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Autore: ItGirl_    26/06/2012    1 recensioni
Guardai un’ultima volta la foto di Jake e altre lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, i suoi capelli castani, i suoi occhi grandi e scuri e la sua bocca, tutto mi mancava tutto.
-Hei, sappi che da quando te ne sei andato io non vivo più. Hai infranto la nostra promessa, non ci sarà mai il mio per sempre felici e contenti. Io ti amo, continuo ad amarti, ti amo e questo non cambierà mai. Sei la mia vita. Baciai di sfuggita quella lapide e asciugandomi le lacrime mi apprestai ad uscire da quel luogo.
Camminavo a testa bassa evitando di incrociare un qualunque sguardo.
Inaspettatamente qualcuno mi toccò la spalla e automaticamente mi voltai.
-Ciao…
Disse il ragazzo di fronte a me.
-Ehm…ciao.
Risposi, e vidi i suoi occhi verdi illuminarsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi preparai accuratamente, lavai i miei capelli castani e li pettinai lasciandoli sciolti.
Rimasi alcuni minuti davanti lo specchio osservando la ragazza che ero diventata…i miei occhi, che una volta erano brillanti e allegri, erano diventati cupi, tristi, senza vita.
Le mie labbra carnose che fino ad un anno prima erano sempre piegate in un sorriso ora non riuscivano a sollevare gli angoli e scoprire i denti.
Tutta l’allegria che era imprigionata in me in quel momento giaceva sotto terra, insieme a Jake.
Persino la mia voce era diversa, in ogni singola parola era celata una nota di tristezza.
Realizzando tutte quelle cose decisi che era il momento di dare una svolta alla mia grigia vita.
Feci una piroetta lasciando svolazzare il mio vestito, mossi i miei capelli con la mano e infilai le ballerine gialle.
Tornai in camera mia e accesi il cellulare, constatai con mia grande sorpresa che erano le 6.50 p.m., e frettolosamente presi il mio profumo preferito “Alien” e me ne spruzzai un po’, infine mi sedetti sul letto con il cellulare sulle gambe aspettando un messaggio il messaggio in cui Harry mi diceva di scendere.
La mia gamba destra iniziò a tremare per il nervosismo e i miei capelli subirono la tortura delle mie dita che li avvolgevano attorno ad esse.
Puntualissimo alle 7.00 p.m. il mio cellulare si illuminò e un messaggio mi avvisò dell’arrivo di Harry.
Scesi le scale quasi di corsa.
-Mamma stasera esco, non mi aspettate svegli!
Urlai distrattamente, ma prima che potessi aprire la porta d’ingresso mia madre mi fermò tenendomi un braccio e costringendomi a voltarmi verso di lei.
-Tu cosa?
Disse come se avessi appena bestemmiato contemporaneamente tutti i santi.
- Io, insomma, esco con un mio amico, Harry, si ,si chiama Harry, e tu non lo conosci, e soprattutto è qui fuori che mi aspetta quindi sarà meglio che io mi sbrighi mamma!
Gli occhi di mia madre brillarono, all’improvviso mi abbracciò quasi con le lacrime agli occhi.
-Divertiti tesoro mio! Sono così orgogliosa di te.
Ma da quanto tempo era che non uscivo? Ah, si giusto, un anno!
La sua reazione era comprensibile, d’altronde sua figlia stava pur sempre riacquistando delle sembianze più o meno umane.
-Ciao mamma !
Dissi e mi richiusi la porta alle spalle.
Attraversai il giardino di casa mia e uscii anche dal cancello esterno.
L’aria fresca mi pungeva il naso, ma la temperatura era perfetta considerato il clima londinese.
Mi guardai attorno alla ricerca di Harry, quando un clacson mi fece voltare alla mia destra, in direzione di un’ Audi R8 scura.
Non capii subito, ma nel momento in cui vidi spuntare dal finestrino dei ricci tutto mi sembrò ancora più strano.
Quella non era di certo la macchina di un ragazzo che aveva da poco preso la patente.
 Mi avvicinai con la testa ancora avvolta dal cumulo di dubbi che mi si stava formando lentamente.
-Buonaseraaaa!
Disse con un sorriso a trentadue denti, e per un momento non capii se era giorno o sera data la lucentezza che emanava.
Non seppi resistere a quel sorriso, e a mia volta lo ricambiai.
-Ehi, buonasera a te!
Dissi sorridente.
-Carina la macchina.
La indicai e feci l’occhiolino al ragazzo che storse il naso e fece spallucce per poi aprirmi la portiera del passeggero facendomi entrare.
-Grazie Harry.
Pronunciare il suo nome mi suonò strano, era come se stessi dicendo una qualche parola in aramaico, come se quel nome non mi appartenesse.
-Prego.
Rispose lui senza smettere di sorridere nemmeno un attimo.
L’interno della macchina era elegante, nero e di pelle e nell’aria aleggiava un fantastico profumo di menta? Si forse era menta…
Inspirai a pieni polmoni e vidi Harry voltarsi verso di me.
-Ti piace questo profumo?
-Si, è buonissimo!
Dissi senza mascherare il mio entusiasmo.
Io ero fatta così, mi esaltavo anche per la più piccola delle cose, ai miei occhi tutto sembrava speciale. Lui mi fece l’occhiolino e mise in moto la macchina.
-Dove mi porti?
Chiesi io curiosa.
-Aspetta e vedrai cara mia!
Rispose lui sicuro di se.
Qualcosa in quel ragazzo mi faceva pensare che ci sapeva fare fin troppo bene, avevo la sensazione che qualunque cosa facesse risultasse perfetta, magari mi sbagliavo, ma la pensavo così.
Nonostante la sua auto, guidava piano, io mi rilassai sul sedile e mi voltai per guardare fuori dal finestrino.
Cosa stavo facendo? Era sbagliato? Stavo tradendo Jake?
Nah, ero solo uscita per parlare un po’.
Nell’abitacolo regnava un silenzio imbarazzante, sai, tipo quelli dei film, mancavano solo le cicale e i grilli a farci compagnia!
Harry accese lo stereo nel quale era inserito un cd, non capii subito di chi si trattasse, solo dopo alcune note riconobbi i One Republic e la canzone Good Life.
Amavo quella canzone, l’ascoltavo sempre nel tragitto in metro da casa mia a casa di Jake.
E rieccolo, ancora nei miei pensieri, come sempre.
Una volta lessi questa frase :
Certi addii si sentono prima di esser detti.
Li si percepisce nell'aria, puzzano di mancanze di affetto, di vuoti, di dubbi, di domande senza risposta.
E tu ti senti persa tra cose che non ti appartengono più. 
E' una cosa che non si spiega quella degli addii.
Forse sono i pezzi di vita più importanti, forse le persone che ti abbandonano prima o poi torneranno a incasinarti le giornate.

