Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Kysa    10/01/2007    9 recensioni
...E dopo quattro anni dall'aver lasciato il nido protettivo di Hogwarts, alla porta di Harry Potter si ripresenta un Riddle che sconvolgerà la vita a lui e a Draco, legati indissolubilmente da una maledizione che li porterà alle soglie di un'altra avventura e di una nuova crudele battaglia. Il seguito di "La Scommessa"...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

- Bene, sono usciti tutti quanti. Stanno andando da lei.-
"Si e moriranno divorati. Abbiamo risolto i nostri problemi."
- Metà vorrai dire.-
"Non mi dirai che adesso ti vengono gli scrupoli sul tuo adorabile fratellino minore..."
Vanessa Lestrange sorrise appena, scostandosi dalla finestra della sua camera a Hogwarts, per tornare davanti a un grande specchio a grandezza umana che rifletteva la luna e le stelle del cielo notturno - Ben fatto Katrina, tesoro. Devo dire che la tua dedizione alla causa mi scalda il cuore.-
"Ammesso che tu ne abbia uno." rispose una voce di donna da nessun luogo in particolare "Taglia corto, Lestrange. Ti serve qualcos'altro o pensi di riuscire a fare qualcosa da sola senza me o Jeager per qualche ora?"
La strega non rispose, limitandosi ad aggiustarsi i capelli nello specchio con aria compiaciuta.
"E allora?" chiese ancora Katrina stizzosa "Che ti serve?"
- Non dovresti innervosirti così sai? Potrebbero venirti le rughe...-
"E sta zitta!" sibilò la voce con ira "Credi di essere tanto furba? E se l'Hargrave non fosse morta?"
- Non ci sono esperti di magia oscura nel gruppo di Potter. Neanche mio cugino potrebbe riconoscere il mio incantesimo su quella sporca mezzosangue...senza offesa per te, cara. La crederanno morta e la seppelliranno anche se non credo che nessuno di loro riuscirà ad uscire vivo da quelle celle.-
"E se non andasse così? Credi che Crenshaw si lascerà scappare la possibilità di torturarla ancora?"
- Credevo non sapesse cosa le stesse facendo quel mostro nelle segrete.- cinguettò la Lestrange arricciandosi i boccoli col dito, civettuola - Che strano mezzo demone. Sembra affezionato alla sua peggior nemica, non trovi?-
"Trovare un nemico decente è difficile oggi giorno..." ironizzò Katrina acidamente.
- Sbaglio o sento una vena di rimprovero?-
"Ti ho fatto una domanda prima. Che intendi fare con tuo fratello minore?"
- Il bambino ci serve, lo sai bene. Non fosse stato per il Grimario di Lumia Lancaster ora staremo ancora brancolando nel buio. Se non altro ora abbiamo tutti gli ingredienti per ritentare una seconda volta.-
"Si, certo...ammesso che Jeager riesca a rimettere le mani su quelle ossa..." la voce di Katrina assunse una nota annoiata "Inutile che ti ricordi che il Cimitero ora è sotto stretto controllo. Secondo me sarà un buco nell'acqua, comunque fate come volete. In fondo questa parte del piano è solo vostra."
- Vuoi dirmi che non lo vorresti riavere qui?- Vanessa Lestrange assottigliò gli occhi scuri, scrutando nello specchio con perfidia - Quando camminerà di nuovo su questa terra per Harry Potter sarà davvero la fine.-
"Certo...dimentichi sempre però il particolare più importante di tutti. Lucilla Lancaster."
- E' un demone di stirpe ormai. Cameron non le permetterà di intromettersi.-
"Continua a sperare, è meglio."
- Si può sapere dove sei adesso?- chiese la strega, cambiando argomento seccata da quell'interrogatorio.
"A Londra per trattenere quell'idiota di Orloff, per questo non mi sembra il momento adatto a parlare!"
- E piantala. Hai un corpo ora, usalo finché non diventerà cenere...oppure continua a divertirti a far impazzire i maschi, tanto non servono altro che a letto. E tu lo sai bene...- Vanessa si scostò dallo specchio, ridacchiando - M'interessa il tuo proposito di far uscire di senno quel traditore di mio cugino anche se non credo che riuscirai mai a togliergli dalla mente quella mezzosangue, sai?-
"Ma davvero?" Il tono di Katrina si fece di colpo interessato "Tempo un'ora e la Hargrave sarà morta e sono più che sicura che riuscirò a fare mio per sempre Malfoy, sempre ammesso che non muoia come mi hai fatto notare."
- Che vuoi fare? Rubargli l'anima ladra di cuori?- la schernì Vanessa spazzolandosi la lunga chioma seduta sul letto - Sai una cosa? Ancora non capisco perché un essere empatico dai grandi poteri come te sia tanto vanitoso con gli uomini. Sei una bella donna da umana...perché non cominci a vivere più materialmente eh? Ti ecciti solo con uomini pazzi per caso Katrina? O ti piace vederli strisciare ai tuoi piedi?-
"Sempre meglio di ciò che eccita te, Vanessa." concluse la voce con perfidia mentre la strega si alzava colma di rabbia dal suo letto, sprizzando collera da ogni poro "E ora scusa ma ho altro da fare. Devo tenere Jeager lontano da quelle segrete o perderemo i suoi poteri per la battaglia finale. Salutami il tuo amato fratello."
- Sparisci!- sibilò la Lestrange - Torna dal buco schifoso da cui sei uscita, sono stata chiara!?-
"Certo, certo...ci rivedremo per i corridoi. Buona notte signorina Lestrange!" e ridacchiando lascivamente la voce sparì in un eco mentre Vanessa prese la spazzola e la scagliò contro lo specchio, frantumandolo in mille pezzi.
Bene, ora si trattava solo di aspettare...la notte sarebbe stata fin troppo corta...


Dove sei? Dove sei??
La notte brulicava di stelle sulla grande collina del Golden Fields...
La mezza luna calava e le corolle nere delle margherite che fiorivano di notte erano nel pieno del loro splendore.
