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Autore: ExoticS_Dream    22/06/2012    2 recensioni
Bene, ciao a tutti.
Eccomi qui con questa FF, che dopo varie assemblee, riunioni e incontri vari, finalmente ho decico di pubblicarla.
Visto che mi sono "leggermente" fissata con questo gruppo, ho pensato perchè non scriverci su una bella storiella? xD
Spero che vi piaccia, anche se la troverete come un'altra normale storia.
Sogni. Tutti abbiamo de sogni nel proprio cassetto. C'è qualcuno che lo tiene semplicemente chiuso e lo guarda di tanto in tanto. Altri che lo chiudono a chiave dimenticandosene. E altri ancora aprono quel casetto e cercano di realizzare quello al suo interno. Sappiamo bene che non è facile, che ci saranno ostacoli, complicazioni..ma fa parte della vita no?
E se tu, sei proprio una di quelle persone che decide di rendere realtà quel sogno? Saresti disposto a fare tutto pur di avverarlo? E questo comporta la tua felicità? Continueresti lo stesso o ti arrenderesti al primo ostacolo?
Grazie mille, per l'attenzione. Bye a presto ^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2 giusto Capitolo 2

Fortunatamente la palestra, si trovava poco fuori dal centro della città e l'avrei raggiunta in poco tempo, contando che avevo già percorso più della metà della strada. Inoltre una volta uscita dalla città il traffico di pedoni che vi era, diminuiva man mano mi allontanassi e questo mi permise, notevolmente, di proseguire più velocemente.
Dopo una serie di stradine, giunsi all’edificio bianco, dalla struttura molto semplice e pulita in per sé.
Non era altissimo come palazzo, vi erano all'incirca due o tre piani oltre il pianoterra.
Salì due a due, i pochi gradini in marmo che c’erano prima di arrivare davanti alla porta di vetro dell’edificio, ed entrai spingendola con forza.
Appena dentro c’era una grande sala illuminata da pendenti lampade bianche, con al centro dei divanetti di un beige chiaro con dei bassi tavolini in legno, su cui vi erano dei giornali per far passare il tempo ai clienti in coda. Subito dopo la porta c'era un bancone di legno scuro dietro al quale vi era una giovane donna con capelli sciolti neri, che batteva con forza i tasti della tastiera facendo rimbombare il suono nella sala.
Precipitai nella sala con un lampo.
Superato il bancone mi fermai bruscamente e per poco non scivolai sul lucido pavimento bianco. Feci un goffo e frettoloso inchino verso la signorina dietro il bancone, mentre il mio saluto a voce si disperdeva per l'immenso spazio della sala.
La giovane donna, anche se era impegnata, spostò lo sguardo dal grande monitor e mi fece un cenno con la testa, sorridendo.
“Oramai quella donna non si stupisce più dei miei orari..” pensai
mentre mi alzai e continuai a correre.
Percorsi la restante metà della sala e scesi le scale che vi erano alla mia sinistra.  
Attraversai un piccolo corridoio bianco e una dolce musica rimbombava tra le stesse pareti.
“Merda, hanno già cominciato” pensai.
Imprecai.
Accelerai l’andatura e girai alla terza porta bianca a destra.
Spalancai quest'ultima e mi trovai in una stanza di medie dimensioni, con dei neon bianchi che facevano una forte luce.
Al centro vi erano predisposte verticalmente delle panche di legno, con sopra vestiti e borse, e ai lati, degli armadietti di metallo grigio.
Chiusi svelta la porta dello spogliatoio, e comincia a spogliarmi dirigendomi verso il mio armadietto.
Aprì quest’ultimo e infilai dentro la borsa di stoffa, dopo aver preso i vestiti di ricambio.
Tolsi l'orologio dal polso e lo deposi delicatamente nella borsa, poi mi cambiai velocemente, e buttai con noncuranza i vestiti dentro l’armadietto  e sbattei lo sportello nel chiuderlo.
