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Autore: Scream_Out_Loud    24/06/2012    1 recensioni
Per leggere la presentazione dei personaggi e la trama leggete il primo capitolo.
Per vedere il trailer cliccate qui: http://www.youtube.com/watch?v=ebUB4lk8IvI&feature=relmfu
Spero che la seguirete in tante!! :D
xxx :)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Believe In Me'
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Capitolo 7.
Ciò che veramente sono.

 

 

[Milly]
- Chiudi gli occhi -- ribadì, alzandosi e facendomi alzare a mia volta. Non acconsentii, non ancora. -- Ti ho detto di chiudere gli occhi -- riaffermò quasi esasperato. -- Va bene va bene! -- acconsentii, curiosa di cosa aveva intenzione di fare. Una volta che le cortine dei miei occhi si chiusero, sentii delle labbra premere sulle mie, labbra calde, morbide. Sentivo il suo profumo, il suo calore che si trasmetteva al mio corpo, si avvicinò sempre di più mettendo una mano sulla schiena, e una sul collo, appena sotto alla mandibola. Sapevo che stavo facendo una cosa spregevole ma non so cosa, mi impedì di terminare lì, fece il bacio più intenso come per chiedermi se ricambiavo o no, ma sinceramente non capivo più cosa stavo facendo, portai le braccia al suo collo. Ci staccammo solo quando mia madre bussò alla porta -- Dimmi mamma -- dissi cercando di non far trasparire l'imbarazzo che provavo dopo quel bacio, così bello ma così proibito, così sbagliato. -- C'è la madre di Harry qui -- rispose lei dall'altra parte della porta. -- Va bene -- risposi -- Le dica che sto arrivando -- aggiunse Harry. Sentii i passi di mia madre farsi più lontani, ora non c'era più. Non riuscivo a guardare Harry negli occhi, mi sentivo così male eppure così bene. Si avvicinò e mi alzò il mento con il dito, costringendomi a perdermi nei suoi infiniti occhi. Ora capivo cosa poteva provare Katy per un ragazzo così enigmatico, dannatamente bello, ingannevole e così tremendamente esplicito. Mi guardò senza proferir parola, ma in quel silenzio c'erano più parole di quelle contenute in un romanzo. -- D-devi andare -- proruppi io, rovinando quel momento fantastico.
- Certo.. -- dichiarò lui -- ci vediamo domani a scuola -- detto questo raccolse i suoi libri e i suoi fogli, ma prima di varcare la porta tornò velocemente indietro e mi stampò sulle labbra un altro dolcissimo bacio, sfuggente ma dolce.
Cosa avevo fatto! Mi vergognavo di me stessa eppure non riuscivo a non essere felicemente scossa per quello che era successo. Ora dovevo pensare a Katy. Glielo dovevo far sapere, o forse era meglio aspettare? La notte porta consiglio, così mi infilai il mio pigiamino e mi addormentai sotto le leggere lenzuola del mio baldacchino.
 
