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Autore: moonbeam    25/06/2012    2 recensioni
MI SCUSO, MA NON RIUSCIRO' AD AGGIORNARE ALMENO FINO A FINE OTTOBRE, ABBIATE PAZIENZA!
Dal cap 3: " Nessuno fece caso alla figura che camminava tra le macchine posteggiate. Silenziosamente, e con estrema precisione, tagliò la guarnizione che proteggeva il finestrino dell’utilitaria scura lasciata al riparo di un albero. Appoggiò il vetro sul sedile posteriore, poi lasciò cadere sul posto del conducente una pagina strappata ad un libro, dove, evidenziata, saltava subito agli occhi una frase: “Chi accresce il sapere, aumenta il dolore”. Nel margine, in inchiostro rosso brillava, con una calligrafia indistinguibile dai caratteri stampati, chiara, la lettera A."
Da fan delusa dal finale della seconda serie, ritengo che gli sceneggiatori abbiano sprecato un milione di occasioni scegliendo chi hanno scelto per fare A.
Quindi ho deciso di debuttare come "fanfictioner" e scrivere come sarebbero potute andare le cose in una delle tante strade che gli sceneggiatori avrebbero potuto prendere, in questo caso, la mia :)
Preparatevi a scoprire tutti i misteri che Rosewood nasconde...spero vi piaccia!
NB: la vicenda parte da circa le puntate 2x23-24, naturalmente
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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FanFiction

Ciao a tutti,
mi scuso per il ritardo sulla pubblicazione ma il periodo-esami incombe su scrittrice e beta reader, quindi si fa quel che si può ^^
spero vi piaccia il nuovo cap, e se volete lasciare un commentino ino ino mi fa piacere :)
Ho già in mente come far andare tutta la storia (beh, quasi), ma suggerimenti di ogni sorta sono ben accetti!
Al prossimo capitolo!

Mb

3. Brookhaven

Il SUV metallizzato di Spencer viaggiava nella campagna in direzione di Brookhaven.

Quando le ragazze ebbero lasciato Rosewood ben alle loro spalle, la ragazza alla guida ruppe il silenzio, pronta a svelare i suoi piani alle amiche:

“Allora, nel bagagliaio della mia macchina c’è il trench di Ali. Aria, è chiaro che sei uguale a Vivian, quindi faremo così: tu indosserai l’impermeabile ed entrerai da O’Brien Book e noi saremo subito dietro di te.”

Le altre due pendevano dalle sue labbra. Senza esitazioni, continuò:

“Non entreremo tutte assieme o daremmo nell’occhio, ci vediamo dentro, così possiamo studiare le reazioni del libraio, e scoprire se c’è qualcosa che si nasconde lì!” concluse con enfasi.

Nella macchina cadde il silenzio.

Dopo un minuto pieno, Hannah, lanciando un’occhiata verso Aria, esclamò: “Tutto qui?”

La seconda, raccogliendo lo sguardo dell’amica, rincarò la dose: “Non c’è altro? Il tuo brillante piano è vediamo se il libraio nasconde qualcosa???”

“Dai ragazze” si difese Spencer “Non sappiamo cosa stiamo cercando, ma sappiamo che Ali frequentava quella libreria... Abbiamo l’occasione di tendere una trappola con il cappotto rosso, tentiamola!”

Le due passeggere della macchina sospirarono rassegnate e Aria borbottò, guardando dritto davanti a sé: “Se scoprono che ho raccontato una balla per fare un giro in libreria, Spence, mi dovrai dare asilo politico… e cedermi il tuo letto”

***

Ella parcheggiò la macchina nella piazza principale. Scese dalla vettura, girò la chiave nella serratura, poi si guardò intorno, senza sapere dove andare. Esattamente dalla parte opposta rispetto a dove si trovava, attraverso le fronde degli alberi che decoravano l’isola pedonale al centro dello spazio, scorse l’insegna di Coffee Hut.

A passo deciso attraversò la piazza, si fermò all’attraversamento pedonale per far passare un Suv argentato che viaggiava a tutta velocità, poi si spostò sul marciapiede di fronte, osservando i tavolini del dehor.

Si sedette ad uno di questi, ordinò ad una solerte cameriera una bibita fredda e iniziò a riflettere. Dove poteva andare? Cosa stava cercando in realtà? Era stata forse impulsiva a dirigersi subito a Brookhaven? Avrebbe fatto meglio a telefonare ad Ashley e rimandare a quando sarebbero potute andare insieme?

Immersa nei suoi pensieri finì la bibita e alzandosi dal tavolino tirò inavvertitamente un calcio ad una carta per terra. Chinandosi a raccoglierla per controllare che non fosse sua, notò che lo scontrino segnava un espresso e dunque non le apparteneva. Infastidita per la maleducazione altrui, lo gettò in un cestino della spazzatura e prese a camminare per le strade di Brookhaven, senza accorgersi che qualcuno la stava osservando da lontano.

***

Aria riemerse dal bagagliaio dell’auto in corsa proprio mentre Spencer stava imboccando la via principale della cittadina, in cerca di parcheggio. Adottando posizioni degne di una contorsionista, indossò l’impermeabile appartenuto all’amica defunta e finì di allacciarne i bottoni mentre guardava fuori dal finestrino. Attraverso il vetro vedeva sfilare macchine parcheggiate sotto ad ordinate file di alberi, le cui ampie chiome offrivano riparo alle persone sui marciapiedi, ferme davanti alle vetrine o che erano uscite a passeggiare nelle prime giornate primaverili.

