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Autore: miki_koishikawait    07/01/2007    4 recensioni
una ragazza cerca di vivere la sua vita ma deve fare i conti con il suo passato, che non fa altro che perseguitarla. (commento skifoso lo so...prima ff ke scrivo voglio molti commenti e critike!!!^-^ NdMiki)
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Miki-chan ti muovi

-Miki-chan ti muovi?!? Se no arriviamo tardi!!!-

-Uhm...- la ragazza si rigirò dall'altra parte e infilò la testa sotto al cuscino per poi mormorare -Ancora dieci minuti...-

Sanae e Yayoi la stavano aspettando all'ingresso già con il cappotto addosso e le chiavi di casa in mano.

-Sanae-chan mi sa che devi salire a chiamarla, di sicuro sarà ancora in bagno a lavarsi...- Yayoi detto questo rise allegramente.

Sanae chiuse la porta di casa Koishikawa e salì le scale diretta verso il bagno, bussò due volte ma nessuna risposta dall'altra parte, allora decise di aprire la porta e notò che dentro non c'era nessuno.

Le venne in mente una cosa sperando che fosse sbagliata e si avviò verso la camera di Miki, aprì la porta e quando vide la sua amica ancora a letto urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

-Miki-chan!!! Noi ti stiamo aspettando da dieci minuti e tu sei ancora qui che dormi?!? Ti vuoi muovere?!?-

Miki si alzò di scatto e guardò prima Sanae e poi l'orologio per poi saltare giù dal letto ed iniziare ad urlare come una pazza.

-Perché non mi avete svegliato?!? Ora faremo tardi! Mamma mia e io che volevo arrivare puntuale almeno oggi!-

Nel frattempo corse per tutta la camera buttando all'aria il pigiama e vestendosi in fretta e furia per poi correre in bagno a darsi una lavata veloce; nel frattempo Sanae, che ormai aveva perso lo spirito combattivo, scese al piano di sotto e guardò Yayoi con aria afflitta.

-Lo sai che è fatta così, cosa vuoi farci?- le disse sorridendo la ragazza dai capelli rossi.

-Si lo so...se no non sarebbe Miki...-

-Stavate parlando di me?- Miki scese le scale di corsa e prese il suo cappotto.

Si avvicinò alla porta di ingresso e dopo averla aperta disse: -Allora andiamo o no? Se no arriviamo tardi!-

Le due ragazze la guardarono allibite per poi scoppiare a ridere tutte assieme.

Le tre amiche si avviarono verso la scuola, quel giorno uscivano i risultati degli esami finali e quelli per l'ammissione all'università annessa.

Quando arrivarono trovarono i ragazzi della nazionale che le aspettavano impazientemente.

-Ce ne avete messo di tempo ad arrivare!-

-Una certa persona non si è alzata in tempo...- disse Sanae scandendo bene le parole.

-Ma non è stata colpa mia! Siete voi che non mi avete chiamata!- Miki mise il broncio per poi scoppiare a ridere.

-A parte le chiacchere siete pronti? Al tre guardiamo tutti assieme i risultati! Uno...Due...e...TRE!-

Tutti i ragazzi alzarono gli occhi verso il cartellone e man mano che leggevano la lunga lista di nomi i loro visi si dipingevano di allegria.

Ishizaki che non ce la faceva più a trattenersi dalla felicità si mise ad urlare come un pazzo.

-Siamo tutti stati ammessi!!! Siamo dei geni!!! Yuppiiiiiii!!!!-

Gli altri per prima cosa lo guardarono male, poi si unirono a lui nei festeggiamenti.

Decisero all’unisono di dare una piccola festa quella sera a casa di Miki.

Ormai era un’abitudine festeggiare o organizzare gruppi studio a casa della ragazza, ma ultimamente non se ne preoccupava più di tanto, anzi era contenta almeno non stava da sola. Per non parlare poi che da quando Genzo era partito per la Germania, le sue due migliori amiche si erano trasferite da lei e le erano state sempre vicine, quindi tutto sommato era felice.

