.Capitolo 2
-Jamie, tesoro: perché non chiami Lola e uscite un po’? Eravate così amiche, per caso è successo qualcosa?
La madre della ragazza irruppe nella cucina con la delicatezza di un elefante nell’argenteria, trovando Jamie ancora in pigiama intenta a prepararsi qualcosa che ricordasse una colazione.
-Si, poi la chiamo. – riuscì a mugugnare la ragazza, sapendo che in realtà non l’avrebbe chiamata.
Come avrebbe fatto a spiegare a sua madre che quella che lei definiva migliore amica non aveva fatto altro che farla soffrire senza neppure accorgersene?
Lola era una bravissima ragazza, lo era sempre stata, questo era innegabile. Però con quel suo fare così timoroso e paranoicamente cauto, non aveva fatto altro che frenare Jamie. Di solito quando hai un sogno, non vorresti altro che realizzarlo con il tuo migliore amico. Ecco, Lola doveva prima chiedere il permesso ad i suoi genitori per poter realizzare un suo sogno o perfino per poter acquistare una felpa. Lola non lo sapeva, ma sino ad allora aveva fatto del male a Jamie impedendole di realizzare i suoi sogni. Certo Jamie avrebbe potuto prendere le situazioni fra le mani e cercare di realizzare da sola i propri sogni, ma quando sei un adolescente hai bisogno dell’appoggio di qualcuno che ti vuole bene e che ti invogli a perseguire i tuoi obiettivi. Lola non aveva aiutato Jamie per niente, anzi le aveva smorzato gran parte delle passioni che possedeva prima che si conoscessero, al liceo.