- Bene, sono usciti tutti quanti. Stanno andando da lei.-
"Si e
moriranno divorati. Abbiamo risolto i nostri problemi."
- Metà vorrai
dire.-
"Non mi dirai che adesso ti vengono gli scrupoli sul tuo adorabile
fratellino minore..."
Vanessa Lestrange sorrise appena, scostandosi
dalla finestra della sua camera a Hogwarts, per tornare davanti a un grande
specchio a grandezza umana che rifletteva la luna e le stelle del cielo notturno
- Ben fatto Katrina, tesoro. Devo dire che la tua dedizione alla causa mi scalda
il cuore.-
"Ammesso che tu ne abbia uno." rispose una voce di donna
da nessun luogo in particolare "Taglia corto, Lestrange. Ti serve
qualcos'altro o pensi di riuscire a fare qualcosa da sola senza me o Jeager per
qualche ora?"
La strega non rispose, limitandosi ad aggiustarsi i
capelli nello specchio con aria compiaciuta.
"E allora?" chiese
ancora Katrina stizzosa "Che ti serve?"
- Non dovresti innervosirti
così sai? Potrebbero venirti le rughe...-
"E sta zitta!" sibilò la
voce con ira "Credi di essere tanto furba? E se l'Hargrave non fosse
morta?"
- Non ci sono esperti di magia oscura nel gruppo di Potter.
Neanche mio cugino potrebbe riconoscere il mio incantesimo su quella sporca
mezzosangue...senza offesa per te, cara. La crederanno morta e la seppelliranno
anche se non credo che nessuno di loro riuscirà ad uscire vivo da quelle
celle.-
"E se non andasse così? Credi che Crenshaw si lascerà scappare la
possibilità di torturarla ancora?"
- Credevo non sapesse cosa le stesse
facendo quel mostro nelle segrete.- cinguettò la Lestrange arricciandosi i
boccoli col dito, civettuola - Che strano mezzo demone. Sembra affezionato alla
sua peggior nemica, non trovi?-
"Trovare un nemico decente è difficile
oggi giorno..." ironizzò Katrina acidamente.
- Sbaglio o sento una vena
di rimprovero?-
"Ti ho fatto una domanda prima. Che intendi fare con tuo
fratello minore?"
- Il bambino ci serve, lo sai bene. Non fosse stato
per il Grimario di Lumia Lancaster ora staremo ancora brancolando nel buio. Se
non altro ora abbiamo tutti gli ingredienti per ritentare una seconda
volta.-
"Si, certo...ammesso che Jeager riesca a rimettere le mani su
quelle ossa..." la voce di Katrina assunse una nota annoiata "Inutile
che ti ricordi che il Cimitero ora è sotto stretto controllo. Secondo me sarà un
buco nell'acqua, comunque fate come volete. In fondo questa parte del piano è
solo vostra."
- Vuoi dirmi che non lo vorresti riavere qui?- Vanessa
Lestrange assottigliò gli occhi scuri, scrutando nello specchio con perfidia -
Quando camminerà di nuovo su questa terra per Harry Potter sarà davvero la
fine.-
"Certo...dimentichi sempre però il particolare più importante di
tutti. Lucilla Lancaster."
- E' un demone di stirpe ormai. Cameron non
le permetterà di intromettersi.-
"Continua a sperare, è meglio."
- Si può sapere dove sei adesso?- chiese la strega, cambiando argomento
seccata da quell'interrogatorio.
"A Londra per trattenere quell'idiota di
Orloff, per questo non mi sembra il momento adatto a parlare!"
- E
piantala. Hai un corpo ora, usalo finché non diventerà cenere...oppure continua
a divertirti a far impazzire i maschi, tanto non servono altro che a letto. E tu
lo sai bene...- Vanessa si scostò dallo specchio, ridacchiando - M'interessa il
tuo proposito di far uscire di senno quel traditore di mio cugino anche se non
credo che riuscirai mai a togliergli dalla mente quella mezzosangue,
sai?-
"Ma davvero?" Il tono di Katrina si fece di colpo interessato
"Tempo un'ora e la Hargrave sarà morta e sono più che sicura che riuscirò a
fare mio per sempre Malfoy, sempre ammesso che non muoia come mi hai fatto
notare."
- Che vuoi fare? Rubargli l'anima ladra di cuori?- la schernì
Vanessa spazzolandosi la lunga chioma seduta sul letto - Sai una cosa? Ancora
non capisco perché un essere empatico dai grandi poteri come te sia tanto
vanitoso con gli uomini. Sei una bella donna da umana...perché non cominci a
vivere più materialmente eh? Ti ecciti solo con uomini pazzi per caso Katrina? O
ti piace vederli strisciare ai tuoi piedi?-
"Sempre meglio di ciò che
eccita te, Vanessa." concluse la voce con perfidia mentre la strega si
alzava colma di rabbia dal suo letto, sprizzando collera da ogni poro "E ora
scusa ma ho altro da fare. Devo tenere Jeager lontano da quelle segrete o
perderemo i suoi poteri per la battaglia finale. Salutami il tuo amato
fratello."
- Sparisci!- sibilò la Lestrange - Torna dal buco schifoso da
cui sei uscita, sono stata chiara!?-
"Certo, certo...ci rivedremo per i
corridoi. Buona notte signorina Lestrange!" e ridacchiando lascivamente la
voce sparì in un eco mentre Vanessa prese la spazzola e la scagliò contro lo
specchio, frantumandolo in mille pezzi.
Bene, ora si trattava solo di
aspettare...la notte sarebbe stata fin troppo corta...
Dove sei?
Dove sei??
La notte brulicava di stelle sulla grande collina del Golden
Fields...
La mezza luna calava e le corolle nere delle margherite che
fiorivano di notte erano nel pieno del loro splendore.
La terra bruna
profumava di gelsomino e i lunghi fili d'erba carezzavano le ginocchia a Draco
Malfoy che con l'espressione di un uomo disperato si aggirava in quel luogo con
la mente rivolta a un solo e unico pensiero.
Le grida si erano fatte continue
adesso...le lo chiamava...lo supplicava...e lui l'aveva ignorata, scacciata
dalla sua mente e dal suo cuore. Lei era lì...era vicina...e soffriva. Stava
morendo...
