Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: VirginiaRosalie    25/06/2012    3 recensioni
Una vita può cambiare a seconda di come la vorremmo noi? Voi direste di no ma io non ci credo.. perché? Perchè ne abbiamo la prova.
Lei una normale ragazza italiana, qualche parente inglese e qualche amica.
Lui un attore famoso, molto successo, molti amici e nemici.
Un amore pieno di ostacoli, paure, illusioni, pianti e tradimenti ed infine, il perdono. E' questo che accade quando lasci il tuo cuore vincere?
"L'aereo atterrò su LAX, il più grande aeroporto di Los Angeles, la città in cui mi stavo trasferendo..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taylor Lautner, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pov Virginia

20 Agosto 2014 

Happy 1st Birthday, Rachel.
Il manifesto attaccato davanti casa mia era enorme, ancora non riuscivo a credere ai miei occhi, la mia bambina stava crescendo, era così dolce vederla mentre dormiva beata tra le braccia del padre.
"Taylor, credo sia ora di metterla a letto, tra poco arriveranno gli invitati" dissi un po' nervosa.
"Stai tranquilla, non si sveglierà.." si alzò dalla poltrona e, a passo lento, si diresse al piano superiore per mettere a letto nostra figlia. 
Sospirai e mi diressi in cucina, controllai che ogni cosa era al proprio posto, i piatti, le posate, i bicchieri, le bibite e tutto ciò che serviva per dar via ad una buona festa di compleanno.
Poggiai le mani sul bordo del lavandino e concentrai su di esso tutto il peso del mio corpo, come per sorreggermi da un calo di zuccheri. Sorrisi e guardai fuori dalla finestra, era primo pomeriggio, lo si poteva capire benissimo dallo spostamento del
sole e dalla temperatura leggermente rialzata. Calò il silenzio, tutto era così perfetto. 
Feci cadere il mio sguardo sulla mano sinistra, non c'era nessun anello sul dito anulare eppure, quando ero più piccola, avevo promesso a me stessa che mi sarei sposata prima di rimanere incinta.
"Non ha aperto occhio, sono stato attento" disse Taylor abbracciandomi da dietro.
"Un anno" sussurrai mettendo le mie mani sulle sue.
"Già, un anno" ripeté baciandomi il collo.
"Mi sembra quasi impossibile - dissi mordendo il labbro - Solo due anni fa ero ancora a Roma."
"Non sapevo neanche che tu esistessi" ironizzò.
"Io lo sapevo."
"Ti è piaciuto esser inseguita fino in Italia, eh?"
"E questo che c'entra?" chiesi.
"Tu rispondi."
"Mh, credo di si - ridacchiai - E' stata un'esperienza che non dimenticherai, mh?"
"L'ho fatto per te." 
"Posso farti una domanda?"
"Certo" annuì.
"Se non fossi rimasta incinta.." feci una piccola pausa.
"Si?" allontanò appena le braccia dal mio corpo e mi fece voltare verso di lui in modo che potessi guardarlo meglio negli occhi.
"Se io non fossi rimasta incinta, saresti corso lo stesso a Roma?" chiesi tutto d'un fiato.
Taylor prese il mio viso tra le sue mani e l'avvicinò al suo poi, prima di rispondere, mi baciò. 
"Volevo darti un po' di tempo, per riflettere, sarei venuto da te al più presto.. credimi."
"Ti credo" dissi facendo congiungere di nuovo le mie labbra alle sue.
Quel bacio durò più a lungo, divenne sempre più passionale finché qualcuno non bussò alla porta. Fummo costretti a staccarci, ci guardammo negli occhi e capii che sarei dovuta andare io ad aprire.
"Auguri! - urlò Spencer accompagnata da un ragazzo mai visto prima - Virginia, lui è Sam. Sam, lei è mia cugina Virginia."
"Piacere" disse il ragazzo cortesemente e mi diede una bustina, probabilmente era il regalo per Rachel.
"Ho sentito molto parlare di te, Sam" dissi sorridendo e aprendo di più la porta per far entrare gli invitati.
