Senza ritorno
“Beh, non sapevo che
sarei arrivato a questo punto,
ma è quel che succede quando sei da solo
e ti sta bene lasciarti scappare le cose belle.”
Gli alberghi con le piscine sono i suoi preferiti, perché la
notte si diverte a sgattaiolare fuori dalla camera da letto assegnatagli e a
fare un bagno veloce, ‘che lui è un tipo troppo caloroso per restare tutta la
notte relegato in un letto dalle lenzuola che s’appiccicano. E i tizi
dell’albergo non possono permettersi di dirgli alcunché, perché lui è famoso, e
può avere tutto. Tutto. Tranne…
Si massaggia un piede dopo essersi seduto a bordo piscina, e giura di non
riuscire a vedere a un palmo dal naso, e si lamenta dentro di sé per il fatto
che nessuno gli ha fatto la cortesia di lasciare acceso anche un piccolo
faretto. Che razza di albergo è mai questo?
La tensione superficiale dell’acqua è una pellicola che brilla alla luce della
luna, ma sotto è nero che fa un po’ paura, e forse Harry potrebbe anche evitare
di fare il bagno. E’ sceso già in costume, incurante che qualche albergante –o,
ancora peggio, Paul- potesse vederlo aggirarsi mezzo
nudo per l’edificio. E’ vero, ha rischiato di scivolare come un salame, magari
battere la testa e morire sul colpo, ma fortunatamente ha deciso di non bere
neanche un goccio di birra ed ha saputo mantenere l’equilibrio mentre con un
piede tentava di trovare il bordo piscina.
In effetti si stupisce che non sia caduto. Dopotutto stava praticamente
scappando, e sarebbe anche schizzato via dalla propria stanza come mamma l’ha
fatto se un suo costume non gli si fosse materializzato davanti, accartocciato
nell’angolo tra la porta e il muro. E
forse, adesso che ci pensa, ha una vaga idea del perché si trovasse lì.
Raccoglie le gambe al petto, e quell’acqua così scura lo ipnotizza a tal punto
che potrebbe benissimo sbilanciarsi e lasciarsi cadere in piscina, per poi
sparire in quel nero pece che sembra così bravo a inghiottire. Vorrebbe tanto
una sigaretta in questo momento, anche se non fuma, non importa, vuole solo
sentire i polmoni accartocciarsi, la gola bruciare e la lingua pizzicare e gli
occhi lacrimare. ‘Che è da un po’ che quelle stronze non vogliono scendergli
sulle guance e permettergli di sfogarsi. O forse è meglio così, perché non
avrebbe neanche le palle di alzare le mani verso il viso e asciugarsi col
pollice, perché si sente le mani sporche, quasi avesse appena commesso un
omicidio, e forse la sigaretta la vorrebbe anche per macchiarle di cattivo
odore. Al momento sono impregnate del profumo intenso di Louis, ed è la prima
volta che gli viene la nausea pensando all’odore di Louis sulle proprie mani.
E nel momento in cui le tuffa nell’acqua per tentare di pulire, lavare,
liberarsi di quel sentore che tanto lo fa sentire colpevole, avverte come un
suono metallico dietro di lui, ma è così pigro che non ha proprio voglia di
girarsi. E comunque ha già riconosciuto il passo leggero da ballerina, e
respira profondamente chiudendo gli occhi mentre si asciuga le mani sul
costume.
« Sei proprio uno stronzo, cazzo. » Louis si ferma dietro di lui, dritto in
piedi, muove il braccio e quel suono metallico torna a farsi sentire. « Mi hai
fatto fare una figura di merda colossale! » aggiunge, e con il piede nudo picchietta
la schiena di Styles, che a malapena muove le spalle
e seguita a scorticarsi le dita con le unghie. « Che t’è preso, eh? » continua
a chiedere, e il fatto che Harry lo stia praticamente ignorando lo spinge a
sedersi a gambe incrociate accanto a lui, che a quel punto rivolge lo sguardo
alla luna, unica fonte di luce.
« Scusa, non volevo. » risponde mestamente Styles, il
pollice torturato che sanguina.
« Lo sai che hai bloccato la crescita a Niall, vero?
E’ stato lui a trovarmi ammanettato al letto col cazzo fuori dalle mutande. E
non so se sia stato un bene o un male perché okay, adesso sono libero, ma non
mi sono mai sentito tanto umiliato. » la voce di Louis vibra leggermente, e a
quelle parole Harry trattiene una risata spontanea e nel trattenerla fa un
rumore strano col naso.
