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Autore: Erin    07/01/2007    8 recensioni
Era appena il 17 settembre, il giorno dopo tutti i ragazzi del sesto anno sarebbero dovuti partire per un gita scolastica, ma tuoni e fulmini agitavano la tempesta che riempiva il mondo, la fuori[...]Come di consueto, in ogni notte piovosa e fredda, per il troppo rumore o semplicemente per la bellezza di una tempesta che ha sempre suscitato nell’uomo emozioni e brividi unici, nessuno dorme...
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco, Malfoy, Il, trio, protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Usciti dai finestroni della torre Griffyndor, i serpeverde, a cavallo delle loro scope, planarono sul Lago Nero, scendendo fino alla base del castello, sotto la tempesta che ormai si andava calmando

Eccomi con il secondo capitolo!! Spero di non avervi fatto aspettare molto. Questo capitolo sarà descrittivo e di passaggio, perché era necessario scriverlo, per spiegare alcune cose.

Spero vi piaccia!

 

 

šsšts

 

 

Usciti dai finestroni della torre Griffyndor a cavallo delle loro scope, i serpeverde planarono sul Lago Nero, scendendo fino alla base del castello, sotto la tempesta che ormai si andava calmando.

Avvolti nei loro mantelli, passarono oltre le finestre della loro sala comune, nei sotterranei, atterrando. Per fortuna Draco aveva dato a Theodore Nott il compito di lasciare aperte le finestre con i ganci, affinché non sbattessero, perché se l’avesse detto a Tiger o a Goyle, a quest’ora avrebbero fissato le finestre chiuse sotto il vento impetuoso e la pioggia scrosciante.

 

 

Posarono le scope in un angolo affianco al camino e sulle sedie poggiarono i mantelli, per farli asciugare. Se non fosse stato per l’immenso camino della sala comune, quella stanza sarebbe stata umida e fredda, come d’altronde sono i sotterranei di un castello. Ma a differenza dei normali sotterranei, la sala comune di serpeverde risplendeva nella sua magnificenza. Era la casata che splendeva di maggiore eleganza e, anzi, ostentava un lusso peccaminoso: a differenze delle altre case, i serpeverde vivevano nelle comodità più sfrenate. E un po’ di freddo, infondo, non ha mai ucciso nessuno, tanto meno delle serpi avvezze a quel clima.

 

 

Ma avete visto le facce di quei deficienti? Oddio, che ridicoli...” esordì Blaise ridendo, percorrendo a grandi falcate l’atrio della sala comune, per sprofondare sul divano in pelle nera, dinanzi al fuoco.

Ma si, proprio ridicoli. Si sono spaventati come dei bambinetti!” rise Theodore, stendendosi sul divano di fronte.

Tyger e Goyle, ridendo come due trogloditi, si avviarono nella loro stanza, borbottando qualcosa di incomprensibile.

Draco, intanto, era nell’angolo affianco al camino ad asciugarsi. Ti tolse il maglioncino di cotone nero, rimanendo a torso nudo, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli, in modo da far cadere qualche goccia d’acqua. Silenzioso, non aveva riso né parlato da quando era entrato nella sala comune. Era lì, a fissare il fuoco, con le braccia stese in avanti per riscaldarsi le mani, che qualche volta si passava tra i capelli.

Theodore e Blaise si lanciarono un’occhiata interrogativa, non vedendo appoggio da parte dell’amico sulle offese che continuavano a lanciare ai Griffyndor.

“ Draco...tutto okay?” fece d’improvviso Theodore, guardando nella sua direzione, stravaccato sul divano.

Ma Malfoy non sembrò accorgersene. Mille idee gli balenavano nella mente, ed era confuso, molto confuso. Aveva in testa l’inebriante profumo della Granger e non riusciva a dimenticarlo. Quel profumo, quel maledetto profumo...

Scosse la testa come per cacciarlo via dai suoi pensieri, facendo preoccupare i suoi due amici.

“ Draco...” mormorò Blaise, alzandosi dal divano.

Il Principe Slytherin si voltò di scattò, colto soprappensiero, fissando l’amico. Il busto scoperto colorato leggermente della rossa luce proveniente dal fuoco, gli occhi ghiaccio scrutavano l’amico, velati da un alone di tristezza ben mascherato.