"Allora, dov'è la mia dolce nipotina?" domandò mia cugina.
"Ti faccio strada ma fate piano, tua nipote sta dormendo" bisbigliai salendo le scale silenziosamente.
Mi guardai intorno poi spostai lo sguardo sulla camera rosa infondo al grande corridoio del piano superiore. Arrivammo davanti alla culla della bambina e l'ammirai mettendo una mano sulla guancia.
"Quant'è dolce. Sam.. tu non sai com'è stato il parto di Virginia..Dio mio!" 
Da dietro feci cenno a mia cugina di stare zitta ma, come al solito, iniziò a raccontare ciò che era successo un anno fà. 

"Siamo arrivati?" chiesi all'autista della limousine diretta sul red carpet per la promozione del nuovo film di Taylor.
"Quasi, signorina" rispose.
"Amore, devi stare calma, uscirò solo io dall'auto, tu stai calma e resta qui dentro, sei quasi al nono mese, non voglio che nostra figlia nasca sul tappeto rosso" disse mettendo la mano sul mio pancione accarezzandolo dolcemente.
"Oh no no, voglio partorire in un ospedale."
"E così sarà" sussurrò tra le mie labbra.
Poggiai una mano sul suo petto coperto dai vestiti, iniziai a baciarlo e delicatamente iniziai a sbottonare la giacca elegante che indossava.
"Che stai facendo?"
"Non senti caldo?" dissi alzandomi leggermente in piedi.
"Non so quali siano le tue intenzioni adesso ma non facciamo in tempo" replicò ridacchiando mentre faceva scivolare la sua mano sui miei fianchi.
"Hai ragione.." mi rimisi composta e poggiai la testa sul sedile cercando di respirare profondamente poiché iniziavo a sentire qualche dolore proveniente dalla mia pancia. Chiusi gli occhi, avrei voluto addormentarmi sperando che tutta quella sofferenza prima o poi, sarebbe finita ma non fu così. Le fitte aumentarono a dismisura nell'arco di pochi secondi, Taylor mi prese una mano e l'altra la mise sul mio volto, stavo sudando. 
"Virginia, stai bene?"
"Si.." ammisi con voce bassa e tremolante. 
"Non mi sembra. Vuoi tornare a casa?"
"No.. no - risposi - Sto meglio.." sospirai un'altra volta.
In realtà lo spasmo stava passando, non sentivo più la bambina muoversi, sembrava essersi calmata.
"Siamo arrivati" annunciò il manager dal sedile anteriore della grande auto. Scese da essa e venne ad aprire lo sportello al mio ragazzo.
"Ti amo" disse prima di baciarmi e poi uscire.
Nonostante i vetri fossero oscurati, da dentro la limousine si poteva vedere tutto ciò che c'era fuori. I fan erano quasi impazziti, cercavano di oltrepassare le ringhiere poste ai lati del tappeto rosso ma le guardie erano molto attente a non far violare le regole.
Taylor alzò la mano destra ed iniziò a salutare tutti seguito da Ian.
"Signorina, tutto bene?" chiese il guidatore quando si voltò verso di me. 
Stavo di nuovo sudando e senza accorgermene il mio volto si era ricoperto di espressioni strane.
"Mi.. gira solo un po' la testa" mi misi a sedere con la schiena dritta, ed ecco il primo dolore alla schiena, sembrava che qualcuno mi stesse trafiggendo una spada nella spina dorsale, era una sensazione allucinante, mi faceva male da morire.
"E' sicura? Devo chiamare il signorino Lautner?"
"No, no. Tranquillo Erik. Grazie" feci un piccolo sorriso che fu troncato da altre fitte più grosse delle altre.
"Io chiamo il medico."
"No, ti prego. Non voglio rovinare.. ahhh.. - il tormento era ricominciato, molto più forte di prima - chiami Ian, la prego."
"Ok, lei respiri profondamente" accostò la macchina non molto lontano dal red carpet e, allarmato, uscì dalla limousine.