Ad un tratto, le sembrò di scorgere una figura conosciuta. Voltandosi a cercarla indietro esclamò: “Ferma!”, ma già il semaforo alle loro spalle era scattato e la persona si era dileguata. Rivolgendosi alle amiche in macchina, che non avevano capito cosa stesse succedendo, disse allora semplicemente: “Mi era sembrato… Non importa”.

Le ragazze trovarono parcheggio poco distante dalla libreria e si prepararono a mettere in pratica l’idea di Spencer. Un po’ titubante per la mancanza di particolari del piano, Aria scese dalla macchina e si avviò verso la libreria.

Hannah e Spencer la osservarono dall’interno della macchina. La videro attraversare la strada con lentezza e il chiaro scopo di essere notata da chi potesse aver avuto a che fare con Vivian. La seguirono in silenzio con lo sguardo fino a quando entrò da O’Brien Books.

Attraverso la vetrina, la videro scambiare poche parole con il commesso e poi fare un cenno da dietro il vetro, prima di tuffarsi tra gli scaffali. Le due ragazze si scambiarono un’occhiata e scesero dalla macchina, dirigendosi a passo svelto verso il negozio. Senza troppi convenevoli, salutarono lo stesso commesso e cercarono l’amica, che le aspettava impaziente in uno stretto corridoio tra due alte librerie piene di volumi usati e impolverati.

“Tutto questo è un’enorme buco nell’acqua” sbottò sottovoce Aria “Il commesso è nuovo, non ha mai visto Alison, né Vivian… Il negozio ha cambiato gestione pochi mesi fa!”

“Fantastico” commentò acida Hannah, pensando all'appuntamento saltato con Caleb.

Spencer non si diede per vinta: “Come ha cambiato gestione? Non hai chiesto cosa ne è stato dei precedenti proprietari? Magari sanno qualcosa… Come si chiamavano? O’Brien? Magari abitano ancora qui...”

“Cosa ne so del perché hanno chiuso!” riprese Aria, dando sfogo al nervoso accumulato nel pomeriggio “Saranno andati in pensione… e anche se li trovassimo, cosa vuoi fare? Chiedere se hanno mai visto Alison o un pazzo che la seguiva e se - ”

“Zitta!” la interruppe Spencer, guardando alle sue spalle.

All’occhiata un po’ risentita dell’amica, questa spiegò, a denti stretti: “C’è tua madre fuori dalla vetrina… non ti voltare! Penso ci abbia viste, al mio segnale infilati in un altro corridoio, fai qualcosa, nasconditi...” fece una breve pausa “... ora!”

Aria percorse velocemente il corridoio che aveva davanti, arrivata in fondo, aggirò lo scaffale alla sua destra e si nascose dietro una libreria da cui poteva tenere d’occhio le amiche proprio mentre la campanella posta sopra la porta del negozio annunciava l’ingresso di sua madre.

Per aumentare il suo campo visivo, tolse un libro dalla mensola davanti a sé e lo uso per celare parzialmente il suo viso.

Attraverso i volumi, vide le due ragazze assumere un’espressione disinvolta, voltarsi e salutare Ella come se fosse stata una sorpresa vederla entrare.

“Signora Montgomery!” sentì dire ad Hannah “Cosa la porta qui a Brookhaven?” Dal suo nascondiglio, Aria vide Spencer assestare una gomitata nei fianchi dell’altra ragazza, evidentemente giudicando la domanda troppo diretta.

“Ciao ragazze!” le salutò tranquilla la donna. “Dovevo fare un paio di commissioni, poi attraverso il vetro mi è sembrato di vedervi… Non c’era anche un’altra ragazza con voi?”

Istintivamente Aria si voltò e, tenendo il libro davanti a sé, si addentrò ulteriormente verso il fondo del negozio, attenta a non fare rumore.

“Sì, noi….” Cominciò Hannah

“Noi… stiamo cercando un regalo per un’amica e la commessa è stata così gentile da andare a vedere nel retro se hanno proprio il libro che cerchiamo” intervenne Spencer, cercando di fare un sorriso innocente e rassicurante.

“Ah… beh, spero che troviate quello che vi serve” concluse Ella, augurandosi di trovare allo stesso modo qualcosa di utile.

A distanza di qualche scaffale, Aria non riusciva più a sentire il dialogo e si era messa a sfogliare il libro che aveva tolto per aprire il varco, una vecchia copia di Romeo e Giulietta, nella speranza di non apparire sospetta.

Quando sentì suonare nuovamente la campanella del negozio, pensò che sua madre fosse uscita e fece per riemergere dai corridoi, ma quando scorse le tre donne ancora intente a parlare, riprese la posizione da cui poteva osservarle, giusto in tempo per vederle salutarsi.

Ritenne saggio aspettare un poco prima di tornare dalle amiche e quando finalmente fu da loro, avendo cura di dare le spalle alla vetrina, senza dire una parola, ma con fare grave, mostrò il frontespizio del libro che aveva ancora in mano, su cui aveva trovato una scritta in bella calligrafia che recitava: proprietà di Alison Di Laurentis.

***

Nessuno fece caso alla figura che camminava tra le macchine posteggiate. Silenziosamente, e con estrema precisione, tagliò la guarnizione che proteggeva il finestrino dell’utilitaria scura lasciata al riparo di un albero. Appoggiò il vetro sul sedile posteriore, poi lasciò cadere sul sedile del conducente una pagina strappata ad un libro, dove, evidenziata, saltava subito agli occhi una frase: “Chi accresce il sapere, aumenta il dolore”. Nel margine, in inchiostro rosso brillava, con una calligrafia indistinguibile dai caratteri stampati, chiara, la lettera A.

  
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