Ma non era ovviamente il mio caso.
Nessuno sarebbe mai più tornato a incasinare le mie giornate, a sconvolgermi la vita…
L’unico che era in grado di capirmi se n’era andato, e no, non sarebbe mai più tornato indietro.
-Hey, che hai?
Disse Harry senza staccare gli occhi dalla strada.
Incredibile, si era accorto del mio cambiamento d’umore senza che io proferissi parola.
-Nulla, va tutto bene, davvero!
Finsi un sorriso e alzai un po’ il volume dello stereo.
Lui iniziò a canticchiare a bassa voce, e mi venne la pelle d’oca.
Non so esattamente il perché, ma la sua voce bassa e roca mi trafiggeva il cuore, ero completamente paralizzata da quella melodia.
-Mio Dio, se canto così male me lo dovresti dire!
E rise troppo di gusto, magari per qualche doppio senso che al momento mi sfuggiva.
-No, anzi, al contrario, hai una voce magnifica, davvero.
Ammisi e iniziai a torturarmi il labbro inferiore.
Con grande teatralità, fece una specie di inchino tenendo una mano sul volante.
Io risi.
-Modesto il ragazzo.
Sussurrai.
-Si modesto e non sordo!
Rispose lui mettendo il broncio.
-Eddaii non vorrai mica rimanere tutta la serata arrabbiato solo perché le tue doti canore non sono delle migliori!
Lo stuzzicai.
-Ah si è questo ciò che pensi di me signorina “DoIVotiMancoFossiUnGiudiceDiXFactor”?
Io non avevo mai visto X Factor in vita mia, lo trovavo un programma davvero stupido che non premiava realmente il talento.
Inoltre nell’ultimo anno mi ero completamente estraniata dal mondo, non guardavo mai la tv e ne tantomeno  accendevo la radio, vivevo chiusa nella mia camera a deprimermi.
-Sinceramente non ho mai visto X Factor, non mi piace per niente, è un programma stupido secondo me!
Risposi in tutta onestà.
Lui rise, quasi a crepapelle, e ancora una volta mi sfuggì il motivo di tante risate.
Forse avevo qualcosa fra i denti? No, impossibile li avevo lavati prima di uscire.
Rinunciai all’impresa di capire il motivo di tante risate.
- Siamo arrivati, scendi.
Disse lui poi mi tappò la bocca con una mano prima che potessi rispondere e si portò l'indice della mano libera alla bocca facendomi segno di tacere, obbedii.
Estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni beige un mazzo di chiavi e aprì una piccola porta di metallo.
Lo spettacolo che mi si parò davanti era impagabile, non avevo mai visto niente del genere.
 
 







HEILA' GENTEEEE
innanzitutto buongiorno!
seconda cosa, questo capitolo è più un capitolo di passaggio, e mi  scuso per la noiosità (?) che probabilmente esprime.
dal prossimo capitolo si inizieranno a complicare ancora di più le cose, e non vedo l'ora di scriverlo!
grazie a tutti quelli che recensiscono la storia, che la seguono, che la preferiscono, e grazie anche ai lettori silenziosi che si limitano a leggerla :)
VI PREGOOOOO LASCIATEMI QUALCHE RECENSIONE COSì CONTINUO A PUBBLICARE!
xoxo
-El.
  
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