Eccomi con il secondo capitolo!! Spero di
non avervi fatto aspettare molto. Questo capitolo sarà descrittivo e di
passaggio, perché era necessario scriverlo, per
spiegare alcune cose.
Spero vi piaccia!
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Usciti
dai finestroni della torre Griffyndor a cavallo delle loro scope, i serpeverde
planarono sul Lago Nero, scendendo fino alla base del castello, sotto la
tempesta che ormai si andava calmando.
Avvolti
nei loro mantelli, passarono oltre le finestre della loro sala comune, nei
sotterranei, atterrando. Per fortuna Draco aveva dato a Theodore Nott il
compito di lasciare aperte le finestre con i ganci, affinché non sbattessero,
perché se l’avesse detto a Tiger o a Goyle, a quest’ora avrebbero
fissato le finestre chiuse sotto il vento impetuoso e la pioggia scrosciante.
Posarono
le scope in un angolo affianco al camino e sulle sedie
poggiarono i mantelli, per farli asciugare. Se non
fosse stato per l’immenso camino della sala comune, quella stanza sarebbe stata
umida e fredda, come d’altronde sono i sotterranei di un castello. Ma a differenza dei normali sotterranei, la sala comune di
serpeverde risplendeva nella sua magnificenza. Era la casata che splendeva di
maggiore eleganza e, anzi, ostentava un lusso peccaminoso: a differenze delle
altre case, i serpeverde vivevano nelle comodità più sfrenate. E un po’ di freddo, infondo, non ha mai ucciso nessuno,
tanto meno delle serpi avvezze a quel clima.
“ Ma avete visto le facce di quei deficienti? Oddio, che
ridicoli...” esordì Blaise ridendo, percorrendo a
grandi falcate l’atrio della sala comune, per sprofondare sul divano in pelle
nera, dinanzi al fuoco.
“ Ma si, proprio ridicoli. Si sono spaventati come dei
bambinetti!” rise Theodore, stendendosi sul divano di
fronte.
Tyger e
Goyle, ridendo come due trogloditi, si avviarono nella loro stanza, borbottando
qualcosa di incomprensibile.
Draco,
intanto, era nell’angolo affianco al camino ad
asciugarsi. Ti tolse il maglioncino di cotone nero, rimanendo a torso nudo,
passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli, in modo da far cadere
qualche goccia d’acqua. Silenzioso, non aveva riso né parlato da quando era
entrato nella sala comune. Era lì, a fissare il fuoco, con le braccia stese in
avanti per riscaldarsi le mani, che qualche volta si passava tra i capelli.
Theodore
e Blaise si lanciarono un’occhiata interrogativa, non vedendo appoggio da parte
dell’amico sulle offese che continuavano a lanciare ai Griffyndor.
“
Draco...tutto okay?” fece d’improvviso Theodore,
guardando nella sua direzione, stravaccato sul divano.
Ma
Malfoy non sembrò accorgersene. Mille idee gli balenavano nella mente, ed era
confuso, molto confuso. Aveva in testa l’inebriante profumo della Granger e non
riusciva a dimenticarlo. Quel profumo, quel maledetto profumo...
Scosse la
testa come per cacciarlo via dai suoi pensieri, facendo preoccupare i suoi due amici.
“
Draco...” mormorò Blaise, alzandosi dal divano.
Il
Principe Slytherin si voltò di scattò, colto
soprappensiero, fissando l’amico. Il busto scoperto colorato leggermente della
rossa luce proveniente dal fuoco, gli occhi ghiaccio scrutavano
l’amico, velati da un alone di tristezza ben mascherato.
“ Cosa...” riprovò l’amico, ma fu
bruscamente interrotto da Draco.