[Katy]
L'indomani arrivai a scuola, avevamo due ore di arte e una di letteratura vicine, quindi le avremmo usate per provare. Entrai nel grande auditorium e sorpassai tutte le poltroncine blu fino a che non arrivai alle scalette che conducevano sul palco. C'erano già la Laurence e la Welles che sistemavano le sceneggiature. Dovevo assolutamente fare qualcosa per evitare quella scena.
- Ciao Courtney -- mi avvicinò cortesemente la professoressa Welles. Avevo il copione bene in vista, pronto sulla pagina esatta dove c'era la scena che doveva essere cambiata, DOVEVA.
- Buongiorno, avevo una piccola osservazione sul copione, qua alla pagina 25 -- mostrai il punto esatto alla prof.
- si.. e qual è il problema? -- chiese.
- beh... come la facciamo questa scena? Volevo ricordare che Romeo lo interpreta Zayn Malik... - risposi come se fosse una cosa ovvia.
- oh cara ma se non sei pronta per fare questa scena cambiamo attrice, Giulietta la farà Mary Anselms se non ti senti -- disse prontamente lei.
- No! -- obiettai, non potevo farmi fregare la parte da quella buona a nulla, sapeva solo sculettare alzare le gambe e fare lo spelling a ogni santa parola. Quanto odio le cheerleaders...
- Va bene... - acconsentì la Welles compiaciuta.
- su ragazzi tutti ai vostri posti! -- si intromise la Laurence. Vidi che c'erano tutti, tranne uno. Proprio in quel momento lo vidi varcare la porta dell'auditorium correndo come un forsennato ... Zayn.
Di solito andavo a scuola con Milly ma oggi non c'era alla fermata, dopo non molto la vidi arrivare in ritardo. Strano, di solito lei era sempre puntualissima, più di un orologio svizzero. La salutai, lei mi rispose con un semplice sorriso, poi iniziarono le prove. Arrivammo alla scena 'proibita' e lì, sia io che Zayn ci lamentammo a gran voce, nessuno dei due voleva farlo, io non volevo, soprattutto per Milly che sapevo aveva una cotta per Zayn fin dalle elementari. Le professoresse, scesero a un compromesso, un bacio sulla guancia, anche se a me dava comunque fastidio. Però ci dissero chiaro e tondo che l'ultimo pezzo, quello dove Romeo lascia l'ultimo bacio a Giulietta e poi Giulietta cerca il veleno sulle labbra dell'amato, beh ci dissero che quello andava fatto, senza tralasciare nulla. Tenevo veramente tanto a quella parte, volevo dimostrare chi ero, però il 'prezzo' era alto, guardai Milly, cercando una risposta, ma lei abbassò lo sguardo.
- Rinuncio al mio ruolo di Giulietta -- affermai.
Milly si precipitò verso di me -- Katy guarda che non devi rinunciare! So quanto ci tieni a questa parte, non farlo! -- mi supplicò.
- Ma Milly sei sicura? -- le chiesi.
- Si si lascia perdere me, so che è la tua ambizione -- continuò lei.
- v-va bene -- acconsentii, un po' incerta -- va bene farò la parte di Giulietta --
Zayn assisteva in silenzio, non capivo cosa avesse, sembrava mentalmente assente, forse pensava di aver fatto uno sbaglio a passare un intero pomeriggio con una sfigata come me... sapevo che non avrei dovuto pensare che era migliore degli altri fighetti...

[Zayn]
La sera scorsa tornai a casa, trovai mia madre e mio padre che silenziosamente mangiavano. Entrai e non mi degnarono di un saluto, anzi.. se l'avessero fatto sarebbe stato meglio. Mio padre mi bloccò bruscamente.
