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Autore: Noxi    27/06/2012    1 recensioni
Storia senza alcuno scopo di lucro, creata da un'idea che aveva già cominciato a girarmi per la testa qualche tempo fa.
Michela e alcuni suoi coetanei hanno vinto una magnifica opportunità: il soggiorno, per due settimane, in un campo a tema sul suo videogioco preferito, Assassin's Creed. Tutto sembra essere organizzato come un campo estivo, preparato per far vivere ai ragazzi emozioni simili a quelle del gioco... Ma qualcosa di misterioso è loro nascosto dai Mentori, e l'avventura presto lascia quell'alone di emozione e di divertimento che l'aveva caratterizzata per diventare qualcosa di serio e pericoloso per i ragazzi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Assassin’s Creed - Il Campo
Capitolo 2 - L’Animus

 
Il giorno dopo la mattinata sembra scorrere velocissima, forse a causa dell’adrenalina che mi circola ancora in corpo all’idea dell’allenamento che dovremo cominciare tra breve.
Per fortuna sono riuscita a dormire, nonostante tutte quelle chiacchiere portate avanti fino a tarda notte, e al sorgere del sole sono già in piedi e pronta per uscire.
Non posso però dire lo stesso di Elettra e Lia, che si alzano giusto poco prima delle sette e mezza per poi unirsi insieme a me agli altri per andare a far colazione.
In sala comune mangiamo con tutte le altre reclute e con i loro Mentori, non toccando però l’argomento addestramento dato che Arianna e Nicola ce lo hanno subito vietato.
“Quando sarà il momento ne discuteremo, ma questa è una cosa che riguarda solo noi Assassini”, aveva detto la nostra Mentore intingendo un cornetto appena sfornato nel caffelatte, senza però dilungarsi oltre in ulteriori spiegazioni.
Così ci siamo trovati ad attendere in trepidazione il momento di cominciare sui gradini della nostra Sede, subito dopo aver finito di mangiare.
- Allora... Voi che ne pensate? Che ci faranno fare? - chiede ad un tratto Bruno, scrutandoci con i suoi occhi azzurri, mentre i nostri responsabili sono ancora assenti.
Seduta sul gradino dietro al mio Elettra sospira, forse anche lei senza idee precise.
- Boh, magari ci sottoporranno ad una qualche specie di test, per vedere le nostre capacità... - dice, anche se in realtà penso proprio che speri altro.
Come me e come tutti gli altri, infatti, lei è impaziente di provare l’Animus e di testare l’effetto Osmosi di cui abbiamo tanto sentito parlare.
Dopotutto ieri sera ne abbiamo parlato fino allo sfinimento, continuando a pensare a cosa avremmo fatto una volta in quella macchina, e la nostra fantasia ha galoppato fino a che il sonno non ci è praticamente saltato addosso.
Finalmente, dopo ancora qualche minuto di attesa, i nostri Mentori arrivano con ciascuno tre cartelle in mano e varie penne di diversi colori.
- Forza, ragazzi! È ora di cominciare! - esclama Nicola, invitandoci ad alzarci dagli scalini per seguire lui e la sua compagna sul retro della sala comune.
In effetti, sia a cena che a colazione tutti avevamo notato tre porte ai lati della sala in cui ci avevano fatto entrare, ma nessuno si era posto il problema di conoscere ciò che ci fosse dietro.
Solo adesso, vedendo ciò che si cela dietro alla porta con sopra il simbolo degli Assassini, mi rendo conto di non essermi minimamente accorta di essere così vicina alle sale degli Animi.
Proprio dietro di essa, infatti, vi è una grande sala a forma trapezoidale che ospita sei diverse macchine simili all’Animus 2.0 visto in ACII disposti su due file, mentre vicino alla parete di sinistra è situata una lunga scrivania con un computer a più schermi.
Non faccio in tempo a chiedermi a cosa serva quel coso che i Mentori mi richiamano all’attenzione: a quanto sembra mi sono messa a vagare per la stanza senza meta, incantata da quella vista.
- Ecco a voi la nostra sala degli Animi, giovani Assassini. A quanto pare risulta piuttosto impressionante per voi, - comincia poi a parlare Nicola, scoccandomi un’occhiata divertita.
Sento le guance diventare rosse per l’imbarazzo, mentre i miei compagni si fanno scappare un qualche risolino, ma Arianna si riappropria subito della parola per riportare il silenzio fra di noi.