Col cuore in gola e l'anima in mano correva, correva...non
sentiva la fatica, né l'alito freddo del vento.
Poi in lontananza lo vide. Un
castello diroccato, quasi in rovina...né luci, né ombre...
E fu come avere le
ali ai piedi. Il sangue cominciò a galoppargli nelle vene, quasi scorrendo al
contrario mentre la paura lo dilaniava. La paura che fosse troppo tardi lo stava
uccidendo a ogni passo, a ogni eco del ricordo passato del viso di...di
Hermione. Il suo viso gli tornò alla mente...e una rabbia feroce lo
invase.
Qualsiasi cosa fosse successa, se lei non fosse uscita viva da quel
luogo...non l'avrebbe fatto neanche lui.
Non gl'importava più di niente, né
dei Mangiamorte, né dei suoi cugini né delle urla dei suoi compagni alle spalle.
Niente. Non erano passati quattro anni. Non era passato neanche un minuto da
quando lei se n'era andata.
Perché lei era sempre rimasta con lui, che
l'avesse voluto o no.
Poco lontano da lì, qualcun altro stava lottando
disperatamente contro il tempo.
Harry, Tristan e Tom erano davanti agli
imponenti cancelli del tetro Cameron Manor. Oltre il portone d'ebano scuro le
mille voci di mostri, demoni e vampiri riecheggiavano come in una danza malvagia
ma in quel momento i tre umani avevano ben altro per la mente. La paura era
l'ultimo dei pensieri rivolti a loro stessi.
- Come lo apriamo?- chiese
Harry, estraendo la spada e la bacchetta.
- Faccio io.- scandì Tom
avvicinandosi ad grande chiavistello col marchio dei Cameron, la C
immersa nel fuoco - Una volta dentro dovremo tenere indietro gli ospiti del
palazzo...-
- Per quello ci penso io.- disse calmo Mckay, levandosi il guanto
dalla mano sinistra e fissandosi la vera d'oro che gli aveva dato in dono
Lucilla - Se starete dietro di me non avremo problemi. Una volta chiamati
Cameron e Lucilla poi dovremo correre al palazzo di quell'altro e di volata
anche.-
- Già...Clay non sembrava contento di aspettare.- rispose Harry -
Sente qualcosa. Vai Tom, adesso!- e senza indugiare oltre, il piccolo Riddle
poggiò la mano sull'invalicabile porta di quel palazzo. Riconoscendo la presa,
il portone incantato da millenni e millenni dai demoni più potenti mai nati, si
aprì docilmente...e una volta nell'altro buio, centinaia di occhi rossi e gialli
si puntarono su di loro. Grinfie e fauci si spalancarono, si agitarono spade e
bacchette, vennero sparse grida e ringhi...poi una luce dorata come quella del
sole che squarcia il buio al mattino, irruppe nel palazzo del grande demone
illuminando anche gli angoli più nascosti.
- CAESAR! CAESAR!- urlò Tom
disperato, mentre i vampiri venivano inceneriti, i mostri indietreggiavano con
gli occhi insanguinati, demoni e giganti venivano respinti da una barriera
invalicabile. Dietro alla mano protesa di Tristan, ogni cosa era al sicuro e
Harry Potter guardava sconvolto il più grande numero di esseri appartenenti alle
caste oscure mai visto. Nel palazzo enorme, ogni cosa profumava di
margherite...e di tenebra, tenebra che venne spazzata via quando il bambino
sopravvissuto vide la luce in un giovane uomo, in piedi sulla rampa delle
scale.
Lui...non aveva niente di terreno. Lui incantava. Aveva occhi e
capelli bianchi e non poteva appartenere a quel mondo.
- Non apprezzo
quest'intrusione.- sibilò Caesar Noah Cameron, scendendo lentamente i gradini.
Una giubba blu scura era aperta sul suo torace e un fine mantello in damasco gli
cingeva le spalle. Scrutò i due Auror, fissando molto intensamente Harry...poi
quando posò lo sguardo su Tristan e vide il suo anello la sua irritazione parve
venire meno.
- Hai portato amici Tom.- sussurrò - Potrebbe gentilmente
puntare il suo anello altrove, signor Mckay?-
- Li faccia andar via allora.-
rispose Tristan, che nei recessi del suo animo provava un rancore feroce.
-
Insomma, che cos'è questo casino a quest'ora di notte?- sbuffò Lord Demetrius,
mettendo il naso fuori dal salone al primo piano. Guardò i nuovi venuti senza
capire un tubo ma prima che potesse parlare apparve anche Lucilla, attirata
dalla presenza di Mckay e rimase sconvolta nel trovarli tutti lì.
- Cos'è
successo?- chiese accorata, scendendo rapidamente le scale e incenerendo
infastidita i pochi superstiti che strillavano ancora sotto il potere
dell'anello di Tristan - Perché siete qua?-
- Mamma!- Il piccolo Riddle corse
sugli ultimi gradini e si aggrappò alle mani della Lancaster, sconvolto - Mamma
presto! Dobbiamo andare a casa di Dimitri! SUBITO! Hermione è lì! È nelle
segrete!-
- Cosa?- riecheggiò Cameron a bassa voce, voltandosi verso
Demetrius - Cosa significa maledetto?-
- Come sarebbe?- disse l'altro senza
raccapezzarsi di niente, Smaterializzandosi direttamente accanto al maghetto -
Tom cosa stai dicendo? Hermione a casa mia?-
- Non abbiamo tempo per la
miseria!- sbraitò Harry tornato al portone - Lucilla presto, mi devi aiutare!
Hermione è nelle segrete di quel castello e un demone la sta mangiando
viva!-
-...Doll!- sibilò la Lancaster, voltandosi verso gli altri due della
sua razza - Ecco perché non riuscivamo a trovarla! Il potere di Doll copriva la
magia di Hermione!-
- Si, presto!- li pregò di nuovo Tom - Dovete fare
qualcosa, Draco è andato lì da solo!-
Se Harry e Tristan si erano aspettati
indifferenza e compostezza, caddero male. Vedendo l'espressione di Caesar
Cameron capirono che quel demone ora era come e più allarmato di loro. Quel
mostro di nome Doll doveva essere seriamente pericoloso...o Cameron doveva
tenere particolarmente a Hermione Granger perché non si fece ripetere due volte
le preghiere del piccolo Riddle, tantomeno aspettò che gli altri lo seguissero.