- Zayn , vieni qua -- asserì fermo mio padre. Entrai preoccupato in cucina, luogo che oramai corrispondeva al luogo delle torture.
- Dimmi papà --
- Dove sei stato? --
- a casa di ... un'amica -- asserii, non troppo convinto.
- e come si chiama questa "amica"? -- chiese mio padre.
- Courtney Saunders -- risposi -- Perché? -- 
- Non la devi più vedere -- disse secco mio padre.
- Credimi, non è difficile farlo -- replicai.
- Bene -- affermò di nuovo lui.
- Perché dovrei evitarla? -- richiesi, spinto dalla curiosità.
- Lei e la sua famiglia ci hanno fatto un torto tanto tempo fa.. --
- Che tipo di torto? --
- Non ti interessa... -
- No ora me lo dite -- ribattei deciso.
- non ne hai il diritto --
Cercai più volte di farli parlare ma non riuscii nel mio intento, così me ne andai a letto, deluso e insoddisfatto.
La mattina mi svegliai, in ritardo come al solito. Però oggi avremmo avuto le prove e nessuno mi avrebbe perdonato se avessi saltato le prove. Dovevo darmi una mossa. Corsi fino a scuola, dato che l'autobus era bell'e che andato. Arrivai, e iniziammo a provare quando arrivammo al punto cruciale della tragedia. Ci opponemmo quando poi vidi Katy voler rinunciare alla parte. Milly le corse incontro chiedendole di non farlo , non sapevo bene il perché, ma so che centravo anche io in qualche modo. Assistevo in silenzio, per fortuna Katy non rinunciò alla parte, provammo l'intera tragedia, anche se con qualche difficoltà.
Arrivai con fatica all'intervallo, a storia mi sedetti per i fatti miei ma per geografia dovetti lavorare con Katy, mentre prendevamo le misure per il cartellone le chiesi -- tu sai qualcosa? --
- di cosa? -- domandò confusa.
- c'è qualcosa tra la mia e la tua famiglia, ma nessuno mi vuole dire cosa.. -- spiegai.
- anche a me nessuno vuole dire cosa.. --
- mi hanno detto di starti alla larga -- dissi.
- mi hanno detto la stessa cosa... - sussurrò.
- Beh qualcosa dobbiamo fare -- replicai
- si.. ubbidire -- disse scandendo il verbo.
- oh ma per piacere -- sbuffai -- non lo faccio mai, e guardami -- mi indicai.
- non voglio diventare una fallita -- disse scherzosa.
- guarda che mi offendo -- risposi altrettanto spiritoso.
- sentiamo... Master dell'evasione, che cosa proponi? --
- Beh possiamo vederci di nascosto -- le strizzai l'occhio.
- beh le cose proibite ti attirano sempre eh Malik? -- sorrise, da quando l'ho conosciuta non aveva ancora sorriso, rimasi colpito da quello strano sorriso e senza accorgermene rimasi a fissarla inebetito.
- perché mi fissi? -- chiese alzando un sopracciglio.
- non sei male -- ammisi.
- Malik, non ci provare -- mi guardò seria.
Notai Louis fissarci dall'altro lato della classe, lui era con Sharon Lisley una gnocca da paura, ma fissava me e Katy, o forse solo Katy. Sapevo che lei non era una di quelle che si conquistano con due parole, dovevo conoscerla molto meglio, ma era piuttosto difficile... almeno per uno come me. Poi con questa cosa delle famiglie, delal quale non eravamo a conoscenza, non mi avrebbe mai permesso di starle tanto vicino. Lei che era sempre così austera e allo stesso tempo provocante, che seguiva le regole rigorosamente, scommetto che non aveva nemmeno mai detto una bugia...Era veramente molto diversa da me.