Cosa...” riprovò l’amico, ma fu bruscamente interrotto da Draco.

La Mezzosangue aveva lo stesso profumo di mia madre, ecco cosa c’è che non va...” disse aspro, percorrendo a grandi falcate la sala comune per poi sparire oltre la nera porta della sua stanza, sbattendola furente.

Theodore e Blaise si guardarono comprensivi. Da quando il padre era ad Azkaban, la madre non era più presente, anche se infondo, non lo era mai realmente stata. Non era mai a casa, si diceva frequentasse certi individui che facevano parte della Schiera Oscura e non stava bene, non stava bene per niente. Prendeva pozioni e intrugli ogni giorno, quelli che babbanamente si potrebbero chiamare calmanti o sedativi, che non la facevano più nemmeno ragionare. E quando quelle poche volte il figlio tornava a Malfoy Manor, nelle vacanze, e la trovava in quello stato pietoso stentava a riconoscerla come d’altronde lei non riconosceva il figlio, trattandolo come se non fosse minimamente presente, come se fosse un estraneo.

E dopo che aveva considerato fin da piccolo la madre unico appiglio, unica salvezza nella vita orribile che era costretto a vivere sotto l’ombra di suo padre, si sentiva spaesato. Non perché non sentisse più il calore di una famiglia, non l’aveva mai nemmeno avuta una vera famiglia. E il calore, l’amore, nemmeno sapeva cosa significassero. Certo, la madre era lì, che gli leccava le ferite quando il padre gli infliggeva le peggiori punizioni, ma non era amorevole con lui, solo benevola.

Ed era cresciuto duro, aspro, vendicativo, malvagio, freddo, anzi glaciale. Solo con Theodore e Blaise a volte si sfogava davvero, come se li considerasse realmente fratelli, i fratelli che non aveva mai avuto.

 

 

šsšts

 

 

Il sole sorgeva alle 6.00, filtrando attraverso i finestroni delle Sale Comuni.

Quel tepore roseo sfiorò prima i sotterranei, impregnandosi sulle lenzuola di seta verde di Draco Malfoy, facendolo svegliare.

Poi salì, arrampicandosi sulle mura centenarie di quel castello, intrufolandosi nella Sala Comune della Torre Gryffindor, accarezzando il visino assopito della dolce Hermione Granger, facendola ridestare.

La bella grinfondoro stiracchiò dopo aver sbadigliato, e scese assonnata dal letto, dirigendosi ad occhi semichiusi in bagno, per una doccia ristoratrice. Nel suo dormitorio ancora regnava il silenzio, segno che le ragazze erano ancora tra le braccia di Morfeo.

Si avvicinò alla porta del bagno, passando prima per il letto di Ginny, dove la piccola rossa ancora dormiva. Anche se lei non sarebbe potuta venire in gita, voleva salutarla prima di lasciare il castello per una settimana, ma volle lasciarla stare. Le 6.00 erano un orario assurdo per tutti.

 

 

Fu Harry a svegliare Ron, che borbottando qualcosa nel sonno, si voltò dall’altra parte, senza calcolarlo.

Harry rise divertito, finendo di sistemare il suo baule. Avrebbero fatto un viaggio molto lungo, fino in Nuova Zelanda. Anche se per loro era una sciocchezza, potendo usare le passaporte: al solo pensiero di spostarsi come un comune babbano, facendo 29 ore di volo in aereo, gli veniva un collasso.

Chiuse il suo baule e vedendo Ron ancora assopito, prese un cuscino, pronto a sferrarglielo.

“ Ron! E’ tardi, sono le sette meno un quarto. Tra un quarto d’ora c’è adunata in Sala Grande!” esclamò, vedendolo mugugnare.

Sbuffò, costretto a fare quello che avrebbe voluto fare fin dal principio.

“ Ahia!” disse il rosso mettendosi a sedere di scatto, massaggiandosi la testa.

“ Te la sei cercata! Ed ora fila sotto la doccia e vestiti, veloce!” ordinò Harry, spingendolo fuori dal letto. In quel momento sembrava Molly Weasley.