“
Theodore
e Blaise si guardarono comprensivi. Da quando il padre era ad Azkaban, la madre
non era più presente, anche se infondo, non lo era mai realmente stata. Non era
mai a casa, si diceva frequentasse certi individui che
facevano parte della Schiera Oscura e non stava bene, non stava bene per
niente. Prendeva pozioni e intrugli ogni giorno, quelli che babbanamente si
potrebbero chiamare calmanti o sedativi, che non la facevano più nemmeno
ragionare. E quando quelle poche volte il figlio
tornava a Malfoy Manor, nelle vacanze, e la trovava in quello stato pietoso
stentava a riconoscerla come d’altronde lei non riconosceva il figlio,
trattandolo come se non fosse minimamente presente, come se fosse un estraneo.
E dopo
che aveva considerato fin da piccolo la madre unico appiglio, unica salvezza
nella vita orribile che era costretto a vivere sotto
l’ombra di suo padre, si sentiva spaesato. Non perché non sentisse più il
calore di una famiglia, non l’aveva mai nemmeno avuta una vera famiglia. E il
calore, l’amore, nemmeno sapeva cosa significassero. Certo, la madre era
lì, che gli leccava le ferite quando il padre gli infliggeva le peggiori
punizioni, ma non era amorevole con lui, solo benevola.
Ed
era cresciuto duro, aspro, vendicativo, malvagio, freddo, anzi glaciale. Solo
con Theodore e Blaise a volte si sfogava davvero, come se li considerasse
realmente fratelli, i fratelli che non aveva mai
avuto.
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Il sole
sorgeva alle 6.00, filtrando attraverso i finestroni delle Sale Comuni.
Quel
tepore roseo sfiorò prima i sotterranei, impregnandosi sulle lenzuola di seta
verde di Draco Malfoy, facendolo svegliare.
Poi salì,
arrampicandosi sulle mura centenarie di quel castello, intrufolandosi nella
Sala Comune della Torre Gryffindor, accarezzando il visino assopito della dolce
Hermione Granger, facendola ridestare.
La bella
grinfondoro stiracchiò dopo aver sbadigliato, e scese assonnata dal letto,
dirigendosi ad occhi semichiusi in bagno, per una doccia ristoratrice. Nel suo
dormitorio ancora regnava il silenzio, segno che le ragazze erano ancora tra le
braccia di Morfeo.
Si
avvicinò alla porta del bagno, passando prima per il letto di Ginny, dove la
piccola rossa ancora dormiva. Anche se lei non sarebbe
potuta venire in gita, voleva salutarla prima di lasciare il castello per una
settimana, ma volle lasciarla stare. Le 6.00 erano un orario assurdo per tutti.
Fu Harry a svegliare Ron, che borbottando qualcosa nel sonno, si voltò dall’altra parte, senza
calcolarlo.
Harry
rise divertito, finendo di sistemare il suo baule. Avrebbero fatto un viaggio
molto lungo, fino in Nuova Zelanda. Anche
se per loro era una sciocchezza, potendo usare le passaporte: al solo pensiero
di spostarsi come un comune babbano, facendo 29 ore di volo in aereo, gli
veniva un collasso.
Chiuse il
suo baule e vedendo Ron ancora assopito, prese un cuscino, pronto a
sferrarglielo.
“ Ron! E’ tardi, sono le sette meno un quarto. Tra un quarto d’ora
c’è adunata in Sala Grande!” esclamò, vedendolo
mugugnare.
Sbuffò,
costretto a fare quello che avrebbe voluto fare fin
dal principio.
“ Ahia!”
disse il rosso mettendosi a sedere di scatto, massaggiandosi la testa.
“ Te la
sei cercata! Ed ora fila sotto la doccia e vestiti, veloce!” ordinò Harry,
spingendolo fuori dal letto. In quel momento sembrava
Molly Weasley.
“ Okay mamma...” si lamentò Ron,
vedendo ovviamente la somiglianza, prima di venire scaraventato dentro il
bagno.
Harry
s’infilò un maglioncino, si aggiustò gli occhiali e
salutò Edvige, dicendole che sarebbe tornato presto.