- Bene, ora vi dirò il programma della mattinata, quindi aprite bene le orecchie che non ho alcuna intenzione di ripeterlo due volte. Appena vi daremo l’ok vi sistemerete ognuno in un Animus. Vedete di ricordarvi quale sceglierete fra poco, dato che dovrete usare sempre quello: tutti i vostri dati sessione, infatti, saranno salvati solo e unicamente su quello che userete. Subito dopo, appena terminate tutte le procedure di inizializzazione, cominceremo il vero addestramento Osmosi con una veloce missione per testare le vostre capacità: sia chiaro, lì dentro sarete perfettamente in grado di muovervi come degli scoiattoli, ma ciò che guarderemo noi saranno la vostra inventiva e la vostra capacità di reazione a... beh, qualsiasi cosa. -
Con un veloce cenno della mano, la ragazza passa poi la parola al suo compagno.
- Mentre voi svolgerete la missione all’interno dell’Animus, io e Arianna vi osserveremo da quei monitor, - comincia, indicando il computer alle sue spalle; - Quando avrete finito tutti interromperemo la sessione, e vi daremo i primi punteggi. Cercate di fare del vostro meglio, perché ci sarà un premio per i migliori tre appena finito il Campo. E poi, naturalmente, anche per la Gilda con il punteggio complessivo maggiore ci sarà un regalo, quindi datevi da fare! -
Subito dopo, i due ci rivolgono un sorriso e si avvicinano alla scrivania in fondo alla sala, accendendo l’apparecchio elettronico posto sopra di essa: in un attimo tutti gli schermi si illuminano di azzurro, e ognuno mostra l’interfaccia di un diverso Animus.
- Ok, giovani, scegliete la vostra postazione! - esclama poi Arianna, mentre Nicola si avvicina a noi.
- Voi sedetevi, mi occuperò io di sistemare le macchine, - dice quello, invitandoci a muoverci, così tutti quanti ci avviamo verso un Animus.
Io scelgo quello più a sinistra della prima fila, il più vicino alla porta, e di fianco a me si mettono Fabio e Mattia.
Dietro, invece, si mettono Elettra, Bruno e Lia.
Seguendo le indicazioni del nostro Mentore posizioniamo il braccio destro in quello strano bracciolo metallico su cui pulsano diverse lucine, e man mano lui viene a spostarci davanti alla faccia uno schermo semitrasparente e luminoso.
Appena Nicola fa scattare quel meccanismo, sullo schermo cominciano a scorrere varie scritte che non riconosco, ma che sembrano un processo di caricamento di tutta la struttura.
Nel frattempo altre luci si accendono lungo lo schienale dell’Animus, e una strana vibrazione comincia a scuotermi.
- Ora state fermi, vi stiamo scansionando. Grazie a questo saremo in grado di dare a tutti voi un avatar per muovervi all’interno dei mondi dell’Animus, - sentiamo dire Arianna, mentre un ticchettio di tasti copre in parte il brusio della macchina.
Un avatar. Beh, certo, che mi aspettavo? Dopotutto non ho mica un antenato Assassino in famiglia...
Una volta finito il processo, sento la ragazza esclamare trionfante: - Fatto! Le immagini che arriveranno adesso sui vostri schermi saranno relative al personaggio di cui rivestirete i panni, gente. -
Qualche attimo dopo, puntuale come un orologio svizzero, una ragazza in tenuta da Assassino fiorentino si materializza davanti ai miei occhi: è completamente uguale a me.
Stessi capelli mori che sfiorano le spalle, stessi vivaci occhi castano scuro, stessa corporatura slanciata. Praticamente è la mia gemella virtuale.
- Abbiamo deciso di tenere le vostre fattezze originali per crearli, e anche i nomi saranno gli stessi: questo per facilitarvi le cose in caso di missioni di gruppo, - interviene Nicola, aggiungendo qualche spiegazione in più riguardo alla scelta degli avatar; - E adesso facciamo partire il caricamento. -
A quelle parole, sento un ulteriore suono di tasti in sottofondo, e appena esso finisce l’immagine rimasta poco prima sul display scompare per lasciare posto ad una barra azzurra.
54%... 67%... 70%... 85%...
Sento l’adrenalina salire insieme al caricamento, come se stessi per essere sparata fuori da una camera di lancio.
92%... 97%... 100%.
Poi un flash improvviso di luce accecante, e infine più nulla.
 
Quando riapro gli occhi per poco non svengo: non sono più nella sala degli Animi, sdraiata su quella macchina incredibile, ma sono nel centro della Firenze rinascimentale proprio fra Santa Maria del Fiore e il Battistero di San Giovanni.
