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Autore: LaMicheCoria    24/06/2012    3 recensioni
Sul volto della Nazione tedesca è comparsa un’espressione così colma di adorazione e meraviglia, che Veneziano ha sentito il cuore stringersi per la commozione.
Il Consiglio Superiore ha protestato, ha fatto sentire le proprie ragioni, ha urlato, ha gridato, e anche Romano non è stato da meno sacramentando più di quanto buona creanza vorrebbe, ma gli è bastato quello sguardo, solo quello sguardo per tornare fermo nel suo proposito.

L'Arte e la Guerra.
E questa è una polvere grigia che cade sugli occhi dei figli dell'uomo (Il Centro del Fiume - Pierangelo Bertoli)
[Presenza di personaggi storici: Gian Galeazzo Ciano e Rodolfo Siviero]
[Prima Classificata al Mini-Contest indetto da AmyLerajie sul suo blog, parimerito con happylight ]
[3 Capitoli]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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II.

 

Germania fa un gesto.
Il soldato si mette sull’attenti.
Veneziano trema.
Fermati, Germania, fermati, ti prego.
Non sono tante parole e non dovrebbero essere così difficili da pronunciarsi.
Sono una preghiera, un’invocazione, ma la voce non esce: si sgretola nel petto e marcisce dentro i polmoni; la bocca si schiude, il petto si alza, sollevato da un timido respiro…eppure è solo silenzio quello che gli scivola dalle labbra.
Deglutisce, accenna un passo verso il soldato, tende il braccio, fermati, fermati, lascialo, non ti avvicinare, e alla fine sono solo dita serrate contro la spalla e il mondo che si infrange.
Tutto sfuma, tutto si cancella, tutto si frantuma.
Il soldato allunga le mani, afferrando il quadro senza darsi pena della grazia o della cura; si aggrappa alla cornice e la stacca dalla parete con uno schiocco, le vene del collo spiccano gonfie per lo sforzo e il corpo si inclina, piegato dal troppo peso.
Veneziano soffoca un gemito e si porta una mano al cuore, serrando le palpebre.
Vorrebbe morire, morire e non svegliarsi più. Morire e annegare e svanire e dormire, dormire e solo dormire, avvolto nei morbidi panneggi del Raffaello, tinti del rosso sangue di Tiziano.
Da quando quadri e statue sono divenuti meno di nulla? Da quando li si esamina come si farebbe con la chiostra di denti di un cavallo? La forza del colore non è quella dello zoccolo, lo scatto che flette il ginocchio di una scultura non è lo stesso dell’animale al galoppo!
Te l’ho spiegato tante volte, Germania! Tante volte e tanto tempo fa, possibile che non ricordi? Il tuo sguardo meravigliato allora mi stringeva il cuore in una dolce morsa, ora invece lo dilania! Quegli occhi accesi dallo stupore ora sono per me fonte della più profonda disperazione, sono una maledizione da cui non riesco a salvarmi, e sacrificherei tutte le stagioni di questa vita per poter vedere la disapprovazione e lo sdegno corrugarti la fronte!
Il soldato traballa sotto la cornice, i piedi incespicano, Veneziano si tende, Germania non lascia la presa.
Se solo potesse, se solo non fosse costretto a osservare con l’ordine tassativo di non parlare, di non muoversi a difesa di quello che è suo e di suo fratello, di quelli che sono la loro vita e i loro ricordi, allora si volterebbe di scatto e gli morderebbe la mano, affonderebbe i denti nella carne, e stringerebbe, stringerebbe fino a sentire le ossa cozzare contro il palato e il sangue riempirgli le guance.
No! Deve smetterla con simili pensieri! Non può, non può mostrarsi ribelle a Germania…! Non può, non può, non può.
Fingi, annuisci, sii timido, stai in silenzio. Sorridi se lui lo chiede, se lo impone, taci. Dimentica di essere l’Italia del Nord, riduci te stesso ad un frammento di terra a strapiombo sul Golfo, guarda il tuo riflesso mentre annega nel torbidume livido del lago.
-Il Kunstschutz se ne prenderà cura, vedrai-
Mostrati sollevato, Veneziano. Alza timidamente gli occhi, annuisci appena, concedigli un sorriso di ringraziamento, nascondi la tensione dei muscoli. I suoi occhi slavati e vitrei ti fissano e si aggrappano al tuo volto, cercando una scintilla, una speranza di comprensione.
Dimostragli in silenzio la tua fiducia nell’Istituzione e in quegli imballaggi simili a moncherini fetidi, nella carta di giornale stropicciata a coprire i vuoti tra le facce del cartone bucato, nelle casse scardinate, nei chiodi piegati minacciosamente verso la tela, nei buchi e negli spifferi da cui si intravedono gli occhi pietosi di una Vergine o la scintillante, inutile spada di San Giorgio, levata contro uno sconquassato serpente di legno.
-Lo so- mormora Veneziano e le parole si trascinano a fatica dentro la bocca gonfia, impastata di sabbia
Sarebbe così facile spezzare Germania, in quel momento. Negargli ogni appiglio. Ogni speranza. Ogni aiuto. Sarebbe così facile. Spezzarlo e spezzarsi a propria volta, perché se Germania cade, Veneziano cadrà con lui -e non per mera politica.
-Non permetteremo a tuo fratello di distruggerlo-
Il respiro si conficca nei polmoni, ma Veneziano si costringe di nuovo ad annuire.
Romano, fa’ attenzione, Romano.
Suo fratello corre e scappa e spara tra i monti e gli arbusti, e Germania vede in lui l’unico pericolo alla stabilità dell’occupazione sul territorio italiano. A Romano imputa la colpa della guerriglia, dei convogli distrutti, dei ponti crollati, dei prigionieri liberati.
Ah, Germania, se solo tu sapessi.
Veneziano si obbliga a dimenticare d’essere ben più che uno Stato fantoccio, ma Germania lo ha scordato per davvero.
Romano no, come non ha dimenticato il loro legame di fratelli: lui si occupa dei balzi e delle gole, Veneziano scivola e si districa in ragnatele di inganni e corruzioni. Romano si prende cura dei figli della terra, Veneziano dei figli della politica. Si finge sottomesso, si finge fedele, si finge sconfitto: mostra il volto sorridente e nasconde il petto che brucia di libertà.
Non ti ho voltato le spalle, Italia. Aspettami, aspettaci.
Solo qualche settimana, solo qualche mese, solo qualche anno ancora! Ti libererò, Italia! Ti libereremo!