Okay mamma...” si lamentò Ron, vedendo ovviamente la somiglianza, prima di venire scaraventato dentro il bagno.

Harry s’infilò un maglioncino, si aggiustò gli occhiali e salutò Edvige, dicendole che sarebbe tornato presto.

 

 

Hermione prese il suo baule e scese le scale fino alla Sala Grande, varcando il portone d’ingresso, seguita da Ron e Harry.

Poggiò il baule in angolo, guardandolo scomparire grazie agli abili servigi degli elfi domestici, che l’avrebbero fatto recapitare direttamente in Nuova Zelanda.

Sbuffò, trattenendosi dalla voglia di fermare quegli elfi, ma furono così veloci che non poté fare nulla, anche perché Harry le strattonò debolmente la felpa verde, riportandola all’attenzione del preside, che salendo sul palchetto, stava schiarendosi la voce.

 

“ Bene, credo ci siamo tutti...” disse Albus Silente, passando visivamente in rassegna le varie case.

“ Minerva McGranitt per Grifondoro?” chiese, scorrendo lo sguardo su un foglietto levato a mezz’aria.

“ Albus, sono qui. Ho fatto l’appello dei ragazzi che dovevano partecipare. Sono tutti presenti. Di Grinfondoro vengono in tutto 25 ragazzi, solo del sesto anno, ovviamente” disse la professoressa, alzando una mano.

Il preside annuì. Chiese agli altri professori le presenze della loro casa. Il professor Vitious accompagnava i Corvonero, di cui ne erano presenti 20. Le professoressa Sprite accompagnava i Tassorosso, di cui ne erano presenti 23. Il professore Piton accompagnava i Serpeverde, di cui ne erano presenti 17.

“ Bene, credo che a questo punto qualche delucidazione in più sia utile. Prima di tutto, buona fortuna per questa splendida gita! Come vi sarà spiegato dai vostri professori, lì seguirete dei corsi, informandovi e sperimentando su piante... disse guardando la Sprite, che annuì “...non presenti in Inghilterra. Da cui poi potrete preparare le vostre pozioni... disse guardando Piton, che annuì “...esercitarvi con i vostri incantesimi..” disse guardando Vitious, che annuì “...e provare a trasfigurare oggetti di cui non conoscete la consistenza” concluse, guardando la McGranitt, che annuì.

“ Bene, allora, le lezioni verranno organizzate al meglio. Sarà una vacanza istruttiva, ma che non influenzerà sui vostri voti. Sarà come un laboratorio e, certo, i vari professori terranno in considerazioni i vostri progressi a contatto con elementi sconosciuti, ma sarà prima di tutto una gita: quindi, ogni giorno ci sarà solo una lezione di una singola materia, che vi occuperà massimo due ore. Poi sarete liberi di girare nel castello o di conoscere il luogo. Raccomando in ogni situazione serietà, dato che io non potrò presenziare, non potendo abbandonare la scuola.

Ora, per tutte le case e il loro rispettivo professore c’è una passaporta fuori dei cancelli di Hogwarts, che vi farà atterrare direttamente a Wellington, la capitale. Ora, potete andare...buona gita!” esclamò Albus Silente, salutando elegantemente i ragazzi.

 

I ragazzi si guardarono confusi, alcuni sbuffando anche per solo due ore al giorno di lezione, mentre pochissimi ‘eletti’, di cui a capo c’era Hermione Granger, non vedevano l’ora di approdare a Wellington per sperimentare e conoscere più cose.

La riccia, sorridente, si strinse nella sua felpa verde, per gli spifferi che provenivano ingresso della scuola.

Insieme ad Harry e Ron, si avviò ai cancelli, seguendo gli altri Griffyndor, in fila per due o tre dietro la McGranitt.

“ Sarà una gita grandiosa! Ma vi rendete conto? Potremo provare tantissime cose, conoscere e sperimentare nuovi incantesimi e pozioni. Ci sarebbe servito molto per i G.U.F.O, sapete? Ho letto che tutti gli studenti del sesto anno vanno in Nuova Zelanda, all’inizio dell’anno” esclamò, entusiasta.