Raccolsi i capelli in un’alta coda mentre precipitai nella sala prove.
Percorsi gli ultimi tratti di corridoio, che mi parevano interminabili, e finalmente raggiunsi a destinazione,
Vidi le mie compagne fare stretching con la mia maestra.
Guardai l’ora sul grande orologio nero che vi era attaccato alla parete della sala. Le 19.40.
“Devono aver prolungato il riscaldamento per non aver ancora iniziato con le prove dei balli.” Pensai. “Oppure lo avevano fatto per aspettarmi….”
Agitai la testa con forza, scacciando quel pensiero.
Approfittai dell’esercizio di allungamento dei polpacci, così che la maestra era girata di schiena, e indaffarata nell'eseguire l'esercizio non mi avrebbe visto. E io potevo tranquilla prendere la mia postazione.
Camminai velocemente tra le mie compagne e mi misi vicino alla mia amica cominciando subito con il riscaldamento.
- Si può sapere dove eri finita?! – mi chiese la mia amica con voce bassa ma tagliente
- Eh, Scusami ma c'è stato un piccolo contrattempo – dissi dispiaciuta
- Strano. Stiamo facendo il riscaldamento da quasi trenta minuti e non abbiamo ancora fatto uno straccio di prova per colpa tua – disse alzando un po’ la voce
- Shh, non penso che sia per me…- cercai di dirle, ma venni interrotta
- Bene, ora che la nostra Laura, ci ha finalmente raggiunti, cominciamo con la lezione – disse la maestra terminando l’esercizio e voltandosi verso di me
- Emm, ciao – dissi imbarazzata con un impacciato inchino
- Certo, non era per te – disse in modo ironico la mia amica
- Anche io ti voglio bene, Maria – dissi con tutta la tenerezza che avevo in me in quel momento
Mi fulminò con gli occhi per poi alzarsi e andarsene.
- Aishhh, Mary, non fare così..- dissi raggiungendola ma fui bloccata dalla voce della mia insegnante
- Ovviamente tu, Laura, farai ancora del riscaldamento – mi disse, anzi mi impose in modo del tutto simpatico e carino
- Certo, subito – dissi per poi cominciare subito con gli esercizi di stretching
La lezione passò velocemente, tanto che l’ora e mezza passò velocemente senza pesare.
Anche se, sinceramente, queste due ore non erano mai pesanti per me, anche se arrivavo a casa tardi, stanca per le ore di lavoro e con tutti i mestieri da fare... Non avevo mai preso in considerazione l'idea di lasciare questo corso di ballo.
Infondo, facevo quello che mi piaceva, ed ero disposta a far di tutto pur di continuare a frequentarlo.
Fortunatamente la maestra non mi fece fare riscaldamento per tutta la lezione, come alcune volte, ma riusci anche a provare qualche pezzo della coreografia per il saggio.
- Bene ragazze, ci vediamo alla prossima lezione, allora. – disse la maestra di ballo al termine della lezione
- Okei, Grazie – dicemmo in corso tutte le ragazze del corso di ballo con un inchino
Finita la lezione, mi unì al flusso di ragazze che usciva dalla sala prove.
Distrutta percorsi, strascinando i piedi, il bianco corridoio diretta verso lo spogliatoio, quando sentì chiamare il mio nome.
- Laura! –
Mi voltai e vidi una magra ragazza con capelli lunghi neri, tendenti al rosso, venire verso di me.
- Sabry! – dissi andandole incontro
- Non mi hai ancora salutato, cattiva – disse mettendo un adorabile  broncio
- Oh, perdonami tanto, ma sono arrivata in ritardo e non ho avuto occasione di salutarti – dissi abbracciandola
Sentì una soffice risata sulla mia spalla per poi sciogliere l'abbraccio per il troppo caldo.
- Fa niente. Tutto bene? – mi chiese proseguendo per gli spogliatoi
- Si dai, sono ancora un po’ stanca per la corsa – risposi
Sabrina non ebbe il tempo di rispondere che venne interrotta, da una voce più forte, che sovrastò la voce delle altre ragazza, immerse in una conversazione.