La terra bruna profumava di gelsomino e i lunghi fili d'erba carezzavano le ginocchia a Draco Malfoy che con l'espressione di un uomo disperato si aggirava in quel luogo con la mente rivolta a un solo e unico pensiero.
Le grida si erano fatte continue adesso...le lo chiamava...lo supplicava...e lui l'aveva ignorata, scacciata dalla sua mente e dal suo cuore. Lei era lì...era vicina...e soffriva. Stava morendo...
Col cuore in gola e l'anima in mano correva, correva...non sentiva la fatica, né l'alito freddo del vento.
Poi in lontananza lo vide. Un castello diroccato, quasi in rovina...né luci, né ombre...
E fu come avere le ali ai piedi. Il sangue cominciò a galoppargli nelle vene, quasi scorrendo al contrario mentre la paura lo dilaniava. La paura che fosse troppo tardi lo stava uccidendo a ogni passo, a ogni eco del ricordo passato del viso di...di Hermione. Il suo viso gli tornò alla mente...e una rabbia feroce lo invase.
Qualsiasi cosa fosse successa, se lei non fosse uscita viva da quel luogo...non l'avrebbe fatto neanche lui.
Non gl'importava più di niente, né dei Mangiamorte, né dei suoi cugini né delle urla dei suoi compagni alle spalle. Niente. Non erano passati quattro anni. Non era passato neanche un minuto da quando lei se n'era andata.
Perché lei era sempre rimasta con lui, che l'avesse voluto o no.
Poco lontano da lì, qualcun altro stava lottando disperatamente contro il tempo.
Harry, Tristan e Tom erano davanti agli imponenti cancelli del tetro Cameron Manor. Oltre il portone d'ebano scuro le mille voci di mostri, demoni e vampiri riecheggiavano come in una danza malvagia ma in quel momento i tre umani avevano ben altro per la mente. La paura era l'ultimo dei pensieri rivolti a loro stessi.
- Come lo apriamo?- chiese Harry, estraendo la spada e la bacchetta.
- Faccio io.- scandì Tom avvicinandosi ad grande chiavistello col marchio dei Cameron, la C immersa nel fuoco - Una volta dentro dovremo tenere indietro gli ospiti del palazzo...-
- Per quello ci penso io.- disse calmo Mckay, levandosi il guanto dalla mano sinistra e fissandosi la vera d'oro che gli aveva dato in dono Lucilla - Se starete dietro di me non avremo problemi. Una volta chiamati Cameron e Lucilla poi dovremo correre al palazzo di quell'altro e di volata anche.-
- Già...Clay non sembrava contento di aspettare.- rispose Harry - Sente qualcosa. Vai Tom, adesso!- e senza indugiare oltre, il piccolo Riddle poggiò la mano sull'invalicabile porta di quel palazzo. Riconoscendo la presa, il portone incantato da millenni e millenni dai demoni più potenti mai nati, si aprì docilmente...e una volta nell'altro buio, centinaia di occhi rossi e gialli si puntarono su di loro. Grinfie e fauci si spalancarono, si agitarono spade e bacchette, vennero sparse grida e ringhi...poi una luce dorata come quella del sole che squarcia il buio al mattino, irruppe nel palazzo del grande demone illuminando anche gli angoli più nascosti.
- CAESAR! CAESAR!- urlò Tom disperato, mentre i vampiri venivano inceneriti, i mostri indietreggiavano con gli occhi insanguinati, demoni e giganti venivano respinti da una barriera invalicabile. Dietro alla mano protesa di Tristan, ogni cosa era al sicuro e Harry Potter guardava sconvolto il più grande numero di esseri appartenenti alle caste oscure mai visto. Nel palazzo enorme, ogni cosa profumava di margherite...e di tenebra, tenebra che venne spazzata via quando il bambino sopravvissuto vide la luce in un giovane uomo, in piedi sulla rampa delle scale.
Lui...non aveva niente di terreno. Lui incantava. Aveva occhi e capelli bianchi e non poteva appartenere a quel mondo.
- Non apprezzo quest'intrusione.- sibilò Caesar Noah Cameron, scendendo lentamente i gradini. Una giubba blu scura era aperta sul suo torace e un fine mantello in damasco gli cingeva le spalle. Scrutò i due Auror, fissando molto intensamente Harry...poi quando posò lo sguardo su Tristan e vide il suo anello la sua irritazione parve venire meno.
- Hai portato amici Tom.- sussurrò - Potrebbe gentilmente puntare il suo anello altrove, signor Mckay?-
- Li faccia andar via allora.- rispose Tristan, che nei recessi del suo animo provava un rancore feroce.
- Insomma, che cos'è questo casino a quest'ora di notte?- sbuffò Lord Demetrius, mettendo il naso fuori dal salone al primo piano. Guardò i nuovi venuti senza capire un tubo ma prima che potesse parlare apparve anche Lucilla, attirata dalla presenza di Mckay e rimase sconvolta nel trovarli tutti lì.
- Cos'è successo?- chiese accorata, scendendo rapidamente le scale e incenerendo infastidita i pochi superstiti che strillavano ancora sotto il potere dell'anello di Tristan - Perché siete qua?-
- Mamma!- Il piccolo Riddle corse sugli ultimi gradini e si aggrappò alle mani della Lancaster, sconvolto - Mamma presto! Dobbiamo andare a casa di Dimitri! SUBITO! Hermione è lì! È nelle segrete!-
- Cosa?- riecheggiò Cameron a bassa voce, voltandosi verso Demetrius - Cosa significa maledetto?-
- Come sarebbe?- disse l'altro senza raccapezzarsi di niente, Smaterializzandosi direttamente accanto al maghetto - Tom cosa stai dicendo? Hermione a casa mia?-
- Non abbiamo tempo per la miseria!- sbraitò Harry tornato al portone - Lucilla presto, mi devi aiutare! Hermione è nelle segrete di quel castello e un demone la sta mangiando viva!-
-...Doll!- sibilò la Lancaster, voltandosi verso gli altri due della sua razza - Ecco perché non riuscivamo a trovarla! Il potere di Doll copriva la magia di Hermione!-
- Si, presto!- li pregò di nuovo Tom - Dovete fare qualcosa, Draco è andato lì da solo!-
Se Harry e Tristan si erano aspettati indifferenza e compostezza, caddero male. Vedendo l'espressione di Caesar Cameron capirono che quel demone ora era come e più allarmato di loro. Quel mostro di nome Doll doveva essere seriamente pericoloso...o Cameron doveva tenere particolarmente a Hermione Granger perché non si fece ripetere due volte le preghiere del piccolo Riddle, tantomeno aspettò che gli altri lo seguissero. Sparì com'era arrivato, veloce come il vento...spada alla mano e l'aria di uno che non conosceva perdono.