Accanto a me i miei altri cinque compagni si guardano intorno stralunati, tutti con la stessa espressione stupita sul viso.
Abbiamo tutti gli stessi abiti da Assassino, e praticamente siamo una macchia bianca su quello sfondo nero che sono gli abitanti virtuali di quella città
Ancora mi chiedo come facesse Ezio a passare inosservato con un abbigliamento del genere.
Dopo qualche secondo tutti quanti sentiamo nelle orecchie la voce di Arianna che comincia a darci istruzioni: - Ragazzi, benvenuti nella Firenze del ‘400! Questa è una ricostruzione, ovvio, quindi il tempo non scorre come se foste veramente nel Rinascimento italiano. Tutto è fatto per rendere il più “reale” possibile la vostra esperienza, - ci spiega, per poi lasciare il posto a Nicola.
- Dato che siete in sei e non possiamo coordinarvi tutti insieme vi faremo eseguire le missioni uno alla volta, quindi cominciate pure a camminare e aspettate di essere chiamati, - conclude il giovane, interrompendo la comunicazione globale.
Tutto si fa silenzioso per un attimo, poi l’ambiente viene riempito dai suoni tipici della città: le chiacchiere degli abitanti, il rumore delle scarpe che battono sulle strade di pietra, i mercanti che declamano le virtù dei loro prodotti... Tutto sembra così reale che mi sento davvero catapultata indietro nel tempo.
Vedendo che Elettra e gli altri hanno già cominciato a muoversi dedico di iniziare anche io a fare un giro lungo le viuzze di quella cittadina antica, resistendo però alla tentazione di salire sui tetti delle case: so per certo che gli arcieri appostati sopra mi beccherebbero immediatamente, e non sarebbe certo un buon inizio essere scoperta nei primi minuti di addestramento.
Anche perché constato di non avere né la lama celata né alcun tipo di armi, quindi la missione che devo affrontare non comporta uccisioni o combattimenti di alcun tipo.
“A meno che non sia un pestaggio...” mi dico, infilandomi in una strada, ma proprio in quel momento sento una mano che mi blocca il braccio destro.
Istintivamente mi volto di scatto, pronta a colpire l’assalitore, ma una voce familiare mi fa bloccare di colpo.
- Hey, Michi! Sono solo io! -
Tiro un sospiro di sollievo a vedere chi è lo sconosciuto che mi sta trattenendo: è Bruno, fortunatamente
Quello mi rivolge un sorriso, trattenendo a stento le risate: - Pensavo che avrei potuto venire con te, in attesa del mio turno, ma se hai intenzione di uccidermi andrò da un’altra parte! -
- N-no, scusa! Pensavo che fosse una guardia o qualcosa di simile, perdonami. Certo che puoi venire con me, - gli dico però io, ritraendo subito il braccio che stava per colpirlo per poi mettermi al suo fianco, rossa in viso per l’imbarazzo della situazione; - Camminiamo? -
Tranquilli, come se fossimo amici da una vita, ci mettiamo a passeggiare lungo le vie della città mimetizzandoci un po’ tra la folla rinascimentale.
Le guardie non ci prestano attenzione, attirate di più dalle cortigiane appostate ad ogni angolo che da due stranieri abbigliati in maniera poco usuale, così continuiamo per un po’ a vagare indisturbati per Firenze.
Intanto parliamo del più e del meno, conoscendoci un po’ di più: scopro che il ragazzo ha un fratello più piccolo e una sorella più grande, che gli piace la musica pop e che fa atletica leggera da ormai otto anni, che ama leggere più che guardare la televisione.
Invece io gli rivelo di avere a mia volta un fratellino più giovane di me di qualche anno, che sono non riesco a fare a meno della musica e del mio iPod, che suono la chitarra classica dalla prima media, che ho una libreria straripante di tomi di ogni genere e che faccio equitazione una volta a settimana da due anni.
Bruno sembra interessato a ciò che sto dicendo, mi ascolta pazientemente ed in silenzio e le nostre chiacchiere vengono interrotte solamente da alcune risate scatenate da frasi del tipo “Un salasso alla settimana e la vita è più sana!” oppure “Ho distillato un infuso di piombo e melograno ideale per il fegato!”.
Non riusciamo poi a trattenere le risa quando alcuni menestrelli cominciano a venirci dietro canticchiando ritornelli assolutamente assurdi e constatando che sono gli unici a capire che siamo Assassini: è tutto come nel gioco, nulla di più e nulla di meno.
