un’adulta. Le adulte non s’immischiano nelle cose dei ragazzini, ecco perché sarò la Svizzera, un po’ con te un po’ con loro. Tieni, questo è tuo >> le porse il caffè
<< Grazie, Syd. Pensavo che avresti preso tu il comando, adesso >>
<< No, un blog è pesante da gestire. Un blog e una scuola?? Troppo pesante, non troverei neanche il tempo per un po’ di sano sesso >>
<< A proposito, chi ti porti a letto ora? >> Syd sorrise e le mise un braccio attorno alle spalle
<< Prometti di non urlare, Amber… >>
 

My Corner:
HELLO PP!!!!!!!!!!
Lo so, lo so, sono in ritardo di due giorni, ma ho un ottimo motivo (almeno, per me lo è):
allora, dopo la mia pagella (PROMOSSA,  CAZZO!! ) mia madre era così estasiata ( non faceva altro che ripetere “Non ci credo, la mia bambina andrà in quarta superiore” -.-“) che mi ha detto: “Fatti un regalo!”.
Io sono corsa alla Feltrinelli e ho comprato il primo libro di Hunger Games, l’ho finito alle due di notte a causa di interruzioni quali pranzo, preparazione per serata fuori, concerto al parco di band sconosciute e bagno, altrimenti avevo finito prima.
Fatto sta che sono impazzita, IO ADORO QUEL LIBRO e non potevo resistere un minuto di più, quindi ho preso anche gli altri due e fin quando non li ho finiti in lacrime non ho fatto altro che leggere, leggere, leggere. Quindi sono rimasta indietro con il capitolo e ho dovuto mettermi in pari di corsa.
Eccomi qui, ce l’ho fatta!!
Ora, parlando di cose serie (hahahahahahahahahahahaha):
Sophie.
Finalmente ha tirato fuori le palle e ha messo a tacere i suoi, purtroppo si è beccata un bel calcio in culo con destinazione “Fuori di casa” e una smerdata pubblica da parte di Amber-Versione-Troia-Gelosa, che Aiden è riuscito a salvare in calcio d’angolo.
Nimber non esiste più, lo so, è una cosa che spezza il cuore.
Che ne pensate, Niall aveva ragione a piantare Amber?
E da che parte vi schierate, dalla parte degli ex amici di Amber o dalla sua?
Poooooooooi,
Syd.
Salvata dal manicomio da Harry che l’ha portata via nel bel mezzo della lite e viziata da Louis Vuitton per due settimane, non male come situazione, no?
E questo momento Louney?!?!?!?!?!?!
Quando l’ho scritto ho pensato “Forse è troppo sdolcinato” quindi l’ho fatto leggere ad una mia amica, quella della FF che ho pubblicizzato, Jules, e lei ha detto di no, quindi se lo trovate troppo smielato prendetevela con lei.
Quindi, che ne pensate?????
Aspetto le vostre recensioni!!!
xoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxo
Mary_B

  
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