Hermione
prese il suo baule e scese le scale fino alla Sala Grande, varcando il portone
d’ingresso, seguita da Ron e Harry.
Poggiò il
baule in angolo, guardandolo scomparire grazie agli abili servigi degli elfi
domestici, che l’avrebbero fatto recapitare direttamente in
Nuova Zelanda.
Sbuffò,
trattenendosi dalla voglia di fermare quegli elfi, ma furono così veloci che
non poté fare nulla, anche perché Harry le strattonò debolmente la felpa verde,
riportandola all’attenzione del preside, che salendo sul palchetto, stava
schiarendosi la voce.
“ Bene,
credo ci siamo tutti...” disse
Albus Silente, passando visivamente in rassegna le varie case.
“ Minerva McGranitt per Grifondoro?” chiese, scorrendo lo sguardo su
un foglietto levato a mezz’aria.
“ Albus,
sono qui. Ho fatto l’appello dei ragazzi che dovevano partecipare. Sono tutti
presenti. Di Grinfondoro vengono in tutto 25 ragazzi, solo del sesto anno,
ovviamente” disse la professoressa, alzando una mano.
Il
preside annuì. Chiese agli altri professori le presenze della
loro casa. Il professor Vitious accompagnava i Corvonero, di cui ne erano presenti 20. Le professoressa
Sprite accompagnava i Tassorosso, di cui ne erano presenti 23. Il professore Piton accompagnava i Serpeverde, di cui ne erano
presenti 17.
“ Bene,
credo che a questo punto qualche delucidazione in più sia utile. Prima di
tutto, buona fortuna per questa splendida gita! Come vi sarà spiegato dai
vostri professori, lì seguirete dei corsi, informandovi e sperimentando su
piante...” disse guardando
“ Bene,
allora, le lezioni verranno organizzate al meglio.
Sarà una vacanza istruttiva, ma che non influenzerà sui vostri voti. Sarà come
un laboratorio e, certo, i vari professori terranno in considerazioni i vostri
progressi a contatto con elementi sconosciuti, ma sarà prima di
tutto una gita: quindi, ogni giorno ci sarà solo una lezione di una
singola materia, che vi occuperà massimo due ore. Poi sarete liberi di girare
nel castello o di conoscere il luogo. Raccomando in ogni situazione serietà,
dato che io non potrò presenziare, non potendo abbandonare
la scuola.
Ora, per tutte le case e il loro rispettivo professore c’è una
passaporta fuori dei cancelli di Hogwarts, che vi farà atterrare direttamente a
Wellington, la capitale. Ora, potete andare...buona gita!” esclamò
Albus Silente, salutando elegantemente i ragazzi.
I ragazzi
si guardarono confusi, alcuni sbuffando anche per solo due ore al giorno di lezione, mentre pochissimi ‘eletti’, di cui a
capo c’era Hermione Granger, non vedevano l’ora di approdare a Wellington per
sperimentare e conoscere più cose.
La
riccia, sorridente, si strinse nella sua felpa verde, per gli spifferi che
provenivano ingresso della scuola.
Insieme ad Harry e Ron, si avviò ai cancelli, seguendo gli altri
Griffyndor, in fila per due o tre dietro
“ Sarà
una gita grandiosa! Ma vi rendete conto? Potremo
provare tantissime cose, conoscere e sperimentare nuovi incantesimi e pozioni.
Ci sarebbe servito molto per i G.U.F.O, sapete? Ho
letto che tutti gli studenti del sesto anno vanno in Nuova
Zelanda, all’inizio dell’anno” esclamò, entusiasta.
Harry e
Ron si guardarono sbuffando: per fortuna era solo una materia al giorno e delle durata massima di due ore.
“ E invece l’anno prossimo ci porteranno in Africa, per
studiare i vari virus e veleni per i M.A.G.O!” aggiunse, sorridente.
“ Guarda
la nostra secchiona so-tutto-io com’è felice: non vede
l’ora di mettersi a studiare! Patetica...” disse una
voce al fianco di Hermione, facendola voltare.