Dopo circa venti minuti dall’inizio della sessione Bruno viene chiamato per la sua missione da Nicola, così rimango da sola a finire il giro della città.
Passo gli ultimi minuti prima della mia convocazione a bazzicare fra le bancarelle dei mercanti, dando un’occhiata veloce ai negozi d’arte e a quelli dei fabbri ammirandone i prodotti, infilandomi nei vicoli più stretti per scoprire scorciatoie varie, e alla fine mi ritrovo nuovamente fra Santa Maria del Fiore e il Battistero.
Proprio mentre sto pensando a provare ad arrampicarmi su qualcosa per poter avere una vista aerea della città sento la voce di Arianna comparire nelle mie orecchie.
- Tocca a te, Michela, fammi vedere cosa sai fare. -
- Dica pure, Mentore, - le rispondo, con determinazione, mentre tutto intorno a me sembra rallentare.
- Ok, ascolta: vicino a Santa Croce c’è un ladro che ti sta aspettando. Egli ti indicherà dove trovare un templare in possesso di una preziosa mappa che devi assolutamente recuperare, ma non ti dirà di più. Il tuo obiettivo è recuperare il maltolto nel minor tempo possibile e, se riesci, senza farti individuare dalle guardie durante il furto. Sei pronta? -
- Si. -
- Bene, allora. Datti da fare, voglio un buon punteggio da te. -
Appena la voce della ragazza ammutolisce tutto sembra tornare al suo normale ritmo, ma sento che dentro di me qualcosa è cambiato: mi sembra di conoscere perfettamente tutta la città, ogni suo singolo anfratto, e so già perfettamente la posizione del mio obiettivo come se una bussola interna me la segnalasse.
Ci sono molteplici vie per raggiungere il mio uomo, ma prima di cominciare a correre mi metto a vagliare le possibilità per scegliere quella giusta e che probabilmente mi farà guadagnare più punti: i tetti sono esclusi dato l’elevato numero di guardie che vedo spuntare dai bordi dei tetti che mi sovrastano, e le strade principali mi porterebbero a destinazione in un tempo decisamente superiore a quello che impiegherei se sfruttassi vicoli e strade poco frequentate.
Naturalmente scelgo l’ultima opzione senza esitare, e seguendo quell’intricato labirinto ben stampato dentro alla mia mente mi metto a correre.
Sento le mattonelle delle numerose viuzze di Firenze che quasi mi volano sotto i piedi mentre scatto ad alta velocità: non ricordo di essere mai stata così veloce.
E la cosa più strana è che il mio corpo non sembra risentire della fatica che la cosa procura: dopo alcuni minuti buoni di corsa piuttosto intenza, infatti, mi sento ancora fresca e senza fiatone.
“Sono veramente finita dentro un’Assassina allenata ed esperta, allora,” mi dico, continuando a muovermi, lasciando però indietro quei pensieri per tornare a concentrarmi sulla missione.
Ancora qualche minuto e finalmente raggiungo la mia destinazione, sbucando da una stradina laterale che mi porta direttamente sul fianco sinistro della chiesa di Santa Croce.
Un rapido sguardo in giro e riesco a localizzare il mio informatore, appostato strategicamente dietro ad una bancarella intento a guardarsi intorno con aria attenta.
Ne ha tutte le ragioni: una pattuglia di guardie percorre instancabile tutto il perimetro della piazza davanti all’edificio, e una sua sola mossa falsa potrebbe avere esiti negativi.
Dopotutto mi ricordo perfettamente che i ladri non stanno molto simpatici alle guardie... soprattutto a quelle templari.
Comincio quindi ad avvicinarmi nascondendomi fra la folla, mimetizzandomi per quanto riesco fra le persone e tirando ben bene sulla testa il cappuccio bianco affinché il mio viso resti coperto.
Ma appena l’uomo si accorge della mia presenza mi fa cenno di rimanere nel vicolo da cui sono spuntata, e qualche attimo dopo mi raggiunge lui stesso uscendo definitivamente dal campo visivo delle guardie.
- Bene, finalmente. Mi avevano detto che saresti arrivata, - esordisce l’uomo, scrutando il mio viso seminascosto dal cappuccio.
- Hai le informazioni che mi servono? - gli chiedo poi io, rimanendo un po’ evasiva: di primo impatto mi riesce un po’ difficile fidarmi di un ladro, ma suppongo che dovrò abituarmici.
