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Autore: May_Z    23/06/2012    1 recensioni
Nuances, sfumature. Sono colori, colori che rappresentano un aspetto della vita di una persona.
Si tratta di una raccolta di flashfic (più o meno lunghe) nelle quali parlerò di una "sfumatura" del carattere di un personaggio abbinandolo ad un colore che, penso, lo possa rappresentare.
*Capitolo 1: Nero - Jenny Humphrey
*Capitolo 2: Marrone - Chuck Bass
*Capitolo 3: Oro - Nate Archibald
*Capitolo 4: Argento - Blair Waldorf
*Capitolo 5: Rosa - Dorota
*Capitolo 6: Giallo - Dan Humphrey
*Capitolo 7: Azzurro - Serena Van Der Woodsen
*Capitolo 8: Rosso - Eric Van Der Woodsen
*Capitolo 9: Viola - Vanessa Abrams
*Capitolo 10: Grigio - Lily Rhodes
*Capitolo 11: Bianco - Georgina Sparks
*Capitolo 12: Beige - Ivy Dickens
*Capitolo 13: Arancione - Juliet Sharp
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Autore: May_Z
Titolo: Arancione
Personaggi: Juliet Sharp
Timeline: 4x03 – The Undergraduates
Credits: I dialoghi presenti nella flash!fic sono ripresi dalla puntata sopraindicata
Introduzione: Nemmeno ricordava la prima volta in cui aveva messo piede in quella stanza, ma la sensazione che le attanagliava la gola era sempre la medesima: un'opprimente inquietudine che le bloccava il respiro.

 

 

 

 

 

13#

Arancione

 

 

Quella stanza le infondeva inquietudine.
Nemmeno ricordava la prima volta in cui vi aveva messo piede – forse sei mesi prima, forse erano passati uno, due anni... poco importava –, ma la sensazione che le attanagliava la gola era sempre la medesima: un'opprimente inquietudine che le bloccava il respiro; si sentiva in trappola, bloccata in un limbo che non apparteneva alla realtà, racchiusa in quello spazio angusto che odorava di chiuso e muffa.
Juliet prese un profondo respiro e tentò di rilassare le spalle, poggiandosi completamente allo schienale della sedia, incapace, tuttavia, di ignorare il nervoso tamburellare delle sue dita sulla superficie opaca del tavolo.
Uno scatto metallico e Juliet poggiò i gomiti sul tavolo, seguendo con lo sguardo la figura vestita di arancione che si stava avvicinando a lei.

«Come stai?» chiese Juliet, osservando il pallore di Ben e la barba incolta che gli incorniciava il viso scavato da quella reclusione che sapeva di ingiustizia.
«Dipende... come procede?».
«Coi ragazzi è facile» rispose Juliet, «ma le ragazze rappresentano un ostacolo più complicato. Sembra che la sorellanza sia... viva, nelle'Upper East Side».
Concludendo la frase, Juliet abbassò lo sguardo sulle unghie smaltate di rosa perlato e si ritrovò a pensare a Blair Waldorf: quella ragazza sarebbe stata disposta a fare di tutto, senza preoccuparsi delle conseguenze, pur di aiutare e difendere le persone che amava. Juliet pensò che, dopotutto, non erano così diverse l'una dall'altra.

«Quanto vuoi che duri?» intervenne Ben, trascinandola via a forza dai suoi pensieri. Juliet sollevò nuovamente gli occhi e incrociò quelli frementi di suo fratello.
Aveva sempre avuto uno sguardo gentile Ben, disponibile, che infondeva tepore e un'intramontabile fiducia; ora quello sguardo se n'era andato, sostituito da un'oscurità che a Juliet appariva sempre più estranea. Ma non era colpa di Ben – non lo era mai stata.
«Infatti» rispose alla fine, scacciando quelle riflessioni come si fa con una mosca fastidiosa che ronza nell'orecchio; sorrise amabilmente e proseguì: «Quindi tu fai in modo di non essere violentato o ucciso».
«È un carcere di minima sicurezza» disse Ben, con un sorriso storto stampato sulle labbra.
«E tu sei uno schianto. Anche i bravi criminali si sentono soli».

Voleva scherzare Juliet, ci provava continuamente, ma un retrogusto amaro impregnava qualsiasi battuta lei tentasse di fare.
Guardava suo fratello e vedeva una persona diversa, posava lo sguardo su quella stanza e non riusciva più nemmeno a ridere, voleva rassicurare Ben e ogni parola appariva priva di senso. Non era giusto – nulla del mondo a cui appartenevano lo era.
«Non preoccuparti» aggiunse Juliet, «ci riusciremo, te lo prometto». Non era mai stata subdola, né perfida o manipolatrice, ma, in quel momento, vendicare suo fratello era l'unica cosa che desiderava.
Forse era cresciuta, riuscendo finalmente ad aprire gli occhi.
Forse l'ingiustizia aveva fatto emergere una parte di lei che era sempre rimasta nascosta in un angolo.
O, forse, quella veste arancione aveva cambiato anche lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice
E dopo mesi e mesi, eccomi a riprendere in mano questa raccolta e spero che, nonostante il tempo passato, abbiate ancora voglia di seguirla.
Ebbene sì, il calo d'ispirazione ha colpito anche me, ma nel rivedere le puntate della quarta serie in TV mi è venuta l'idea per questa flash!fic. Spero l'abbiate gradita!
Ah, piccola “novità”: se aprite il primo capitolo della raccolta, troverete il meraviglioso banner per la storia fatto dalla bravissima Lights! Andate a guardarlo, è splendido!
Mi sembra di non aver più nulla da dire, quindi passo e chiudo.
Alla prossima (che, presto o tardi, arriverà)!
M.

 

  
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