Ma c'era chi era anche più disperato. Draco fece letteralmente a pezzi la porte del palazzo diroccato di Demetrius, entrando nella sala d'ingresso come un tornado. Nessuno lo accolse, né demoni né spiriti. Solo alcuni fantasmi che vagavano senza meta lo guardarono insospettiti ma poi tornarono a vagabondare per i fatti loro.
E Malfoy corse, urlò, ascoltò...scese scale e scale, col cuore a pezzi, quelle grida in testa...e lei era vicina.
Non seppe nemmeno spiegare come riuscì a raggiungere lo scantinato. Solo in seguito avrebbe potuto dire che per quei brevi momenti era come impazzito del tutto. La sua lucidità per la prima volta in vita sua era sparita.
Era rimasto freddo davanti alla morte quattro anni prima. Se ne era fregato di morire e di diventare un Mangiamorte, come se ne era in realtà fregato anche del tradimento di suo padre...ma ora era tutto diverso.
Si sentiva in fiamme, dentro di sé ardeva un incendio che bruciava ogni cosa.
Era vuoto di ogni pensiero, di ogni sentimento...e c'era un solo una parola nella sua testa. Il suo nome.
Raggiunte le segrete, stentò a credere in ciò che vide. Magia...una magia dannata prolungava un corridoio all'infinito. Migliaia e migliaia di porte, prigioni con sbarre, catene e cigolii...luci fioche e sinistre.
E lei era lì...e stava per morire.
Dove sei? Dove sei...
Ansimò, appoggiandosi al muro e socchiuse gli occhi. Tirò un pugno tanto forte che le sue nocche presero a sanguinare copiose, senza che però sentisse alcun dolore. Non l'avrebbe mai trovata...non sarebbe mai arrivato in tempo.
E lei continuava a gridare nella sua testa. Strillava straziata dal dolore...
Gridò anche lui e il suo urlo riecheggiò come il ringhio di un animale ferito...quando sentì un cigolio che lo riportò alla realtà. Catene. Erano catene quelle. Qualcuno si muoveva avviluppato in catene.
Estrasse la spada, poi la bacchetta...e s'incamminò fra le centinaia di porte, in quella prigione senza fine e senza inizio.
Dopo un tempo che parve non trascorrere mai, si fermò...vedendo sulla parete alla sua destra dei bagliori fiochi simili al volo inconsulto delle farfalle. Quello era un riflesso...il riflesso di uno specchio. Si volse alla sua sinistra e una cella dalla porta di legno marcio era semi aperta. Si avvicinò...e Hermione nella sua testa smise di urlare.
Entrò scostando lentamente la porta, guardandosi attorno repentinamente. Il cigolio di quelle catene non era lontano ma tutto divenne pallido e scolorito, anche la sua stessa vita, quando in fondo alla cella vide un letto rialzato interamente di pietra chiara...macchiata di sangue fresco. Ora che guardava...anche i muri erano coperti di schizzi enormi.
L'odore del sangue era nauseante...ma non fu quello a fargli quasi piegare le gambe.
Su quel baldacchino era poggiato un lungo specchio, volto verso chi stava adagiato su quel letto di pietra.
Purtroppo la spada gli cadde, non avendo più un briciolo di forze.
Era lei...era lì, stesa immobile con una bambola coi suoi begli occhi dorati aperti e dilatati...
I lunghi capelli riversi indietro, il viso macchiato di sangue e le vesti totalmente zuppe e squarciate.
Una bella bambola imbrattata.
Raggiunse il letto e guardandola capì che la sua vita era finita lì, in quel momento.
La toccò. Era fredda come il ghiaccio. L'accarezzò, fuori dal tempo e dal mondo, rifiutandosi di vedere la realtà.
- Mezzosangue...-
La scosse. Senza pietà la scosse con rabbia, agitandola disperato...no, non era vero. Non era morta!
Non era morta!
Il suo cuore non batteva, era rigida come marmo e le sue labbra erano livide, violacee.
Improvvisamente vide tutto offuscarsi e dopo tanto tempo sentì le lacrime salirgli agli occhi.
No Draco, non è vero dai...ti sta solo prendendo in giro!
Lei lo fa sempre. Ti pianta ma lei rimane sempre con te, anche se non può starti vicino. Non è morta! Hermione...Hermione non morirà mai. Lei...lei non può morire così! Non morirebbe mai senza prima dirmelo! Mi avrebbe aspettato...e sarebbe stata a sentire tutto ciò che avevo da dirle con la sua espressione arrogante!
Devo dirglielo che la odio per avermi mollato! Devo ancora dirle che per me non ha contato niente, che è stata solo un'avventura, che è stata una stupida a lasciarmi!
Devo dirle che...che la amo ancora...che non ho mai smesso...
Era morta...morta...morta...
Macchiata di sangue ovunque, come se un macellaio avesse affilato su di lei i suoi coltelli...
E lei se ne stava lì a guardarlo con gli occhi vuoti e fissi.
Era arrivato tardi. L'aveva ignorata...e lei era morta, urlando il suo nome...
Un sibilo sottile. Lo schiocco delle catene. E Draco vide nel riflesso degli occhi di Hermione qualcosa di orrendo.