Era Draco
Malfoy, che camminava dietro il gruppo dei Serpeverde, affianco
a lei, leggermente distaccato dalla massa, con affianco Blaise e Theodore, che
sogghignavano.
Le mani
in tasca e il pullover con lo scollo a V che ricadeva sui pantaloni neri
classici, camminava svogliatamente.
“ Ma guarda guarda, il nostro Malferret che partecipa alla gita
scolastica? E cosa dobbiamo questo onore?” disse
ironica, alzando un sopracciglio.
“ Hai
detto bene mezzosangue, onore. E non sono di certo
tenuto a dirti perché partecipo alla gita, non sono cazzi tuoi, d’altronde”
disse, passandosi una mano tra i capelli, guardando avanti noncurante.
“ Basta
che non romperai l’anima a noi, ti eclisserai e non fiaterai nella mia
direzione, allora non saranno cazzi miei. Ma se dovessi rovinarmi la gita, allora lo diventerebbero”
“ Non
credere di essere così importante, mezzosangue” concluse
atono, allontanandosi con il gruppo Slytherin verso la loro passaporta.
Hermione
sbuffò, andando nella direzione opposta, verso la passaporta Gryffindor.
“ Se quel
furetto mi darà fastidio anche in gita, giuro che...che...”
digrignò, a denti stretti, facendo annuire Harry e
Ron.
“
Ragazzi, tutti qui attorno, avanti!” disse
In pochi
secondi furono sballottati e caddero di peso sull’erba umida. Furono subito
investiti da un’ondata di calore: decisamente un clima
molto caldo, rispetto a quello lasciato in Inghilterra.
Hermione
si alzò, spazzolandosi i pantaloni e aprendosi la cerniera della felpa,
togliendosela e rimanendo in maglietta a mezze maniche.
Si guardò
intorno, vedendo un’immensa vallata circondata da boschi stupendi, quasi fosse un mondo incontaminato: era tutto così meraviglioso.
A poche
centinaia di metri da loro, sorgeva un bel castello, coperto da una vivace
edera fiorita, circondato da un lago e dei giardini dal classico stile inglese,
impeccabili.
I quattro
professori si schierarono di fronte ai ragazzi delle quattro case,
squadrandoli.
Parlano tra loro per qualche secondo, poi iniziarono a camminare, facendo cenno agli
alunni di segurli.
“ Bene, quello
che vedete davanti a voi è il Castello di Ronferret, una bellissima
fortificazione ultracentenaria che ha ospitato la nostra scuola, precisamente
il nostro sesto anno, ogni anno da quasi settant’anni...”
iniziò la professoressa McGranitt, camminando verso il
castello.
“ Visto?
L’avevo detto io...” sussurrò Hermione ad Harry, che
sorrise.
“ Alla
vostra sinistra si staglia la vasta pianura adibita a parco del castello, come
vedete. Insomma, viali, giardini, fontane...per le vostre passeggiate...” disse
“ E
quella è una foresta molto pericolosa, data la presenza di animali
ancora a voi sconosciuti ed essendo molto fitta: ci si potrebbe perdersi...” mormorò freddo Piton, indicando alla sua destra.
“ E ragazzi, quello è il Lago del Castello, protetto da
incantesimi simili agli incantesimi che proteggono Hogwarts, proprio affinché
visitatori indesiderati vengano a conoscenza di questo posto” rise Vitious,
trotterellando verso il cancello.
Con un
colpo di bacchetta,
Arbusti e
piccoli alberelli incorniciavano il vialetto che portava fino all’immenso
portone in legno scuro.
“ Sono
cespugli di rose, un comune fiore babbano...” disse Hermione ad un Neville particolarmente emozionato.
Arrivarono
all’ingresso e Piton salì i tre scalini fino al portone dove, preso il disco
cilindrico, lo sbatté più volte contro la porta, poi allontanandosi e
attendendo.
