Capitolo
Secondo
L'amore che nasce all'improvviso
è il più lungo a guarire.
[Jean de La
Bruyère]
Mani che afferravano un corpicino roseo, avvolto in una tutina giallo limone.
Mani che strappavano un angioletto dal porta enfant dentro cui riposava.
Mani che cacciavano violentemente e senza pietà quell’anima innocua dentro una
tracolla di pelle.
I recenti ricordi del colpevole di quell’abominevole rapimento mi colpirono,
sconvolgendomi.
Era l’uomo che mi era passato di fianco pochi minuti prima.
Mi odiai per non essermi accorto di ciò che era successo e pochi centimetri da
me. Come potevo non essermi reso conto di essere stato sfiorato da una borsa
contenente una così fragile creatura?
Strinsi mani attorno alla spalliera di un sedile, lottando per non distruggere
mezzo aereo. Mi sentivo stranamente furente, quasi come se avessero rubato un
pezzo di me.
Schizzai in avanti, diretto verso il bagno. Quel bastardo era là, me lo
sentivo.
Ormai nella mia testa c’era solo il desiderio di farla pagare a quell’uomo
colpevole di un così grave reato, ma piano piano quello stava andando scemando.
Più forte era, invece, l’ansia per quella bimba innocente che era colpevole
solamente di essere così dannatamente indifesa. Accelerai il passo. Dovevo
trovarla.
Spalancai la porta del bagno maschile, facendo irruzione in quello spazio
angusto. Davanti a me, un uomo tentava di mettere a tacere i vagiti di una
creatura minuscola.
«Ti ho detto di tacere, diamine». Le schiaffeggiò il viso, ottenendo solamente
l’aumento del pianto della piccola.
Poi, incontrai gli occhi della neonata. E lì, tutto ebbe inizio.
Dentro di me qualcosa scoppiò. Non riuscivo a dare un nome a quelle emozioni
così nuove, mai provate, intense.
Mi sentivo come… rinato. E il mio cuore, il mio cuore… sembrava che fosse
finalmente tornato a battere.
Tutt’ad un tratto, la mia vita aveva preso una luce nuova: tutto attorno a me
sembrava brillare, ma solo qualcosa brillava davvero di luce propria e non di luce riflessa. O meglio, qualcuno.
Era lei. La piccolina che si dimenava fra le mani brutali dell’uomo che la
stringeva.
Improvvisamente capii che, nella mia vita, nulla avrebbe più avuto più
importanza della felicita dell’angioletto che mi stava davanti.
Al tempo stesso, però, arrivò qualcos’altro. Non era solo l’affetto che
immediatamente avevo provato per la piccola, ma anche un desiderio familiare,
ma molto più intenso del solito.
Eccolo. Quello era l’odore più buono che io avessi mai sentito, a cui era
impossibile resistere da tanto era dannatamente dolce. Ma l’amore che già mi
sentivo di provare per quella creaturina compensava il tutto. Niente mi avrebbe
impedito di tenerla al sicuro, nemmeno la mia sporca natura.
Per ultima, arrivò la rabbia.
Mi fiondai verso il bastardo che mi stava davanti, riempendo il suo volto di
pugni. La piccola scivolò sul pavimento dalle sue mani, senza farsi male.
Diedi sfogo a tutta la mia collera, fino a quando, con mio sommo dispiacere,
arrivarono gli steward a staccarmi dall’uomo.
«Grazie,
grazie, grazie», continuava a ripetermi la madre della piccola, completamente
in lacrime.
La rassicuravo da più di cinque minuti, ma dovevo sembrare più in cielo che in
terra. Il mio sguardo era ancora fisso su quella creaturina così immensamente
dolce, il mio cuore ancora scosso dai sentimenti che sentivo di provare…
Non badai ai pensieri dei miei familiari, che mi esortavano a raggiungerli per
avere informazioni sull’accaduto.
«Come si chiama?», mormorai, offrendo il mignolo alla piccina. Lei lo strinse
immediatamente fra le sue candide manine, fissandomi intensamente con i suoi
occhioni.
«Isabella».
Tadadadaaan.
Ah, che sorpresuccia! La piccola si chiama Isabella. Coincidenza? Rivelazione
shoccante? Sono aperte le votazioni!
Scusatemi da morire per il mio ritardo, sono imperdonabile. Oltretutto il
capitolo è minuscolo, non mi meriterei nemmeno una recensione.
L’ispirazione per questa fic, mi sono dimenticata di
puntualizzarlo, mi è venuta grazie ad una frase di Twilight:
“Emmett è dei nostri da più tempo, per
così dire, e ha capito cosa intendevo. A lui è capitato due volte, una più
forte dell’altra”.
Detto questo, vi lascio. Spero che commenterete :)
Baci.