« Mi ha smanettato con gli occhi chiusi e la faccia paonazza! » dice Louis
alzando il tono di voce, per fargli intendere quanto sia grave la cosa. Ma
Harry non sembra volerla prendere sul serio e stringe le labbra in un sorriso
mentre rivolge gli occhi alle piastrelle umide.
« Certo che se lo dici così sembra che ti abbia fatto una sega. »
« Avrebbe potuto, visto che m’hai lasciato nel bel mezzo di un orgasmo! »
esclama Louis, e nel farlo muove in aria le mani, e Harry s’accorge che ha
ancora le manette in pelo nero che gli pendono da un polso. E realizza che sono
quelle ad aver fatto il rumore metallico poco fa.
« Ti ho già chiesto scusa, non mi assillare. » dice scostando leggermente il
sedere e portando una gamba al petto. L’altra la lascia scivolare nell’acqua e
rabbrividisce per qualche istante, nonostante la temperatura sia piuttosto
tiepida.
« Che hai adesso? Finalmente riusciamo a ritagliarci del tempo per stare un po’
da soli e tu scappi qui per una tintarella di luna? »
Harry si morde la guancia e caccia indietro quelle lacrime che sa che non
scenderanno, tira un attimo su col naso e lascia passare un po’ di tempo prima
di dire piano:
« Ti ho tradito. »
L’aria rimane satura per un po’, Louis lascia la bocca semi aperta, poi la apre
ulteriormente in una risata fragorosa e che avrebbe volentieri svegliato metà
albergo.
« Cosa? Ma che è, la notte delle burle? » si copre la bocca con una mano per
non fare troppo rumore e scuote la testa divertito, mentre Harry inclina
leggermente il capo verso di lui, più serio che mai. Louis gli mette una mano
attorno alle spalle e con l’altra gli da una pacca sul braccio. « E piantala di
tenere quel faccino triste. Non mi tradiresti mai. » dice convinto, ma Harry
non si smuove, e non apre bocca, se non per sospirare un attimo. Louis chiude
la sua e si lecca le labbra per poi stringerle un attimo non appena nota la
particolare serietà del più piccolo. Si gira e guarda altrove, più che altro
guarda il nulla visto che è nero pece ovunque, sospira anche lui e sente come
un colpo veloce al cuore, segno che inizia a preoccuparsi. « Avanti, dimmi chi
è. Un’altra delle tue bionde tinte? » chiede fingendosi disinteressato. Harry
scuote leggermente la testa lentamente, poi fa:
« Si chiama Martin, credo. Ci ho scopato una settimana fa. »
Louis ritira velocemente il braccio dalle spalle di Harry e striscia un po’ più
in là, e sente due colpi forti al cuore, tanto che ha da mettersi la mano sul
petto e stringere la canottiera bianca.
« Dimmi che scherzi e potrei ancora riderci su. » dice, ma la voce gli trema,
perché Harry non gli ha ancora mai fatto uno scherzo del genere. Il più piccolo
sta ancora zitto e segue con le dita la forma delle piastrelle e quella del
proprio piede. « Cos’è, non scopiamo abbastanza? » chiede allora Louis con un
cipiglio nervoso più che incazzato, un altro colpo che gli trapassa il cuore,
come una stilettata in pieno petto.
« Ci stiamo allontanando. » dice Harry, e sembra quasi un lamento.
« E ti sembra un buon motivo per andare a farti gente a caso? E sei sicuro che
non vada a sputtanarti in giro, con tutta la fatica che stiamo facendo per non far sapere alla
gente che ci piace il cazzo? » è affaticato mentre parla, perché semplicemente
non vuole stare lì a credere a una cazzata tanto spudorata. No, non è così che
va. Harry lo ama troppo per andare a letto con qualcun altro. Estraneo,
oltretutto.
« L’ho pagato. Ma mi sembra comunque uno a cui piace farsi i fatti propri. » risponde
tranquillamente Harry, e Louis non vede che ha la mano che trema.
« Si fa ancora sentire? » chiede il più grande dopo un po’ che stava zitto a
sputare aria dal naso.
« A volte mi scrive. » dice l’altro, atono.
« E tu gli rispondi, magari. » Louis non dà nemmeno il tempo a Harry di
replicare, che già gli è vicino, una mano poggiata dietro la sua schiena e un
piede sprofondato nell’acqua, nella stessa posizione del più piccolo. « Cos’è
che stai cercando di dirmi? Che non mi ami più? » ha la voce tra il frustrato e
il disperato, mentre Harry scuote la testa e si sistema il ciuffo con un
sorriso sghembo.
« Gli piacerebbe. »
« A chi? »
« Non dirmi che non ti stai accorgendo di niente. » dice Harry con ancora quel
sorriso arrendevole sul volto, il pollice che sanguina e non smette, le mani
che oltre ad essere sporche del peccato di tradimento adesso lo sono anche di
sangue.
« Di cosa dovrei accorgermi? » chiede Louis con tono ironico. « Che ti piace
metterlo nel culo a qualcun altro? »
Harry è ferito da quelle parole, e accusa il colpo abbassando il capo. Poi però
allunga il mignolo della mano ancora sana e sfiora il braccio vicino di Louis
sospirando al tocco, e riesce a parlare solo quando si assicura che Louis non
ha intenzione di allontanare il braccio e che, anzi, si sta facendo più vicino,
incapace di fare altrimenti.
« E’ tutto nei loro piani. Ci vogliono dividere, ‘che è da un po’ che causiamo
loro problemi. Non ti accorgi? Ti spediscono a fare compere con Eleanor, ci fanno fare le interviste a coppie, io e Zayn, tu e Liam, io e Niall, ma mai io e te,
ci danno motivo di litigio, cercano di mettere in risalto Niall
al posto mio per coprire il fatto che io stia ogni giorno peggio, ci tengono
rigorosamente in camere separate, se durante un’intervista io e te ci scambiamo
uno sguardo per più di tre secondi, tagliano quel pezzo di intervista e mandano
in onda il resto, sul dvd di Up all night hanno tolto
un sacco di roba. Ci vogliono dividere, Louis, ed è sempre più palese. Mi hanno
lasciato andare in un locale la settimana scorsa e hanno lasciato che mi
sfondassi di alcol sfruttando il mio malumore, tanto per potermi fotografare
per l’ennesima volta con una bella ragazza. Ma sono finito a scopare con questo
Martin, ed è un bene che non si sia venuto a sapere. Tentano di tenermi fuori da ogni foto in cui
ci sei anche tu, e mi fanno parlare poco, e scommetto che è stato il mio nuovo
tatuaggio a giocare il ruolo principale in tutto questo. Ci hanno praticamente
costretto a cercare appartamenti separati, e… »
« Ha, non hanno capito un bel niente. Ci vuole ben altro per staccarmi da te. »
lo interrompe Louis, e gli sfiora la
pelle nuda del fianco col pollice e fa tintinnare le manette muovendo l’altro
braccio.
« E ci sono quasi riusciti. » dice Harry sconsolato, e mentre tira su col naso,
Louis fa aderire il proprio fianco a quello dell’altro.
« Non scherzare. »
« Finiremo per rivolgerci a malapena la parola. »
« Non andrà così. » e adesso Louis ha catturato con l’altra mano il ginocchio
di Harry, che freme a quel tocco. Freme sempre al tocco di Louis, e si chiede cosa
ci sia di sbagliato in lui. Com’è che si sente tutt’ora come una scolaretta
innamorata.
« Non ricordo neanche quand’è che ci siamo dati un bacio decente, e… »
Non riesce neanche a finire, che Louis stringe la mano sul suo fianco morbido e
con l’altra mano gli forza il mento verso le proprie labbra, e quando lo bacia
sente il sapore dell’amore mischiato a quello della morte. Lo sente così vivo
che vorrebbe piangere, e sinceramente Louis non ricorda quand’è stata l’ultima
volta che ha pianto sul serio. Avverte il sentore di morte, come se tutto
dovesse finire così, con un bacio forzato. Ma Harry apre le labbra e accoglie
la bocca di Louis, poi la sua lingua, e sente caldo e freddo, e i brividi gli
ricoprono tutto il corpo. Il pollice sanguina ancora nel momento in cui apre le
braccia per chiudere Louis in un abbraccio, e stringerselo forte al collo e
inspirare profondamente quando infila il naso nei suoi capelli e cercare
nuovamente la sua bocca e far sanguinare anche quella a forza di baci e morsi.
Louis adesso massaggia la nuca di Harry, quei ricci di cui non ha il coraggio
di stancarsi, e lo allontana un momento per prendere fiato, ma continua a
stargli così vicino da avvertire distintamente il pulsare irregolare del suo cuore.
