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Autore: Amy In Wonderland    24/06/2012    7 recensioni
Damon ha messo in chiaro i suoi sentimenti con Bonnie: non prova niente per lei.
così, dopo un anno, la strega è quasi indifferente al bel vampiro che è ancora in lotta contro il fratello per Elena.
ma, nel frattempo, arriverà in città un nuovo "cattivo ragazzo", vampiro anche lui, che si unisce al gruppo e punta le sue attenzioni su Bonnie.
Bonnie ricambierà il nuovo arrivato? ma sopratutto, Damon come reagirà?
ovviamente è una Donnie!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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24. GOODBYE TO A HERO.

 

 

 

 

Il silenzio sembrava essere assordante.

Nella radura, con l’uccisione dei kitsune, ogni malach e ciascun attacco era cessato per sempre.

Tutto ciò che si poteva sentire era il silenzio. Sembrava quasi che tutta la terra fosse congelata e che il tempo avesse bloccato quell’attimo in cui un cuore aveva smesso di battere.

<< Cos’è successo?! Oh mio Dio... Bonnie? Bonnie! >> Elena, avvicinatasi solo in quel momento, corse verso il corpo dell’amica senza riuscire a trattenere le lacrime. 

Aveva interrotto quel magico momento di quiete.

Si accasciò accanto ad essa iniziando a singhiozzare, sentendo a malapena Meredith - anche lei in lacrime - abbracciarla forte per consolarla e attenuare anche il proprio dolore.

Meredith strizzava così tanto gli occhi e cercava disperatamente di non far uscire le lacrime. Ma il tutto era vano. 

Dall’esterno era una scena estremamente commuovente, quasi dolce. Le due erano così unite nel loro dolore mentre la loro sorellanza era venuta a mancare, mentre piangevano e pregavano che fosse tutto un brutto sogno e che la loro piccola amica - che piccola si era rivelata non essere - fosse ancora viva.

Ma Bonnie era troppo pallida e troppo fredda per essere viva.

Il suo cuore non batteva.

Non respirava.

Non accennava nemmeno un sorriso.

Stefan guardò malinconico l’amica morta davanti a lui e senti una profonda tristezza, accompagnata dalla rabbia, pervaderlo.

Bonnie era morta.

Un’altra vita sacrificata, l’ennesima.

Bonnie era sempre stata qualcosa di magnifico. Aveva un sorriso sempre pronto per tutti, faceva sorridere la gente e amava in maniera spropositata chiunque conoscesse.

L’assenza del brio che aveva sempre caratterizzato Bonnie impregnava l’aria e tutto sembrava essere futile.

Perfino la tanto agognata vittoria su i kitsune sembrava essere stata inutile se quel cuore non batteva più.

Stefan si sentiva così impotente difronte alla morte che avrebbe voluto gridare. 

Peccato che gridando le cose non sarebbero affatto cambiate.

Dopo quella che parve un’infinità di tempo in cui i suoi occhi vagavano sul viso di Bonnie alla ricerca di un qualche segno di vita, finalmente il suo sguardo si spostò sulla figura che ancora teneva il corpicino della ragazza stretto a sé.

Stefan sentì subito seccarsi la gola, mentre un dolore lacerante gli attanagliava il petto: non aveva mai visto il fratello in quelle condizioni.

Damon aveva uno sguardo perso nel vuoto, assente, mentre con dolcezza continuava a cullare quel corpo freddo.

Il suo viso era privo di espressione e sarebbe apparso anche indifferente a quella situazione se gli occhi di lui non fossero stati così maledettamente vuoti.

Sembrava quasi che la presenza di Damon si fosse dissolta, fosse volata via insieme a Bonnie.

Neanche l’aurea mostrava qualche emozione.

Stefan conosceva il proprio fratello, nonostante tutto lo faceva molto bene. 

Damon Salvatore non si sarebbe mai disperato, non avrebbe mai pianto né tantomeno gridato dallo strazio. Non avrebbe dato fuori di testa e non sarebbe stato colto dalla rabbia. No, non era da lui.

Damon a malapena aveva volontariamente preso coscienza di ciò che era accaduto a Bonnie. Damon si era svuotato e cercava invano di non sentire il dolore o, forse, di provare a sentire ancora qualcosa.

Il moro non percepiva più quel calore, aveva anzi un maledetto gelido che lo pervadeva. Stefan sapeva perfettamente cosa cercava di fare in quel preciso momento: ricostruire il suo strato di roccia, dimenticare tutto e tenersi tutto dentro... La stessa cosa che aveva fatto ogni volta che era stato colpito dal dolore.

Non si sarebbe sorpreso se il fratello si fosse improvvisamente alzato, andandosene con qualche battuta fuori luogo, nascondendo ciò che provava in quel momento.