Sparì com'era arrivato, veloce come il vento...spada alla mano e l'aria di uno
che non conosceva perdono.
Ma c'era chi era anche più disperato. Draco fece letteralmente a pezzi la
porte del palazzo diroccato di Demetrius, entrando nella sala d'ingresso come un
tornado. Nessuno lo accolse, né demoni né spiriti. Solo alcuni fantasmi che
vagavano senza meta lo guardarono insospettiti ma poi tornarono a vagabondare
per i fatti loro.
E Malfoy corse, urlò, ascoltò...scese scale e scale, col
cuore a pezzi, quelle grida in testa...e lei era vicina.
Non seppe nemmeno
spiegare come riuscì a raggiungere lo scantinato. Solo in seguito avrebbe potuto
dire che per quei brevi momenti era come impazzito del tutto. La sua lucidità
per la prima volta in vita sua era sparita.
Era rimasto freddo davanti alla
morte quattro anni prima. Se ne era fregato di morire e di diventare un
Mangiamorte, come se ne era in realtà fregato anche del tradimento di suo
padre...ma ora era tutto diverso.
Si sentiva in fiamme, dentro di sé ardeva
un incendio che bruciava ogni cosa.
Era vuoto di ogni pensiero, di ogni
sentimento...e c'era un solo una parola nella sua testa. Il suo
nome.
Raggiunte le segrete, stentò a credere in ciò che vide. Magia...una
magia dannata prolungava un corridoio all'infinito. Migliaia e migliaia di
porte, prigioni con sbarre, catene e cigolii...luci fioche e sinistre.
E lei
era lì...e stava per morire.
Dove sei? Dove sei...
Ansimò,
appoggiandosi al muro e socchiuse gli occhi. Tirò un pugno tanto forte che le
sue nocche presero a sanguinare copiose, senza che però sentisse alcun dolore.
Non l'avrebbe mai trovata...non sarebbe mai arrivato in tempo.
E lei
continuava a gridare nella sua testa. Strillava straziata dal dolore...
Gridò
anche lui e il suo urlo riecheggiò come il ringhio di un animale ferito...quando
sentì un cigolio che lo riportò alla realtà. Catene. Erano catene quelle.
Qualcuno si muoveva avviluppato in catene.
Estrasse la spada, poi la
bacchetta...e s'incamminò fra le centinaia di porte, in quella prigione senza
fine e senza inizio.
Dopo un tempo che parve non trascorrere mai, si
fermò...vedendo sulla parete alla sua destra dei bagliori fiochi simili al volo
inconsulto delle farfalle. Quello era un riflesso...il riflesso di uno specchio.
Si volse alla sua sinistra e una cella dalla porta di legno marcio era semi
aperta. Si avvicinò...e Hermione nella sua testa smise di urlare.
Entrò
scostando lentamente la porta, guardandosi attorno repentinamente. Il cigolio di
quelle catene non era lontano ma tutto divenne pallido e scolorito, anche la sua
stessa vita, quando in fondo alla cella vide un letto rialzato interamente di
pietra chiara...macchiata di sangue fresco. Ora che guardava...anche i muri
erano coperti di schizzi enormi.
L'odore del sangue era nauseante...ma non fu
quello a fargli quasi piegare le gambe.
Su quel baldacchino era poggiato un
lungo specchio, volto verso chi stava adagiato su quel letto di
pietra.
Purtroppo la spada gli cadde, non avendo più un briciolo di
forze.
Era lei...era lì, stesa immobile con una bambola coi suoi begli occhi
dorati aperti e dilatati...
I lunghi capelli riversi indietro, il viso
macchiato di sangue e le vesti totalmente zuppe e squarciate.
Una bella
bambola imbrattata.
Raggiunse il letto e guardandola capì che la sua vita era
finita lì, in quel momento.
La toccò. Era fredda come il ghiaccio.
L'accarezzò, fuori dal tempo e dal mondo, rifiutandosi di vedere la realtà.
-
Mezzosangue...-
La scosse. Senza pietà la scosse con rabbia, agitandola
disperato...no, non era vero. Non era morta!
Non era morta!
Il
suo cuore non batteva, era rigida come marmo e le sue labbra erano livide,
violacee.
Improvvisamente vide tutto offuscarsi e dopo tanto tempo sentì le
lacrime salirgli agli occhi.
No Draco, non è vero dai...ti sta solo
prendendo in giro!
Lei lo fa sempre. Ti pianta ma lei rimane sempre con te,
anche se non può starti vicino. Non è morta! Hermione...Hermione non morirà
mai. Lei...lei non può morire così! Non morirebbe mai senza prima dirmelo!
Mi avrebbe aspettato...e sarebbe stata a sentire tutto ciò che avevo da dirle
con la sua espressione arrogante!
Devo dirglielo che la odio per avermi
mollato! Devo ancora dirle che per me non ha contato niente, che è stata solo
un'avventura, che è stata una stupida a lasciarmi!
Devo dirle che...che
la amo ancora...che non ho mai smesso...
Era
morta...morta...morta...
Macchiata di sangue ovunque, come se un macellaio
avesse affilato su di lei i suoi coltelli...
E lei se ne stava lì a guardarlo
con gli occhi vuoti e fissi.
Era arrivato tardi. L'aveva ignorata...e lei
era morta, urlando il suo nome...
Un sibilo sottile. Lo schiocco delle
catene. E Draco vide nel riflesso degli occhi di Hermione qualcosa di
orrendo.
Qualcosa...qualcosa che solo l'inferno aveva potuto partorire si
rifletteva nello specchio sopra di loro e poi negli occhi vitrei della strega.
Non si mosse e non lo avrebbe mai fatto. Vide ancora dei lunghi artigli affilati
ma giurò in quel momento che non sarebbero mai più arrivati a Hermione. Per
questo rimase immobile a suo scudo, anche quando quelle mostruose unghie
affilate gli penetrarono nelle spalla.