Dopo
qualche secondo uscì una donna grassoccia, molto anziana,
dall’aria però cordiale e con un grembiule pieno di fiocchi a quadri.
“ Ma che bello, i miei studenti preferiti di nuovo qui!”
disse, correndo ad abbracciare i professori, stritolando un Piton che cercava
di mantenere le distanze.
“ Dovete
sapere che prima di voi, al sesto anno, i vostri professori vennero in gita qui
e da allora me ne innamorai! Erano tra i ragazzi più intelligenti ed in gamba
della scuola! E tornano da me, adesso, ad accompagnare
altri studenti!” sussurrò, rivolta ai ragazzi, sorridendo.
Hermione
sorrise all’idea di un Piton ragazzino, che parlava con una giovane McGrannitt mentre un piccolo Vitious lanciava incantesimi
dappertutto e una egocentrica Sprite esaminava tutte le piante che ancora non
conosceva.
Draco,
dal canto suo, sbuffò, vedendo quella signora dall’aria invadente che sostava
sulla soglia dell’immenso portone, aspettando il passaggio di
ogni alunno a cui regalava un sorriso radioso, a volte anche un
abbraccio.
“ E tu
sei...?” disse poi, al passaggio della riccia.
“
Hermione Granger, Madame” disse, sorridendole.
“ Oh
piccola, sembri proprio Minerva McGranitt alla tua età, con quel cipiglio fiero
e quell’aria da ragazza studiosa” disse, compiacendosi.
“ Oh si,
proprio una vecchia zitella acida, come
“ E sei vediamo...un Malfoy no? Tu mi ricordi molto Severus
Piton, quando aveva la tua età!” disse radiosa, non
facendosi scalfire dallo sbuffo di Malfoy che spintonò Hermione affinché
passasse, per farlo a sua volta.
Una volta nell’atrio, rimasero tutti a bocca aperta, tutti tranne
qualche slytherin di cui capo era Draco Malfoy. Già, perché Dtraco era abituato
al lusso, a tutto quell’immenso lusso che ostentava
quel castello.
L’atrio
era immenso, finestroni giganteschi sormontati da rosoni adornavano le pareti,
contornati da tende nere e argentee che scendevano morbide sul pavimento. Il
pavimento marmoreo era riempito di tappeti molto eleganti; a ridosso delle
pareti piante e fiaccole murarie rivestite da coperture deliziose lo rendevano
ancora più bello.
Un
grandissimo lampadario, illuminato con grosse candele, cadeva al centro della
sala, fatto di cristallo e argento.
L’atrio era rettangolare, orizzontalmente più grande che verticalmente.
“ Bene
ragazzi, prima di tutto benvenuti. Per qualsiasi
delucidazione, venite da me, mi troverete qui, al piano terra. Vedete queste
scale?” disse poi, indicando le scalinate che
sorgevano a
“ Bene,
io alloggio in quella porta in legno massiccio che
vedete al centro della sue scale. Ora, salendo le due scalinate è possibile accedere al corridoio che vi porterà a sinistra al terzo
piano e a destra al secondo. Corvonero e Tassorosso alloggeranno al secondo piano, mentre Serpeverde e Grifondoro al terzo. Invece a sinistra, su questo piano, si può arrivare alle stanze
dove alloggeranno i vostri prof e alle cucine. A destra, invece, si
arriverà alle aule e alla Biblioteca del castello, che dovrete esaminare con
cura perché i volumi riposti in essa sono
ultracentenari.
Ecco, detto questo credo che ognuno possa andare nelle rispettive
camere. I
vostri professori mi hanno già comunicato le stanze che dovete avere e con chi dovete dividerle. Ma dato che siete
pochi, meno di un centinaio, avrete una stanza a testa. Ora dirigetevi ai
rispettivi piani, troverete i vostri bagagli davanti alla vostra
camera, che sarà contrassegnata anche da un dischetto con sopra inciso il
vostro nome. Il pranzo sarà servito alle 12.00 e stamani, come mi hanno
comunicato i prof, niente lezioni. A dopo” disse, allontanandosi e sparendo
oltre la porta che aveva indicato prima ai ragazzi.