[Milly]
Passavano i giorni, continuavo a fare la ricerca con Harry e passavo ogni cambio d'ora con lui in qualche sgabuzzino a baciarci, ma sempre tutto di nascosto. Sapevo che non dovevo prenderla come una cosa seria, dovevo pur sempre ricordare che Harry era uno sciupafemmine di prima categoria, ma poco mi importava, quando sentivo le sue labbra contro le mie mi sentivo bene ma allo stesso tempo mi sentivo tremendamente male, come se fossi marcia dentro, e forse un po' lo ero. Okey, non "forse un po'" ma "un po' molto". Dovevo dirlo a Katy ma non avevo il coraggio...  se gliel'avessi detto come minimo non mi avrebbe più parlato, e l'avrei capita. Anche io avrei reagito allo stesso modo se lei avesse baciato Zayn, quando ancora mi piaceva... non so se ero veramente innamorata di Zayn... Forse innamorata è una parola grossa per definire un attrazione per una persona che conosci solo di vista. Con il passare dei giorni conoscevo sempre meglio Harry, e più mi avvicinavo a lui, più sentivo che mi stavo allontanando da Katy, lei mi cercava spesso ma io le dicevo sempre che ero impegnata, anche ai cambi dell'ora non ci incontravamo quasi più. Ho deciso. Domani le avrei detto tutto, sperando che possa perdonarmi.

[Katy]
Continuavo a cercare Milly ma non mi rispondeva o diceva che era occupata, non so cosa stesse succedendo però ero sicura che mi stava nascondendo qualcosa. Addirittura ai cambi dell'ora ero da sola perché lei era finita chissà dove. Forse aveva trovato un'amica migliore di me... Da quando abbiamo iniziato la ricerca, nessuna delle due ha mantenuto la promessa, io non l'avevo informata su Zayn e lei non mi aveva informata su Harry. Ci stavamo perdendo, lo sentivo chiaramente, sentivo una parte di me che svaniva, si dissolveva come la polvere nell'aria. Ero, come al solito, da sola girando per i corridoi, invisibile come sempre, conoscere Louis e Zayn non aveva cambiato le cose, loro stavano comunque con i loro amici, e io di amiche oltre a Milly non ne avevo. Dicevo.. Stavo camminando per il corridoio quando sentii una voce familiare chiamarmi, mi voltai e vidi Louis che con il suo zaino mi correva incontro -- Ciao Katy -- mi salutò sorridente.
- Ciao Lou -- sorrisi di ricambio, avevamo fatto amicizia, dopo le tante ore di ginnastica passate insieme nello sgabuzzino (xD) a parlare del più e del meno, dei nostri sogni, delle nostre passioni. Non mi aspettavo di diventare la sua migliore amica, ne tantomeno che stesse con me a scuola, infatti mi stupii quando mi salutò senza paura che qualcuno lo vedesse. Oramai eravamo in confidenza quindi ci chiamavamo con i nostri nomignoli.
- Che ora hai adesso? -- mi domandò.
- matematica -- sbuffai, sapevo bene che lui aveva musica di lunedì alla seconda ora lui aveva chimica, e anche se le classi erano piuttosto lontane si offrì per accompagnarmi fino alla classe del professor Hughes, una volta arrivati rimasi ancora stupita. Perché? Perché mi lasciò un dolce bacio sulla guancia e se ne andò, sorridente come sempre. Rimasi piuttosto sbalordita da quel suo gesto, e lo interpretai come un bacio amichevole sulla guancia, così entrai e mi posizionai lontano da quel molestatore di Erik Tunner. Che non esitò ad avvicinarmisi.
- Vattene. Non è giornata -- gli risposi secca. Lui mi guardò incredulo per il tono così duro con cui era stato respinto e si sedette, grazie al cielo, lontano da me.