Ma una cosa la tormentava ultimamente: cosa avrebbe fatto della sua vita? Era veramente quello che voleva rimanere in Giappone e laurearsi in una specializzazione che non l’entusiasmava più di tanto? Ormai erano mesi che ci pensava, che vedeva i suoi amici sempre più convinti delle loro scelte, ma lei no, non aveva imboccato nessuna strada che le piacesse…

Anche se a una cosa ormai pensava da tempo e sapeva che i primi tempi sarebbero stati difficili, anzi, impossibili, ma voleva provarci, non poteva continuare a scappare dal passato, dal dolore e dal suo paese natale: l’Italia; decise che ormai era arrivato il momento di tornare in patria giusto il tempo di sistemare le cose e per poi tornare in Giappone trionfante.

Ne aveva già parlato con sua madre, la quale all’inizio era contraria, ma poi vedendo la determinazione della figlia la stava sostenendo.

Quindi ora l’unico problema era dirlo ai ragazzi, ma era sicura che loro avrebbero capito, almeno, così sperava…

Voleva parlargliene quella sera, ma così avrebbe rovinato loro la festa, quindi rimandò ad un altro momento.

 

Nel frattempo lei, Sanae e Yayoi avevano salutato i ragazzi e si erano dirette al supermercato per fare la spesa per quella sera, avevano intenzione di festeggiare alla grande!

Quando uscirono erano piene di sacchetti che fecero davvero fatica a portarli fino a casa e quando vi entrarono riempirono la cucina.

Non aspettarono oltre e iniziarono a sistemare le bevande nel frigo e a preparare qualcosa da stuzzicare durante i festeggiamenti.

 

DLIN DLON

-Vado io!- Yayoi si precipitò alla porta di ingresso e l’aprì per far entrare gli ospiti.

-Ciao Yayoi! Sei stupenda come sempre!- Ishizaki la fece diventare rossa.

-E tu sei il solito marpione! Ora pure con la nostra Yayoi ci provi?!?- Sanae assunse un finto atteggiamento da “mamma” con le mani sui fianchi e lo rimproverò.

-Ma no! Non lo farei mai! Non ruberei mai la ragazza al nostro caro Misugi!- e dopo questa battuta anche l’allenatore della nazione era diventato rosso come un peperone, se non di più.

-Ishizaki hai intenzione di bloccare l’entrata o fai entrare anche noi?- il ragazzo chiamato in causa si girò e non appena vide le facce dei suoi compagni si spostò velocemente dalla porta di ingresso e si diresse verso la sala.

Dopo che tutti erano entrati ed adagiati sul divano del salotto iniziarono a brindare e divertirsi come non mai.

L’unica che non riusciva a divertirsi era Miki, la quale, anche se ce la metteva tutta, non riusciva ad avere un’allegria spontanea. Misaki se ne accorse e dopo averle fatto un piccolo cenno, si fece seguire in cucina per poter parlare tranquillamente.

-Miki-chan cosa succede?- la stava osservando con occhi dolci, i più dolci che lei avesse mai visto.

-Nulla, perché?- lei cercò di sorridere, ma l’amico notò subito che era un sorriso forzato.

-Perché non sei più tu! Non sei più quella ragazza spontanea che metteva allegria a chiunque la incrociasse, che ci sosteneva con i suoi sorrisi dolci e pieni di affetto e della quale io mi sia mai…- si bloccò, non voleva mettere in difficoltà la sua migliore amica, la ragazza che ormai amava da tempo, così si accorse solo che il suo sorriso si trasformò presto in un’espressione di grande tristezza.

-Non so più cosa devo fare…non so più qual è il mio scopo nella vita…devo…anzi, voglio affrontare il mio passato e diventare qualcuno. Non lo faccio per gli altri, ma per me stessa…forse è una cosa da egoisti…-

 Misaki le accarezzò dolcemente la guancia, asciugandole quella lacrima che le scendeva lentamente sul viso.

-Perché dici che è da egoisti? Nessuno lo pensa, nessuno di noi l’ha mai pensato! Per noi sei sempre stata e lo sarai sempre, una ragazza dal cuore d’oro che mette i problemi degli altri davanti ai propri, quindi non dire che sei un’egoista, perché non è assolutamente vero-

Lo fissò intensamente e riuscì a sorridere, a fare un sorriso vero, un sorriso dolcissimo.

-Io…-

-Vuoi tornare in Italia vero?-

Miki si bloccò.

Tutti i ragazzi erano davanti alla porta della cucina che la osservavano e sorridevano.