Invece Damon continuava a starsene lì, privo di vitalità, a cullare inutilmente Bonnie e a farle compagnia. Sembrava quasi che avesse intenzione di rimanere in quella posizione per sempre.

Quel pensiero fece rabbrividire Stefan. Che fossero quelle le sue intenzioni?

Guardò più attentamente gli occhi color pece del fratello. 

No, Damon non aveva nessuna intenzione. Damon non riusciva più neanche a pensare. 

Era come... morto. Morto dentro.

Qualcosa s’incrinò dentro Stefan a quel pensiero. Vedere il fratello in quello stato lo confondeva e... non poteva permetterlo. Non ce la faceva a vederlo così perché faceva male. Faceva un male cane. 

Il minore dei Salvatore si avvicino al proprio fratello e, non sapendo cos’altro fare, gli poggiò una mano sulla spalla facendo sì che Damon capisse che lui era lì. 

Se avesse avuto bisogno, lui sarebbe sempre stato lì.

Damon lo sentì benissimo e, per qualche secondo, qualcosa sembrò cambiare dentro di lui e fargli coraggio. Ma durò solo un istante perché poi ricordò chi teneva tra le braccia.

Matt nel frattempo si era avvicinato, piangendo silenziosamente, ed era andato ad abbracciare le due amiche.

Stefan avrebbe voluto restare in silenzio, ma non potevano rimanere lì per sempre. 

Lui aveva bisogno di fare qualcosa!

<< Damon... >> gli disse dolcemente << dobbiamo andarcene di qui! >>.

Forse era fuori luogo, ma non faceva bene a nessuno di loro stare in quella maledetta radura, dove avevano perso così tanto!

Damon non diede segni di vita.

<< Damon... >> tentò di nuovo << devi essere forte >>.

Il fratello lo guardò finalmente negli occhi, con espressione vuota. Probabilmente non lo aveva nemmeno sentito. Immediatamente il moro distolse lo sguardo per posarlo sul volto di Bonnie e iniziare ad accarezzarlo con una mano.

<< Mi dispiace che sia andata così... >> una voce femminile, rotta dal pianto, lo prese alla sprovvista.

Si girò immediatamente, ritrovandosi davanti una ragazza dai capelli rossi. Elise era stata tutto il tempo in disparte senza farsi notare, per lasciare che il gruppo avesse un momento di privacy.

Sentì dietro Elena, Meredith e Matt alzare su di lei lo sguardo.

La ragazza piangeva in silenzio e sembrava profondamente addolorata.

<< Tu chi...? >>

<< Sono Elise, la sorella di Trevor >> sorrise flebilmente, << immagino di dovervi un po’ di spiegazioni... >>.

Sorella di Trevor?

Stefan non capiva, da dove usciva quella ragazza?

Tuttavia non parlò e lasciò che la rossa spiegasse cosa fosse successo nella radura a tutti i presenti.

Raccontò la sua storia e quella di Trevor, ciò che era successo con i kitsune e con Sage. Raccontò perfino di quando Trevor aveva soggiogato Bonnie.

Più andava avanti più sembrava che ogni pezzo del puzzle andasse al suo posto e che tutto si facesse più chiaro.

La confusione che fino a qualche minuto prima attanagliava la mente di Stefan e degli altri scemò pian piano. Solo Damon non stava ascoltando nemmeno una parola.

Raccontò del piano di Misao, di come avessero voluto far insospettire Damon sulla lealtà di Trevor nel momento in cui aveva lasciato cadere il carillon. 

Di come i Kitsune non fossero riusciti a controllarla e di come avesse provato ad avvertire Bonnie inutilmente. Di quando era un fantasma sotto il controllo di Misao e di tutto il lavoro che aveva fatto Trevor per allontanare tutto il gruppo, perfino Bonnie, da l’unico in grado di ostacolare i kitsune, Damon.

Infine, raccontò di come Trevor si fosse sacrificato per salvarli tutti, dopo aver capito gli sbagli che aveva commesso.

Stefan mentre prendeva consapevolezza, capì cosa fosse successo in quei mesi.

E il risultato quale era stato?

Fell’s Church finalmente al sicuro, Bonnie morta.

Non commentò nemmeno. 

Non poteva lasciarsi prendere dai proprio pensieri e dalla propria rabbia. In quel momento doveva essere forte e aiutare Damon.

Si girò verso il fratello e fece per alzarlo quando la voce di Elise lo bloccò nuovamente.

<< Io posso aiutarvi >>.

A Stefan, se avesse avuto un cuore vivo, sicuramente sarebbe mancato un battito.

<< C’è ancora una speranza per Bonnie >> disse lei, sorridendo debolmente.

Vide la testa di Damon scattare in direzione di Elise.

Stefan deglutì, credendo di aver sentito male.

<< Puoi fare qualcosa? >> gli domandò il fratello, con voce rauca, << Certo che puoi fare qualcosa... con i tuoi poteri! >> aggiunse con voce speranzosa.

Stefan quasi pianse sentendo quella voce così poco vellutata. Sembrava quasi non sua.

Elise annuì.

Stefan rimase sbigottito! Aveva dato tutto per perso! Credeva che non ci fosse più speranza!

<< Forse. Come ho già spiegato i kitsune hanno utilizzato un incantesimo dove per portare  in vita una persona, bisogna dare in cambio un’altra vita. In realtà è un vero e proprio scambio di energia vitale tra il fantasma e l’essere vivente >> spiegò.

Stefan annuì invitandola a continuare, mentre poteva quasi sentire il proprio cuore battere.

<< Potresti rifare l’incantesimo per riportare Bonnie in vita? >> sentì domandare da Elena, speranzosa.

<< Più o meno >> rispose Elise, << In realtà è un altro tipo di incantesimo, perché quello che ha fatto Bonnie si fa ad ogni eclissi e sarebbe troppo tardi. Inoltre, Bonnie è morta, non è un fantasma, ma il concetto di una vita per una vita rimane lo stesso >>.

Che importava quale incantesimo utilizzasse, l’importante era che Bonnie potesse tornare in vita!

Damon assottigliò gli occhi.

<< E tu saresti disposta a dare la tua vita per una sconosciuta? >> le domandò, atono.

Elise gli sorrise dolcemente.

<< Raggiungerei mio fratello. Tutto ciò che volevamo era stare insieme. Ero morta e non dovevo tornare in vita! Non volevo che nessuno si sacrificasse per farmi tornare... Quindi sì, mi sacrificherei più che volentieri per Bonnie >> affermò lei, decisa.

<< Ma c’è un problema >> aggiunse, guardandoli tutti un po’ timorosa e con aria triste.

<< Bonnie è morta e l’energia vitale che ho a mia disposizione è insufficiente per farla tornare viva... Ha in circolo del sangue vampiro, la mia energia da strega forse basterebbe solo per farla trasformare e vivere una vita da non-morta. Bonnie diventerebbe un vampiro, non un’umana.  >>. 

Il silenzio sembrò cadere nuovamente sulla radura.

Stefan chiuse gli occhi leggermente frastornato.

“Povera Bonnie...”.

Non era giusto. Tutto quello che stava succedendo era tremendamente ingiusto e Bonnie non se lo meritava affatto!

Ovviamente non c’era un modo per far resuscitare i morti... Se non in particolari circostanze. E quella era una particolare circostanza.

<< Ma... tornerebbe? >> sentì Damon domandare con un tono talmente flebile e dolce che il cuore gli si intenerì. 

Il vampiro aveva ripreso a guardare Bonnie con devozione, sorridendo debolmente.

<< Sì, con ogni probabilità tornerebbe vampira. Potrebbe non funzionare, ma io credo che funzionerà >> gli rispose Elise.

Damon annuì.

<< Fallo >> la esortò, più fermo che mai. Finalmente qualcosa brillò negli occhi di Damon, rendendolo più... più Damon. 

“Non si è arreso” pensò Stefan, sollevato.

Quel burattino che aveva avuto davanti fino a qualche secondo prima pian piano stava svanendo, tornando ad essere il proprio fratello che combatteva per ciò che voleva.

E Damon Salvatore raggiungeva sempre i suoi obbiettivi... più o meno...

Elise lanciò un’occhiata a Meredith, Matt ed Elena. Avevano delle espressioni tristi, ma erano d’accordo con la decisione presa da Damon.

Poi guardò Stefan.

Questo era ancora preso dai suoi pensieri ma, improvvisamente, guardando di nuovo il viso di Bonnie e poi Damon, decise.

Che importava se non tornava umana? L’importante era che avesse ancora una possibilità di vivere! Poi sarebbe stata una sua decisione se completare la transizione o meno.

Ma di certo lui non l’avrebbe impedito: se lo meritava... e se lo meritava anche Damon.

Acconsentì fermamente con un cenno del capo.

Elise annuì per poi inginocchiarsi accanto a Damon e prendere tra le sue mani quelle di Bonnie.

Guardò un’ultima volta verso il cielo, assaporò per l’ultima volta cosa significasse essere vivi.

Aveva paura di morire. Ma qualcosa le diceva che Trevor fosse lì e la stesse aspettando.

E dopotutto... era già morta no? Okay, forse non proprio, ma praticamente sì.

Senza perdere più tempo, iniziò a sussurrare delle parole incomprensibili, sembrava quasi che stesse parlando a Bonnie stessa.

Damon le lanciò un’occhiata, stringendo con un gesto di speranza ancora di più a sé Bonnie.

Doveva tornare in vita. Doveva funzionare. Doveva per forza sennò... sennò Damon cosa avrebbe fatto?