Qualcosa...qualcosa che solo l'inferno aveva potuto partorire si rifletteva nello specchio sopra di loro e poi negli occhi vitrei della strega. Non si mosse e non lo avrebbe mai fatto. Vide ancora dei lunghi artigli affilati ma giurò in quel momento che non sarebbero mai più arrivati a Hermione. Per questo rimase immobile a suo scudo, anche quando quelle mostruose unghie affilate gli penetrarono nelle spalla.
Il suo sangue schizzò sul viso di Hermione, si mescolò a quello delle sue ferite...
Di quel momento non ricordò più nulla. Ciò che gli accadeva intorno non aveva senso né gl'interessava.
Sentì delle grida, i sibili di quell'essere orrendo, i richiami e la voce di Harry che lo cercava.
Riprese coscienza di tutto quando un contraccolpo scaraventò lui e il corpo esanime di Hermione giù da quel letto di pietra. Steso a terra con lei fra le braccia, si levò su un gomito...sentendo il sangue colargli lungo tutto il braccio.
Ma ora altro sangue scorreva. Era nero come le ali dei corvi.
Quel mostro dai capelli bianchi l'aveva attaccato di nuovo ma non aveva colpito lui.
Draco era stato salvato da un giovane uomo che aveva ricevuto il colpo di quei micidiali artigli alle spalle, sulla schiena.
Caesar Cameron si voltò lentamente verso Doll, dopo aver fissato il corpo di Hermione al suolo.
- Caesar! Stai bene?-
Malfoy guardò sulla soglia. Demoni...demoni puri. Lucilla e un altro tizio dall'aspetto trasandato. Era stato quest'ultimo a parlare, fissando il demone maschio dai capelli bianchi. Era stato ferito per proteggerli.
E ora fronteggiava quel mostro di bambina che era letteralmente imprigionata in catene lunghissime.
- Tu, umano.-
Draco tornò a puntare gli occhi grigi sul loro salvatore ma in lui non vide né umanità né sollievo.
- Se lei muore...- e indicò Hermione con un movimento impercettibile del capo - Tu la seguirai.-
- Avanti scappate! Andate via da qui, a Doll penseremo noi! Presto!-
La voce di Lucilla per lui era ormai lontana. La morte, il dolore, le fiamme...non erano niente.
C'era qualcosa di molto peggio. Draco Lucius Malfoy lo capì finalmente quando prese fra le braccia il corpo senza vita di Hermione Granger e si Smaterializzò via con lei senza più sentire battere nemmeno il suo di cuore, proprio quando un'esplosione colossale invase quelle segrete...e le spazzò via, come cenere al vento.
Nel luogo dove riapparvero, molte luci vennero subito accese. Candele, camini, candelabri...
Il padrone era tornato a Malfoy House. Il grande maniero si animò per magia quando Draco ne varcò la soglia. Fantasmi e elfi domestici incaricati di custodire la villa si affollarono contro di lui ma non ricevettero ordini.
Vennero ignorati e quando Draco si chiuse la porta della sua camera alle spalle, sentì tutto il peso di quella notte cadergli addosso come un macigno. Crollò a sedere, con Hermione fra le braccia appoggiata contro di lui.
Quante volte erano stati così vicini in passato...ma ora lei non si muoveva, non respirava...
Alzò gli occhi lucidi su di lei, posandole una mano sulla guancia imbrattata di sangue.
Non c'erano ferite visibili sul suo corpo ma i vestiti laceri e a brandelli, coperti di sangue incrostato e nuovo, non facevano altro che rendere più vero il sogno di Damon.
...Qualcosa la divora ogni notte...
Era stata mangiata viva...e poi riportata in vita per tre lunghi mesi...
Le carezzò lo zigomo col pollice, continuando a guardare i suoi occhi fissi, sgranati in un'espressione di orrore.
Era morta. Era morta...
- Per favore...- singhiozzò, sentendosi spaccare in due il cuore - Per favore...svegliati! Svegliati...ti prego...- e cominciò a scuoterla come impazzito, pregando ora di sentirla urlare di nuovo. Perché ora stava zitta? Perché?!
Affondò il viso nel suo collo, stringendola convulsamente e piangendo come mai aveva fatto.
- Sei una maledetta Hermione...una maledetta!- urlò distrutto contro di lei, continuando ad abbracciarla fortissimo, quasi per farle e farsi del male - Ti odio! Ti odio!-
Si, la odiava. Era riuscita a portargli via tutto morendo. Tutto aveva perso di consistenza in un solo attimo.
Perché senza aspettare lei, senza aspettare di rivederla, niente aveva più senso.
Pianse a lungo, passarono minuti interi...lui e lei, abbracciati contro quella porta.
Lui morto dentro, lei col capo riverso indietro...e l'anima chissà dove.
Fu allo scoccare delle due di notte che Malfoy dovette tornare alla realtà. Venne strappato al suo dolore con forza...per essere riportato a una notte di mesi prima. All'improvviso, un vecchio libro dalla copertina logora cadde della sua enorme libreria, proprio davanti al letto a baldacchino che troneggiava in mezzo alla sontuosa stanza, davanti al camino acceso.
Draco non gli prestò attenzione. Niente era più importante.
Ma quando le pagine del libro di favole cominciarono a sfogliarsi da sole...e si fermarono sulla favola di Biancaneve avvelenata dalla strega cattiva a causa della mela, dovette per forza di cose smettere di respirare.
Di nuovo. Era successo di nuovo. La mela avvelenata di Biancaneve...
Intrappolata nel sonno della morte per l'eternità. Un corpo morto...e un'anima viva, intorpidita dal veleno.
Come un automa si mise in piedi, trascinando il corpo di Hermione con sé. L'adagiò sul suo vecchio letto, poi raccolse il libro fissando l'immagine della mela. La mela avvelenata.
Qualcosa di vagamente simile a un ghigno gl'increspò le labbra che si era morso a sangue.
Maledetta mezzosangue...
Quando Harry e gli altri varcarono la porta della sua casa e invasero Malfoy House, lo trovarono immerso nel caos più totale. La sua scrivania era stata invasa da libri proibiti appartenuti a suo padre, chiusi a lucchetto e sotto dannazione, da boccette per pozioni, da infusi fumanti, da polveri odore e da un fumo infausto.
