Harry si trovava alla Tana da tre giorni. In quei giorni
aveva parlato a lungo con Ron e Hermione. Avevano preso delle decisioni, la
prima è che sarebbero partiti il giorno successivo al compleanno di Harry.
La famiglia Weasley era indaffarata per l’imminente
matrimonio. Il matrimonio si sarebbe svolto alla Tana due giorni dopo. Ginny
sarebbe stata la damigella d’onore di Fleur con Gabrielle. In quei giorni aveva
cercato più volte di parlare con Harry, di chiarire la loro storia, ma il
ragazzo le aveva detto chiaramente che finché la guerra non fosse finita loro
non sarebbero potuti stare insieme.
“Harry, possiamo parlare, solo parlare?” chiese Ginny con
tono supplichevole.
“Ne abbiamo già parlato. Ti ho detto che questo non è il
momento adatto per me di avere una fidanzata.”. Rispose Harry senza guardarla
“E io ti ho detto che non mi interessa se Voldemort ti cerca.
A me interessa stare con te perché ti amo!”
“Ginny, puoi solo per un attimo cercare di capire le mie
ragioni. Voldemort mi ha già portato via alcune persone a cui tenevo molto. I
miei genitori, Sirius e Silente. Non voglio che se la prenda anche con te.”.
“Però a Ron e Hermione permetti di starti accanto”
“Non è una mia scelta. Se fosse per me starebbero a casa, al
sicuro. Hanno scelto di venire con me e non posso impedirglielo. È grazie a
loro se sono sopravissuto durante gli ultimi anni a scuola. Sono loro che mi
hanno aiutato”
“Harry, posso aiutarti anch’io” rispose Ginny in lacrime.
“No Ginny. Ti passerà, trovati qualcun altro con cui sarai al
sicuro”
“Ti ripeto che non voglio un altro, voglio te. Voglio Harry
Potter”
“Fai come vuoi allora. Cazzo, sto cercando di salvarti e
soprattutto sto cercando di essere forte e di non farti soffrire più del
necessario. Aspettami, cosa ti devo dire? Se proprio lo vuoi sapere, io Ron e
Hermione partiremo il giorno dopo il mio compleanno e non torneremo finché non
avremo finito la nostra missione. Potrebbero volerci mesi, addirittura anni.
Non posso permettere che tu stia ad aspettarmi in eterno. Ti prego Ginny
ascoltami. A te la scelta, puoi aspettarmi, sapendo che potrebbero volerci anni
oppure puoi trovarti un’altra persona” disse Harry trattenendo le lacrime.
“Ci penserò Harry. Il mio cuore mi dice di aspettarti, la mia
ragione mi dice di riflettere. Tu sai però che sono testarda e quando voglio
qualcosa non ci sono parole che mi faranno cambiare idea”
Harry non rispose, si voltò con l’intenzione di andarsene ma
Ginny riprese la parola:
“Perché volete andare da soli? Cosa dovete fare?”
“Mi dispiace Ginny ma non posso dirtelo. Non posso dirti cosa
dobbiamo fare, non lo deve sapere nessuno. È questo il motivo per il quale non
abbiamo chiesto aiuto a nessuno, perché è una cosa che devo fare io, da solo.
In questo caso con l’aiuto di Ron e Hermione. Posso solo dirti che questa
missione me l’ha affidato Silente prima di morire. Intendo portarlo a termine.
Ora torno da Ron e Hermione, ci vediamo a cena.”.
“Aspetta, quando lo direte agli altri che volete andarvene?”
“Non lo so. Forse stasera, forse dopo il matrimonio.”
Harry tornò nella camera di Ron, lo trovò solo.
“Hermione?”
“Sta aspettando Ginny in camera sua, sapevamo che stavate
parlando e Hermione pensava che Gin avesse bisogno di una spalla su cui
piangere.”
“Hermione ha ragione. Le ho parlato e ho chiarito questa
situazione, o almeno credo di averlo fatto. Le ho spiegato che dopo il
compleanno partiremo e che torneremo solo quando avremo terminato la nostra
missione. Non le ho detto di cosa si tratta. E soprattutto le ho detto che deve
trovarsi un altro. Ho aggiunto però che la scelta spetta a lei, deve scegliere
se aspettarmi per mesi o anni o trovarsi un nuovo ragazzo.”.
“E lei cosa ti ha risposto?”
“Ha detto che ci penserà. Senti Ron, quando lo diciamo alla
tua famiglia e all’ordine?”
“Non lo so. Da un lato lo direi dopo il matrimonio, così da
non rovinare la festa, dall’altro lo direi subito, adesso, stasera. Potranno
così abituarsi all’idea.”
Stettero in silenzio per un po’ a riflettere e di comune
accordo decisero di comunicarlo la sera a stessa a cena.
Intanto un piano più giù Hermione stava consolando una Ginny
in lacrime.
“Perché Hermione? Perché deve essere lui il prescelto?
Perché?” urlò la rossa
“Lo so, non è giusto. Credi che per lui sia semplice? Ha
perso i genitori quando era piccolo e ora sta perdendo tutte le persone che gli
sono accanto, non vuole perdere anche te. Ti ama troppo. Non è facile neanche
per lui, è stato male dopo averti lasciata e starà male per non poter tornare
con te. Forse lui sbaglia, non lo so con precisione, ma bisogna rispettare la
sua decisione. In questa missione Harry avrà bisogno di tutta la tranquillità
possibile, e soprattutto non dovrà sentirsi in colpa. Ti prego Ginny, digli che
capisci le sue decisioni e che le rispetti. Digli di affrontare la guerra senza
preoccupazioni. Fallo per me, fallo per Ron, per la tua famiglia, ma
soprattutto per Harry.”
