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Autore: dangerandmandy    24/06/2012    5 recensioni
Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Inizierò una nuova vita. Ricomincerò daccapo, dove nessuno conosce il mio nome." così cercavo di convincere me stesso mentre preparavo le valigie per lasciare Bradford. In quel momento mi sembrava l'unica alternativa che avevo. Il mio rapporto con Lolita era ormai diventato pericoloso e non potevo rischiare che degenerasse. Ne valeva la mia reputazione. Eppure sapevo che avrei lasciato che il mio nome andasse distrutto, pur di stringere Lolita tra le mie braccia. Ma cercavo di tenermi lontano da quel pensiero.
Avevo dato le mie dimissioni il giorno prima. Ma mi era stata concessa un’ultima lezione. Quel giorno, quando entrai in classe, notai che Lolita era già arrivata. Era la prima volta che era in orario. Ed era sola. Fissava un libro chiuso sul suo banco, e sembrava intenzionata a non distogliere lo sguardo. Mi stava evitando. Molto probabilmente già sapeva tutto. Sentirla così distante mi fece salire le lacrime agli occhi. Mi sentivo un bambino. Quasi mi vergognai di aver preso la decisione di andarmene. Tutta colpa di Lolita. Credeva che per me fosse facile?
L’aula cominciò a riempirsi e, quando tutti gli alunni ebbero raggiunto il proprio posto, cominciai con il discorso a cui avevo pensato per salutarli.
“Credo che a quest’ora tutti voi siate già stati messi al corrente del fatto che sto per lasciare questa scuola. In verità sto per lasciare anche la città. E’ stata una delle scelte più difficili della mia vita. Sono qui da poco tempo, ma questo incarico rappresenta il primo impegno serio che io abbia mai preso. Spero vivamente che ricorderete sempre le poche cose che sono riuscito ad insegnarvi. Come avrete potuto notare io non ho seguito con voi un programma preciso, ma ho scelto di parlarvi di ciò che più mi sta a cuore, così da trasmettervi nella maniera più immediata tutto il mio amore per la letteratura. Prima di lasciarvi vorrei dirvi un’ultima cosa: non rinunciate mai ai vostri sogni. Non arrendetevi mai al primo ostacolo, non cercate mai di aggirare le vie più tortuose, perché sono le esperienze più difficili, una volta superate, ad incidere in modo positivo all’interno di ognuno di noi. Ci rendono forti. Sinceramente credevo non che sarei mai riuscito a portare a termine nulla che fosse di aiuto per la società, e invece eccomi qui.”
All’improvviso sentii il rumore stridulo di una sedia che strisciava sul pavimento. Vidi Lolita alzarsi e correre verso la porta, che tuonò rumorosamente chiudendosi alle sue spalle.
 
 
Camminavo distrattamente tra i corridoi, quasi sollevato. Avevo scelto la strada più facile, giusto? Ma sapevo che le mie azioni andavano contro le mie parole.
Ad un tratto, qualcuno mi afferrò la mano e mi condusse in una aula vuota. Come mi aspettavo, era la mia Lo.
Mia. Quando mai lo era stata?
"Bugiardo, sei un bugiardo, Zayn!"gridò, piena di collera.
Il suo sguardo carico di astio, risentimento non ebbe il potere di angosciarmi quanto la sua espressione sofferente.
Era questo a ferirmi di più: non la sua rabbia, ma il suo dolore.
La consapevolezza che Lolita provava qualcosa per me mi rendeva inquieto, avrei preferito che lei mi avesse considerato uno dei suoi professori. Ci desideravamo vicendevolmente, ma non potevamo assecondare la nostra passione.
"Lo, ti prego, non rendere tutto più complicato. Devo andare."sussurrai, evitando i suoi occhi viola.
"Sei un codardo, hai preso la decisione più semplice, dovresti imparare a lottare!"esclamò ancora.
Quanto aveva ragione. Ero un vigliacco che, pur di non compromettersi, lasciava andar via l'unica cosa che avesse davvero mai amato.
"Non posso più sopportare tutta questa tensione. Non so fino a quando riuscirò a resisterti."e mi pentii all'istante di quelle parole.
"Tranquillo, sono a conoscenza del potere che ho su di te. E sono anche a conoscenza dell'effetto che tu hai su di me… sei dannatamente sexy con la giacca addosso, professor Malik.."sussurrò con un sorriso beffardo stampato sulle labbra. Sollevò leggermente la gonna della sua uniforme e scoprì le sue flessuose e toniche gambe. Deglutii a fatica quando si avvicinò ulteriormente a me e avvolse la gamba destra attorno al mio bacino. Ancora una volta le sue labbra erano troppo vicine alle mie.
"Devo andare. Addio, piccola Lo." mormorai, lottando contro me stesso. Era come nuotare controcorrente, era come tentare di superare le correnti gravitazionali. Le baciai la fronte, ma lei afferrò il colletto della mia camicia.
"Ti prego!"disse, trattenendo le lacrime. "Non lasciarmi."
"Ci vediamo tra tre anni, Lo. Forse soltanto allora potremo avere una possibilità."continuai, allontanandomi dalla mia ninfetta.
Presi a camminare all’indietro mentre i nostri sguardi continuavano ad intrecciarsi, fino a quando non raggiunsi il cancello. La sua espressione mi fece capire che sapeva che eravamo giunti alla fine; ora ero io a non essere più sicuro di poterlo accettare. Salii svelto sulla mia moto e cominciai a guidare ad alta velocità, fino a quando non mi ritrovai in cima ad un’altura. Ero completamente stordito dalle lacrime che avevano cominciato ad inondarmi gli occhi, non riuscivo neanche a capire dove mi trovavo esattamente. Scesi dalla moto e presi ad avanzare come in preda ad una sorta di ipnosi, avvicinandomi pericolosamente ad un precipizio. Sapevo che il mio cervello ormai non era più in grado di controllare le mie azioni, e lasciai che il corpo mi guidasse come più gli piaceva. In quel momento non mi importava di quello che sarebbe successo. Avrei potuto anche stendermi sui binari di un treno e lasciarmi travolgere, perché niente era paragonabile al dolore che provavo al solo pensiero che probabilmente non avrei mai più rivisto Lolita.
All’improvviso un dolce suono mi riportò bruscamente alla realtà. Un debole singhiozzo, che seppi immediatamente a chi apparteneva: non poteva che essere la mia ninfetta. Mi voltai di scatto e la vidi con le lacrime agli occhi. Solo allora mi resi conto che se avessi compiuto un altro passo in avanti, sarei precipitato, e un’ondata di terrore mi travolse.
“Ti prego, Zayn, non farlo. Hai deciso di andartene, e nonostante so che ci vorrà del tempo prima che io riesca a farmene una ragione, ho accettato la tua scelta. Ma, se deciderai di distruggere te stesso, ucciderai anche me.
A quelle parole non potei fare a meno di correre nella direzione della mia Dolly, e di prendere le sue mani tra le mie. “Perdonami” -dissi- “sono solo un codardo, hai ragione. Sentivo di aver lasciato me stesso indietro, da qualche parte lungo la strada, e speravo che andando via di qui avrei ritrovato me stesso un giorno. Ma non avevo capito che il mio posto è dove sei tu. Non importa come, ma io voglio starti vicino. Non sono pronto a lasciarti andare.”
Mentre pronunciavo queste parole, raccogliendo tutto il coraggio che avevo, vidi la solita espressione compiaciuta di Lolita ricomparire sul suo volto. Quella ragazza era incredibile.
“Va bene, Zayn, non importa.” e fece per avvicinare le sue labbra alle mie, ma io la fermai.
“Ho detto che voglio starti vicino, ma non in questo modo, anche se lo desidero con tutto me stesso. Voglio proporti una cosa, anche se so che forse sto pretendendo troppo da te: sarebbe meglio che la nostra relazione fosse puramente teorica. Proviamo a stare insieme senza sfiorarci.”
“Accetto la sfida, professor Malik” rispose maliziosa Lo. Forse ancora non si rendeva conto che non si trattava di un gioco, tuttavia quella risposta mi fece impazzire. In fondo era solo una bambina. La mia bambina.
  
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