Quell’incantesimo doveva lasciargli un’altra possibilità di averla, doveva andare a buon fine! La sorte non sarebbe stata così infame da negargli ancora una volta la felicità, no?

Damon strinse più forte Bonnie, cercando di percepire qualche segno di vita in lei.

Nel frattempo, pian piano, il corpo di Elise si dissolse confondendosi con il vento. Di lei rimase solo il ricordo e un carillon con un ciondolo.

Il vento la portò via dalla vita, in un percorso che - ne era sicura - sarebbe terminato con Trevor.

 

 

 

 

 

 

Ahia.

Era tutto ciò che riusciva a pensare.

Le faceva male tutto ma, la cosa peggiore, era la gola.

Le bruciava da morire! Sembrava quasi che gliela stessero accoltellando da dentro.

Dov’era?

Tentò di sollevare le palpebre ma erano troppo pesanti e lei era troppo stanca.

Il sonno che aveva sentito poco prima era svanito lasciando il posto a un mal di testa latente. Sembrava quasi quel mal di testa di quando dormi troppo... 

Quanto tempo era passato da quando si era addormentata? Ore? Anni? Secondi?

Tentò nuovamente di sollevare le palpebre. Niente.

Con sua sorpresa riuscì a sbuffare irritata.

Aggrottò le sopracciglia, sorprendendosi nuovamente da sola.

Eccole, ora sentiva di nuovo le mani... Poi le gambe... i piedi...

Sì, sembrava essere tutto lì! 

Riusciva perfino a muovere le dita dei piedi!

Tentò di nuovo e, questa volta, i suoi occhi si aprirono pigramente.

Aveva pensato di essere accecata dalla luce solare come ogni mattina in cui si svegliava in camera sua: il letto era proprio davanti alla finestra, dove batteva il sole.

Ma invece, con sua sorpresa, vide solo il buio. 

Aveva chiuso le serrande? Strano, di solito non chiudeva mai le serrande! Amava addormentarsi guardando il cielo notturno e privarsi di quello spettacolo la faceva sentire soffocata!

Inoltre, con le serrande chiuse, per il caldo era obbligata ad aprire la finestra e per esperienza sapeva che non fosse una buona idea.

Allora perché aveva chiuso le serrande?

Si passo a fatica una mano per strofinarsi gli occhi stanchi. Non appena mosse il braccio sentì come scossa da una scarica elettrica che l’attraversava completamente.

A giudicare da come stava messa, pensava che sollevando il braccio lo avrebbe sentito tutto indolenzito. Invece era proprio il contrario, più muoveva un dito, un braccio, più sbatteva le palpebre, più si sentiva agile.

Quella era un’agilità strana, che non le era mai appartenuta.

Con disappunto mosse la testa di lato alla sua sinistra e si sorprese quando non vide la proprio finestra.

Il suo sguardo vagò confuso sopra al letto e, improvvisamente, vide delle coperte nere di lino.

A lei il nero non era mai piaciuto, la inquietava e le sapeva di morte e oscurità.

No, non le avrebbe mai messe delle lenzuola nere! Erano troppo inquietanti!

E nemmeno sua madre lo avrebbe fatto, né le avrebbe mai comprate!

Insomma, chi diamine vendeva lenzuola nere? E soprattutto, chi era il depresso che le comprava?!

Okay, ora stava decisamente delirando.

S’impose di non vagare con la mente e si concentrò sul fulcro della questione.

Finestre che non sono dove dovrebbero stare, lenzuola nere e uno strano buio.

Mh-mh. No. Quella non era decisamente la sua stanza.

Questo pensiero la fece alzare di scatto, tirando su il busto.

Per qualche secondo trattenne l’impulso di vomitare per lo scatto troppo improvviso, ma la gola le bruciava troppo e probabilmente non mangiava da molto tempo.

Si guardò in giro, vedendo una stanza che non aveva niente di familiare.

Era enorme. Una televisione al plasma, delle tende nere con ricami argentati... Che classe! Era tutto così raffinato! E poi che altro? Ah, un tappeto e una libreria piena zeppa di voluminosi tomi in fondo alla stanza.

Bonnie alzò scetticamente un sopracciglio.

Quella era la conferma che non fosse la sua stanza: lei odiava leggere! Certo... i romanzi d’amore non erano niente male, ma dipendeva! Quelli erano sicuramente manuali.

Lesse Il titolo di una volume nella libreria infondo alla stanza, doveva riguardare la filosofia senza dubbio. No, proprio per niente interessante come libro!

Ci mise qualche secondo a rendersi conto di ciò che aveva appena fatto.

Per poco non si prese un colpo! 

Lei aveva letto il titolo di un libro lontano da lei di almeno dieci metri, scritto in piccolo e per di più al buio pesto?!

Com’era possibile?

Quasi urlò per lo spavento quando sentì nitidamente qualcosa muoversi alla sua destra.