- Certo. Il tuo uomo si trova nel quartiere di San Lorenzo sotto scorta, vicino alla chiesa, per portare la mappa ai suoi superiori: a quanto pare le informazioni che contiene potrebbero aiutare notevolmente i Templari, quindi penso proprio che ti convenga recuperarla. -
- Lo farò senz’altro. Grazie per l’aiuto. -
Il dialogo è breve ma conciso, e in pochi attimi ho tutto ciò che mi serve per iniziare la ricerca: tutto ciò che rimane da fare è raggiungere nel minor tempo possibile San Lorenzo per localizzare il mio obiettivo e recuperare la mappa.
 
So già dove devo andare, San Lorenzo appare come un punto lampeggiante nella mappa che ormai mi si è definitivamente impressa nel cervello, e sfortunatamente apprendo che il luogo è maledettamente lontano da dove sono in questo momento.
Non mi resta che correre il più veloce che posso, per tenere alto il punteggio, e naturalmente calibrare con attenzione le mie prossime mosse cercando di scegliere quelle che potrebbero portarmi più vantaggio possibile.
So che è una cosa stupida imporsi di raggiungere la perfezione al primo allenamento, ma tutto questo è così importante per me che voglio provare ad eccellere, dato che mi è possibile.
Corro a perdifiato superando il primo quartiere e immettendomi in quello di Santa Maria del Fiore, e nonostante sappia che i secondi continuano a scorrere mi ordino di non azzardarmi a salire sui tetti: certo, un tempo elevato non porta a buoni risultati, ma direi che l’essere identificata dalle guardie mi darebbe molti più problemi.
Continuando mentalmente a respingere l’idea di correre sulle mattonelle riesco ad arrivare dopo qualche minuto nei pressi del mio obiettivo, mentre la fatica della missione comincia a farsi un po’ sentire: dopotutto sto correndo da un bel po’, e non certo lentamente.
Mi metto a rallentare quando mi accorgo di essere ormai a pochi passi dalla piazza in fronte alla chiesa di San Lorenzo, aggiustandomi il cappuccio, e una volta adocchiato un gruppo di passanti diretti verso la mia stessa meta mi ci infilo per mimetizzarmi.
A passo calmo entro nella piazza, piena di gente, e noto subito l’elevata presenza di guardie: ci sono molti gruppetti di uomini armati, e praticamente tutti sono vicini a persone che sembrano proteggere.
“Diavolo, non capirò mai chi è il sorvegliato giusto...” mi dico, mordendomi il labbro: me lo sarei dovuto aspettare, invece pensavo che mi sarebbe bastato notare qualcuno protetto dalle guardie per trovare la mappa.
“A questo punto l’unica opzione è... l’Occhio dell’Aquila,” penso poi, e so bene che ho ragione.
Solo che... non ho la più pallida idea di come attivarlo, e in più non so neanche se il mio avatar sia in grado di utilizzarlo.
Ma non posso certo darmi per vinta adesso, così comincio a concentrarmi su qualcuno di particolare: prima un passante, poi un venditore, poi un arciere sui tetti, poi una guardia a cui passo accanto...
Dopo alcuni secondi di osservazione, noto che la mia vista si sta distorcendo: la realtà sembra sbiadirsi, le persone si fanno sempre più sfocate... e comincio a pensare di star per perdere conoscenza, anche senza un motivo apparente. Oppure la corsa mi ha stremata senza che me ne rendessi conto.
Ma proprio mentre penso di essere in procinto di cadere a terra tutto si stabilizza di colpo, immergendomi in un mondo scolorito pieno di macchie.
Sembra ancora un po’ sfocato, ma riesco a vedere i profili delle persone come se fossero luci al neon: le guardie sono rosse, i cittadini bianchi, alcuni gruppi che devono essere i miei possibili alleati sono in blu, mentre una vistosa luce dorata sfavilla circondata da un gruppetto di uomini in rosso.
Un sorriso trionfante mi si dipinge sul viso a quella vista.
“Trovato. Ora non mi resta che distrarre le guardie... e la mappa sarà mia.”
Notando che la mia testa sembra risentire dello sforzo per usare la mia abilità chiudo di scatto gli occhi cercando di tornare a vedere normale, e di colpo mi ritrovo nuovamente nel solito mondo a colori. Ma ormai ho identificato la mia preda, non mi può più sfuggire.
Comincio a muovermi più velocemente, guardandomi in giro per cercare degli alleati in grado di aiutarmi nelle direzioni in cui poco prima avevo notato delle macchie azzurre.