Il suo sangue schizzò sul viso di
Hermione, si mescolò a quello delle sue ferite...
Di quel momento non ricordò
più nulla. Ciò che gli accadeva intorno non aveva senso né
gl'interessava.
Sentì delle grida, i sibili di quell'essere orrendo, i
richiami e la voce di Harry che lo cercava.
Riprese coscienza di tutto quando
un contraccolpo scaraventò lui e il corpo esanime di Hermione giù da quel letto
di pietra. Steso a terra con lei fra le braccia, si levò su un gomito...sentendo
il sangue colargli lungo tutto il braccio.
Ma ora altro sangue scorreva. Era
nero come le ali dei corvi.
Quel mostro dai capelli bianchi l'aveva attaccato
di nuovo ma non aveva colpito lui.
Draco era stato salvato da un giovane
uomo che aveva ricevuto il colpo di quei micidiali artigli alle spalle, sulla
schiena.
Caesar Cameron si voltò lentamente verso Doll, dopo aver fissato il
corpo di Hermione al suolo.
- Caesar! Stai bene?-
Malfoy guardò sulla
soglia. Demoni...demoni puri. Lucilla e un altro tizio dall'aspetto trasandato.
Era stato quest'ultimo a parlare, fissando il demone maschio dai capelli
bianchi. Era stato ferito per proteggerli.
E ora fronteggiava quel mostro di
bambina che era letteralmente imprigionata in catene lunghissime.
- Tu,
umano.-
Draco tornò a puntare gli occhi grigi sul loro salvatore ma in lui
non vide né umanità né sollievo.
- Se lei muore...- e indicò Hermione con un
movimento impercettibile del capo - Tu la seguirai.-
- Avanti scappate!
Andate via da qui, a Doll penseremo noi! Presto!-
La voce di Lucilla per lui
era ormai lontana. La morte, il dolore, le fiamme...non erano niente.
C'era
qualcosa di molto peggio. Draco Lucius Malfoy lo capì finalmente quando prese
fra le braccia il corpo senza vita di Hermione Granger e si Smaterializzò via
con lei senza più sentire battere nemmeno il suo di cuore, proprio quando
un'esplosione colossale invase quelle segrete...e le spazzò via, come cenere al
vento.
Nel luogo dove riapparvero, molte luci vennero subito accese. Candele,
camini, candelabri...
Il padrone era tornato a Malfoy House. Il grande
maniero si animò per magia quando Draco ne varcò la soglia. Fantasmi e elfi
domestici incaricati di custodire la villa si affollarono contro di lui ma non
ricevettero ordini.
Vennero ignorati e quando Draco si chiuse la porta della
sua camera alle spalle, sentì tutto il peso di quella notte cadergli addosso
come un macigno. Crollò a sedere, con Hermione fra le braccia appoggiata contro
di lui.
Quante volte erano stati così vicini in passato...ma ora lei non si
muoveva, non respirava...
Alzò gli occhi lucidi su di lei, posandole una mano
sulla guancia imbrattata di sangue.
Non c'erano ferite visibili sul suo corpo
ma i vestiti laceri e a brandelli, coperti di sangue incrostato e nuovo, non
facevano altro che rendere più vero il sogno di Damon.
...Qualcosa la
divora ogni notte...
Era stata mangiata viva...e poi riportata in vita
per tre lunghi mesi...
Le carezzò lo zigomo col pollice, continuando a
guardare i suoi occhi fissi, sgranati in un'espressione di orrore.
Era morta.
Era morta...
- Per favore...- singhiozzò, sentendosi spaccare in due il cuore
- Per favore...svegliati! Svegliati...ti prego...- e cominciò a scuoterla come
impazzito, pregando ora di sentirla urlare di nuovo. Perché ora stava zitta?
Perché?!
Affondò il viso nel suo collo, stringendola convulsamente e
piangendo come mai aveva fatto.
- Sei una maledetta Hermione...una
maledetta!- urlò distrutto contro di lei, continuando ad abbracciarla
fortissimo, quasi per farle e farsi del male - Ti odio! Ti odio!-
Si, la
odiava. Era riuscita a portargli via tutto morendo. Tutto aveva perso di
consistenza in un solo attimo.
Perché senza aspettare lei, senza aspettare di
rivederla, niente aveva più senso.
Pianse a lungo, passarono minuti
interi...lui e lei, abbracciati contro quella porta.
Lui morto dentro, lei
col capo riverso indietro...e l'anima chissà dove.
Fu allo scoccare delle
due di notte che Malfoy dovette tornare alla realtà. Venne strappato al suo
dolore con forza...per essere riportato a una notte di mesi prima.
All'improvviso, un vecchio libro dalla copertina logora cadde della sua enorme
libreria, proprio davanti al letto a baldacchino che troneggiava in mezzo alla
sontuosa stanza, davanti al camino acceso.
Draco non gli prestò attenzione.
Niente era più importante.
Ma quando le pagine del libro di favole
cominciarono a sfogliarsi da sole...e si fermarono sulla favola di Biancaneve
avvelenata dalla strega cattiva a causa della mela, dovette per forza di cose
smettere di respirare.
Di nuovo. Era successo di nuovo. La mela
avvelenata di Biancaneve...
Intrappolata nel sonno della morte per
l'eternità. Un corpo morto...e un'anima viva, intorpidita dal veleno.
Come un
automa si mise in piedi, trascinando il corpo di Hermione con sé. L'adagiò sul
suo vecchio letto, poi raccolse il libro fissando l'immagine della mela. La mela
avvelenata.
Qualcosa di vagamente simile a un ghigno gl'increspò le labbra
che si era morso a sangue.
Maledetta mezzosangue...
Quando Harry e gli
altri varcarono la porta della sua casa e invasero Malfoy House, lo trovarono
immerso nel caos più totale. La sua scrivania era stata invasa da libri proibiti
appartenuti a suo padre, chiusi a lucchetto e sotto dannazione, da boccette per
pozioni, da infusi fumanti, da polveri odore e da un fumo infausto.