- Forza ragazze, che la giornata non è ancora finita – ci disse con tono superiore Maria e con una simpatica palpatina al culo, per poi superarci e proseguire davanti a noi, agintando i suoi capelli marrone scuro.
Io e Sabrina ci scambiammo uno sguardo divertito per poi raggiungere la mora e insieme giungere, finalmente, gli spogliatoi, dove vi erano già le altre ragazze che si stavano cambiando.
Ci accomodammo davanti ai nostri armadietti, l’uno affianco all’altro, e cominciammo anche noi a cambiarci.
O meglio le intenzioni c'erano, ma la voglia no.
- Ah, non ho la minima voglia di cambiarmi – sbuffai lasciandomi andare sulla panca di legno.
- Neanch'io – aggiunge Sabrina sedendosi affianco a me e appoggiando la sua testa sulla mia spalla
Appoggiai la mia pesante testa su quella della rossa e guardai Maria cambiarsi energicamente.
Per lo meno più di noi.
- Come fai a trovare tutte quelle energie?! - le dissi scioccata – io se potrei, dormirei qui – aggiunsi chiudendo gli occhi
- Anche io... Sono stanchissima. Stanotte ho dormito poco.. – continuò Sabrina
Poco dopo sentì sbattere l'anta dell'armadietto di ferro, che fece sobbalzare sia me che Sabrina, appoggiata ancora alla mia spalla.
Aprì gli occhi di malavoglia, e trovai Maria davanti a noi, con le braccia incrociate all'altezza del petto.
- Forza. Muovete quei culi – disse con tono severo
- Mhmm... - dissi stiracchiandomi
- Uno. Se tu, Sabrina, la smettessi di guardare drama fino a notte fonda, consapevole che il giorno dopo devi affrontare una giornata impegnativa..credimi che ora non saresti così stanca – disse con rimprovero – Due. Se tu, Laura, avessi la decenza di presentarti puntuale ogni tanto, senza fare queste super maratone e non staresti sveglia con Sabrina..credimi ora non saresti così distrutta – continuò rimproverandoci
Io e Sabrina abbassammo il capo, sapendo che Maria aveva ragione.
Ma che cosa potevamo fare?
Lavoravamo come della dannate, dalla mattina fino tardo pomeriggio, per poi andarci ad allenarci. Arrivavamo a casa, e invece di andare come le normali persone dopo una giornata impegnativa, facevamo i mestieri.
Eh sì, perchè anche la casa ha bisogno di essere pulita, se non volevamo vivere nell'immondizia.
Quindi il tempo che potevamo dedicare ai nostri interessi, eras la tarda sera/notte.
- Credete che stando sedute, riuscirete a realizzare il vostro sogno? Pensate davvero, che poltrendo, vi allenerete comunque? - disse sempre più severa
Lo sapevamo, tutte e tre, fin dall'inizio che ci saremo dovute rimboccare le maniche, seriamente.
Però, tutto questo, era risultato più pensante del previsto.
E io e Sabrina lo percepivamo di più, rispetto Maria.
- Si lo sappiamo, Maria. Ma non possiamo negare che siamo stanche e che è dura – sbottò Sabrina
Annuì, concordando con la rossa.
- Lo so che è dura. Sapete anche io sono stanca e non sapete quanto desidero poter andare a dormire in questo momento o mettermi davanti al pc e vedermi qualche drama. Ma poi penso, che tutta questa fatica un giorno mi sarà utile a realizzare il mio, e il vostro, sogno – disse con tono più dolce - Su ragazze, ora ci cambiamo e andiamo a casa. Abbiamo ancora molto da fare – disse porgendoci le sue mani aperte
Io e Sabrina fissammo per qualche minuto quelle mani, certe che ci avrebbero sempre sorretto.
