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Autore: Puffola_pigmea    25/06/2012    1 recensioni
Quando ti innamori della sorella del tuo migliore amico succedono tante cose in poco tempo. Prima è tutto rosa e fiori, ma dopo inizi a litigare con la tua ragazza, non puoi dire niente al tuo migliore amico perché è il fratello...un casino, ecco la verità. Ma non è mai detta l'ultima parola. (storia raccontata dal punto di vista di Harry. )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia iniziò a suonare.
L’orologio segnava le cinque del mattino, mi misi seduto sul letto,mentre osservavo Zayn dormire, neanche le bombe lo sveglierebbero.
Mi alzai dal letto e infilai le ciabatte mentre mi avviai in cucina per fare colazione.
Entrando in cucina mi accorsi che qualcuno era già in piedi.
Infatti, Niall era seduto su una sedia vicino al tavolo a mangiare biscotti con gocce di cioccolato e a sorseggiare una tazza di latte.
<< Non capisco perché ci dobbiamo svegliare così presto per andare a casa di Louis. >> sbuffai prendendo un bicchiere di latte e sedendomi di mia volta.
<< Vuole rivedere la famiglia il prima possibile… comunque buongiorno. >>
<< Buongiorno. >> rispose una voce alle mie spalle.
<< Buongiorno Liam. >> rispondemmo all’unisono io e Niall.
Si sedette anche lui su una sedia e iniziò a vessarsi in un bicchiere il succo di frutta che aveva appena preso dal frigo.
Quella mattina saremo partiti per Doncaster, dove vive la famiglia di Louis.
Era un viaggio abbastanza corto, quattro/cinque ore al massimo, davvero non capivo il motivo per cui saremo dovuti partire alle setta del mattino, era vero, Louis non vedeva la sua famiglia da molto tempo, ma saremo potuti partire comodamente alle nove per poi arrivare lì alle due del pomeriggio.
Quei pensieri mi continuavano ad assillare mentre entravo in bagno per lavarmi.
Avevo una faccia davvero strepitosa, grandi occhiaie violacce mi solcavano il viso, i capelli erano una meraviglia, tutti arruffati e pieni di gel,della sera prima, Louis non poteva scegliere un giorno migliore per partire, quello dopo la vesta dei venti anni di Andrea, una nostra amica londinese.
Controllai l’orologio che c’era in bagno, le cinque e dieci, avevo tempo per una doccia, si, forse, dovevo trovare il tempo per una doccia, ero ridotto una schifo.
Mi tolsi il vecchio pigiama che avevo in dosso e mi infilai nella doccia, l’acqua calda scendeva sulle mie spalle, era una sensazione così rilassante, presi lo shampoo e mi iniziai a lavare i capelli appiccicati.
Ad un certo punto qualcuno busso alla porta.
<< Occupato. >> urlai con tutta la voce che potevo avere alle cinque e un quarto del mattino.
La persona dietro la porta continuò a bussare con ossessione,così forte che avrebbe potuto sfondare la porta.
<< E’ occupato…cavolo…un ragazzo non si può più fare una doccia in pace?! >>
<< Muoviti con quella doccia! >> gridò Louis da dietro la porta.
Ora mi scocciava anche mentre mi facevo la doccia, grandioso e mi era anche entrato lo shampoo negli occhi, quella giornata era iniziata davvero col piede giusto.
Era tutta la settimana che rompeva le scatole e si comportava in modo isterico.
Ok, potevo perdonarlo, voleva soltanto rivedere la famiglia, lo potevo capire benissimo.
A me la mia mi mancava continuamente e lui non vedeva la sua da circa sei mesi.
Non sapevo il motivo, sapevo soltanto che non li vedeva da molto. Eppure era strano Louis mi diceva sempre tutto. Avevamo istaurato un buon rapporto, migliore rispetto a quello che avevo con gli altri.
Si, li consideravo tutti come fratelli, ma con Louis era tutto diverso.
Uscii dalla doccia e mi asciugai velocemente il corpo, per i capelli… odiavo asciugarmi quella massa di capelli che mi ritrovavo, non perché non mi piacevano, li adoravo, ma ci mettevo un sacco di tempo.
Dopo un quarto d’ora abbondante erano finalmente asciutti,mi vestii più velocemente che potevo, mi misi un paio di jeans, una maglietta bianca,una giacca nera e delle converse bianche.
Uscii dal bagno e mi diressi nella camera che condividevo con Zayn.
Erano le sei e un quarto e lui stava ancora a letto. Louis l’avrebbe ucciso.
Mi avvicinai al letto i punta di piedi, presi il cellulare di Zayn, alzai la suoneria al massimo volume e glielo misi sul cuscino, vicino all’orecchio, presi il mio telefono e lo chiamai.
Il telefono iniziò a suonare ad un volume talmente forte che avrebbe potuto spaccare i timpani.
Zayn si alzò  velocemente cercando di spegnere il telefono.
<< Io…ti…uccido. >> Mi disse con faccia omicida.
<< Non solo ti ho svegliato, sono le sei e venti bello mio, fra venti minuti Louis ci vuole tutti vestiti e preparati per uscire, non ti ricordi?! Oggi andiamo… >>
<< a casa sua. >> disse Zayn completando la frase mentre schizzava fuori dalla stanza con dei vestiti in mano.
Mi guardai allo specchio che avevamo in stanza.
Ero meglio di prima, le occhiaie comunque c’erano ma meno evidenti di prima.
Presi i miei Ray Ban neri, il mio portafogli e il mio iphone e uscii dalla stanza.
Erano tutti in salotto, tranne Zayn naturalmente, Liam era seduto su una sedia col telecomando in mano facendo zapping selvaggio alla tv, Niall stava cercando qualcosa sotto il divano e Louis andava avanti e indietro per la stanza.
<< Lou, calmati. >> gli dissi cercando in qualche assurdo modo di farlo tranquillizzare.
<< Ma io sono calmo Harry…CAVOLO!... >> disse mettendosi una mano sulla fronte.
<< Le chiavi…dove sono? >> mi chiese con faccia terrorizzata.
<< Lou…Lou…Louis le hai in mano, ora calmati siamo tutti pronti e siamo in perfetto orario, arriveremo a casa di tuo padre alle dodici precise, come previsto. >> gli dissi mettendogli una mano sulla spalla.
<< Grazie…sei un amico. >>
<< Lo so. >> risposi con un sorrisetto compiaciuto.
<< Ragazzi, non trovo il telefono. >> disse Niall sbucando da dietro una poltrona.
<< E’ sul tavolo in cucina. >> gli rispose Liam mentre guardava un documentario sulle giraffe su National Geographic.
<< Giusto. >> disse Niall correndo verso la cucina.
Erano le sette meno cinque ed eravamo tutti in macchina, Louis aveva dato le indicazioni giuste a Philip, il nostro autista, ed eravamo pronti a partire.
Mi appoggiai al finestrino, mi misi gli occhiali da sole, le cuffiette, partì una delle canzoni che preferivo,Summer Paradise dei Simple Plan , chiusi gli occhi e finii tra le braccia di Morfeo in pochissimo tempo.
  
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