- No...- alitò Ron, correndo al letto e toccando il corpo di Hermione - No, no! È morta!-
- Non è possibile!- alitò Edward raggiungendolo alla sponda - No, dev'essere ancora viva!
- Spostati!- gridò anche Potter, toccandole la vena sul collo e poi il polso. Sbiancò...e come Draco poco prima, si sentì venire meno. Gli altri, da Tristan a Milo, a Jess a Sphin e Clay, trattennero ogni singola parola.
Non era quello un momento che poteva essere interrotto anche solo col fiato...e quando Harry levò gli occhi verdi su Draco, distrutto come e quanto lui, prese l'agitazione del biondo Auror come un tentativo disperato.
- Non è morta.- gli sibilò Malfoy fissandolo tanto da trapassarlo - Non è morta!- replicò, zittendo Ron che cercava di tenersi in piedi - Sono mesi che cerca di dirmelo! L'ha fatto anche con Tom! Gli ha mostrato una mela! E prima ha fatto cadere un libro di fiabe! C'era la mela di Biancaneve!-
- Draco...non puoi fare più niente...- sussurrò Jess cercando di calmarlo ma s'intromise Tristan, a occhi sgranati - Anche Degona...tutti i suoi libri si aprono sempre sulla favola di Biancaneve...ma allora...-
- Si, è stata Hermione!- ringhiò Draco tornando a mescolare ingredienti e pozioni, affannato e accorato nella spiegazione - Anni fa sentii mio padre e mia zia parlare di un veleno chiamato il Veleno della Mela di Biancaneve. Fa cadere chi lo assume in uno stato vegetale. Né fiato né battito del cuore testimoniano che la vittima sia ancora viva ma lei lo è! Ha cercato di farmelo capire da quando è stata catturata! Lei è ancora viva!!-
- Ok...- ora l'agitazione era generale e nessuno riusciva più a stare fermo, Harry e Ron specialmente - Cosa possiamo fare? Serve solo un antidoto? Hai tutti gli ingredienti?-
- Si, dovrei avere tutto quando Blaise mi porterà un ultimo estratto!- replicò Malfoy rapidamente - Ma dovete andare subito a riempire una vasca d'acqua calda. È gelida come il ghiaccio e rischia l'entropia permanente! Le faremo assumere l'antidoto quando sarà immersa nell'acqua. Non so quanto ci vorrà perché si riprenda...ma dobbiamo scaldarla...muovetevi!- e si passò una mano sugli occhi umidi, cercando di non farsi vedere - Il mio bagno è oltre quella porta, fate presto!-
Nel rapido giro di un'ora a Malfoy House scoppiò una lotta contro il tempo. Da Londra tornarono Elettra e Blaise che erano stati a Everland per prendere l'ultimo dei rari ingredienti che sarebbero serviti a Draco per salvare Hermione. Si trattava di un estratto di artemisia bianca e scarlatta trattata con schegge di platino e oro, per far tornare il cuore a battere. Quando arrivò anche May rimase sconvolta nel vedere lo stato in cui si erano ridotti tutti e impallidì vedendo anche la Granger che sembrava davvero un cadavere. Lavorarono a oltranza fino ad aspettare che la pozione bollisse mentre nel bagno l'acqua ormai era calda al punto giusto. La vasca, in linea col pavimento come una di quelle delle terme, era piena fino all'orlo e il vapore stava invadendo tutto.
- Ci siamo quasi?- s'informò Ron, uscendo dal bagno.
- Si, dacci un attimo.- disse anche Elettra che non si era mai fermata - Ed, hai trovato qualcosa su quei libri?-
- Si.- Dalton si staccò dalla biblioteca proibita di casa Malfoy con un pesante tomo pieno di catene fra le braccia - Negli ultimi cinquecento anni sono stati registrati solo dieci casi di maghi che abbiano ingerito quel veleno. Sei sono morti, quattro sono sopravvissuti. Una strega la ingerì per sbaglio un secolo fa. Rimase in stato vegetativo per tre anni, poi la risvegliarono e tornò a vivere normalmente.-
- Gli altri?- sussurrò Harry.
- Due impazziti al San Mungo e uno è rimasto paralizzato dalla prolungata entropia.-
- Incoraggiante.- disse May che guardava Hermione stesa a letto - Ma secondo me è tempo perso.-
- Cosa?- sibilò Draco voltandosi verso di lei - Cosa sarebbe tempo perso?-
- Svegliarla.- rispose la Aarons senza battere ciglio - Fossi in te commetterei un atto pietoso e la lascerei morire finalmente. Dopo essere stata divorata viva da quell'essere e poi rigenerata ogni notte credo che non desideri altro.-
Un gesto pietoso. Malfoy osservò lo sguardo malinconico di May...e di nuovo il viso di Hermione parve eclissarsi dalla sua mente...almeno fino a quando il tomo gigante che Edward teneva fra le mani non si sollevò con la forza delle telecinesi e gli volò addosso. Quando accadde, tutti bene o male scoppiarono a ridere.
Quella era Hermione che gl'imponeva di darsi una mossa. Altro che gesto pietoso...
- La pozione è pronta.- disse Draco poco dopo, guardando la provetta fumante sul fornello magico.
- Prima la tua spalla.- Elettra gli fissò la camicia nera zuppa di sangue sulla spalla.
- No, prima la mezzosangue.- rispose il biondo ma la Baley stavolta alzò gli occhi azzurri su di lui.
- Ti riprendi da solo o devo darti due ceffoni?- gli sibilò, sbalordendo i presenti. Non seppero bene cosa fosse successo ma un attimo dopo Malfoy era seduto sulla sponda del suo letto a torso nudo, a farsi controllare quello squarcio atroce. Non avevano mai sentito Elettra parlare in quel modo ma a quanto pareva era stata l'unica, oltre a Harry che però non aveva voce in capitolo, della situazione psicologica in cui versava Malfoy.
- Ferula.- sussurrò poco dopo la strega, agitando la bacchetta e un attimo dopo il biondo ex principe di Serpeverde fu bendato alla perfezione. Bloccata la fuoriuscita di sangue e presi gl'indumenti di ricambio per la Grifoncina portati dalla ragazza di Potter, il gruppo si accalcò nel grande bagno.
Chi a torso nudo, chi coi pantaloni girati sulle ginocchia, a entrare nella vasca fino al torace furono Draco che non ne volle sapere di lasciare il corpo di Hermione neanche per un attimo, Ron che teneva la boccetta dal collo lungo con l'antidoto dorato al suo interno, Elettra e Harry infine anche May.
La squadra di Jess, Edward e Blaise rimasero sul bordo, pronti a passare qualsiasi oggetto in qualsiasi momento e una volta che Hermione fu immersa nell'acqua fumante, gli altri iniziarono a darsi da fare.
Mentre Elettra e May le sfregavano le mani gelide, Draco l'appoggiò contro di lui di schiena, tenendola forte per la vita. Si sistemarono gradini di entrata nella vasca, consci che ci sarebbe voluto molto tempo. Le ripulirono il viso dal sangue, le braccia e il collo, poi Draco si appoggiò il suo capo sulla spalla vedendo Harry pronto con la pozione.
- Speriamo in bene.- mormorò Potter, aprendole le labbra.
- La mia pozione è perfetta.- disse Malfoy seccamente, già abbastanza nervoso di suo.
- Non parlavo della tua. Ma di quella di chi là ridotta così.- e senza aggiungere altro le rovesciò il fluido denso e dorato nella gola. Scese lento ma fino all'ultima goccia.
- Dici che mi sente?- alitò Harry, poggiando la boccetta sul bordo.
- Certo che sente. Ci vede anche perfettamente.- replicò il biondo.
- D'accordo.- Ron si mise in mezzo alla visuale della sua migliore amica, sforzandosi di sorridere - Herm, la pozione potrebbe fare effetto anche fra molto tempo. Adesso cerchiamo di scaldarti.-
- La cosa potrebbe durare giorni, vi avverto.- disse Edward, seduto sul bordo - Avviso a scuola.-
- Si e assicurati che Tom sia sano e salvo a Grifondoro.- gli ordinò quasi Harry - Non voglio che ci vada di mezzo lui.-
- C'è andata di mezzo parecchia gente.- sussurrò May pacata - E' vero che vi hanno salvato i demoni?-
- Diciamo che...- mugugnò Tristan rabbioso -...Cameron ci ha attutito il colpo.-
- Non so voi ma io me lo immaginavo diverso.- borbottò Ron - Sembra una persona abbastanza affidabile.-
- Finitela di parlare di questa storia.- li zittì Draco di punto in bianco, acidamente.
I ragazzi tacquero davvero, desolati. Lei sentiva...sentiva quello che dicevano. Le avevano ricordato quell'orrore.
Il pendolo batté le quattro e ancora non accadeva nulla. Intenti a frizionarle mani e braccia, la pelle pallida della Grifoncina aveva lentamente iniziato da pochi minuti a riprendere un tenue colore ma sembrava ancora morta.
Il suo cuore inoltre aveva iniziata a battere solo a scatti, quando Draco le passava velocemente la mano sullo sterno, poco sopra il seno sinistro. Era impressionante pensare che il corpo immobile ci fosse ancora un'anima e uno spirito.
Poco a poco però, il suo sangue tornò a defluire, la pelle trattenne il calore e ricominciò a produrne di proprio e poi finalmente accadde il miracolo. Uno scossone interno la irrigidì tutta, le sue mani si contrassero di colpo e infine spalancò la bocca emettendo un gemito. Fu come rinascere...e con gli occhi sgranati, attraversata di nuovo dalla vita, Hermione Granger prese il suo primo fiato dopo quasi tre mesi di morte apparente.
- Dai, dai brava!- la incalzò Draco accorato, praticandole il massaggio cardiaco con un solo palmo - Avanti, respira!-
- Tienila ferma!- Harry si piegò su di lei, facendole la respirazione artificiale. Questo l'aiutò e dopo pochi minuti finalmente tornò a respirare da sola, più normalmente. Ora gli occhi di Hermione si muovevano frenetici. Si guardavano attorno, agitava mani e braccia a scatti rapidi ma una volta che i ragazzi le presero le mani e cominciarono a parlarle dolcemente si fermò, calmandosi. Si...era tornata.
Gioendo tutti insieme, uscirono dall'acqua solo dopo aver usato le bacchette e l'Innerva su di lei, ridonandole un po' di forza fisica, dopo di che Elettra e May le cambiarono i vestiti laceri. Perse di nuovo i sensi e si addormentò non appena Harry e Ron la riadagiarono a letto sotto le coperte. O almeno...così pensarono loro.
- Il cuore batte regolarmente.- disse Harry sentendole il polso - Direi che sta abbastanza bene.-
- A me sembra ancora pallida come Milo.- mugugnò Tristan.
- Clay, tu come la senti?- chiese Draco, ancora impensierito anche se faceva di tutto per non darlo a vedere.
Harcourt si limitò a dire che in quella faccenda la magia centrava poco. Era il suo fisico che era stato messo a dura prova e quando Malfoy si sedette accanto a Potter, dovette dare per forza retta a tutti gli altri.
Doveva calmarsi una volta per tutte e ringraziare Dio, in cui non aveva mai creduto, per averla salvata.
Senza accorgersene levò una mano per carezzarle i capelli ma Hermione in quell'attimo esatto aprì gli occhi di scatto, senza battere le palpebre, proprio come una bambola. Non aveva mai dormito, questo lo capitano dopo.
In un istante una forza sconosciuta l'animò a tal punto che afferrò Malfoy per la nuca, per distrarlo. L'altra mano invece gli raggiunse la cinta, dove portava la spada e la bacchetta. Lei prese quest'ultima e mettendosi seduta gettò Draco e Harry giù dal letto, poi usò l'onda d'urto più potente che gli Auror avessero mai visto scaturire da un essere umano perché tutti, tranne Tristan protetto dal suo anello e Potter e Malfoy, finirono schiacciati al muro.
- Accio bacchetta!- sibilò poi Hermione, attirando nell'altra sua mano quella di Harry che la fissava sconvolto.
- Hermione cosa fai?- le urlò Mckay ma la strega non rispose. Gli occhi d'oro contratti, posò lo sguardo oltre la finestra. Non riconosceva quel posto... non capiva dov'era e questo le fece ribollire il sangue.
- Dove siamo!?- ringhiò con voce rauca, verso Draco - Dove accidenti mi hai portato??-
- Calmati Cristo, siamo a Malfoy House!- le disse Ron a fatica, rimettendosi in piedi - Herm ma cos'hai?-
Lei non parve neanche sentirlo - Dove sono i Lestrange?-
- Cosa?- alitò Harry.
- Vi ho chiesto dove sono i Lestrange!- urlò allora stridula, facendo quasi scoppiare le fiamme nel camino per la rabbia feroce che la divorava - Ditemi subito dove sono! Adesso!-
- Sono a Hogwarts.- le disse May, nell'angolo - Ma adesso abbassa quelle bacchette e...- la Aarons purtroppo non poté finire la frase e le suppliche non riuscirono a fermarla. Hermione Granger rubò le bacchette e si Smaterializzò via, sparendo in una nuvola di fumo perlaceo lasciando alle sue spalle solo un nugolo di persone letteralmente sconvolte.
- Vuole vendicarsi...-
Fu Elettra a spezzare quel silenzio gelido, attirando l'attenzione di tutti.
- Vuole vendicarsi.- gemette di nuovo - E' andata a Hogwarts per ucciderli!-
- Merda, se ci riesce finirà ad Azkaban ancora prima di aver ballato sulle loro tombe!- urlò Harry tirando in piedi Malfoy - Diamoci una mossa prima che faccia qualcosa d'irreparabile, presto!-

Sfortunatamente quella notte nessuno ebbe la sua vendetta. Né Hermione Granger, ma tantomeno Vanessa e Rafeus Lestrange che quella notte stavano nella stanza della strega, terminando il loro piano coi calici di vino ben alti.
Almeno fino a quando dalle profondità della specchio qualcuno non li riportò alla realtà.
"Blindatevi, sta arrivando!"
- Katrina...- Vanessa si avvolse nella vestaglia, posando le lunghe gambe diafane giù dalla poltrona su cui era semi sdraiata - Si può sapere cosa stai dicendo? Chi sta arrivando?-
"Io vi ho avvisato. Arrangiatevi!"
- Ma di cosa parlava?- bofonchiò Rafeus Lestrange, continuando a sorseggiare in pace il vino rosso e secco, deliziato - Quella ragazza è sempre troppo precipitosa, non credi?-
- Anche a letto fratellino?- frecciò Vanessa sarcastica.
Rafeus non rispose, limitandosi a scoccarle un'occhiata lasciva ma avrebbero dovuto entrambi ascoltare i buoni consigli degli amici. Tempo un secondo e i loro calici si frantumarono in mille pezzi, colpiti a distanza da una grande e bruciante forza magica che si avvicinava velocemente. Poi dei passi dietro alla porta della stanza, delle grida soffocate in sottofondo dei prefetti che vigilavano la notte e infine la porta si spalancò.
Quando si richiuse, ciò avvenne con una formula magica.
- Colloportus.- sussurrò Hermione Jane Granger a bassa voce e la porta si sigillò, diventando impossibile da varcare.
I due fratelli rimasero in piedi, sconvolti, pallidi in viso. Convinti di avere di fronte un fantasma.
- Tu...- sibilò Vanessa, stringendo i pugni - Tu, sporca mezzosangue! Dovresti essere morta ormai!-
- Sbagliato. Sei tu che dovresti essere sotto terra!- ringhiò Hermione di rimando, sollevando entrambe le bacchette rubate a Harry e Draco - Avete finito di vivere entrambi, ve lo giuro.-
- Buona sera, tesoro. Vedo con piacere che non hai cicatrici su quel tuo bel faccino.- rispose Rafeus Lestrange serafico, sogghignando - Come hai fatto a destarti eh? Mi è stato detto che Potter e mio cugino sono venuti a cercarti, anche se ancora mi chiedo come abbiano fatto a capire dove ti avesse nascosta Jeager.-
- Inutile che tenti di prendere tempo.- Hermione lo fissava ma nel contempo non lo vedeva minimamente, del tutto interessata solo a Vanessa in quel momento - Ridammi i gioielli.- le ordinò poi con un ghigno - Tanto tu non sai come giocarci, Lestrange.-
- Parli del bracciale col prezioso sangue del tuo amante eh?- rise l'altra acidamente, avvicinandosi alla sua specchiera. Aprì un cofanetto e ne tirò fuori il bracciale d'argento col sangue di Caesar, la Giratempo e il ciondolo d'argento in cui era incastonata la perla nera fattale dono da Draco per il suo compleanno. Glieli gettò quasi con rabbia ma Hermione li prese comunque al volo, rimettendosi subito il bracciale al polso, sentendosi ora più sicura.
- Mi chiedo perché un uomo potente come Cameron si sporchi con una come te.- ringhiò Vanessa, disgustata.
- Sul tema "sporco" sei l'ultima a dover parlare, tesoro. E poi anche il potente signor Cameron, come lo chiami tu, non è di certo l'essere più reo sulla faccia della terra, quindi risparmiami il tuo sarcasmo di bassa lega.- la Grifoncina non ascoltava mai discorsi del genere, tantomeno su un argomento delicato come Caesar e il rapporto che li univa, così tornò a levare la bacchetta, seriamente intenzionata a ucciderli.
- Manca qualcosa.-
- Se parli dell'anello di mio cugino se l'è ripreso mesi fa, sporca mezzosangue.-
- Allora siamo alla frutta, ragazzi. Eliminati voi dovrò solo fermare quella dannata empatica e se non altro anche Linda potrà riposare in pace.-
- Che bruci all'inferno quella disgustosa Magonò!- sbraitò Vanessa afferrando velocemente la sua bacchetta dalla specchiera - Adesso la raggiungerai anche tu! Impedimenta!-
- Expelliarmus!- strillò molto prima la Granger e la Lestrange, che si era sempre vantata di essere imbattibile a duello, perse la bacchetta per un solo soffio. Volò via anche quella di suo fratello che però estrasse subito la spada, proprio quando gli Auror, tornati a scuola e attorniati da professori, cominciarono a buttare giù la porta di quercia della torre.
Quando cadde, si trovarono di fronte al caos. Davanti avevano Hermione di spalle, poi i due fratelli disarmati e ansanti.
- Preside!- cinguettò Vanessa fingendosi disperata, quando vide Silente, Piton e la Mcgranitt - Ci aiuti! Ci ha attaccato!-
- Fa silenzio, razza di miserabile.- la zittì la Grifoncina rabbiosa - Dovessi finire ad Azkaban per il resto dei miei giorni ti ucciderò stanotte! E tu statene buono!- sibilò, afferrando un pugnale sulla cassettiera accanto a lei. Si volse verso Rafeus che attendeva solo di poterla ferire con la spada, ma con uno scatto veloce gli lanciò il pugnale addosso.
Ma non prese lui. La lama si piantò nel muro, fra una mattonella e l'altra...proprio sull'ombra di Rafeus.
- Hermione!- gridò Harry afferrandola per le braccia - Che diavolo fai? Devi smetterla!-
- Lasciami in pace, dannazione!- ringhiò lei, continuando a tenere sotto controllo Vanessa.
- Signorina Granger, ora basta!- le ingiunse anche la Mcgranitt - Si può sapere cosa credi di fare?-
- Non è così che risolverai la situazione!- disse ancora Ron, cercando di farle abbassare il braccio.
- A no?- sibilò astiosa - Credi che uccidendola non mi sentirò meglio? Bhè, ti sbagli di grosso!-
- Che diavolo gli hai fatto mezzosangue?- sbraitò Vanessa, fissando suo fratello che stava immobile come pietrificato - Dannata gagia, gli hai bloccato l'ombra!-
- Tranquilla, te lo manderò presto a farti compagnia.- sibilò acidamente la Granger.
- Non farai un accidente!- la rintuzzò Harry - Dammi quelle bacchette!-
- Complimenti signori Auror.- fece Vanessa sarcastica, battendo loro le mani - Complimenti. Cosa fate, favoritismi per caso? Mi aspetto che venga portata al Ministero e processata, sono stata chiara? Per aver aggredito me e mio fratello!-
- E sta zitta Lestrange, non si respira per tutte le cazzate che stanno volando!- replicò Potter fulminandola con un'occhiata - Sai benissimo di essere sotto tiro e ringrazia che non abbia la mia bacchetta perché dopo quello che ho visto stanotte non ne usciresti sulle tue gambe!-
- Al diavolo, non uscirà viva da qui!- esplose Hermione, facendo scoppiare tutti i vetri.
- Finiscila con tutto questo candore da Grifondoro, Granger. Non ti si addice più ormai.- Vanessa ghignò ancora, assottigliando gli occhi senza sapere di aver dato fuoco a una miccia pericolosa - Che c'è? Dì un po', i tuoi amici sanno che hai combinato in questi anni in Germania? E dire che le compagnie dei demoni di stirpe ti sono piaciute...spero che Doll sia stata altrettanto...come dire...deliziosa!-
Sfortunatamente per lei e anche per gli altri presenti, Hermione Granger in quegli anni era veramente cambiata. Tanto che dopo un attimo di silenzio glaciale, lasciò cadere le bacchette e sotto lo sguardo allucinato di tutti si avventò addosso alla Lestrange. La schiacciò a terra, le mise a cavalcioni addosso e le serrò le mani alla gola. In un deliro di urla, Hermione si abbassò su di lei, coi denti digrignati.
- Sarò soddisfatta solo quando sentirò le ossa spezzarsi sotto le dita!- ma nonostante la sua foga e la sua rabbia, stavolta non la lasciarono andare avanti. Iniziò a scalciare e a urlare quando Draco le arrivò alle spalle, l'afferrò per la vita e la sollevò letteralmente a forza, trascinandola fuori da quella stanza e una volta per il corridoio, gli strilli di Hermione si tramutarono in ringhi feroci...poi lentamente in singhiozzi...
- Calmati adesso! Sta calma!- le ingiunse Malfoy, imprigionandola stretta contro di lui.
- Lasciami!- continuò lei, agitandosi freneticamente - Lasciami andare maledizione! Lasciami Draco!
- Basta, calmati! Sta ferma! Avanti mezzosangue...basta, ti prego...calmati...- la sua voce si abbassò, man mano che lei perdeva energia. Troppo forte a livello fisico, si lasciò finalmente andare. In ogni senso.
La tensione, il dolore, la paura e l'orrore, la rabbia, la vendetta...si sciolsero come neve al sole e rimase solo la più profonda disperazione.
- Perché?...Perché non sei venuto prima?- singhiozzò distrutta, con le gambe che le cedevano e il viso fradicio di lacrime - Perché non mi sentivi? Ti ho chiamato tanto! Perché non mi ascoltavi Draco!?-
- Lo so...lo so...scusami...- alitò lui, passandole le mani sul viso - Mi dispiace...mi dispiace tanto...-
- Stava per uccidere anche te!...Te ne stavi lì senza far niente...e non potevo dirtelo...non potevo fare niente...stava per ammazzarti!- singhiozzò più forte, affondandogli le unghie nella schiena e dandogli dei colpi coi pugni, come per picchiarlo...ma era talmente esausta che il biondo Auror li sentiva appena.
Era ben altro ora ciò che lo faceva star male. Ciò che stava uccidendo tutti quanti. Era Hermione.
Ora che era tornata, dovevano affrontare un altro problema.
Riportarla davvero fra i vivi.

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kysa