Harry e Ron si guardarono sbuffando: per fortuna era solo una materia al giorno e delle durata massima di due ore.

E invece l’anno prossimo ci porteranno in Africa, per studiare i vari virus e veleni per i M.A.G.O!” aggiunse, sorridente.

“ Guarda la nostra secchiona so-tutto-io com’è felice: non vede l’ora di mettersi a studiare! Patetica...” disse una voce al fianco di Hermione, facendola voltare.

 

Era Draco Malfoy, che camminava dietro il gruppo dei Serpeverde, affianco a lei, leggermente distaccato dalla massa, con affianco Blaise e Theodore, che sogghignavano.

Le mani in tasca e il pullover con lo scollo a V che ricadeva sui pantaloni neri classici, camminava svogliatamente.

 

“ Ma guarda guarda, il nostro Malferret che partecipa alla gita scolastica? E cosa dobbiamo questo onore?” disse ironica, alzando un sopracciglio.

“ Hai detto bene mezzosangue, onore. E non sono di certo tenuto a dirti perché partecipo alla gita, non sono cazzi tuoi, d’altronde” disse, passandosi una mano tra i capelli, guardando avanti noncurante.

“ Basta che non romperai l’anima a noi, ti eclisserai e non fiaterai nella mia direzione, allora non saranno cazzi miei. Ma se dovessi rovinarmi la gita, allora lo diventerebbero”

“ Non credere di essere così importante, mezzosangue” concluse atono, allontanandosi con il gruppo Slytherin verso la loro passaporta.

 

Hermione sbuffò, andando nella direzione opposta, verso la passaporta Gryffindor.

“ Se quel furetto mi darà fastidio anche in gita, giuro che...che...” digrignò, a denti stretti, facendo annuire Harry e Ron.

“ Ragazzi, tutti qui attorno, avanti!” disse la McGranitt facendoli disporre in cerchio, ognuno con una mano sulla passaporta che nel loro caso era capello logoro.

 

In pochi secondi furono sballottati e caddero di peso sull’erba umida. Furono subito investiti da un’ondata di calore: decisamente un clima molto caldo, rispetto a quello lasciato in Inghilterra.

Hermione si alzò, spazzolandosi i pantaloni e aprendosi la cerniera della felpa, togliendosela e rimanendo in maglietta a mezze maniche.

Si guardò intorno, vedendo un’immensa vallata circondata da boschi stupendi, quasi fosse un mondo incontaminato: era tutto così meraviglioso.

A poche centinaia di metri da loro, sorgeva un bel castello, coperto da una vivace edera fiorita, circondato da un lago e dei giardini dal classico stile inglese, impeccabili.

 

I quattro professori si schierarono di fronte ai ragazzi delle quattro case, squadrandoli.

Parlano tra loro per qualche secondo, poi iniziarono a camminare, facendo cenno agli alunni di segurli.

 

“ Bene, quello che vedete davanti a voi è il Castello di Ronferret, una bellissima fortificazione ultracentenaria che ha ospitato la nostra scuola, precisamente il nostro sesto anno, ogni anno da quasi settant’anni... iniziò la professoressa McGranitt, camminando verso il castello.

 

 

“ Visto? L’avevo detto io...” sussurrò Hermione ad Harry, che sorrise.

 

“ Alla vostra sinistra si staglia la vasta pianura adibita a parco del castello, come vedete. Insomma, viali, giardini, fontane...per le vostre passeggiate... disse la Sprite, indicando alla sua sinistra.

“ E quella è una foresta molto pericolosa, data la presenza di animali ancora a voi sconosciuti ed essendo molto fitta: ci si potrebbe perdersi...” mormorò freddo Piton, indicando alla sua destra.

E ragazzi, quello è il Lago del Castello, protetto da incantesimi simili agli incantesimi che proteggono Hogwarts, proprio affinché visitatori indesiderati vengano a conoscenza di questo posto” rise Vitious, trotterellando verso il cancello.

 

Con un colpo di bacchetta, la McGranitt aprì il cancello, iniziando a camminare lungo il viale coperto di ghiaia.