Alzai lo sguardo e vidi Maria con uno dei suoi migliori sorrisi, capaci di tirarti su quando ormai sei al limite.
Scambiai uno sguardo con la rossa, ancora seduta accanto a me, e con dei dolci sorrisi afferrammo decise le mani di Maria, la quale ci tirò su con forza alzandoci dalla panchina.
Barcollammo un po' sul posto, poi aprimmo svogliatamente  gli  armadietti e cominciammo a svestirsi.
Ci mettemmo un po', in quanto la voglia di togliere i vestiti era molto limitata quella sera.
Maria, intanto, girava per la stanza e fermandosi ogni tanto a provare i passi della coreografia imparata oggi.
- Ecco, e con questo sono apposto – dissi mettendo l'ultimo indumento nella borsa di stoffa e chiudendo l'amadietto
- Bene, lo sono anch'io – aggiunse Sabrina facendo il mio stesso gesto – Mary siamo pronte, possiamo andare – continuò avvicinandoci alla mora ancora indaffarata a provare.
- Ah? Ce l'avete fatta a cambiarvi? - chiese ironicamente Maria
- Si – rispondemmo in coro io e la mia migliore amica
- Bene allora possiamo andare – aggiunge la mora prendendo la sua borsa, appoggiata precedentemente su una sedia vicino alla porta
Annuimmo e ci indirizzammo verso la porta.
Maria stava per girare la maniglia quando d'un tratto, si bloccò, e ci scrutò attentamente con occhi a fessura.
- Aspettate un momento – disse facendoci attirare la nostra attenzione – Non che qualcuna di voi ha lasciato qualcosa qui e dopo a metà strada, oppure quando siamo arrivate a casa, dobbiamo tornare indietro, vero? - disse in tono severo mettendosi le mani ai fianchi
Solitamente eravamo io e Sabrina che dimenticavamo sempre qualcosa. Anzi eravamo esclusivamente noi.
Qualche volta era capitato anche a Maria, ma con un numero assai inferiore al nostro e soprattutto lei si accorgeva sempre prima di aver varcato la porta dello spogliatoio. Invece, io e Sabrina era successo, varie volte, di accorgerci di aver dimenticato qualcosa  durante il tragitto oppure, peggio ancora, quando arrivavamo a casa. Un po' distante dalla palestra.
Preoccupata cominciai a frugare nella borsa, facendo un elenco in mente e “puntando” gli oggetti man mano gli vedevo.
Sollevata alzai lo sguardo e sorrisi a Maria.
- Io ho tutto – dissi fiera di me
Mi girai verso Sabrina, al quale stava ancora frugando ancora nella borsa, dopo di che, la chiuse e ci guardò entrambe con occhi dolci. Indietreggiò di alcuni passi, senza smettere di guardarci.
Arrivata davanti al suo armadietto, lo aprì, e sempre tenendo lo sguardo fisso su me e Maria, tirò fuori qualcosa. Penso il cellulare, dal colore rosa.
Chiuse l'armadietto e ritornò vicino a noi, con piccoli passi.
- Ho tutto anche io – disse timidamente – ora – precisò a bassa voce
Io scoppiai in una tenera risata, mentre Maria si mise una mano sulla fronte e aprì la porta sbottando un “non è possibile” in modo disperato.
Salutammo alcune nostre compagne, ancora nei camerini intente a spogliarsi.
Uscimmo, finalmente, dalla stanza e percorremmo il restante corridoio bianco, ora silenzioso. Salimmo una rampa di scale e ci ritrovammo nuovamente in quella grande sala con i lampadari che pendevano.
Attraversammo quest'ultima, salutando delle nostre compagnie di corso che erano sedute ai divanetti immerse in una animata conversazione.
Ci chiesero se volevamo restare un po' con loro, ma a casa avevamo davvero troppo da fare. Quindi rifiutammo gentilmente e proseguimmo.
Passammo davanti al bancone, oramai vuoto, per l'orario di chiusa, e oltrepassammo la porta di vetro.