-Ma…voi…avete sentito tutto? Come fate a sapere che…che io ho pensato a…-

-Siamo o non siamo tuoi amici? Era un po’ che ce n’eravamo accorti, non facevi che sospirare e rimanere imbambolata anche per ore con occhi pieni di malinconia e alcune volte di paura. Se vuoi tornare nel tuo paese d’origine non saremo certo noi a fermarti, anzi ti saremo sempre accanto! E quando vorrai tornare indietro, non ti considereremo una codarda, ma una grande persona che ce l’ha messa tutta- Sanae si avvicinò a Miki e l’abbracciò dolcemente.

-Io…non so cosa dire…cioè…non volevo dirvelo sta sera, perché non volevo rovinarvi i festeggiamenti…-

-Veramente questa è una festa per augurarti un buon viaggio e per darti anche una parte del nostro coraggio!-

-Ragazzi sul serio…grazie!- pianse lacrime di gioia e abbracciò fortemente tutti i suoi amici dal primo all’ultimo, le sarebbero mancati tutti moltissimo.

 

 

 

 

TRE ANNI DOPO

 

-Ringrazio tutti voi di cuore e spero che vi siate divertiti in questo viaggio-

Una ragazza dai capelli lunghi salutò un gruppo di persone e si avviò verso il taxi che la stava aspettando parcheggiato poco più avanti.

Quando arrivò davanti casa sua, pagò l’autista, chiuse la portiera ed entrò un piccolo palazzo.

-Buon giorno signorina Micaela! Com’è andato il viaggio? Il gruppo che le è capitato questa volta è stato tranquillo o turbolento come quello scorso?- una signora anziana si affacciò fuori da un piccolo abitacolo al centro dell’ingresso.

-Buon giorno signora Rossi- sorrise allegramente –è andato tutto bene! E il gruppo è stato abbastanza tranquillo! Ora la saluto che devo sistemare la valigia-

Miki si avviò verso l’ascensore, quando la signora anziana la fermò nuovamente.

-Aspetti aspetti! Mentre era via le sono arrivate due lettere!- la donna gliele porse e continuò –Comunque signorina la trovo veramente bene, ricordo tra anni fa quando arrivò qui, con quell’aria triste…ora è più felice, a dir poco raggiante!-

La ragazza sorrise nuovamente –La ringrazio signora- e dopo averla salutata entrò nell’ascensore e schiacciò il pulsante con inciso sopra il numero due.

Infilò le chiavi nella toppa e entrò nel suo piccolo appartamento.

Era tutto come due settimane prima, quando era partita per Parigi, l’unica cosa è che nel frigo non c’era la minima traccia di qualcosa di commestibile.

Portò la valigia in camera e mentre la disfò, si mise a pensare alle parole della signora Rossi e ai primi tempi che era tornata in Italia; era vero, all’inizio era stato difficile, anzi troppo, e molte volte aveva avuto un impulso irrefrenabile di tornare in Giappone dai suoi amici e in quella che considerava “casa”.

Quando i giornalisti si erano accorti del suo rientro e l’avevano riconosciuta all’aeroporto di Malpensa non avevano fatto altro che tempestarla di domande, alle quali lei non aveva voluto rispondere.

Aveva vagato per due giorni interi per la città di Milano alla ricerca di una piccola casa in affitto e poi l’aveva trovata: la signora Rossi era stata gentilissima con lei, per la prima settimana le diede vitto e alloggio gratis aspettando che l’inquilino dell’appartamento al secondo piano se ne andasse, e poi le diede quella casa; Miki le fu molto grata, quella signora era l’unica che le aveva dato ancora un po’ di speranza.

Qualche giorno più tardi decisa come non mai, Miki si lanciò contro i giornalisti e disse la sua, come erano andate effettivamente le cose e il perché era fuggita in Giappone; non le interessava minimamente se l’intera nazione ci credeva o no, la cosa più importante era che lei ce l’aveva fatta!

Fece dei piccoli lavori per quasi un anno e mezzo per poi finalmente sostenere l’esame per diventare accompagnatore turistico.

Naturalmente l’esito fu positivo e riuscì a ottenere la qualifica anche per l’estero, e per esercitare quella professione in Giappone, ne fu felicissima, ma volle aspettare ancora un po’ di tempo prima di tornare in quella che ormai chiamava patria.