- No...-
alitò Ron, correndo al letto e toccando il corpo di Hermione - No, no! È
morta!-
- Non è possibile!- alitò Edward raggiungendolo alla sponda - No,
dev'essere ancora viva!
- Spostati!- gridò anche Potter, toccandole la vena
sul collo e poi il polso. Sbiancò...e come Draco poco prima, si sentì venire
meno. Gli altri, da Tristan a Milo, a Jess a Sphin e Clay, trattennero ogni
singola parola.
Non era quello un momento che poteva essere interrotto anche
solo col fiato...e quando Harry levò gli occhi verdi su Draco, distrutto come e
quanto lui, prese l'agitazione del biondo Auror come un tentativo
disperato.
- Non è morta.- gli sibilò Malfoy fissandolo tanto da trapassarlo
- Non è morta!- replicò, zittendo Ron che cercava di tenersi in piedi - Sono
mesi che cerca di dirmelo! L'ha fatto anche con Tom! Gli ha mostrato una mela! E
prima ha fatto cadere un libro di fiabe! C'era la mela di Biancaneve!-
-
Draco...non puoi fare più niente...- sussurrò Jess cercando di calmarlo ma
s'intromise Tristan, a occhi sgranati - Anche Degona...tutti i suoi libri si
aprono sempre sulla favola di Biancaneve...ma allora...-
- Si, è stata
Hermione!- ringhiò Draco tornando a mescolare ingredienti e pozioni, affannato e
accorato nella spiegazione - Anni fa sentii mio padre e mia zia parlare di un
veleno chiamato il Veleno della Mela di Biancaneve. Fa cadere chi lo assume in
uno stato vegetale. Né fiato né battito del cuore testimoniano che la vittima
sia ancora viva ma lei lo è! Ha cercato di farmelo capire da quando è stata
catturata! Lei è ancora viva!!-
- Ok...- ora l'agitazione era generale e
nessuno riusciva più a stare fermo, Harry e Ron specialmente - Cosa possiamo
fare? Serve solo un antidoto? Hai tutti gli ingredienti?-
- Si, dovrei avere
tutto quando Blaise mi porterà un ultimo estratto!- replicò Malfoy rapidamente -
Ma dovete andare subito a riempire una vasca d'acqua calda. È gelida come il
ghiaccio e rischia l'entropia permanente! Le faremo assumere l'antidoto quando
sarà immersa nell'acqua. Non so quanto ci vorrà perché si riprenda...ma dobbiamo
scaldarla...muovetevi!- e si passò una mano sugli occhi umidi, cercando di non
farsi vedere - Il mio bagno è oltre quella porta, fate presto!-
Nel rapido
giro di un'ora a Malfoy House scoppiò una lotta contro il tempo. Da Londra
tornarono Elettra e Blaise che erano stati a Everland per prendere l'ultimo dei
rari ingredienti che sarebbero serviti a Draco per salvare Hermione. Si trattava
di un estratto di artemisia bianca e scarlatta trattata con schegge di
platino e oro, per far tornare il cuore a battere. Quando arrivò anche May
rimase sconvolta nel vedere lo stato in cui si erano ridotti tutti e impallidì
vedendo anche la Granger che sembrava davvero un cadavere. Lavorarono a oltranza
fino ad aspettare che la pozione bollisse mentre nel bagno l'acqua ormai era
calda al punto giusto. La vasca, in linea col pavimento come una di quelle delle
terme, era piena fino all'orlo e il vapore stava invadendo tutto.
- Ci siamo
quasi?- s'informò Ron, uscendo dal bagno.
- Si, dacci un attimo.- disse anche
Elettra che non si era mai fermata - Ed, hai trovato qualcosa su quei
libri?-
- Si.- Dalton si staccò dalla biblioteca proibita di casa Malfoy con
un pesante tomo pieno di catene fra le braccia - Negli ultimi cinquecento anni
sono stati registrati solo dieci casi di maghi che abbiano ingerito quel veleno.
Sei sono morti, quattro sono sopravvissuti. Una strega la ingerì per sbaglio un
secolo fa. Rimase in stato vegetativo per tre anni, poi la risvegliarono e tornò
a vivere normalmente.-
- Gli altri?- sussurrò Harry.
- Due impazziti al
San Mungo e uno è rimasto paralizzato dalla prolungata entropia.-
-
Incoraggiante.- disse May che guardava Hermione stesa a letto - Ma secondo me è
tempo perso.-
- Cosa?- sibilò Draco voltandosi verso di lei - Cosa sarebbe
tempo perso?-
- Svegliarla.- rispose la Aarons senza battere ciglio - Fossi
in te commetterei un atto pietoso e la lascerei morire finalmente. Dopo essere
stata divorata viva da quell'essere e poi rigenerata ogni notte credo che non
desideri altro.-
Un gesto pietoso. Malfoy osservò lo sguardo malinconico di
May...e di nuovo il viso di Hermione parve eclissarsi dalla sua mente...almeno
fino a quando il tomo gigante che Edward teneva fra le mani non si sollevò con
la forza delle telecinesi e gli volò addosso. Quando accadde, tutti bene o male
scoppiarono a ridere.
Quella era Hermione che gl'imponeva di darsi una mossa.
Altro che gesto pietoso...
- La pozione è pronta.- disse Draco poco dopo,
guardando la provetta fumante sul fornello magico.
- Prima la tua spalla.-
Elettra gli fissò la camicia nera zuppa di sangue sulla spalla.
- No, prima
la mezzosangue.- rispose il biondo ma la Baley stavolta alzò gli occhi azzurri
su di lui.
- Ti riprendi da solo o devo darti due ceffoni?- gli sibilò,
sbalordendo i presenti. Non seppero bene cosa fosse successo ma un attimo dopo
Malfoy era seduto sulla sponda del suo letto a torso nudo, a farsi controllare
quello squarcio atroce. Non avevano mai sentito Elettra parlare in quel modo ma
a quanto pareva era stata l'unica, oltre a Harry che però non aveva voce in
capitolo, della situazione psicologica in cui versava Malfoy.