Un fresco vento ci accolse appena fuori dall'edificio e accarezzò la pelle ancora impregnata di sudore.
- Oh questa si, che è una bella sensazione – dissi sollevata
- Mmh, è vero – sentì dire da Sabrina poco dietro di me
- Ah, ci vuole proprio – finì Maria – però ora muoviamoci se no qui si fa notte e arriveremo a casa troppo tardi – aggiunse scendendo gli scalini di marmo
Io e Sabrina annuimmo e proseguimmo il tragitto, illuminato da alcuni lampioni ai margini delle stradine, fatte scure per il buoi della sera.
- A proposito.. come mai hai fatto tardi, Laura? Anche stavolta – chiese d'un tratto Maria, precisando la parte finale della frase
“Merda si è ricordata”, pensai.
- Emm, il capo mi ha trattenuto al lavoro – mi giustificai
- Tutto qui? Non che ti sei comodamente fatta una passeggiata per il centro della città? - mi chiese sospettosa
- Magari comodamente! - sbottai – Però in effetti, ho avuto un piccolo imprevisto..che se non fosse stato per quello sono certa che sarei arrivata giusta alla lezione di oggi..- ipotizzai pensando alla bambina di oggi e allo strano ragazzo.
Ero così preoccupata per aver fatto ritardo a lezione che mi ero completamente dimenticata di raccontarlo alle mie amiche.
- Ne dubito, fortemente – disse sicura la mora
- Che imprevisto hai avuto? - mi chiese Sabrina
Così le raccontai della caduta della bambina e del ragazzo che mi aiutò a trovare la mamma della piccola.
Maria e Sabrina ascoltavano molto colpite quello che mi era successo nel pomeriggio. Una cosa molto strana, visto che sarebbero capaci di interromperti ogni due minuti, facendo diventare un breve discorso in una novella con la morale finale.
Così, tranquillamente, finì il mio racconto sotto lo sguardo attento delle due amiche.
- Ma lui com'era? - mi chiese la rossa per prima
- Era coreano – dissi
- Bhè è ovvio, sai com'è, siamo in Corea! Idiota! Vogliamo sapere d'aspetto fisico – disse Maria
- Ahahah è vero! Bhè d'aspetto fisico era..alto..- dissi
- Su questi non ci sono dubbi visto la tua misera statura – mi interrompé con occhi dolci la mora
In effetti Maria, era quella più altra tra di noi mente io e Sabrina eravamo alte all'incirca uguali. Cioè uno e ho tanta voglia di crescere.
- Simpatica – risposi – poi..aveva i capelli marroni con dei riflessi sul ramato se non sbaglio...portava gli occhiali da sole...e... non mi ricordo più nulla – conclusi sorridendo
- Come fai a non ricordarti?! - chiese scioccata
- Ero di fretta – mi giustificai
- La prossima volta che lo vedi, ci chiami. Oppure fagli una foto – propose Sabrina
- Ma ce ne saranno qui di bonazzi, fidati – disse Maria convinta
E come se il destino stesse ascoltando la nostra conversazione,  ci dimostrò chiaramente la conferma di quello che aveva appena detto Maria.
- We ragazze, guardate là – disse, improvvisamente, a bassa voce Sabrina, indicando con lo sguardo davanti a noi
Io e Maria ci girammo verso la direzione indicata dalla rossa.
Davanrti a noi, stava avanzando nella nostra direzioe, un ragazzo con capelli neri, jeans e maglia bianca attillata, mostrando un bel fisico palestrato.
Tutte e tre ci fermammo a osservarlo, mentre lui avanzava verso di noi.
Fu Maria, ha trascinarci per le braccia e ha costringerci a proseguire a camminare.
- Ragazze, cerchiamo di passare inosservate questa volta...infondo siamo qui da un po' di tempo... Dovremo essere abituate a questo genere di incon... - parlò Maria
Ma la sua frase non si concluse mai.