Si girò di scatto, brandendo un cuscino come scudo e chiudendo gli occhi con la testa voltata di lato.

L’avevano rapita? Le volevano fare del male? Per quale cavolo di motivo non ricordava niente di cosa fosse accaduto la sera prima?! Non ricordava nemmeno di essersi addormentata!

Una risata cristallina la riscosse dai propri pensieri.

Fantastico, adesso l’assassino la prendeva anche in giro?

Scattò indignata e, aprendo un occhio per volta, sbirciò da dietro il suo “scudo”.

Quando i propri occhi incontrarono quelli di Damon rimase affascinata per qualche secondo. Erano bellissimi, più del solito. 

Bonnie notò perfino che quelle che aveva sempre scambiato per stelle erano delle piccole pagliuzze argentate mai notate prima.

Ma come faceva a notare così tante cose quella mattina? Al buio per di più!

<< Damon >> sussurrò meravigliata da quella visione.

Lui le sorrise mozzandole il fiato: era il sorriso più bello che avesse mai visto. Nessun ghigno strafottente o malizioso, quello era un vero e proprio sorriso sereno.

Damon sembrava quasi... sollevato.

Pian piano calò il proprio scudo, fino ad appoggiare il cuscino sulle gambe.

Damon la guardava intensamente, facendola continuamente sentire accarezzata dal suo sguardo.

Sembrava quasi che tentasse di memorizzare ogni singolo particolare del corpo di Bonnie per l’attenzione con cui lo faceva... oppure, sembrava controllare che tutto andasse bene.

Bonnie fu contagiata da quel sorriso e lo ricambiò.

<< Come ti senti? >> le domandò.

Bonnie sobbalzò per lo spavento.

Aveva parlato a bassa voce con un tono dolce, ma lei la sentì chiaramente, quasi forte. Notò ogni singolo particolare di quella voce così vellutata.

Era dolce, ma anche leggermente apprensiva. Era talmente poco apprensiva che non avrebbe dovuto notarlo, eppure...

<< Strana >> rispose, mettendo su un’espressione buffa.

Damon si fece serio di colpo ed annuì, assottigliando lo sguardo e osservandola con più attenzione.

Lei ancora non aveva capito nulla, ma Damon sentiva l’assenza del cuore di Bonnie che batteva. Era una vampira.

“Un bellissima, magnifica ed eterna vampira” pensò a metà tra l’estasi e l’amarezza.

Non sapeva nemmeno lui che cosa pensare.

Da una parte avrebbe voluto fare di tutto perché Bonnie potesse ridiventare umana, perché potesse sentire ancora quel cuore battere, perché restasse così perfettamente umana com’era.

Dall’altra, non poteva fare a meno di pensare che lei era una vampira ed era lì, con lui. Viva. Beh... più o meno. Comunque non sarebbe invecchiata, non sarebbe morta...

<< Damon...? >> la richiamò lei.

Il vampiro concentrò nuovamente la propria attenzione sulla ragazza. Aveva quasi paura di toccarla...

<< Questa è... ehm... la tua... la tua stanza? >> balbettò goffamente.

Damon si meravigliò. Era impacciata! Come faceva un vampiro ad essere impacciato?! Sembrava quasi essere ancora umana!

Si limitò ad annuire, osservandola attentamente mentre si arricciava un boccolo intorno al dito.

<< E... s-sono nel tuo... letto? >>.

E perché le lenzuola nere?!” domandò mentalmente con disappunto. Ma che diamine pensava? Doveva sicuramente aver preso una bella botta in testa per iniziare a pensare quelle idiozie!

Damon questa volta ghignò malizioso.

<< Ti ci ho portato io! >> rispose divertito da quella situazione. 

Era veramente sorpreso di vederla ancora molto goffa. Credeva che non esistessero vampiri impacciati o goffi!

Era bellissimo il modo in cui fosse passato dallo stato malinconico a quello divertito.

<< E p-perché? >> Bonnie abbassò lo sguardo, sentendosi perforata da quello di lui.

Damon la guardò intensamente e si alzò dalla sedia su cui si trovava per andarsi a sedere al bordo del letto.

Con una mano, ancora un po’ timoroso, le toccò il viso.

Con sua enorme sorpresa la vide arrossire e sentì la pelle tiepida.

Bonnie era... ancora Bonnie!

Poteva chiaramente sentire che non respirava, che il suo cuore non batteva e che era una vampira... eppure, in lei non sembrava essere cambiato nulla. Se non fosse stato per il cuore e per i sensi sovrasviluppati, Damon avrebbe detto che fosse ancora umana.

Bonnie alzò gli occhi e li puntò in quelli di lui.

Quei due grandi occhi pieni d’innocenza... Erano così magnifici, così da donna... Sì, il suo Uccellino era cresciuto e ormai era una donna.