- Ferula.-
sussurrò poco dopo la strega, agitando la bacchetta e un attimo dopo il biondo
ex principe di Serpeverde fu bendato alla perfezione. Bloccata la fuoriuscita di
sangue e presi gl'indumenti di ricambio per la Grifoncina portati dalla ragazza
di Potter, il gruppo si accalcò nel grande bagno.
Chi a torso nudo, chi coi
pantaloni girati sulle ginocchia, a entrare nella vasca fino al torace furono
Draco che non ne volle sapere di lasciare il corpo di Hermione neanche per un
attimo, Ron che teneva la boccetta dal collo lungo con l'antidoto dorato al suo
interno, Elettra e Harry infine anche May.
La squadra di Jess, Edward e
Blaise rimasero sul bordo, pronti a passare qualsiasi oggetto in qualsiasi
momento e una volta che Hermione fu immersa nell'acqua fumante, gli altri
iniziarono a darsi da fare.
Mentre Elettra e May le sfregavano le mani
gelide, Draco l'appoggiò contro di lui di schiena, tenendola forte per la vita.
Si sistemarono gradini di entrata nella vasca, consci che ci sarebbe voluto
molto tempo. Le ripulirono il viso dal sangue, le braccia e il collo, poi Draco
si appoggiò il suo capo sulla spalla vedendo Harry pronto con la pozione.
-
Speriamo in bene.- mormorò Potter, aprendole le labbra.
- La mia pozione è
perfetta.- disse Malfoy seccamente, già abbastanza nervoso di suo.
- Non
parlavo della tua. Ma di quella di chi là ridotta così.- e senza aggiungere
altro le rovesciò il fluido denso e dorato nella gola. Scese lento ma fino
all'ultima goccia.
- Dici che mi sente?- alitò Harry, poggiando la boccetta
sul bordo.
- Certo che sente. Ci vede anche perfettamente.- replicò il
biondo.
- D'accordo.- Ron si mise in mezzo alla visuale della sua migliore
amica, sforzandosi di sorridere - Herm, la pozione potrebbe fare effetto anche
fra molto tempo. Adesso cerchiamo di scaldarti.-
- La cosa potrebbe durare
giorni, vi avverto.- disse Edward, seduto sul bordo - Avviso a scuola.-
- Si
e assicurati che Tom sia sano e salvo a Grifondoro.- gli ordinò quasi Harry -
Non voglio che ci vada di mezzo lui.-
- C'è andata di mezzo parecchia gente.-
sussurrò May pacata - E' vero che vi hanno salvato i demoni?-
- Diciamo
che...- mugugnò Tristan rabbioso -...Cameron ci ha attutito il colpo.-
- Non
so voi ma io me lo immaginavo diverso.- borbottò Ron - Sembra una persona
abbastanza affidabile.-
- Finitela di parlare di questa storia.- li zittì
Draco di punto in bianco, acidamente.
I ragazzi tacquero davvero, desolati.
Lei sentiva...sentiva quello che dicevano. Le avevano ricordato
quell'orrore.
Il pendolo batté le quattro e ancora non accadeva nulla.
Intenti a frizionarle mani e braccia, la pelle pallida della Grifoncina aveva
lentamente iniziato da pochi minuti a riprendere un tenue colore ma sembrava
ancora morta.
Il suo cuore inoltre aveva iniziata a battere solo a scatti,
quando Draco le passava velocemente la mano sullo sterno, poco sopra il seno
sinistro. Era impressionante pensare che il corpo immobile ci fosse ancora
un'anima e uno spirito.
Poco a poco però, il suo sangue tornò a defluire, la
pelle trattenne il calore e ricominciò a produrne di proprio e poi finalmente
accadde il miracolo. Uno scossone interno la irrigidì tutta, le sue mani si
contrassero di colpo e infine spalancò la bocca emettendo un gemito. Fu come
rinascere...e con gli occhi sgranati, attraversata di nuovo dalla vita, Hermione
Granger prese il suo primo fiato dopo quasi tre mesi di morte apparente.
-
Dai, dai brava!- la incalzò Draco accorato, praticandole il massaggio cardiaco
con un solo palmo - Avanti, respira!-
- Tienila ferma!- Harry si piegò su di
lei, facendole la respirazione artificiale. Questo l'aiutò e dopo pochi minuti
finalmente tornò a respirare da sola, più normalmente. Ora gli occhi di Hermione
si muovevano frenetici. Si guardavano attorno, agitava mani e braccia a scatti
rapidi ma una volta che i ragazzi le presero le mani e cominciarono a parlarle
dolcemente si fermò, calmandosi. Si...era tornata.
Gioendo tutti
insieme, uscirono dall'acqua solo dopo aver usato le bacchette e l'Innerva su di
lei, ridonandole un po' di forza fisica, dopo di che Elettra e May le cambiarono
i vestiti laceri. Perse di nuovo i sensi e si addormentò non appena Harry e Ron
la riadagiarono a letto sotto le coperte. O almeno...così pensarono loro.
-
Il cuore batte regolarmente.- disse Harry sentendole il polso - Direi che sta
abbastanza bene.-
- A me sembra ancora pallida come Milo.- mugugnò
Tristan.
- Clay, tu come la senti?- chiese Draco, ancora impensierito anche
se faceva di tutto per non darlo a vedere.
Harcourt si limitò a dire che in
quella faccenda la magia centrava poco. Era il suo fisico che era stato messo a
dura prova e quando Malfoy si sedette accanto a Potter, dovette dare per forza
retta a tutti gli altri.
Doveva calmarsi una volta per tutte e ringraziare
Dio, in cui non aveva mai creduto, per averla salvata.
Senza accorgersene
levò una mano per carezzarle i capelli ma Hermione in quell'attimo esatto aprì
gli occhi di scatto, senza battere le palpebre, proprio come una bambola. Non
aveva mai dormito, questo lo capitano dopo.
In un istante una forza
sconosciuta l'animò a tal punto che afferrò Malfoy per la nuca, per distrarlo.
L'altra mano invece gli raggiunse la cinta, dove portava la spada e la
bacchetta. Lei prese quest'ultima e mettendosi seduta gettò Draco e Harry giù
dal letto, poi usò l'onda d'urto più potente che gli Auror avessero mai visto
scaturire da un essere umano perché tutti, tranne Tristan protetto dal suo
anello e Potter e Malfoy, finirono schiacciati al muro.