I
professori raccomandarono di nuovo serietà e si
diressero verso le loro camere, mentre da entrambe le scalinate salivano i
ragazzi, diretti ai loro piani.
“
Insomma, questo castello è grandioso. Ho letto che è il più bello dopo
Hogwarts. Ed è davvero così...” disse
Hermione guardandosi intorno, mentre saliva le scale insieme a Ron ed Harry.
“ Già,
mio padre me ne aveva parlato una volta” disse
distrattamente Ron, accecato da tutto quel lusso.
“
Sperando che le nostre camere siano vicine...” sospirò Harry, che aveva creduto di dividere la camera
almeno con Ron.
I due
amici annuirono, arrivando in cima alla rampa delle scale.
“ Noi
siamo a sinistra, al terzo piano dunque” ragionò Hermione, voltando l’angolo.
Salirono
un’altra rampa di scale, ampiamente illuminata dalla luce esterna, ed
arrivarono al terzo piano.
Bagagli,
bauli, borse varie erano ammassati davanti ad ogni
porta, su cui era inciso il nome di ogni rispettivo proprietario.
“ Ah, noi
siamo qui” disse Harry fermando Ron, dato che aveva visto i loro bagagli e
aveva notato i loro nomi scritti su due porte adiacenti.
“ Per
fortuna siamo vicini!” esclamò Ron, spostando e prendendo i loro bagagli,
aprendo la porta.
I due si
girarono insieme aspettandosi di vedere Hermione entrare nella stanza affianco
alle loro, ma la ragazza stava passando a rassegna tutti
le porte, senza trovare il suo nome.
“ Herm?”
fece Harry, sul ciglio della sua porta.
“ Non
riesco a trovare la mia porta...” rispose una voce
lontana una trentina di metri, dalla fine del corridoio.
Harry e
Ron si guardarono pensierosi, quando la ricca di colpo si fermò.
“ Eccola,
finalmente!” dissero due voci in coro.
Hermione
si voltò, trovandosi affianco Draco Malfoy che
contemplava una porta affianco alla sua. I nomi Draco Malfoy e Hermione Granger
sbrilluccicavano sulle due porti quasi adiacenti,
separate solo da un quadro di media dimensione.
Hermione
rimase in silenzio a fissare ad intermittenze la sua porta e Malfoy.
“ Non è
possibile...” disse poi, esasperata.
“ Oddio,
vicino alla mezzosangue babbana zannuta no!” si lamentò il biondino, sedendosi
sulla sua valigia.
Hermione
si girò verso la serpe, incavolata nera.
“ Sarà un
disastro questa gita, un vero disastro!” disse tra sé
e sé ad alta voce, entrando nella stanza, sbattendo la porta alle sue spalle.
Draco
Malfoy sbuffò prima di entrare nella sua.
Buttò la
valigia in un angolo, ammirando il lusso della sua stanza. Letto
a due piazze a baldacchino nero, tappeto circolare ai piedi due divanetti posti
davanti al camino, una scrivania a ridosso del muro ed una porta che doveva
condurre al bagno. Tutto molto elegante.
Ti tolse
il maglione rimanendo in canottiera e fece cadere il suo sguardo sulla porta
finestra circondata da tende scure. Si diresse verso quello che era un balcone,
aprendo la porta.
E con
grande orrore scoprì che il balcone era collegato a quello della stanza
affianco, la stanza della Granger.
šsšt›s›
Eccoci
qui, alla fine del secondo capitolo! Sperando lo troviate almeno carino, ringrazio tutti quelli che hanno recensito il capitolo
precedente! Un grosso bacio a tutti!^_________^
Al
prossimo capitolo!!
Erin