Damon non si fece alcuno scrupolo e si avventò sulle sue labbra senza esitazione, cogliendola di sorpresa, mentre sentiva quel senso di mancanza che scivolava via e si colmava.

Eccolo lì di nuovo, il calore. Questa volta Damon sapeva perfettamente cosa fosse.

Bonnie rimase congelata al suo posto, inizialmente, ma subito rispose con passione al bacio approfondendolo con impazienza.

Bonnie sentiva che fosse tutto ciò di cui aveva bisogno, che Damon fosse il suo posto nel mondo...

Eppure, qualcosa la bloccò e la spinse a scostare Damon. Meravigliata, si accorse di essere riuscita a spostarlo senza il minimo sforzo.

<< Cos’è successo? >> aveva dei ricordi sfocati in quel momento, un po’ annebbiati dal sonno un po’ da Damon.

Ricordava vagamente cosa fosse successo il giorno prima.

Damon abbassò lo sguardo e capì di doverle lasciare un po’ di tempo per ricordare.

Prese con delicatezza una mano della ragazza tra le sue, iniziando ad accarezzarle il palmo.

<< Non ricordi niente? >> le domandò, facendo incrociare le loro dita.

Bonnie sembrava confusa dai suoi gesti e guardava le loro mani intrecciate.

Poi, pian piano, i ricordi riaffiorarono uno ad uno nella sua mente.

La radura, il rito, Trevor... Trevor!

<< Trevor! Lui è alleato con i kitsune! >> scattò! Doveva informarli!

Damon le lanciò uno sguardo indecifrabile.

Poi ricordò anche il resto.

L’aveva soggiogata, l’aveva spinta a fare delle cose orribili a Damon... poi Elise, i kitsune e tutto che diventava buio.

Finivano lì i suoi ricordi, al buio?

Istintivamente mise una mano sulla guancia del ragazzo e lo incitò a guardarla negli occhi.

Da vicino erano ancora più belli!

Poi l’ultimo ricordo le arrivò chiaro e tondo.

Sgranò leggermente gli occhi, prendendo la consapevolezza vera e propria per la prima volta di ciò che Damon le aveva mostrato. Il modo in cui la vedeva... Si vedeva così solo la persona che si amava profondamente!

Quasi non pianse per l’emozione, poi immediatamente si rabbuiò.

Ricordava di vedere e sentire tutto in maniera confusa, mentre il buio pian piano arrancava nella sua mente.

Lei stava morendo, ne era stata sicura! Poi cos’era successo?!

Bonnie sbatté le palpebre tre volte prima di trovare il coraggio di fare quella domanda.

<< Sono morta? >>.

Damon sorrise sghembo, aumentando la presa sulla sua mano.

<< Non proprio >>.

Bonnie ispirò ed espirò.

<< Sto sognando? >>.

<< No >>.

Bonnie aggrottò ancora le sopracciglia.

<< E allora cos’è successo? >> chiese con ingenuità.

Beh, doveva pur sempre dirglielo prima o poi no?

<< Sei... sei stata... Sei in transizione per diventare vampiro >>.

Bonnie dapprima fu sorpreso dell’insicurezza con cui Damon Salvatore, mister-sfacciataggine, aveva parlato. 

Ma immediatamente un macigno pesante gravò su di lei sentendo l’ultima parte.

Indietreggiò sconvolta, ritraendo la mano dal tocco del moro.

Ma certo! Ecco perché riusciva a vedere e sentire tutto meglio!

Scosse leggermente la testa. Era scioccata! 

<< I-in tr-transizione?! >> domandò.

Damon si limitò ad annuire, sperando che non la prendesse troppo male.

<< Puoi decidere se completare la trasformazione >> la informò, rabbuiandosi all’idea che non accettasse.

Bonnie si limitò a dire un << Ah >>, troppo sconvolta perfino per ragionare.

Avrebbe voluto fare un miliardo di domande su Trevor e i kitsune e il resto, ma avrebbe avuto tempo e in quel momento aveva problemi più grossi da affrontare.

Una vampira? Lei?

No, non era proprio adatta! Insomma, lei era solo Bonnie...

Era diventata una vampira...?

<< Io non... Come faccio? >> domandò scioccata. Era tutto troppo nuovo e spaventoso per lei.

Nutrirsi di sangue, avere tutti quei poteri, vivere in eterno...

Già, in eterno. Avrebbe visto tutti i suoi amici morire, anche la sua famiglia, le persone a lei più care.

E poi sarebbe rimasta sola. No! Come faceva?! Solo il pensiero la terrorizzava a morte! Quello doveva essere uno scherzo!

Guardò a sottecchi Damon. 

Sarebbe rimasta sola per l’eternità?

Damon la guardava attentamente, aspettando un qualsiasi tipo di reazione.

Come se sapesse cosa pensasse, iniziò immediatamente a rassicurarla.