Quando il ragazzo ci passò accanto, tutte e tre avevamo perso il senso della parola e del respiro. Almeno io, in quel momento ero in apnea totale.
Una volta che il ragazzo figo ci ha superate, insieme ci girammo e lo continuandolo ad “osservare” la sua camminata sexy e solitaria. Questa volta c'era il lato B.
- Minchia, quanto è bono quello – disse Maria stringendo leggermente la presa sulle nostre braccia, ma io e Sabrina eravamo troppo concentrate a cogliere i minimi particolare di quel ragazzo, ai nostri occhi perfetto, per accorgercene di quella piccola pressione sulla nostra pelle
- Zio pera, si ! - aggiunse Sabrina
Io ero ancora intenta a fissarlo, non riuscivo davvero proferire alcun suono dalla bocca. Volevo gustarmi quel momento.
Poi una parola, comparve nella mia mente come un flah, seguita da un ricordo che mi fece svegliare da quello stato di trans.
- Claudia – dissi a bassa voce
L'estate era passata da poco, e l'autunno non aveva tardato ad arrivare.
Quel giorno, il tempo non era uno dei migliori. Mi ricordavo il cielo color bianco-grigio pronto a scatenare una ticipa pioggia autunnale.
Una cosa molto normale dalle mie parti, troppo normale. Tanto che il sole per tutto inverno non si vede proprio.
Io, Sabrina e Maria, eravamo nella città accanto al nostro paese. Quest’ultimo molto più piccolo. Arrivammo li in treno, oramai, nostro abituale mezzo di trasporto, e stavamo aspettando le nostre  amiche davanti alla stazione dei treni.
Per quanto riguarda me in quel periodo, avevo appena “scoperto2 il K-pop. Da poco avevo fatto la mia prima esperienza di aver partecipato a un flashmob e stavo iniziando ad apprezzare anche le ragazze, ma in particolar modo i ragazzi, occidentali.
E proprio mentre mi stavo guardando intorno per la noiosa attesa, vidi un gruppo di ragazzi asiatici passare accanto a me Onestamente non ricordai se erano coreani, o cinesi o giapponesi, ma erano occidentali e questo era già di per se un buon motivo per fissarli.
Intanto Maria e Sabrina erano impegnate in una conversazione, che sinceramente non ricordai. Ammesso che le stavo ascoltando.
In un primo momento li guardai affascinata mente i ragazzi asiatici erano intenti a parlare, scherzare e a buttarsi in tenere risate tra di loro. Poco dopo non ci capì più niente.
- Mary, Sabry..Guardate li – dissi, quasi urlando, strattonandole per le braccia
Le mie amiche si girarono e osservarono anche loro il gruppo che si allontanava.
- Merda..quanto sono belli – esclamò Maria
Ad un certo punto, all' inizio inconsciamente, avanzai di piccoli passi verso i ragazzi
- Laura dove vai? - mi chiese Sabrina vedendomi avanzare
- Io d-de-devo an-n-da-re – dissi con fatica
Mi mossi velocemente, troppo velocemente, verso di loro. Tanto che cominciarono a guardarsi incontro.
Mi voltai, convinta che in parte a me vi fossero le mie amiche. Ma non fu così.
Le vidi ferme dove eravamo prima, che mi guardavano con stupore.
- Forza venite! - dissi mimando con la bocca e con le mani
Ma loro scossero la testa e restarono li.
Mi voltai verso il gruppo di ragazzi asiatici, sempre più lontano.
“Stanno andando via, e non posso pedinarli così, mi scoprono subito.” Pensai disperata.
Ed ecco il colpo di genio.
Feci finta di aver visto una mia conoscente e cominciai a sventolare la mano e ad urlare il suo nome. Inventato al momento.
- Claudia! Ei, ciao Claudia! Sono qui! – cominciai a urlare dall'altra parte della strada
Sinceramente, non sapevo tuttora, perchè scelsi Claudia. Inoltre, io, non conoscevo nessuna Claudia.