Finì di sistemare le ultime cose e quando finalmente si rilassò un attimo lanciò un’occhiata sul mobile all’ingresso e vide le due lettere che qualche momento prima la signora Rossi le aveva dato.

Prese la prima lettera e riconobbe subito la grafia, era quella di Misaki, il suo migliore amico che in quei tre anni le era stato vicino come non mai, che era andato a trovarla per una settimana assieme a Sanae e Tsubasa due anni prima per aiutarla a superare gli ultimi problemi e le ultime paure.

L’aprì velocemente e la lesse con le lacrime agli occhi.

 

Cara Miki-chan,

come stai? È un po’ che non ci si sente, non credi? Ormai sono passati due anni dall’ultima volta che ci siamo visti e uno invece da quando ci siamo sentiti.

Sei riuscita a realizzare il tuo sogno? Noi abbiamo fatto sempre il tifo per te!

Qui in Giappone va tutto bene, tutti noi siamo sempre gli stessi, non siamo cambiati di una virgola, solo Hiyuga è diventato più dolce del solito, forse centra solo il fatto che ha trovato una ragazza fatta apposta per lui.

Ishizaki invece rimane il solito burlone anche dopo essersi fidanzato con una ragazza a dir poco stupenda, devo dire che lo invidio non poco! Ahahahah

Ci manchi tanto…e soprattutto a me…mancano i tuoi sorrisi e la tua gentilezza…cerca di tornare il prima possibile in Giappone!!! Naturalmente a meno che non hai ancora qualcosa da sistemare, in quel caso aspetteremo!

Ora passo al vero motivo per cui ti ho scritto…

Ti saranno arrivate due lettere contemporaneamente, una mia ed un’altra…spero per te che hai aperto prima questa, se no ti rovini la sorpresa!

E va bene te lo dico solo perché sei tu…è un invito al matrimonio di Sanae e Tsubasa. Si proprio loro! Alla fine il nostro capitano ha raccolto il coraggio e le ha chiesto di sposarlo!

Il matrimonio è previsto per il 10 luglio.

Spero che riuscirai a partecipare!

Ora ti saluto e ti grosso bacio,

                                                tuo Misaki

 

Non poteva crederci…Sanae e Tsubasa finalmente avevano deciso di sposarsi!!!

Senza aspettare altro tempo preso l’altra lettera e ne lesse il contenuto velocemente:

Sanae Nakazawa e Tsubasa Ozora

Sono lieti di invitarVi al loro matrimonio

Che avrà luogo il 10 luglio 2006

 

Guardò velocemente il calendario e urlò! Era già l’8 luglio! Doveva partire immediatamente! Non le importava nulla di essere appena tornata da un viaggio lungo, così prese il telefono e chiamò la sua agenzia di viaggi chiedendole se era possibile prenotare un volo per Tokyo per il giorno dopo!

Dopo aver aspettato con impazienza preparò tutte le cose che le sarebbero servite e decise che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno in Italia, era una decisione affrettata, ma non le importava, il momento di tornare definitivamente in Giappone era arrivato, tanto ormai lei aveva sistemato tutto e aveva trovato la sua strada.

Scese al piano terra, spiegò velocemente le cose alla signora Rossi donandole anche l’indirizzo per spedire le sue cose, e poi la ringraziò con tutto il cuore e le disse che per lei era stata una seconda mamma.

Tornò nel suo appartamento e riempì in fretta e furia tutti gli scatoloni e anche se non aveva moltissime cose ci mise non poco, così mangiò velocemente e si buttò a letto.

 

 

Da quanto tempo non vedeva quella strada, quei negozi e poi quella città, la sua città, quella dove aveva vissuto quasi tutta la sua vita e vi erano legati i ricordi più grandi: le prime amicizie, il primo amore, le prime gelosie, le prime litigate e il dolore…

Si sentiva strana, non era cambiato niente, non le sembrava nemmeno di essere tornata dopo tre anni.

Si avviò verso la sua vecchia casa e notò che anche quella era rimasta sempre la stessa; cercò di ricordare dove aveva messo le chiavi e subito dopo entrò.

Era tutto come prima con la sola differenza che i mobili e il divano erano coperti da un telo di plastica; pensò subito che doveva essere opera delle sue due migliori amiche e le ringraziò con il cuore.