<< Ti staremo vicini io e Stefan, non sarai sola. L’inizio è la parte più brutta, ma ti assicuro che dopo migliora se sai come muoverti. Anche Elena e Meredith sar... >>.

<< Tu resterai con me? >> domandò flebilmente, guardandolo in maniera così innocente che non poté non sorridere. Lei aveva bisogno di lui, lo poteva sentire nelle ossa.

<< Solo per un’eternità, Uccellino... >> le disse con nonchalance, come se stesse parlando di un breve arco di tempo.

Quelle parole scaldarono il cuore di Bonnie, che subito si sentì rassicurata e iniziò a vedere anche i pro di quella situazione.

Era vero, stava morendo di paura. Ma con Damon al suo fianco, tutto sembrava essere così facile.

Damon notò quasi subito che gli occhi della Streghetta si erano posati sulle labbra di lui e avevano preso ad osservarle intensamente.

Non perse un secondo. Sapeva già cosa fare: se lei non avesse accettato di completare la transizione, lui l’avrebbe convinta.

Si avvicinò lentamente, avanzando nel letto e sfiorando le sue labbra con le proprie.

La sentì sospirare per la tensione.

Stava quasi per baciarla ma lei si allontanò di nuovo.

<< Damon... >> disse, guardandolo negli occhi impaurita, << Andrà tutto bene? >>.

Una domanda vaga, ma Damon sapeva perfettamente che lei si riferiva solo a loro due.

Ghignò maliziosamente e si avvicinò al collo della ragazza iniziando a sfiorarlo con la bocca.

Più avanzava, più Bonnie tentava di allontanarsi e così facendo si sdraiava completamente sul letto.

Il gioco continuò finché la ragazza non si ritrovò sotto il corpo di Damon mentre questo le lasciava una scia di baci su per il collo, soffermandosi sulla mandibola, poi la guancia.

Se prima i suoi baci erano stupendi, ora erano... elettrizzanti.

Era in grado di percepire ogni minimo suono del corpo di Damon, ogni minimo movimento. Sentiva chiaramente ogni singolo dettaglio della bocca del moro sulla propria pelle e questo era eccitante. Molto eccitante.

<< Non immagini nemmeno quanto... >> disse con voce rauca per la passione, << E vuoi sapere perché? >> sussurrò sulla sua guancia per poi lasciarle un’altra scia di baci fino alla sua bocca.

Si soffermò su di essa, sfiorandola e facendola schiudere.

La tensione era palpabile intorno a loro.

<< Perché? >> domandò lei, facendo un grosso errore.

Infatti, non appena aveva parlato le loro labbra erano venute leggermente più a contatto aumentando ancora di più quell’aria strana che aleggiava.

Bonnie aveva bisogno di sentirglielo dire, ma aveva anche bisogni di avere quelle labbra sulle sue. 

Era vero, sapeva tutto... Ma voleva esserne certa in maniera sicura.

Damon ghignò divertito, e per qualche secondo un silenzio di attesa calò sulla stanza.

<< Perché senza di me saresti perduta e perché tu mi ami >> le disse, deludendola volontariamente.

Ma non le lasciò il tempo di commentare, perché finalmente il contatto con le sue labbra avvenne.

Dopo qualche minuto, a malincuore, fu costretto a staccarsi. 

Bonnie lo guardò interrogativo.

<< Ah, quasi dimenticavo. Ti amo anche io! >> le disse con una naturalezza che non credeva gli appartenesse.

Bonnie rimase letteralmente a bocca aperta.

Se fosse stata umana gli sarebbe preso un infarto senza dubbio.

Era tipico di Damon... Sorprenderla in quella maniera. Aveva detto quelle due parole quando meno se l’aspettava, quando drogata dal bacio si era perfino dimenticata la delusione. Damon non le aveva dette nel momento in cui sarebbero state perfette da dire. L’aveva dette in maniera così naturale e nel contempo intensa, che sembravano così vere da farla quasi piangere.

Era una dichiarazione strana, ma la vera dichiarazione era stata quella della sera prima quando le aveva inviato mentalmente quelle immagini... indescrivibili. 

In quel momento non aveva bisogno di quei discorsi pomposi che si leggono nei romanzi d’amore, aveva bisogno solo di Damon.

Quelle due parole dette con la naturalezza con cui il vampiro le aveva pronunciate, sembravano quasi sminuire ciò che c’era tra loro.

Ma rendersi conto che Damon Salvatore, lo stesso che due anni prima l’aveva cacciata, ora le diceva senza alcuna vergogna che l’amava...

Non poté trattenere un sorriso di gioia, che contagiò anche il vampiro mentre continuava a guardarla con un’espressione divertita. Era bellissima.

Ed era finalmente sua, senza più nessun ostacolo... nemmeno se stesso.

Alzò gli occhi al cielo colto improvvisamente da un pensiero.