Vedo subito dei mercenari... Ma non penso proprio che mi possa aiutare creare disordine, anzi: farebbe scappare il mio obiettivo. Dei ladri andrebbero bene, ma ho paura che anche quelli potrebbero provocare un qualche guaio, tipo derubare la mia preda.
“Delle cortigiane sarebbero perfette... Se solo le trovassi...” mi dico, continuando ad osservare i dintorni: potrebbero essermi di grande aiuto, distraendo sia le guardie che il messaggero con la mappa per permettermi di eseguire il furto con più facilità.
Qualche attimo dopo, finalmente le trovo, appostate all’ingresso di una via piuttosto ampia intente a civettare come sempre.
Aumentando il passo mi dirigo nella loro direzione, uscendo dal mio gruppo di passanti per farmi strada verso di loro. Per sicurezza mi porto una mano alla cintura, e dato che sento sotto le dita un sacco pieno di monete proseguo senza fermarmi: sarebbe un bel problema se non avessi neanche i soldi.
Appena arrivata davanti alle donne mercanteggio velocemente il prezzo del loro aiuto, per poi indirizzarle rapidamente verso il loro bersaglio: guardie di scorta e messaggero templare.
Quelle si avviano immediatamente nella loro direzione, attirando praticamente subito gli uomini che si lasciano alle spalle le loro chiacchiere per rivolgere la loro attenzione alle donne.
Come sospettavo tutti quanti si mettono a guardare loro, permettendomi di agire indisturbata, così mi avvicino a mia volta al gruppo passando alle spalle delle guardie.
Il messaggero è talmente preso dalla vista delle fanciulle che non si accorge minimamente di come la sua mappa stia venendo sfilata dalla borsa che porta attaccata alla cinta e dell’ombra bianca che si allontana a tutta velocità dal luogo del furto.
 
- Perfetto, sessione conclusa. -
La voce di Arianna mi raggiunge appena arrivata di nuovo al punto di partenza, dopo l’ennesima corsa per cercare di arginare lo scorrere del tempo, e subito inizio a sentirmi strana.
Pian piano il mio corpo inizia come a smaterializzarsi, diventando sempre più leggero ed inconsistente, fino a quando un flash mi acceca riportandomi alla realtà.
Una volta che i miei occhi si sono di nuovo abituati alla luce del giorno, la prima cosa che vedo è lo schermo del mio Animus ancora in posizione e Nicola che si china per farlo ritrarre.
- E anche tu hai finito. Ora potete andare a riposarvi, - mi dice il Mentore, facendomi alzare: sento una strana sensazione alle gambe, sembrano addormentate per essere state ferme a lungo, ma mi basta qualche passo per tornare normale.
Gli altri Assassini sono già davanti alla porta, ad aspettare che arrivi, e io mi affretto a raggiungerli.
Nel frattempo, Arianna ricomincia a parlare: - Dato che dobbiamo ancora decidere i punteggi di queste prime missioni potete andare. Ci rivediamo appena avremo finito. -
Dopo averci congedati con un rapido gesto, la ragazza e Nicola tornano ad occuparsi delle registrazioni delle sessioni di allenamento, lasciandoci così liberi di andare a sgranchirci le gambe.
Usciamo velocemente, desiderosi di un po’ di aria fresca, constatando di non sapere minimamente quanto tempo sia passato.
- Non so voi... Ma a me sta venendo fame, - dice Mattia, facendoci ridacchiare.
- Appena avremo i risultati chiederemo del pranzo, tranquillo, - gli rispondo, fra le risate, mentre tutti quanto cominciamo a passeggiare lungo il perimetro del Campo: presto avremo i punteggi, e non vedo l’ora di vedere cosa ho preso.
Chissà se sono almeno fra i primi tre...


Note dell'Autrice:
Ok, finalmente sono riuscita a scrivere il secondo capitolo, spero che mi sia venuto bene xD.
Purtroppo sono dovuta partire quasi subito, quindi ho praticamente dovuto rimandare la revisione del capitolo a questi ultimi giorni, e per il terzo capitolo ci vorrà ancora di più dato che per i prossimi due mesi sarò in un'area senza internet T_T Se apprezzate la storia prometto che ci lavorerò bene, durante l'assenza, così potrò pubblicare il tutto al mio rientro.
Vi ricordo che i vostri suggerimenti/critiche/correzioni sono sempre benvenuti, soprattutto perché questa è la mia prima fan fic :)
A presto! 
Noxi
  
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