Mi stesi sul divanetto più grande e chiusi, di nuovo, gli occhi, inspirando ed espirando come si diceva di fare nei film in cui la donna stava per partorire. Perché Rachel aveva deciso di uscire proprio in quel momento? Qualche istante dopo sentii uno dei suoi soliti calci e, improvvisamente, la caduta sull'auto di un liquido. Mi si erano rotte le acque! 
"Dio mio.." urlai agitata.
"Virginia.." Taylor aprì di corsa la macchina, si mise davanti a me e mi alzò il vestito rosso.
"Chiama un ambulanza - dissi respirando a fatica mentre la sofferenza aumentava - Ti prego."
"Posso farla nascere io."
"No!" gridai dondolandomi con il corpo.
"Non c'è tempo.."
Incavolata presi il colletto del ragazzo davanti a me, lo avvicinai a me guardandolo con fare minaccioso.
"Taylor, ho detto che voglio un'ostetrica, chiamala ora."
"Ok.. ok" prese il cellulare ma, nello stesso tempo si presentarono nell'auto due persone dicendo di esser dottori.
"Signorina, respiri profondamente.." disse la ragazza che si tolse la giacca. Non era troppo giovane per essere una dottoressa?
"Non ce la faccio, fa male."
"Lo so, lo so, tesoro ma devi resistere, tra poco arriverà l'ambulanza"
"Non credo che ci sia tempo per l'ambulanza" le lacrime iniziarono ad uscire da sole, non riuscivo a sopportare quel dolore, mi sembrava di morire, non vedevo l'ora che quella bambina uscisse da lì. 
"Virginia.. io sono qui, respira" disse Taylor prendendomi una mano mentre la donna mi accarezzava le gambe per farmi rilassare.
"Fate uscire questa cosa dal mio corpo" sbraitai di nuovo ma, probabilmente, era tutto quel tormento che mi faceva parlare. Portare in grembo quella bambina era la cosa più bella che mi sarebbe potuta capitare ed ero fiera del grande sforzo che avevo fatto, ero arrivata al nono mese sana come non mai, mi ero anche beccata i complimenti di un sacco di persone, soprattuto fan di Taylor. 
"Calma, per favore.. fai sentire male me."
"Non dirmi di stare calma e torna su quel cazzo di red carpet."
"Non ti lascio sola!"
"Non sono sola, c'è.." guardai la ragazza sperando che mi dicesse il suo nome.
"Zoe.. sono la dottoressa Zoe Hart."
"VAI!"
"Sei sicura?"
"Papà, prendi dei fazzoletti e mettili sulla fronte della ragazza. Corri. - fece una pausa poi sospirò - E anche la tua giacca.. ho bisogno di qualcosa per avvolgere la bambina appena sarà nata.. e di qualcosa per toglierle.. il sangue di dosso." 
Taylor era ancora lì, non riuscivo più a parlare, le uniche cose che uscivano dalla mia bocca erano dei gemiti acuti di dolore che mettevano più ansia anche a me stessa. Avevo paura di non superare quel momento così strinsi la mano del mio ragazzo il più forte che potevo.
"Virginia, spingi" ripeté Zoe.
"Ce la puoi fare, amore." 
In quell'esatto momento, le sirene dell'ambulanza iniziarono a suonare ma non ci feci molto caso, ormai era troppo tardi per sollevarmi sopra quella barella, sentivo la testa di Rachel spingere sempre di più, naturalmente con il mio aiuto. 
"Un altro po', dai che ci sei quasi, dai."
Non sapevo se fosse una vera dottoressa ma quella ragazza mi ispirava fiducia, era così sicura di ciò che stava facendo. Quando il suo sguardo incoraggiante incrociò il mio, diedi un'ultima spinta sentendo una fitta allucinanate poi, tutto si calmò. I pianti di quella bambina furono l'unica cosa che mi riportarono sulla terra dopo aver fatto un lungo viaggio mentale sul suo aspetto. Era davvero bellissima, aveva giusto due peletti in testa ed i suoi occhi erano proprio come quelli di suo padre. Feci un lunghissimo ma lento sospiro poi gettai la testa all'indietro mentre, le persone che erano presenti , si congratulavano con me per aver fatto un buon lavoro. Sorrisi ed infine chiusi gli occhi stremata a causa della fatica.