<< Ti starai sicuramente domandando cosa sia successo ai kitsune e all’Ossigenato >> fece supponente.

Bonnie, spavalda - un lato di sé che proprio non conosceva -, lo attirò a sé e si sedette a cavalcioni su di lui, iniziando ad accarezzargli i capelli corvini.

<< A dire la verità, al momento non me lo sto domandando nemmeno un po’ >> rispose lei.

Damon sarebbe scoppiato a ridere se lei non lo avesse nuovamente sorpreso bloccandolo con un bacio appassionato.

“Ti amo, Damon” sentì nella sua mente risuonare la voce di Bonnie.

Sorrise sulle sue labbra.

Quello lo sapeva... Lo sapeva bene!

L’afferrò quasi famelico stringendola ulteriormente a sé.

“Questo non dovevi dirlo Uccellino...” la informò, malizioso.

Quella fu la mattina più bella che i due avessero mai passato.

 

 

 

 

  • Angolo autrice *

 

Okay, cos’è ‘sto schifo? 

Comunque non mi viene fuori niente di meglio e, se non aggiorno ora, ci rivediamo a settembre, quindi non mi sembra il caso!

Perdonatemi veramente se fa schifo!

Vedete? io amo l’happy ending! E, come molte di voi avevano supposto, è proprio Elise a risolvere la situazione facendo un incantesimo molto simile ma riuscendo solo a rendere Bonnie una vampira.

Perché questa decisione?

Beh, per il semplice fatto che, comunque, se Damon e Bonnie vogliono stare insieme prima o poi lei sarebbe stata trasformata. E poi io una bella Bonnie vampira me la immagino troppo **

Beh, per quanto riguarda la “dichiarazione”, temo che questa sia la parte che fa più schifo del capitolo e che, onestamente, non mi convince per niente.

Vedete, volevo che Damon si dichiarasse ad alta voce ma, presa dall’impulso di scrivere, ho praticamente anticipato la vera dichiarazione al capitolo precedente.

Io credo che le parole in questo caso fossero un puro sfizio di Bonnie per essere certa che Damon non avesse più alcun dubbio o orgoglio che gli impedisse di stare insieme.

In realtà, ciò che Damon prova per Bonnie gliel’ha fatto capire nel capitolo precedente.

Qui è stato quindi solo uno sfizio, proprio perché in determinate situazioni (come in questa) secondo me scrivere una dichiarazione con dentro il “ti amo” banalizza un po’ il tutto.

Proprio per questo, pensando anche un po’ al carattere di Damon, ho deciso di farglielo dire in questo modo quasi derisorio nei confronti di Bonnie. Lui è strafelice di riavere Bonnie e, ora che è sua per sempre, ho voluto renderlo fin da subito di nuovo Damon senza troppi rimpianti o altro. Credo che la fase “Oh mio dio, Bonnie non è più umana e devo fare di tutto per convivere con i sensi di colpa per non averla salvata” sia molto più alla Stefan che alla Damon proprio perché, come ho già detto, Damon l’avrebbe comunque trasformata perché è fondamentalmente egoista.

E’ stato difficile anche individuare la reazione di Damon alla morte di Bonnie. Ho valutato diverse possibilità, ma in ognuna avevo paura di cadere nell’OOC o di essere melodrammatica in maniera esagerata. 

Quindi questa mi era sembrata la reazione più ragionevole, lo stare immobile a guardare nel vuoto tentando di non pensare.

Ho paura di essere caduta nell’OOC per quanto riguarda Damon, ma è un personaggio difficile da analizzare e capire come sia meglio farlo comportare quindi se l’ho fatto perdonatemi ^^

La scelta di vedere le reazioni di ciascuno da parte di Stefan è stato un modo per mettere in risalto il rapporto fraterno logorato tra questo e Damon. Alla fine questi due sono molto legati, anche la Smith l’ha dimostrato quando Stefan era stato attaccato da Klaus.

Credete che fosse, inoltre, fuori luogo la scena tra Bonnie e Damon? E’ vero, forse Damon non aveva ancora detto “ti amo”, ma si era comunque completamente esposto la sera prima a Bonnie e quindi farli baciare e scambiarsi gesti teneri prima che lui si dichiarasse non mi sembrava poi così insensato!

Cosa ne pensate?

Sono veramente insicura di questo capitolo, ma non voglio farvi aspettare fino a settembre!

Fatemi sapere nelle recensioni e spero davvero di non avervi deluse ^^’’

Ah, la settimana prossima posto l’ultimissimo capitolo, l’epigolo, che è una specie di extra alla fine per vedere come vanno a lungo tempo le cose.

Dovrebbe esserci una scena Donnie carina e poi... beh, The End!

Quasi non ci credo, ce l’ho fatta a finire questa ff!

Grazie mille per chiunque leggerà!

Un bacio e alla prossima settimana!

 

Amily

   
 
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