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Autore: Ino chan    24/06/2012    6 recensioni
-Lil...- James le poggiò un bacio fra i capelli mentre lei sollevava lentamente le palpebre inquadrando prima Harry, poi James che le rivolse un sorriso stravolto- Siamo salvi.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo corto, ma credo dannatamente traumatico.
Un grazie ENORME a coloro che hanno commentato lo scorso capitolo.

 

CAPITOLO 50 .

 

 

 

 

 

Come tutti i bambini anche Harry  Potter aveva un amico immaginario.
Un bambino, più o meno suo coetaneo, che ogni tanto Harry trovava seduto sul bordo del letto e con cui si ritrovava a parlare per ore. Fino a giorno, fino a quando la mamma non veniva a dargli la sveglia e lui era troppo stanco  e assonnato per tenere il cucchiaio sollevato sulla tazza.
Di solito, quel bambino,  compariva quando Harry veniva sgridato da James o da Lily, quando litigava con Hermione, o qualcuno a scuola lo prendeva in giro. Gli sorrideva, lo consolava e giocava con lui, come spesso, nessuno aveva tempo di fare.
Per questa ragione, Harry, non si stupì quando aprendo gli occhi lo vide seduto sul bordo del letto intento a fissarsi i piedini. Si tirò a sedere e gli sorrise, ma l’altro, a differenza del solito, non pareva contento di vederlo.
- Sei arrabbiato?- gli chiese.
Il bambino fece di sì con la testolina spettinata, continuando ad osservarsi i piedini che ciondolavano. Harry aggrottò la fronte, e scivolò da sotto le coperte e cercò di andargli accanto. -Che è successo?-
-Mamma e papà si sono scordati di me.-
Harry inclinò la testa verso la spalla destra - Hai una mamma e un papà?-
Il bambino annuì compito - Certo che ce l’ho, come pensi sia nato? Che mi abbiano trovato sotto ad un cavolo?- si volse verso Harry e lo fissò assorto - Anche sé, sì, la mia nascita è particolare.-
-Particolare?-
-La donna che mi ha partorito, non è mia madre.-
Harry allargò gli occhi, stupefatto - Come non è tua madre?-
L’altro bambino fece di no con la testolina - Vedi, mia madre per salvarmi la vita, commise un peccato mortale. Consultò dei testi antichi, di magia nera,  pensava che sarei rimasto con lei, ma lei si ritrovò a pancia vuota, mentre un’altra donna mi accoglieva.- Harry era visibilmente confuso, così dopo un sospiro, specificò - Harry io sono morto, prima di nascere..-

Harry si tirò indietro, spaventato.
I maghi potevano parlare con i fantasmi?

-Mia madre, per ridarmi la vita, fece un patto con forze antiche quanto il mondo.  Nella disperazione del momento, non ha letto bene il libro che ha consultato per tentare l’incantesimo, e ancora adesso crede di aver fallito.-Il bambino scosse il capo mesto, gli occhi color cioccolato lucidi e afflitti, tanto che Harry, nonostante il moto di inquietudine che gli faceva tremare le membra, gli tornò vicino  - Non sa come  sono andate le cose, che un giorno, i suoi figli si ritroveranno a doversi battere.-

Harry trattenne il fiato, una parte di lui, cominciava a capire, l’altra si rifiutava. Sentiva nella testa come un eco di grida lontane, una donna inginocchiata avanti ad un pentolone, le braccia sollevate al cielo notturno e i capelli appiattiti dalla pioggia. -Come si chiama tua madre?- gli chiese.
Il bambino non rispose,  ma si volse. Harry studiò come se lo vedesse per la prima volta, il naso, lungo, le labbra carnose, gli occhi castani che alla luce della lampada sul comodino mandavano riflessi quasi color ambra e i capelli neri, spettinati.
Lo vide sollevare una mano, piccola e cicciottella -Dammi la mano Harry.-

Harry si tirò indietro.
-Forza…Dammi la mano.-
Harry scosse il capo.
-Non vuoi vedere cosa mi è successo?-
Harry deglutì a vuoto e sollevò lentamente la mano destra. L’appoggiò contro quella del bambino e si spaventò a morte a sentirla reale contro la sua. Era  calda, paffuta, come dei bambini piccoli e dannatamente reale.
Harry si ritrovò a rendersene conto con un brivido.
Quello non era un frutto della sua fantasia.
Ma non ebbe tempo di spaventarsi che si ritrovò ad affogare in una visione contorta e fredda come la neve. Vide due persone fuggire, un baglio argenteo colpirli entrambi. Erano un uomo e una donna. La donna aveva capelli rossi e qualcosa fra le braccia, un fagotto che piangeva disperato.