Ripensare al momento in cui avevo partorito Rachel, mi faceva venire il mal di stomaco, era stato terribile far uscire quell'angelo dalle mie parti intime. Sì, era stato anche imbarazzante ma in quei momenti non pensi molto alla vergogna, per fortuna l'auto era stata chiusa altrimenti i paparazzi avrebbero fatto una strage. 
Scesi al piano di sotto con mia cugina, c'era un sacco di gente al piano inferiore, molta non la conosceva neanche. 
"Virginia, ciao bellissima - quella donna doveva essere una delle zie di cui Taylor mi aveva tanto parlato. La guardai con aria interrogativa e, per fortuna capì che doveva presentarsi - Ops, sono Rebekah, la cugina di Deborah, cugina di primo grado.. precisamente."
"Ciao, è un piacere conoscerti."
"Sei davvero stupenda - disse scrutandomi dalla testa ai piedi con voce calma e sorpresa - Hai un fisico perfetto."
"Beh.. grazie" spalancai leggermente gli occhi quando si voltò con fare dispersivo, sembrava non capire dove si trovasse.
Suonò il campanello e, visto che ero già accanto alla porta, decisi di aprire.
"Steve? - rimasi a bocca aperta, davanti a me c'era quel ragazzo che aveva avuto il coraggio di picchiarmi. Feci una piccola pausa mentre lo fissavo stupita - Che ci fai qui?"
"Ho portato un regalo a tua figlia.. qual'è il suo nome?"
"Rachel" dissi freddamente.
"Posso entrare?" 
Scossi la testa ma non dissi niente, non sapevo cosa fare. Avrei dovuto perdonarlo? 
Il mio respiro si fece più affannato, avevo paura, paura che qualcosa nella mia vita potesse andare storto proprio ora che stava andando tutto così bene. 
Taylor arrivò giusto in tempo.
"Che ci fai qui? Vattene."
"Senti, amico, non prendertela, sono venuto a portare il regalo a tua figlia e.. volevo sapere come stava Virginia."
"Come vedi sta bene ed è felice."
"Sono... sono contento" il suo sguardo si posò sul mio.
Mi sentivo tremendamente in colpa, sentivo un senso di vuoto dentro me nonostante avessi tutto ciò che avevo sempre desiderato. Lo sguardo di Steve, così serio, capivo che era dispiaciuto per ciò che era successo, dopotutto aveva avuto le sue ragione, ero la sua ragazza e Taylor si è permesso di baciarmi, davanti a tutti. 
Poggiai una mano sulla spalla del ragazzo accanto a me e gli feci cenno di andarsene, facendogli capire che non doveva preoccuparsi. 
"Steve.. - esitai prima di continuare la frase - ..entra pure" mi avvicinai a lui e lo abbracciai amichevolmente.
Evidentemente ci rimase un po' di stucco, non si sarebbe aspettato una reazione del genere da me.
"Posso.. vederla?" 
"Si.." dissi e l'accompagnai nella piccola stanza della bambina.
"E' bellissima - affermò accarezzandole la fronte - Proprio come te - Quel momento fu un po' imbarazzante, abbassai lo sguardo poiché non sapevo come rispondere - Senti.. già mi sono scusato con te per quello che è successo tra noi... sono stato uno stupido e, da ciò che hai fatto, deduco che tu mi abbia perdonato?!"
"Non riesco ad essere arrabbiata con una persona che ho.. amato.."
"Ora - sospirò - Meglio che io vada, tuo marito non sembra esser felice della mia presenza e così anche tua cugina e.. le tue amiche." 
"Non siamo sposati... e comunque, resta."
"Non voglio rovinare la festa, non voglio creare casini, ne ho fatti fin troppi."
Capivo come si sentiva, mi faceva soffrire vederlo in quello stato ma aveva ragione, si sarebbe creata una forte discussione con Hanna e Spencer, loro erano le più aggressive. 
