Caro Severus,
so che forse, quando leggerai
questa lettera, io non ci sarò più. Non per mio volere, ma perchè il Destino ha
voluto così.
Hai sofferto e continui a
soffrire. Lo so e io non ho mai fatto nulla per impedirlo. Ho accettato una situazione
che ti è stata oltremodo dannosa e controproducente.
Le mie scelte hanno condizionato
la tua vita. Mi dispiace.
La tua infanzia è stata
terribile. Forse mi hai odiato....non ti rimprovero per questo. Assolutamente
no. Avrei dovuto proteggerti e non l'ho fatto, avrei dovuto sorreggerti e non
ho fatto nemmeno questo. Potrai mai perdonarmi?
Vedi, Severus, in quel momento
dovevo pensare solo a me. Dovevo difendermi, non potevo proteggere anche te.
Ero consapevole della tua forza e delle tue capacità. Ce l'avresti fatta. Anche
da solo.
Hai sempre posseduto una magia
dentro di te che ti rendeva già adulto da bambino. Comprendevi tutto molto in
fretta. So che avresti voluto una famiglia differente, me lo hai urlato
l'ultima volta che ci siamo visti (l'avevo già capito, comunque, anche se non
volevo ammetterlo).
Non sono stata una madre giusta.
Non avevo scelta, non potevo oppormi....l'amore mi opprimeva e non lasciva
agire la mia volontà.
Il disprezzo di lui nei tuoi
confronti era palese....oh, non all'inizio. Quando sei nato tuo padre era molto
felice. Quando, però, hai manifestato i tuoi poteri (come era ovvio che sarebbe
accaduto) tutto è prcipitato: lui non aveva controllo su di te, non sapeva come
gestire la tua forza, non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi....Ecco perchè
le minacce e le botte. Non volevo che ti
picchiasse, non volevo che si accanisse su di te. Il suo orgoglio era
ferito. Non poteva insegnarti nulla....o non voleva? Forse non si sentiva all'altezza.
Probabilmente.
Io non ce l'ho fatta. Sì,
all'inizio ti ho difeso. Eri solo un bimbo spaventato, non volevi vedere i tuoi
genitori litigare.
Non potevi fare nulla. Non hai
mai avuto questo potere. I litigi erano sempre più violenti. Ha iniziato a
prendersela con me in modo più diretto: era colpa mia se tu eri un mago, era
colpa mia se frequentavi Howarts, era colpa mia se tu eri diverso. Non eri come
gli altri ragazzini el quartiere, come i tuoi compagni di scuola. Tu eri
diverso. Lo sei ancora. Sei diverso anche dai tuoi coetanei maghi. Lo so, io lo
so bene.
Mi manchi. Tuo padre è morto tre
mesi fa, ma tu non sei venuto al funerale. Non mi sorprende. Anche se mi è
dispiaciuto.
Anche io me ne sto andando. Sai
anche questo da molto. Non verrai anche al mio funerale. Lo capisco. Vuoi tagliare
con il passato. Con me. Il tuo passato.
Va bene. Non sono arrabbiata, ma
ti capisco. Capisco anche che avrei dovuto prenderti in braccio quella sera, la
sera del tuo sesto compleanno, e andare via. Io e te. Nessun'altro. Lasciarci
tutto alle spalle. Io e te.
Non l'ho fatto. Ora odi i
Babbani.
Sta’ attento: non scegliere
stade semplici ma dannose. So che ne hai voglia, per una volta, di fare
qualcosa di facile, non vuoi faticare, non vuoi ciò che gli altri scartano...ti
ricorda i tuoi vestiti usati, i tuoi libri di seconda mano, le tue restrizioni,
le tue repressioni. Studiare gli incantesimi di nascosto non ti va più. Vuoi
essere ciò che sei alla luce del sole.
Sta' attento.
Non so se leggerai questa
lettera. Forse sbaglierai prima di deciderti ad aprirla. Forse...
Che importa! Sei mio figlio e io
ti amo per questo.
Eileen Prince