- Accio bacchetta!-
sibilò poi Hermione, attirando nell'altra sua mano quella di Harry che la
fissava sconvolto.
- Hermione cosa fai?- le urlò Mckay ma la strega non
rispose. Gli occhi d'oro contratti, posò lo sguardo oltre la finestra. Non
riconosceva quel posto... non capiva dov'era e questo le fece ribollire il
sangue.
- Dove siamo!?- ringhiò con voce rauca, verso Draco - Dove accidenti
mi hai portato??-
- Calmati Cristo, siamo a Malfoy House!- le disse Ron a
fatica, rimettendosi in piedi - Herm ma cos'hai?-
Lei non parve neanche
sentirlo - Dove sono i Lestrange?-
- Cosa?- alitò Harry.
- Vi ho chiesto
dove sono i Lestrange!- urlò allora stridula, facendo quasi scoppiare le fiamme
nel camino per la rabbia feroce che la divorava - Ditemi subito dove sono!
Adesso!-
- Sono a Hogwarts.- le disse May, nell'angolo - Ma adesso abbassa
quelle bacchette e...- la Aarons purtroppo non poté finire la frase e le
suppliche non riuscirono a fermarla. Hermione Granger rubò le bacchette e si
Smaterializzò via, sparendo in una nuvola di fumo perlaceo lasciando alle sue
spalle solo un nugolo di persone letteralmente sconvolte.
- Vuole
vendicarsi...-
Fu Elettra a spezzare quel silenzio gelido, attirando
l'attenzione di tutti.
- Vuole vendicarsi.- gemette di nuovo - E' andata a
Hogwarts per ucciderli!-
- Merda, se ci riesce finirà ad Azkaban ancora prima
di aver ballato sulle loro tombe!- urlò Harry tirando in piedi Malfoy - Diamoci
una mossa prima che faccia qualcosa d'irreparabile,
presto!-
Sfortunatamente quella notte nessuno ebbe la sua vendetta. Né
Hermione Granger, ma tantomeno Vanessa e Rafeus Lestrange che quella notte
stavano nella stanza della strega, terminando il loro piano coi calici di vino
ben alti.
Almeno fino a quando dalle profondità della specchio qualcuno non
li riportò alla realtà.
"Blindatevi, sta arrivando!"
-
Katrina...- Vanessa si avvolse nella vestaglia, posando le lunghe gambe diafane
giù dalla poltrona su cui era semi sdraiata - Si può sapere cosa stai dicendo?
Chi sta arrivando?-
"Io vi ho avvisato. Arrangiatevi!"
- Ma di
cosa parlava?- bofonchiò Rafeus Lestrange, continuando a sorseggiare in pace il
vino rosso e secco, deliziato - Quella ragazza è sempre troppo precipitosa, non
credi?-
- Anche a letto fratellino?- frecciò Vanessa sarcastica.
Rafeus
non rispose, limitandosi a scoccarle un'occhiata lasciva ma avrebbero dovuto
entrambi ascoltare i buoni consigli degli amici. Tempo un secondo e i loro
calici si frantumarono in mille pezzi, colpiti a distanza da una grande e
bruciante forza magica che si avvicinava velocemente. Poi dei passi dietro alla
porta della stanza, delle grida soffocate in sottofondo dei prefetti che
vigilavano la notte e infine la porta si spalancò.
Quando si richiuse, ciò
avvenne con una formula magica.
- Colloportus.- sussurrò Hermione Jane
Granger a bassa voce e la porta si sigillò, diventando impossibile da
varcare.
I due fratelli rimasero in piedi, sconvolti, pallidi in viso.
Convinti di avere di fronte un fantasma.
- Tu...- sibilò Vanessa, stringendo
i pugni - Tu, sporca mezzosangue! Dovresti essere morta ormai!-
- Sbagliato.
Sei tu che dovresti essere sotto terra!- ringhiò Hermione di rimando, sollevando
entrambe le bacchette rubate a Harry e Draco - Avete finito di vivere entrambi,
ve lo giuro.-
- Buona sera, tesoro. Vedo con piacere che non hai cicatrici su
quel tuo bel faccino.- rispose Rafeus Lestrange serafico, sogghignando - Come
hai fatto a destarti eh? Mi è stato detto che Potter e mio cugino sono venuti a
cercarti, anche se ancora mi chiedo come abbiano fatto a capire dove ti avesse
nascosta Jeager.-
- Inutile che tenti di prendere tempo.- Hermione lo fissava
ma nel contempo non lo vedeva minimamente, del tutto interessata solo a Vanessa
in quel momento - Ridammi i gioielli.- le ordinò poi con un ghigno - Tanto tu
non sai come giocarci, Lestrange.-
- Parli del bracciale col prezioso sangue
del tuo amante eh?- rise l'altra acidamente, avvicinandosi alla sua specchiera.
Aprì un cofanetto e ne tirò fuori il bracciale d'argento col sangue di Caesar,
la Giratempo e il ciondolo d'argento in cui era incastonata la perla nera
fattale dono da Draco per il suo compleanno. Glieli gettò quasi con rabbia ma
Hermione li prese comunque al volo, rimettendosi subito il bracciale al polso,
sentendosi ora più sicura.
- Mi chiedo perché un uomo potente come Cameron si
sporchi con una come te.- ringhiò Vanessa, disgustata.
- Sul tema "sporco"
sei l'ultima a dover parlare, tesoro. E poi anche il potente signor Cameron,
come lo chiami tu, non è di certo l'essere più reo sulla faccia della terra,
quindi risparmiami il tuo sarcasmo di bassa lega.- la Grifoncina non ascoltava
mai discorsi del genere, tantomeno su un argomento delicato come Caesar e il
rapporto che li univa, così tornò a levare la bacchetta, seriamente intenzionata
a ucciderli.