“PRENDI ME, MA LASCIA STARE LORO!”

 

Harry sentì un fremito di ghiaccio percorrerlo, era la voce di sua madre.
La donna poggiò a terra il bambino e spalancò le braccia per far da scudo  ai due dietro di lei. L’uomo a terra, suo padre, raspò il terreno con una mano per cercare di tirarsi su, ma troppo tardi, la donna fu colpita da una fiammata verde e cadde a terra.
Lo stesso accadde al bambino, a lui, ma il fuoco verde lo avvolse senza fargli male , e lo rispedì indietro lasciandogli solo una ferita alla fronte che sanguinava copiosamente.

 

“Io sono morto così Harry…”

Harry riemerse a fatica da quella visione angosciante, ritrovandosi ad un soffio dal naso il suo amico, non più immaginario…

 

“…PER COLPA TUA.”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

Le grida di Harry rimbombarono per la Tana assordanti. Ron, che dormiva nel letto accanto a quello di Harry, e che non si era accorto di nulla, visto il sonno pesante, scattò a sedere con un gridolino, anche lui spaventato, Hermione che dormiva nella stanza accanto con Ginny, arrivò per prima.

-Che succede?- chiese  avvicinandosi al letto, mentre si udivano i passi pesanti di una mandria di adulti in arrivo. Ron, allontanò le coperte con un calcio, si avvicinò alla branda occupata da Harry e lo  afferrò per le spalle, scrollandolo forte per farlo smettere di urlare a quel modo.
-Non lo so. Brutto sogno?-
Hermione fece per rispondere che fu scansata a malo modo da Lily. La donna si chinò sul letto del figlio e quella gli si aggrappò alle braccia, la voce ridotta ad un rauco gorgoglio terrificato - Harry, tesoro hai fatto un brutto sogno?-  Lily cercò di calmarlo, ma Harry non saperne di calmarsi. Anche se stava perdendo la voce, riprendeva fiato solo per tornare a strillare - Harry, dolcezza, amore…- Lily cercò di abbracciarlo mentre James  si avvicinava al letto ansando - Dillo alla mamma che hai sognato.-

In quanto Profeta, e quindi veggente, non era la prima volta che Harry si svegliava urlando per via degli incubi. Una volta aveva addirittura sognato il rapimento e l’omicidio di una bambina di quattro anni, e alla televisione, aveva indicato ai genitori il colpevole “E’ stato lui. Voleva altri bambina, ma sua moglie no. E così gli ha tolto la bambina che aveva.” aveva detto, e qualche giorno dopo, Lily aveva letto sul Times la notizia dell’arresto del patrigno della bambina. Ovvero la persona indicata da Harry durante il pranzo di qualche giorno prima.
James si sedette sul letto, alle spalle della moglie e passò una mano sul capo di Harry - Tesoro, respira, smetti di gridare.- cercò di calmarlo - Sono solo sogni. Visioni. Non ti possono fare del male.- era fecile dirlo adesso, ma anche lui da bambino, così come Cecily, ne aveva avuti di risvegli a suon di urla - Raccontami che hai sognato.-
Harry puntò gli occhi verdi verso il padre, poi si volse verso Lily, la donna che aveva visto inginocchiata ai piedi di un pentolone, sotto la pioggia battente.

-IO HO UN FRATELLO?-

James ritirò la mano dalla testa di Harry, Lily sentì tutto il sangue presente nel suo corpo evaporare. Sirius, che era sulla porta della cameretta con Remus, si scambiarono uno sguardo sbalordito.

-MIO FRATELLO E’ VIVO.-

   
 
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