Salì le scale lentamente, come se volesse gustarsi fino in fondo quel momento e poi aprì la porta della sua stanza, anche quella coperta da cima a fondo da teli di plastica trasparente.

Prima di andare a salutare i suoi amici decise di pulire la casa, così si rimboccò le maniche e cominciò.

Dopo quattro ore tutto era tornato come lei ricordava, sorrise allegramente e prima di uscire chiamò sua madre in America per avvertirla che era arrivata in Giappone e che sarebbe rimasta li.

Si cambiò velocemente e indossò quel vestito che quattro anni prima aveva comprato assieme a Sanae, le stava ancora bene, forse anche meglio dato che le sue curve si erano accentuate e aveva perso un paio di chili sui fianchi.

Chiuse la porta a chiave e si diresse verso il campetto dove la nazionale di calcio si allenava sempre.

Sapeva che non avrebbe trovato nessuno, era impossibile che ci fosse ancora qualcuno dei ragazzi ad allenarsi li, però voleva vedere tutti i luoghi dove aveva trascorso la sua vera vita.

Quando arrivò si meravigliò: due ragazzi si stavano allenando, mentre una ragazza dai lunghi capelli neri li osservava seduta sulla panchina al lato del campo; gli occhi di Miki si riempirono di lacrime per la gioia e prese a correre per raggiungere le tre figure.

-Sanae-chan! Misaki! Tsubasa!-

I tre ragazzi non appena sentirono i loro nomi si girarono di scatto e urlarono dalla felicità.

Quando furono tutti vicini si abbracciarono calorosamente.

-Ieri quando sono tornata da Parigi ho trovato l’invito al vostro matrimonio e dopo aver rifatto la valigia e preparato gli scatoloni sono ripartita subito per tornare in Giappone- si asciugò le lacrime e guardò le facce sorprese dei tre ragazzi.

-Aspetta un attimo…hai detto scatoloni? Per una decina di giorni non ti sembra esagerato preparare anche gli scatoloni?- Misaki era più stupito degli altri, ma subito dopo si rese conto di ciò che stava succedendo –No, non ci credo…-

-Esatto! Sono tornata a casa-

-Oh Miki-chan è fantastico! Dobbiamo festeggiare! Sta sera ceneremo con tutti gli altri! Anche loro saranno felici di rivederti!!!-

-Sanae non ti sembra di esagerare? Sta sera falla riposare, organizzeremo un altro giorno, almeno abbiamo tempo di avvertire tutti i ragazzi come si deve e poi domani…-

Miki non ascoltò le ultime parole del capitano e sorrise notando che i due ragazzi ormai sembravano più affiatati, prima Tsubasa non avrebbe mai chiamato Sanae per nome, ora invece era diverso, nel suo tono c’era dolcezza e amore e questo non fece che rallegrare ancora di più la ragazza.

-Ma non dovreste prepararvi per il matrimonio? Non è mica domani? Come mai siete qui ad allenarvi?-

-Veramente è già tutto pronto, noi non dobbiamo fare altro che presentarci in chiesa- Tsubasa rise di gusto e continuò –E poi sai com’è…Non posso stare lontano dal pallone per più di dieci minuti!-

-Stessa cosa vale per me!- Misaki rise contagiato dall’allegria del capitano.

-Ora ragazzi vi saluto, vado a finire il giro, non so perché ma mi sembra di toccare il cielo con un dito per essere tornata qui…-

-E vedrai dopo allora, quando passerai in un certo posto!- Sanae le fece l’occhiolino e la salutò abbracciandola nuovamente.

Miki non comprese il significato di quella frase, ma non badandoci più di tanto li salutò e si allontanò.

Camminò per tutta la città fermandosi di tanto in tanto per salutare i suoi amici che non vedeva da tre anni e ogni volta era sempre più felice.

Quando ormai stava calando il sole decise di tornare a casa allungando leggermente la strada per passare davanti alla villa di Wakabayashi.

Anche quella era sempre uguale, l’unica differenza stava nel fatto che il cane non c’era più, forse era morto di vecchiaia o semplicemente l’avevano dato via.

Si soffermò qualche minuto davanti all’ingresso per poi voltarsi e andarsene, quando una voce alle sue spalle la fermò.

-Aspetta!-

Quella voce…le sembrava familiare…

Si voltò di scatto e rimase senza parole.