[Zayn]
I giorni passarono, andavo a casa di Katy subito dopo scuola ma andavo via prima che i suoi tornassero, e dicevo ai miei che stavo da Liam. Lunedì notai che Louis Tomlison girava con lei per il corridoio, cosa strana dato che di solito era con Harry. Anche Harry era piuttosto strano ultimamente, si faceva vedere di rado e ai cambi d'ora spariva sempre, bah...
Era un giovedì, stavo camminando nervosamente da una parte all'altra della camera di Katy ripetendo ad alta voce la mia parte, mentre Katy stava seduta a gambe incrociate sul letto, facendo la parte di Tybalt, era la scena del duello dove dovevo uccidere il Capuleti. Mi lanciai sul letto vicino a lei simulando il momento dell'attacco, iniziammo tutt'e due a ridere come degli imbecilli. Eravamo tutti e due sdraiati sul letto a ridere quando ci bloccammo, eravamo troppo vicini, almeno per lei. Fissavo i suoi bellissimi occhi color mare, che timidamente non riuscivano a ricambiare il mio sguardo.
Sentimmo una porta aprirsi, era suo padre.
- Katy sono a casa! -- urlò.

[Kat]
Conobbi un po' meglio Zayn, in fondo (ma molto molto in fondo) era un bravo ragazzo... Mi cadde addosso come un sacco di patate mentre faceva il locco. Quando smisi di ridere notai che mi guardava profondamente negli occhi. Non riuscii a sostenere quegli occhi così intensi e abbassai lo sguardo. Sentii mio padre rientrare. Controllai l'ora. Era tornato in anticipo, feci segno a Zayn di aspettarmi in camera e scesi andando incontro a mio padre.
-- Ciao pa' ma come mai sei rientrato così presto? --
- Ho finito prima al lavoro -- disse dandomi un bacio sulla guancia.
- Ah.. Okey -- sorrisi, era un sorriso finto ma mio padre ovviamente non se ne accorse.
- Vado a farmi una doccia, sono esausto --
- Va bene, io intanto rimango di sopra, studio ancora un po'... poi suono, tengo il volume basso, non do' fastidio --
- va bene tesoro -- detto questo ritornai di sopra e trovai Zayn seduto sul letto con in mano il mio diario.. IL MIO DIARIO!!
Mi precipitai verso di lui e glielo levai dalle grinfie.
- Caspita Harry ti piace proprio tanto eh? – disse con un sorriso furbetto stampato in faccia.
- Non vengo di certo a dirlo a te, Malik – risposi altrettanto prontamente.
- Beh, adesso ti devi affidare a me dato che abbiamo fatto un patto e se non mi aiuti non potrò fartelo conoscere – disse avvicinandosi a me quasi minacciosamente. Eravamo piuttosto vicini quando sentii puzza di fumo impregnata nei suoi vestiti. Odiavo il fumo, ero per di più allergica.
- Ma tu fumi? – chiesi perplessa
- S-s-n-no – rispose lui incerto, anzi dire incerto è troppo poco. Di risposta lo guardai alquanto sarcastica – mi prendi in giro? Guarda che i tuoi vestiti puzzano di fumo… -
- Davvero? – chiese lui scioccato.
- Si – affermai – e io sono allergica al fumo – aggiunsi.
- Ah.. – rispose un po' basito – scusa non lo sapevo –
- no ma a me non hai fatto niente, sei tu quello che si sta rovinando –
- Oh senti non venirmi a fare le prediche, santarellina – mi guardò seccato.
- E allora tu non dire balle… Playboy – dissi con il suo stesso tono.
- come mi hai chiamato? – disse mentre sul suo viso si dipingeva un sorriso beffardo e compiaciuto allo stesso tempo.
- p-playboy…? – chiesi confusa.
- Quindi secondo te sono figo? – disse avvicinandosi sempre più. Occielo che occhi, erano scuri e intensi, molto diversi da quelli del mio amato Harry ma profondi almeno quanto quegli smeraldi lucenti. Senza rendermene conto indietreggiai appena e lui soffocò una risata, iniziando a darsi delle arie – faccio questo effetto lo so – si vantò.
- Narcisista – sbuffai, mi aveva quasi fatto prendere un abbaglio.
- Narci-che? – chiese lui sbigottito.
- Narcisista – sillabai – scommetto che non sai cosa vuol dire, vero? -.-“ –
- ehmm.. no – sorrise innocente lui.
- Beh ti do un sinonimo così forse lo capisci meglio: Zayn Malik – risposi sarcastica.
- ah ah ah – fece finta di ridere lui. Io ribattei con un semplice sorriso soddisfatto. Poi mi diressi verso la mia adorata pianola/tastiera e sistemai lo spartito di “Love the Way You Lie”.
- E così suoni? – chiese curioso il moro.
- Cosa te lo fa pensare? – risposi ironica.
- Sempre simpatica tu eh -.-“ – replicò lui.
- Tu non suoni? – gli chiesi
- Nah… - rispose indifferente – suonavo ma ho smesso.. –
- Vuoi provare? – domandai indicando la pianola e alzandomi dalla seggiolina. Lui, dopo un attimo di esitazione accettò. Posizionò le mani sulla tastiera – No, i polsi vanno tenuti in su non piegati verso il basso – gli spiegai. Lui sistemò i polsi, ma non sapeva da che parte cominciare così misi le mie mani sopra le sue sistemando le dita sui tasti giusti e lentamente iniziai a suonare, con le sue mani. Lui mi guardava un po' stupito, però si lasciò guidare. Riuscii a fargli strimpellare il ritornello, sorrisi – visto? Ci sei riuscito – lo osservai soddisfatta. Lui si alzò e si avvicinò a me, senza proferir parola, verbo, senza emettere alcun suono. All’improvviso mi abbracciò, stringendomi forte. Spalancai gli occhi non capendo perché mi stava abbracciando ma devo ammettere che stavo veramente bene tra le sue braccia. Dopo un minuto abbondante si staccò e mi guardò negli occhi e li intravidi farsi lucidi.
- Z-Zayn? – balbettai.
- Grazie – disse, con un tono che esprimeva profonda riconoscenza.
- P-per cosa? – chiesi ancora stupita di vedere un duro come lui, sciogliersi così improvvisamente.
- Per credere in me – rispose lui.
 
[Zayn]
Quando suonavo guidato da Katy era come se mi fossi di nuovo sentito apprezzato, come se finalmente avessi ritrovato chi ero, perché forse mi ero perso per strada. Nessuno mi aveva mai aiutato in questo modo, nemmeno i miei genitori benché ci provassero mi avevano dato la stessa fiducia.
- Z-Zayn? – balbettò.
- Grazie – dissi riconoscente.
- P-per cosa? – domandò ancora un po' perplessa.
- Per aver creduto in me - Non serviva nessun’altra parola, avevo detto le verità, nessuno aveva mai creduto in me come lei aveva fatto, in quel piccolo lasso di tempo, aveva creduto in me quando mi aiutò con la parte di Romeo, aveva creduto in me quando avevamo iniziato a fare la ricerca, aveva creduto in me aiutandomi a ritrovare la mia strada, toccare i tasti, produrre un intensa melodia, mi aveva fatto ritrovare la strada che avevo perso. E solo grazie a lei.

