-"Julie,Julie.




Il suono del campanello mi fa sobbalzare. A questo punto rimarrei volentieri a casa con una mega pizza e un film,
padrona della mia serata, ma non posso tirarmi insietro. Schiccio pausa e infilo l'iPod in borsa.
Senza rispondere al citofono, mi chiudo solennemente la porta alle spalle e scendo le scale senza fretta, nella speranza
che prima dell'ultimo gradino mi sia passata la volgia di mangiare Ale viva.
Nella penobra del cortile mi stampo un bel sorriso sulla faccia e finalmente apro il portone.
Lei è davvero splendida, in pantoli bianchi e una camicia azzurro chiaro, due occhi verde smeraldo in quel bel viso, liscio
e abbronzato. Si avvicina e mi da un bacino sulla guancia.
- «Scusa il ritardo. Ho fatto l'errore di prestare la moto a mio a mio fratello, che non si decideva a rientrare»
- «La puntualità è una questione di rispetto rispondo asciutta io». «Possiamo andare»
- «Certo, certo. Questo è per te» Porgendomi il casco.
La moto di Ale è il regalo dei suoi genitori. E' semplicemnte fantastica.
Adoro la sensazione di libertà che si prova sul sellino di una moto in corsa. E' come se la velocità portasse via con se
tutti i pesi che rimangono ancorati a terra, mentre tu corri via inebriandoti di colori e profumi che colpiscono i
tuoi sensi come migliaia di fotografie. 
Naturalmente non gli dico nulla di tutto questo, lasciando che mi pensi ancora seccata con lei. Montiamo in sella, allacciamo il casco e partiamo verso i colli, alla ricerca di un pò di sollievo dal caldo cittadino.
Mi stringo alla vita sottile di Ale per non cadere, e dopo un'ora di curve, accelerate e sorpassi scattanti, ci fermiamo di fronte a una gelateria assalita da mille altre persone. Ci armiamo di pazienza e ci mettiamo in coda anche noi. 
Ale è molto carina e piacevole, è attenta e gentile e credo che lei sia molto importante per me.
«Julie? Julie?!» La sua voce mi riporta alla realtà. Incredibile ma vero siamo arrivati davanti al bancone e posso finalmente scegliere i gusti del mio gelato. Il gelataio mi guarda rassegnato in attesa della mia decisione.
Scelgo la coppetta, che preferisco di gran lungo al cono, perchè so sempre dove vado incontro.
Ordino precisa i miei tre gusti preferiti: «Nocciola, cioccolato e vaniglia, grazie.»
«Un cono: malaga e puffo!» esclama soddisfatta Ale.
Malaga e puffo?, penso inorridita, abbinamnento radioattivo!
«Vuoi assaggiarlo?» offre lei, una volta usciti dalla calca.
«No, grazie, sono allergica al turchese..»
Lei ridacchia e cerca di farmelo assaggiare lo stesso. 
«Ale, domani devo partire, mi manchrà tutto, mi macherai tu»
«Anche tu, a chi lo dici, salutami i tuoi e dai un bacio anche a Leon»
Davanti al portone di casa mi sfilo il casco e lo restituisco.
«Grazie per il giro e il gelato, ci sentiamo dopo al telefono vero? Ne ho assolutamente bisogno»
«Si, si certo. Che domande sono? E' normale che ti chiamo, domani parti»
Abbraccio forte Ale, apro il portone e vedo mamma correre come una pazza dando ordini anche alle pareti, che insolenti osano frapporsi fra una valigia e un armadio.
Preparo molto bene la valigia inserendo tutto cio che mi servirà per il Canada e stanca della giornata trascorsa, preparo una tisana e mi addormento.



                                                  
MJane (: