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Autore: Sara_one_direction    26/06/2012    2 recensioni
-Non avrei mai immaginato di poter cambiare idea in questo modo... Non sulla musica, sia chiaro- disse Tina in un sussurro.
-Nemmeno io pensavo a qualcosa... Qualcuno... Del genere, per me. Ma ne sono felice. Davvero!- rispose Liam guardandola negli occhi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah stava lunga distesa sulla sabbia, svenuta. Un ragazzo a qualche metro di distanza, con un’espressione misto rassegnazione e stupore, guardava alternativamente la malcapitata e il negozio di Renting. Ma Tina era troppo preoccupata per l’amica per accorgersi di quanto bello fosse quel tipo. Così lei saltò agilmente fuori dalla finestra e si avvicinò all’amica. Era proprio svenuta. Le prese il panico: non conosceva il numero da chiamare in Galles in caso di emergenza. Era sicuramente diverso da quello italiano. Così si girò verso il ragazzo, ancora impalato nella stessa posizione, e gli gridò contro un “help” che uscì strozzato e tremante. Lui si avvicinò a sua volta e Tina poté vederlo bene in faccia. Aveva i capelli castano chiaro e il taglio simile a quello di un certo Justin Bieber (che aveva visto spessissimo sulle copertine delle riviste delle sue compagne). Soltanto che i capelli erano molto più spettinati e naturali e gli incorniciavano un bel viso ovale, con sopracciglia importanti e naso leggermente a patata. Sembrava moderatamente preoccupato, come se gli capitasse tutti i giorni di vedere ragazze svenute ai suoi piedi. Per questo Tina ebbe un moto di rabbia nei suoi confronti, ma non riuscì ad esprimerlo e stette zitta. Estrasse il cellulare dalla tasca e lo porse al ragazzo sperando che lui capisse cosa doveva fare. Mr. Superfigo lo prese in mano, digitò un numero, premette il tasto verde e cominciò a parlare in inglese rivolto ad una voce femminile dall’altra parte. Quando ebbe finito si accorse della paura che faceva tremare Tina, le poggiò una mano sulla spalla destra e la guardò intensamente negli occhi. Poi sorridendo disse piano: -it’s ok- No. Niente era ok. Era arrabbiata per quella noncuranza. Così scostò bruscamente la mano del ragazzo con il braccio. Sul volto di lui si dipinse un’espressione di incredulità stupefacente, come se fosse la prima volta che una ragazza (non particolarmente carina, per giunta) lo rifiutava. Dopo qualche minuto di silenzio lui aprì bocca di nuovo e le fece capire, parlando lentamente siccome si era accorto delle difficoltà di Tina con la lingua, qualcosa del tipo “quando si sveglia chiamami e dimmi dove siete”. Le porse un biglietto da visita e le restituì il cellulare. Tina li ripose entrambi nella tasca dei jeans corti che indossava. Poi lui s’incamminò verso il negozio non per chiedere aiuto, ma per noleggiare l’attrezzatura e iniziare a fare surf. Tina scoppiò: era troppo! Gli urlò addosso: -fuck you- perché non conosceva altri insulti in inglese. Il ragazzo nemmeno si voltò. Poco dopo arrivò l’ambulanza ed Elise uscì dal negozio, sulla cui porta girò il cartello da OPEN a CLOSED. Così Mr. Nonmenefreganiente non era stato servito. Tiè, pensò Tina soddisfatta. Salì insieme a nonna e nipote sull’ambulanza, che presto raggiunse l’ospedale più vicino. Dopo un paio d’ore da quando era stata distesa su un lettino in una stanza luminosa del secondo piano, Sarah aprì gli occhi e le prime parole che uscirono dalle sue labbra tremanti furono: -era Liam dei One Direction!!!
  
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