Arbusti e piccoli alberelli incorniciavano il vialetto che portava fino all’immenso portone in legno scuro.

“ Sono cespugli di rose, un comune fiore babbano... disse Hermione ad un Neville particolarmente emozionato.

 

Arrivarono all’ingresso e Piton salì i tre scalini fino al portone dove, preso il disco cilindrico, lo sbatté più volte contro la porta, poi allontanandosi e attendendo.

 

Dopo qualche secondo uscì una donna grassoccia, molto anziana, dall’aria però cordiale e con un grembiule pieno di fiocchi a quadri.

Ma che bello, i miei studenti preferiti di nuovo qui!” disse, correndo ad abbracciare i professori, stritolando un Piton che cercava di mantenere le distanze.

“ Dovete sapere che prima di voi, al sesto anno, i vostri professori vennero in gita qui e da allora me ne innamorai! Erano tra i ragazzi più intelligenti ed in gamba della scuola! E tornano da me, adesso, ad accompagnare altri studenti!” sussurrò, rivolta ai ragazzi, sorridendo.

 

Hermione sorrise all’idea di un Piton ragazzino, che parlava con una giovane McGrannitt mentre un piccolo Vitious lanciava incantesimi dappertutto e una egocentrica Sprite esaminava tutte le piante che ancora non conosceva.

 

Draco, dal canto suo, sbuffò, vedendo quella signora dall’aria invadente che sostava sulla soglia dell’immenso portone, aspettando il passaggio di ogni alunno a cui regalava un sorriso radioso, a volte anche un abbraccio.

“ E tu sei...?” disse poi, al passaggio della riccia.

“ Hermione Granger, Madame” disse, sorridendole.

“ Oh piccola, sembri proprio Minerva McGranitt alla tua età, con quel cipiglio fiero e quell’aria da ragazza studiosa” disse, compiacendosi.

“ Oh si, proprio una vecchia zitella acida, come la McGranitt!” esordì una voce alle spalle di Hermione, facendola sbuffare. Stava per rispondere male a quel Malfuretto quando la voce della donna la precedette.

E sei vediamo...un Malfoy no? Tu mi ricordi molto Severus Piton, quando aveva la tua età!” disse radiosa, non facendosi scalfire dallo sbuffo di Malfoy che spintonò Hermione affinché passasse, per farlo a sua volta.

 

Una volta nell’atrio, rimasero tutti a bocca aperta, tutti tranne qualche slytherin di cui capo era Draco Malfoy. Già, perché Dtraco era abituato al lusso, a tutto quell’immenso lusso che ostentava quel castello.

L’atrio era immenso, finestroni giganteschi sormontati da rosoni adornavano le pareti, contornati da tende nere e argentee che scendevano morbide sul pavimento. Il pavimento marmoreo era riempito di tappeti molto eleganti; a ridosso delle pareti piante e fiaccole murarie rivestite da coperture deliziose lo rendevano ancora più bello.

Un grandissimo lampadario, illuminato con grosse candele, cadeva al centro della sala, fatto di cristallo e argento.

L’atrio era rettangolare, orizzontalmente più grande che verticalmente.

 

“ Bene ragazzi, prima di tutto benvenuti. Per qualsiasi delucidazione, venite da me, mi troverete qui, al piano terra. Vedete queste scale?” disse poi, indicando le scalinate che sorgevano a 100 metri alle sue spalle. Le due scalinate si univano in cima, dove tramite tre gradino si accedeva ad un corridoio sormontato da archi.

“ Bene, io alloggio in quella porta in legno massiccio che vedete al centro della sue scale. Ora, salendo le due scalinate è possibile accedere al corridoio che vi porterà a sinistra al terzo piano e a destra al secondo. Corvonero e Tassorosso alloggeranno al secondo piano, mentre Serpeverde e Grifondoro al terzo. Invece a sinistra, su questo piano, si può arrivare alle stanze dove alloggeranno i vostri prof e alle cucine. A destra, invece, si arriverà alle aule e alla Biblioteca del castello, che dovrete esaminare con cura perché i volumi riposti in essa sono ultracentenari.