- Manca qualcosa.-
- Se parli dell'anello di mio cugino se
l'è ripreso mesi fa, sporca mezzosangue.-
- Allora siamo alla frutta,
ragazzi. Eliminati voi dovrò solo fermare quella dannata empatica e se non altro
anche Linda potrà riposare in pace.-
- Che bruci all'inferno quella
disgustosa Magonò!- sbraitò Vanessa afferrando velocemente la sua bacchetta
dalla specchiera - Adesso la raggiungerai anche tu! Impedimenta!-
-
Expelliarmus!- strillò molto prima la Granger e la Lestrange, che si era sempre
vantata di essere imbattibile a duello, perse la bacchetta per un solo soffio.
Volò via anche quella di suo fratello che però estrasse subito la spada, proprio
quando gli Auror, tornati a scuola e attorniati da professori, cominciarono a
buttare giù la porta di quercia della torre.
Quando cadde, si trovarono di
fronte al caos. Davanti avevano Hermione di spalle, poi i due fratelli disarmati
e ansanti.
- Preside!- cinguettò Vanessa fingendosi disperata, quando vide
Silente, Piton e la Mcgranitt - Ci aiuti! Ci ha attaccato!-
- Fa silenzio,
razza di miserabile.- la zittì la Grifoncina rabbiosa - Dovessi finire ad
Azkaban per il resto dei miei giorni ti ucciderò stanotte! E tu statene buono!-
sibilò, afferrando un pugnale sulla cassettiera accanto a lei. Si volse verso
Rafeus che attendeva solo di poterla ferire con la spada, ma con uno scatto
veloce gli lanciò il pugnale addosso.
Ma non prese lui. La lama si piantò
nel muro, fra una mattonella e l'altra...proprio sull'ombra di Rafeus.
-
Hermione!- gridò Harry afferrandola per le braccia - Che diavolo fai? Devi
smetterla!-
- Lasciami in pace, dannazione!- ringhiò lei, continuando a
tenere sotto controllo Vanessa.
- Signorina Granger, ora basta!- le ingiunse
anche la Mcgranitt - Si può sapere cosa credi di fare?-
- Non è così che
risolverai la situazione!- disse ancora Ron, cercando di farle abbassare il
braccio.
- A no?- sibilò astiosa - Credi che uccidendola non mi sentirò
meglio? Bhè, ti sbagli di grosso!-
- Che diavolo gli hai fatto mezzosangue?-
sbraitò Vanessa, fissando suo fratello che stava immobile come pietrificato -
Dannata gagia, gli hai bloccato l'ombra!-
- Tranquilla, te lo manderò presto
a farti compagnia.- sibilò acidamente la Granger.
- Non farai un accidente!-
la rintuzzò Harry - Dammi quelle bacchette!-
- Complimenti signori Auror.-
fece Vanessa sarcastica, battendo loro le mani - Complimenti. Cosa fate,
favoritismi per caso? Mi aspetto che venga portata al Ministero e processata,
sono stata chiara? Per aver aggredito me e mio fratello!-
- E sta zitta
Lestrange, non si respira per tutte le cazzate che stanno volando!- replicò
Potter fulminandola con un'occhiata - Sai benissimo di essere sotto tiro e
ringrazia che non abbia la mia bacchetta perché dopo quello che ho visto
stanotte non ne usciresti sulle tue gambe!-
- Al diavolo, non uscirà viva da
qui!- esplose Hermione, facendo scoppiare tutti i vetri.
- Finiscila con
tutto questo candore da Grifondoro, Granger. Non ti si addice più ormai.-
Vanessa ghignò ancora, assottigliando gli occhi senza sapere di aver dato fuoco
a una miccia pericolosa - Che c'è? Dì un po', i tuoi amici sanno che hai
combinato in questi anni in Germania? E dire che le compagnie dei demoni di
stirpe ti sono piaciute...spero che Doll sia stata altrettanto...come
dire...deliziosa!-
Sfortunatamente per lei e anche per gli altri presenti,
Hermione Granger in quegli anni era veramente cambiata. Tanto che dopo un attimo
di silenzio glaciale, lasciò cadere le bacchette e sotto lo sguardo allucinato
di tutti si avventò addosso alla Lestrange. La schiacciò a terra, le mise a
cavalcioni addosso e le serrò le mani alla gola. In un deliro di urla, Hermione
si abbassò su di lei, coi denti digrignati.
- Sarò soddisfatta solo quando
sentirò le ossa spezzarsi sotto le dita!- ma nonostante la sua foga e la sua
rabbia, stavolta non la lasciarono andare avanti. Iniziò a scalciare e a urlare
quando Draco le arrivò alle spalle, l'afferrò per la vita e la sollevò
letteralmente a forza, trascinandola fuori da quella stanza e una volta per il
corridoio, gli strilli di Hermione si tramutarono in ringhi feroci...poi
lentamente in singhiozzi...
- Calmati adesso! Sta calma!- le ingiunse Malfoy,
imprigionandola stretta contro di lui.
- Lasciami!- continuò lei, agitandosi
freneticamente - Lasciami andare maledizione! Lasciami Draco!
- Basta,
calmati! Sta ferma! Avanti mezzosangue...basta, ti prego...calmati...- la sua
voce si abbassò, man mano che lei perdeva energia. Troppo forte a livello
fisico, si lasciò finalmente andare. In ogni senso.
La tensione, il dolore,
la paura e l'orrore, la rabbia, la vendetta...si sciolsero come neve al sole e
rimase solo la più profonda disperazione.
- Perché?...Perché non sei venuto
prima?- singhiozzò distrutta, con le gambe che le cedevano e il viso fradicio di
lacrime - Perché non mi sentivi? Ti ho chiamato tanto! Perché non mi ascoltavi
Draco!?-
- Lo so...lo so...scusami...- alitò lui, passandole le mani sul
viso - Mi dispiace...mi dispiace tanto...-
- Stava per uccidere anche
te!...Te ne stavi lì senza far niente...e non potevo dirtelo...non potevo fare
niente...stava per ammazzarti!- singhiozzò più forte, affondandogli le unghie
nella schiena e dandogli dei colpi coi pugni, come per picchiarlo...ma era
talmente esausta che il biondo Auror li sentiva appena.
Era ben altro ora
ciò che lo faceva star male. Ciò che stava uccidendo tutti quanti. Era
Hermione.
Ora che era tornata, dovevano affrontare un altro problema.
Riportarla davvero fra i vivi.
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