« Non permetterò che le cazzate che stai dicendo accadano. Ti amo così tanto
che il solo pensiero che tu possa avermi tradito mi ha dato forti fitte al
cuore. E allo stomaco. » dice allora Louis, e entrambe le dita stringono
ciocche di capelli di Harry, che si scioglie in un sorriso, e ha gli occhi
lucidi, e forse finalmente le lacrime riescono a scendere. La felicità gli sta
riempiendo le vene come adrenalina, ma allo stesso tempo percepisce un senso di
inquietudine alla bocca dello stomaco, come se tutto dovesse terminare così,
con quell’abbraccio soffocante e le lacrime che scendono liberatorie sul mento.
« Restiamo ancora così. Ho rischiato di lasciarti andare, adesso non mi scappi
più. » dice Louis mentre pianta i polpastrelli delle dita nella schiena di Harry
e quasi gli morde la spalla, e sono parole tanto insolite dette da lui, che
danno una sfumatura diversa alla nottata, che adesso fa ancora più paura.
« Possiamo stare qui tutta la notte? » chiede Harry, il viso che si rifugia tra
i capelli di Louis.
« Anche per sempre, se ti va. » risponde l’altro, con una serenità che quasi
spaventa.
« Di sicuro non ci torno lì dentro. » aggiunge il più piccolo, riferendosi all’albergo.
Louis alza lo sguardo su una finestra che s’è appena accesa e vede spuntare la
testa cespugliosa di Liam, che ci mette un po’ a
mettere a fuoco le due figure che s’abbracciano lì al buio. Louis gli rivolge
un sorriso, e a quel punto anche Liam sorride perché intenerito
da quella scena, poi torna dentro e spegne nuovamente la luce.
« Non ci metteremo più piede. » concorda il più grande, e si scioglie un attimo
dall’abbraccio per poi lasciare Harry giocare con le manette che ha ancora
appese al polso. Si lascia baciare da quelle labbra impossibili e lo ascolta
con attenzione quando mormora:
« Questa storia non andrà a finire bene, vero? »
Louis sorride e bacia il pollice ferito di Harry.
« No. » dice poi, e stringe le labbra, che ricevono un bacio sorridente da
parte del più piccolo, che sembra pronto a volersi alleggerire di quel peso che
gli grava alla bocca dello stomaco. « Andiamo? » chiede poi Louis, e tende la
mano ad Harry, che annuisce prima di prenderla.
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“E’ bello amare ed essere amati, ma preferirei sapere cosa sa Dio.”
Quando entrambi entrano completamente in acqua pensano ai
ragazzi, e a quanto sono contenti di non avere faccende in sospeso con loro.
Pensano al fatto che loro avrebbero capito, pensano a quanto li amano, ma pensano
anche che loro s’amano in modo diverso e profondo, e che alcuni amori non
possono avere un futuro e sono destinati a morire, o a durare all’infinito, ma
da un’altra parte, forse in un’altra vita.
Si baciano infinite volte e tengono le dita intrecciate e si dicono che si
amano tra un bacio e l’altro e fanno l’amore due volte di seguito contro le
piastrelle del bordo piscina prima di scendere sotto il livello dell’acqua.
Senza possibilità di ritorno.
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« Che diavolo succede? »
« Tutta la clientela s’è riversata fuori… »
« Cos’è questo caos? »
« Tu sai che è successo? »
« C’è gente che piange. »
« Quello, quello biondo sta piangendo. »
« Credo fosse loro amico. »
« Amico di chi? »
« Di quei due ragazzi. »
« Ma di che sta parlando? »
« Sembra abbiano trovato due ragazzini morti in piscina stamattina. »
« Sì, li ha trovati mio marito per primo. S’erano legati con delle manette alla
scaletta della piscina, si tenevano per mano ed erano abbracciati. »
“La voce del Nirvana
dice, «Vieni come sei»
E lo farò.”
*
La prima e la seconda
citazione provengono dalla canzone “Pawn Shop Blues” di
Lana del Rey e sono, rispettivamente
“Well, I didn’t know it would come to this, but that’s what happens when
you’re on your own and you’re alright in letting nice things go” e “It’s nice to love and be loved but
I’d rather know what God knows”.
L’ultima invece appartiene alla canzone “Oh say
can you see” sempre di Lana
del Rey ed è “The voice of Nirvana says, “Come as
you are”, and I will.”
Ho ascoltato queste due canzone
mentre scrivevo. (:
Tante belle cose!
Baci a Roberta, perché la sto pensando XD
Mirokia