Germania lo spinge verso un’altra Sala, verso altri animali da esaminare, catalogare alla bell’e meglio e imballare in tutta fretta. Veneziano torce il collo e dietro le spalle del tedesco coglie il luccicare delle lacrime della Vergine.
Tornerete a casa, ve lo prometto.
E questa, lo sa, non è una menzogna.
Quando gli ha aperto le porte di Ville Triste, Rodolfo Siviero ha annuito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

Dall’autunno del ’42 Goering strappava a Firenze capolavori inestimabili.
Con i suoi treni speciali molte opere partivano senza alcuna noia amministrativa e doganale. Siviero ci raccontava che “
questa situazione nel settore delle Arte fra i gerarchi nazisti e l’Italia durò fino all’8 Settembre 1943, data in cui fu istituito, al comando del colonnello Alexander Langsdorf, il Kunstschutz. Da questa data il patrimonio artistico, storico e bibliografico italiano passò sotto la protezione di Hitler e di Goering, e il programma del Governo Nazista per la spoliazione delle opere d’arte in Italia poté così completare il suo ciclo (…) Nel luglio del 1944, poco dopo l’occupazione di Roma da parte delle truppe alleate, il quadro della situazione era questo: i tedeschi avevano portato in Germania e al Nord più di duemila oggetti d’Arte di pertinenza di Gallerie pubbliche e cittadini privati.”
(Manuale di Legislazione dei Beni Culturali, Giulio Volpe)

 
E le truppe naziste che portavano via i quadri e le sculture non si davano tanta pena nell’imballaggio: dovevano trafugare, portarle via, e dovevano farlo in fretta.

 

Rodolfo Siviero è stato un agente segreto, storico dell'arte e intellettuale italiano noto soprattutto per la sua importante opera di recupero delle opere d'arte trafugate dall'Italia nel corso della Seconda guerra mondiale.
Dopo l'8 settembre 1943 Siviero si schiera con il fronte antifascista. Si occupa prevalentemente di monitorare il corpo militare nazista detto Kunstschutz, corpo istituito originariamente con lo scopo di proteggere il patrimonio culturale dai danni della guerra, ma che sotto le direttive naziste si occupava di trafugare dall'Italia verso la Germania il maggior numero di opere d'arte. Nella casa dello storico dell'arte ebreo Giorgio Castelfranco sul lungarno Serristori di Firenze – oggi nota come Casa Siviero – Siviero si occupa di coordinare alcune delle attività partigiane di intelligence.
Dall'aprile al giugno 1944 viene imprigionato e torturato dalle milizie fasciste di Mario Carità nella nota Villa Triste di via Bolognese, a Firenze. Resiste agli interrogatori e, grazie all'interessamento di alcuni ufficiali repubblichini che in realtà collaborano con gli alleati, viene rilasciato.
Grazie ai meriti acquisiti nella Resistenza, nel 1946 il Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi nomina Siviero "Ministro plenipotenziario" affidandogli l'incarico di dirigere una missione diplomatica presso il governo militare alleato in Germania con lo scopo di stabilire il principio della restituzione delle opere trafugate all'Italia.
Riportate in Italia la maggior parte delle opere, Siviero – a partire dagli anni cinquanta – si occupa sistematicamente di ricercare, per conto del Governo, tutte le opere d'arte che vengono rubate ed esportate dall'Italia.
(Wikipedia)

 

 

 

 

 

 

Vorrei, cioè, tipo, ringraziare quella donnaH di Rota e Sara_sakurazuka per aver recensito <3 *Scuora e coccoleggia*
E poi, ringrazio anche Black Knight e KonataR per aver messo la storia tra le seguite <3

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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