[Katy]
- a volte abbiamo bisogno di qualcuno che, credendo in noi, riesce a farci credere in noi stessi – ammisi un po' rassegnata, sedendomi sul letto. Si sedette accanto a me, senza aggiungere altro. C’era silenzio, non uno imbarazzante ma uno pacifico, che lasciava spazio ai pensieri, che in quel momento vagavano per la mia testa come schegge impazzite. A rovinare quel bel momento ci pensò mio padre, la cosa buona era che lui aveva il passo di un elefante quindi sentivo sempre se si stava avvicinando, feci cadere Zayn dietro il letto. – vai sotto! – sussurrai, poi mi precipitai alla pianola. E la porta si aprì. – Tesoro, sai se c’è la pancetta? – chiese mio padre, già in tenuta da pascià.
- P-penso di si – risposi confusa – c’è sempre la pancetta nel nostro frigo – dissi alzando le spalle e rivolgendo di nuovo lo sguardo ai tasti bianchi e neri.
- Okay – disse mio padre non troppo convinto – quando arriva la mamma scendi che mangiamo –
- va bene – acconsentii, e poi mio padre lasciò la stanza. Zayn uscì da sotto il letto, con in mano le barbie di quand’ero bambina -.-“
- Zayn ma tu puoi per una volta non frugare nella mia roba?! – chiesi seccata.
- Ciao mi chiamo barbie! – disse imitando la voce da donna e muovendo la bambola dalla bionda chioma.
 - Sei tutto scemo – ridacchiai. Zayn posò le barbie lì dove le aveva trovate e si diresse verso la finestra, stava per uscire da lì. – Cosa fai? – chiesi scioccata.
- Vado a casa – rispose lui con fare ovvio.
- No devi aspettare che torni mia madre altrimenti ti potrebbero vedere – dissi, e proprio in quel momento vidi una macchina girare l’angolo, la macchina di mia madre – torna dentro – lo spinsi in camera.
Rimanemmo un paio di minuti in silenzio, per sentire poi mia madre fare il suo ingresso.
- Okay ora puoi andare, aspetta che io parli con i miei in cucina e poi esci – gli dissi.
Lo salutai chiudendo la porta dietro di me e spegnendo la luce.
Scesi in cucina e cenammo, chissà se Zayn era riuscito a tornare a casa. Una cosa era certa, i miei non lo avevano visto e questo era già tanto. Lavai i piatti e poi diedi la buonanotte ai miei genitori che stavano seduti sul divano a guardare la televisione. Mi ero dimenticata il braccialetto in cucina, scesi le scale con passo felpato, ma mi fermai in tempo per sentire quello che stavano dicendo i miei.
- Secondo me sei stato troppo duro, che colpa ne ha il figlio? – sentì dire da mia madre.
- sarà uno spiantato proprio come suo padre! – esclamò mio padre, capii che stavano parlando di Zayn e della sua famiglia.
- Tu l’hai lasciato in difficoltà e te ne sei andato, devi ricordare anche questo – obiettò mia madre.
- I debiti erano i suoi! Non mi sarei di certo lasciato trascinare con lui in un oblio! Hai visto?! Ci siamo salvati in tempo! Ci è mancato poco che gli pignorassero la casa, se fossi rimasto in società con lui probabilmente ora non ci potremmo permettere quello che abbiamo – replicò mio padre.
- ho capito ma non è detto che il figlio sia come lui, e poi capita di avere dei debiti, era un tuo amico… – ribattè mia madre. Non volevo più sentire niente di quel discorso, mio padre aveva lasciato i genitori di Zayn in società, perché avevano dei debiti? Li aveva lasciati soffocare per colpa dei debiti?! Non potevo credere a quello che avevo sentito, me ne andai a letto piena di domande senza risposta, e non so come, ma riuscii ad addormentarmi.
 
La mattina seguente…
Ero di cattivo umore così saltai la prima ora, per fortuna l’aula musica non era occupata, così mi rifugiai lì. Mi sedetti davanti al mio tanto amato strumento a corde percosse. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare, ero tremendamente depressa: mio padre era un pessimo amico, e la mia migliore amica stava lontano da me e non so perché… Iniziai a suonare, esprimendo la mia tristezza, la mia rabbia, la mia avversione per colui che io non avrei mai potuto avere per un effimera superficiale causa, lui era popolare, io no. (la canzone che suona Katy è questa: http://www.youtube.com/watch?v=u-Oja9L-j54, so che è in italiano però è bello quello che dice, ascoltatela mentre leggete il resto :D) sentii una persona entrare, ma me ne infischiai, in quel momento ero solo io e la mia musica, solo io e i miei pensieri, solo io. Da sola. Udii qualcuno prendere una sedia, e avvicinarsi a me, a quel punto mi voltai. Era Louis.
- perché stai piangendo? –
- non sto piangendo – mi asciugai quelle maledette lacrime che imperterrite scorrevano lungo il mio viso, rigandolo e mostrandomi troppo vulnerabile.
- cos’è successo? – riformulò la domanda, e poggio la sua calda mano sulla mia guancia, mentre con il pollice asciugava la cascata in cui si era ridotta la mia faccia. 


 
#Angolo Autrice:
mi raccomando recensite :3 ♥

 
   
 
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