L'accompagnai fino alla porta e, una volta uscito dalla villa mi voltai verso gli invitati, tutti mi guardavano, qualcuno teneva in mano dei panini, altri dei bicchieri con chissà quale bibita dentro. 
"Makena.. - allungai il passo verso la sorella di Taylor - Sai dov'è tuo fratello?" chiesi guardandomi intorno.
"No - scosse la testa - Dovrebbe esser andanto a prendere altri pasticcini, sai, tua cugina li ha finiti tutti" ridacchiammo insieme.
"Grazie tesoro" le diedi un bacio sulla guancia.
"Virginia - Hanna mi prese alla sprovvista, mi fece voltare verso di lei e mi abbracciò forte, talmente forte da non farmi respirare - Rachel ti somiglia sempre di più" affermò entusiasta.
La ringraziai facendole un gesto con il capo.
"Hai visto Taylor?"
"Un momento di silenzio signori, signore, ragazzi e ragazze - urlà Dan salendo su una sedia attirando l'attenzione di tutti tranne di due donne che continuavano a parlare, erano mia madre e Deborah. Sapevo di non esserle mai andata molto a genio, stravedeva per Sara ma aveva fatto un salto di qualità, lei e Amanda andavano molto d'accordo, forse troppo - Deborah - suo marito finse una tosse - Deborah, Amanda.. - le richiamò più volte - Per favore." 
"Ci scusi" rispose mamma ironicamente
Curiosamente mi avvicinai a mio "suocero" e lo guardai dal basso. 
"Prego, Amanda... - Spostò il suo sguardo su di me e m'indicò il corridoio pieno di persone care - Le vedi queste persone? Loro sono qui per te, per Rachel e.. per Taylor." 
Vidi il ragazzo avvicinarsi a me con una mano in tasca, piegai leggermente la testa verso destra e socchiusi gli occhi. Quando s'inginocchiò davanti a me m'irrigidii ma riuscii ad abbassare lo sguardo verso i suoi occhi luminosi. Le mani iniziarono a tremare e così anche le mie gambe. 
Alzai la testa, giusto in tempo per dare un'occhiata a tutti gli ospiti. C'erano Diana, Claire, la dottoressa Hart, il suo fidanzato Wade ed un sacco di altre persone e conoscenti, tutti che mi guardavano speranzosi, loro aveva già capito cosa avesse in mente il ragazzo inginocchiato davanti a me.
Tutto ciò era impossibile, lo stomaco mi si stava stringendo per l'agitazione, di sicuro era anche colpa dell'emozione. 
"Virginia, vuoi sposarmi?" chiese guardandomi negli occhi mentre mi porgeva una scatolina contenente un anello enorme, doveva averlo pagato un sacco.
Resipirai a fatica, la risposta era così ovvia che le mie labbra non volevano tralasciare suoni.
"Si, lo voglio." 
Nel momento in cui accettai, Taylor mi prese in braccio, fece un giro su se stesso poi mi baciò. Nel frattempo tutta la gente che ci circondava iniziò ad applaudire, mia madre sembrava impazzita infatti prese una bottiglia di spumante e, con la mano tolse il tappo facendo uscire quasi tutto il liquido. 
"Ti amo, Virginia" disse il mio futuro marito accarezzando i miei capelli.
"I don't need a parachute if I've got you" risposi con una frase della canzone che mi aveva dedicato qualche mese prima.


-

Bene bene, con un po' di tristezza, anche se lo avrete capito, vi dico che questo è l'ultimo capitolo di questa fan fiction. 
Ho deciso di ridurre i capitoli così da potermi dedicare all'altra fan "Love is a ruthless game.". 
Boh, finalmente Taylor e Virginia hanno trovato la "pace", hanno una figlia di nome Rachel e si sposeranno.
Non è quello che tutti desiderano? Sposare la persona che si ama? 
Se vi è piaciuto o speravate in un finale diverso, commentate *^*
Ci sentiamo nell'altra storia.
Un bacio.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: VirginiaRosalie