Ecco, detto questo credo che ognuno possa andare nelle rispettive camere. I vostri professori mi hanno già comunicato le stanze che dovete avere e con chi dovete dividerle. Ma dato che siete pochi, meno di un centinaio, avrete una stanza a testa. Ora dirigetevi ai rispettivi piani, troverete i vostri bagagli davanti alla vostra camera, che sarà contrassegnata anche da un dischetto con sopra inciso il vostro nome. Il pranzo sarà servito alle 12.00 e stamani, come mi hanno comunicato i prof, niente lezioni. A dopo” disse, allontanandosi e sparendo oltre la porta che aveva indicato prima ai ragazzi.

 

I professori raccomandarono di nuovo serietà e si diressero verso le loro camere, mentre da entrambe le scalinate salivano i ragazzi, diretti ai loro piani.

“ Insomma, questo castello è grandioso. Ho letto che è il più bello dopo Hogwarts. Ed è davvero così... disse Hermione guardandosi intorno, mentre saliva le scale insieme a Ron ed Harry.

“ Già, mio padre me ne aveva parlato una volta” disse distrattamente Ron, accecato da tutto quel lusso.

“ Sperando che le nostre camere siano vicine... sospirò Harry, che aveva creduto di dividere la camera almeno con Ron.

I due amici annuirono, arrivando in cima alla rampa delle scale.

“ Noi siamo a sinistra, al terzo piano dunque” ragionò Hermione, voltando l’angolo.

Salirono un’altra rampa di scale, ampiamente illuminata dalla luce esterna, ed arrivarono al terzo piano.

 

Bagagli, bauli, borse varie erano ammassati davanti ad ogni porta, su cui era inciso il nome di ogni rispettivo proprietario.

“ Ah, noi siamo qui” disse Harry fermando Ron, dato che aveva visto i loro bagagli e aveva notato i loro nomi scritti  su due porte adiacenti.

“ Per fortuna siamo vicini!” esclamò Ron, spostando e prendendo i loro bagagli, aprendo la porta.

I due si girarono insieme aspettandosi di vedere Hermione entrare nella stanza affianco alle loro, ma la ragazza stava passando a rassegna tutti le porte, senza trovare il suo nome.

“ Herm?” fece Harry, sul ciglio della sua porta.

“ Non riesco a trovare la mia porta...” rispose una voce lontana una trentina di metri, dalla fine del corridoio.

Harry e Ron si guardarono pensierosi, quando la ricca di colpo si fermò.

 

 

“ Eccola, finalmente!” dissero due voci in coro.

 

Hermione si voltò, trovandosi affianco Draco Malfoy che contemplava una porta affianco alla sua. I nomi Draco Malfoy e Hermione Granger sbrilluccicavano sulle due porti quasi adiacenti, separate solo da un quadro di media dimensione.

Hermione rimase in silenzio a fissare ad intermittenze la sua porta e Malfoy.

“ Non è possibile...” disse poi, esasperata.

“ Oddio, vicino alla mezzosangue babbana zannuta no!” si lamentò il biondino, sedendosi sulla sua valigia.

Hermione si girò verso la serpe, incavolata nera.

“ Sarà un disastro questa gita, un vero disastro!” disse tra sé e sé ad alta voce, entrando nella stanza, sbattendo la porta alle sue spalle.

 

Draco Malfoy sbuffò prima di entrare nella sua.

Buttò la valigia in un angolo, ammirando il lusso della sua stanza. Letto a due piazze a baldacchino nero, tappeto circolare ai piedi due divanetti posti davanti al camino, una scrivania a ridosso del muro ed una porta che doveva condurre al bagno. Tutto molto elegante.

Ti tolse il maglione rimanendo in canottiera e fece cadere il suo sguardo sulla porta finestra circondata da tende scure. Si diresse verso quello che era un balcone, aprendo la porta.

 

E con grande orrore scoprì che il balcone era collegato a quello della stanza affianco, la stanza della Granger.

 

 

 

šsšts

 

 

Eccoci qui, alla fine del secondo capitolo! Sperando lo troviate almeno carino, ringrazio tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente! Un grosso bacio a tutti!^_________^

 

Al prossimo capitolo!!

Erin

 

  
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