Continuai con il mio bel teatrino. “Sembro convincente”, pensai soddisfatta di me.
Mi girai verso Maria e Sabrina, le quali mi guardavano confuse.
- Forza venite! E' arrivata Claudia! - urlai verso di loro, le quali non si mossero ancora - E' di là che ci sta aspettando – continuando facendo cenno con la testa verso il gruppo di asiatici, sempre più lontano.
Vidi le mia amiche indecise sul da farsi.
Si scambiarono uno sguardo confuso, poi vidi Maria avanzare verso di me con passo deciso, con la mano che buttava indietro le sue spalle a mo di “ Chissene frega”. Seguita da Sabrina ancora titubante.
Sorrisi.
Poco dopo mi raggiunsero.
- Su, dove stà Claudia? - chiese la mora
- Dove stanno, LE CLAUDIE – corressi indicando gli asiatici seguita poco dopo da un “aaaaahhh” di Sabrina
- Ahhhh ora ho capito! Claudia, quindi non è una persona che conosci, ma sono gli asiatici – disse ridendo, consapevole di aver capito il trucco solo ora
- Esattamente – risposi fiera di me per la trovata
Ci scambiammo un ultima occhiata comprensiva e insieme cominciammo a seguire per un pezzo, il gruppo di ragazzi orientali, con adorabili cori delle nostre voci che chiamavano una strana Claudia, mai raggiunta.
Inutile dire, che nei giorni successivi, tutti gli asiatici che incontravamo li chiamavamo Claudia e fu così che divenne il nostro motto.
- Cosa hai detto? - mi chiese Sabrina facendomi ritornare al presente dopo quel flashback
- Claudia! - dissi con un po' più voce di prima e con un malizioso sorriso dipinto sul volto
- Come? Claudia? Ma che centra, è un maschio quello! - sbottò Maria, ma presto si irrigidì di colpo
Si girò verso di me, lentamente, con gli occhi sbarrati e pieni di preoccupazione.
Ma io, non mi girai, continuai a fissare il ragazzo che poco a poco si allontanava sempre di più.
- Cla-cla -claudia? - chiese timorosa
Sentivo lo sguardo preoccupato di Maria, sempre più pensante.
Troppo tardi.
Cominciai a muovermi con piccoli passi, per poi aumentare il ritmo ed agitando le braccia in aria.
- Claudia! Ei aspetta! Claudia! Claudia! - urlai in mezzo alla strada avanzando verso l'obbiettivo
- Ahahah ci risiamo – sentì dire da Sabrina, mentre mi allontanavo, buttandosi poi in una fragorosa risata
- Oh no. Laura! Cristo. Qualcuno fermi quella donna! - urlò disperatamente Maria, una volta capite le mie intenzioni, trascinando Sabrina con se ancora  immersa nella sua risata
- Che qualcuno avverta quella povera anima di non voltarsi e di correre, per il suo bene! - continuò la mora velocizzando il passo, cercando di raggiungermi
Ma ormai ero già partita all'inseguimento.
Eravamo così prese, nell'allenarci e di accumulare soldi per vivere lì, che ci eravamo completamente scordate dei nostri pazzi momenti e inseguimenti miseramente falliti.
“Un po' di divertimento non guasta”, pensai divertita, continuando la mia marcia verso il ragazzo moro, con dietro le mie amiche che disperatamente cercavano di fermarmi.
Senza successo.

Salve bella Gente!
Vi chiedo scusa, per aver trascurato per un po' questa storia ** Sorry ç.ç
Comunque, ecco qui il secondo capitolo. E' un po' lunghetto e spero di non annoiarvi.
Ah, vi chiedo anticipatamente scusa, per eventuali errori nel testo. (:
Bene, allora ci vediamo alla prossima.
Un Grazie a tutti quelli che hanno recensito, seguito e semplicemente letto la mai storia.
Grazie mille <2+1
Ci vediamo presto. (spero D:)
Quindi WE ARE THE ONE! **
Bye bye
  
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