-Non è possibile…-

Un ragazzo alto coi capelli neri e due occhi profondi la stava fissando meravigliato.

Miki sapeva che un giorno l’avrebbe rincontrato, ma non pensava così presto e in quel modo, soprattutto pensava che l’avrebbe salutato sorridendo, invece i suoi occhi si riempirono di lacrime e iniziò a piangere.

Non sapeva nemmeno lei se erano lacrime di gioia o di tristezza, in quel momento non sapeva a cosa pensare, lui era li, di fronte a lei…da quel giorno che era partito per la Germania non l’aveva mai rivisto né sentito ed ora era strano trovarsi faccia a faccia; voleva essere forte e non sembrare la ragazzina stupida che piangeva per un nonnulla, d'altronde era maturata e aveva trovato la vera felicità, ma in quel momento si accorse che le era sempre mancato qualcosa, o meglio qualcuno…

Lui le si avvicinò senza mai staccarle gli occhi di dosso e quando le fu vicino l’abbracciò con passione. Le era mancato, non aveva fatto altro che pensare a lei in quegli anni, aveva cercato persino di rifarsi una nuova vita cercando di dimenticarla dato che l’aveva fatta sempre soffrire, ma lei era li, nei suoi pensieri giorno e notte.

La fissò nei suoi occhi castani e la baciò.

Lei si sorprese, ma subito dopo ricambiò il bacio, il dolore e la tristezza che erano rimasti nel suo cuore vennero spazzati via, ormai aveva trovato la vera felicità.

Quando si staccarono il ragazzo la invitò ad entrare in casa e lei con piacere accettò.

Mentre erano seduti a cena parlarono del più e del meno, di ciò che avevano fatto in quei tre lunghi anni e parlarono anche di loro, delle loro paure e delle loro speranze. Miki disse ciò che aveva affrontato e ciò che era diventata grazie al suo e al sostegno dei suoi amici.

A nessuno dei due sembrava vero essersi ritrovati dopo tanto tempo e soprattutto a lei sembrava incredibile come il tempo era riuscito a rendere il ragazzo, o meglio l’uomo, che amava così dolce.

Quando finirono di cenare si spostare in sala per continuare a parlare.

-Oh mamma è già mezzanotte passata! Sarà meglio che vado, se no domani non arrivo in tempo per la cerimonia!- la ragazza si alzò di scatto, ma subito dopo Wakabayashi la attirò nuovamente sul divano.

-Resta qui sta notte-

Non sapeva cosa rispondere, ma non appena fissò i suoi occhi profondi accettò.

Il ragazzo la baciò prima dolcemente poi con passione.

Miki si fece trasportare e lo strinse più forte a sé.

Non era mai stata con altri uomini, anzi non ne aveva mai avuto uno, quindi si sentiva sia emozionata che spaventata, ma il ragazzo capendo le paure della sua amata fu dolce come non mai.

 

La mattina dopo la cerimonia si svolse tranquillamente, Tsubasa era agitatissimo, mentre Sanae era bellissima e felice come non mai.

I due sposini lasciarono la chiesa seguiti dai loro amici e dopo aver fatto il lancio tradizionale del bouquet si avviarono verso la macchina per dirigersi al ristorante.

Wakabayashi fermò Miki prima che potesse salire in macchina e le sussurrò alcune parole per poi donarle un pacchettino.

La ragazza lo aprì e dopo aver visto il contenuto scoppiò a piangere dalla gioia dicendo solo una parola: -Si-

 

 

 

 

Finito…

Dopo due anni sono riuscita a finire la mia prima fan fiction…

Forse molti di voi non apprezzeranno la fine, sia per lo svolgimento dei fatti o semplicemente perché è fin troppo semplice, ma sono contenta di come sia finita…inizialmente l’idea era un’altra, ma poi riflettendoci ho optato per questa.

Forse è un po’ troppo “veloce” e anche il fatto che i due si ritrovano e tornano assieme subito dopo può risultare irreale…ma mi piace ^-^

 

Voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini e che ogni volta insistevano per dirmi di terminare questa fan fiction, vi ringrazio di cuore.

Un grazie soprattutto alle ragazze del forum di CT e a tutti coloro che hanno recensito!

Un bacio,

 

-miki-

  
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