Ginny non rispose e continuò a piangere. Hermione la strinse
a se e la cullò. Poco dopo Ginny si calmò.
“Hai ragione Hermione, devo essere forte. In ogni caso ho
deciso che lo aspetterò.”
“Bene, ora lavati il viso e scendiamo a cena, ho sentito che
tua mamma ha preparato il pasticcio.”
Quando scesero trovarono tutta la famiglia attorno al tavolo,
Harry e Ron fecero segno ad Hermione di seguirli in salotto. Le spiegarono la
loro decisione di comunicare alla famiglia Weasley i loro piani. Hermione fu
d’accordo e propose di aspettare la fine della cena.
Quando tornarono in cucina trovarono anche Remus e Tonks.
“Ciao Harry, ciao Ragazzi” li salutò Remus
“Ciao Remus, ciao Tonks” risposero in coro i tre ragazzi.
Dopo cena Harry si alzò attirando su di sé l’attenzione,
Molly prese la parola:
“È successo qualcosa Harry caro?”
“Si, dovrei parlarvi. È una cosa che vi riguarda tutti”
“Parla caro, dicci tutto”
“Ho deciso di andarmene da qui il giorno dopo il mio
compleanno.”.
“Perché?” urlò Molly mentre Arthur e Remus non sembravano
affatto stupiti.
“Non interpretate questo gesto come maleducazione. Avete
fatto tanto per me, siete la mia famiglia, ma è arrivato il momento che io vada
per la mia strada, che vada incontro al mio destino. E il mio destino si chiama
Voldemort. Ho deciso di non tornare a scuola per il settimo anno, anche se
dubito sia riaperta. Ho una missione da compiere, me l’ha assegnata Silente
prima di morire. Non posso dirvi di che si tratta. Ho deciso, inoltre, di non
avere contatti con nessuno fino al termine della missione. Potranno essere mesi
oppure anni.”
“Dove andrai?” chiese Remus, che infondo si aspettava una
decisione del genere.
“Non ve lo posso dire. Non voglio correre il rischio che
qualcuno lo venga a sapere. Non è che non mi fido di voi, non mi fido degli
altri. Sarebbero capaci di lanciare Imperius per scoprire dove siamo.”. Non
riuscì a continuare perché fu interrotto da Molly “Perché usi il plurale? Non
mi dirai che …” non finì la frase perché Ron la interruppe.
“Sì mamma, hai capito bene. Andremo anche io e Hermione con
Harry.”
“Oh no, non credo proprio. Tu sei troppo giovane, non puoi
prendere questo tipo di decisioni, non sei abbastanza maturo.”. Si rivolse a
Hermione “Cara, io non sono tua madre e non posso decidere per te. Lo stesso
voglio dissuaderti ad andare. È pericoloso, sei giovane. Harry, non andare, per
favore, c’è ne occuperemo noi. Ti prego”
“Signora Weasley, mi dispiace ma ho deciso, io devo partire. Lo
faccio per me, non riuscirei a stare chiuso in casa o in una scuola sapendo che
Voldemort ha ucciso e ucciderà ancora. Mi ha portato via persone molto care,
devo vendicarle. Non ho chiesto io a Ron e Hermione di seguirmi, l’hanno deciso
loro.”.
“Mamma, sono maggiorenne e posso prendermi le mie
responsabilità. Ho deciso, vado con Harry e Hermione verrà con noi.”.
“Ron, noi però vogliamo sentirvi, sapere che state bene,
aiutarvi.”.
“No signora Weasley” rispose Harry “Non è possibile. Non
dobbiamo farci scoprire. Nessuno deve sapere dove siamo e cosa facciamo. Per
favore rispettate questa decisione.”
“Arthur, Remus, aiutatemi, per favore, aiutatemi a fargli
cambiare idea”
“No Molly, dobbiamo rispettare le loro decisioni e stargli
vicino per quanto possibile. Avete detto che non volete aiuto. Io vi capisco.
Ho paura che vi accada qualcosa ma so che insieme potete farcela. Buona
fortuna.” Li abbraccio tutti e tre.
“Ragazzi, posso darvi un consiglio?” chiese Remus.
“Cosa c’è?” rispose Harry
“Domani andate a Diagon Alley e comprate il materiale che può
servirvi. Ingredienti per le pozioni in primis.”
“Venite da noi, vi riforniamo di ogni tipo di scherzo e degli
oggetti scudo che abbiamo creato lo scorso anno. Saranno il nostro regalo.”
La discussione continuò per un po’ e poi di comune accordo, e
dopo che Molly ebbe versato molte lacrime, decisero di andare a dormire.
Nessuno riuscì a dormire bene, fu una notte molto agitata per
tutta la famiglia.
Il giorno seguente passò senza particolare intoppi, gli
ultimi preparativi del matrimonio occuparono l’intera giornata. La signora
Weasley versava lacrime ogni volta che li guardava.
Finalmente arrivò il giorno del matrimonio.
Molti invitati erano arrivati dalla Francia, molti amici e
parenti della sposa erano presenti. Pochi parenti e molti amici dello sposo.
Bill era molto nervoso, nervosismo che svanì del tutto appena
Fleur entrò nella chiesetta. Era bellissima. Il vestito era bianco e metteva in
risalto la sua figura, le damigelle dietro di lei indossavano due abiti color
pesca ed erano anch’esse stupende.
La cerimonia ebbe inizio. Il funzionario del ministero durante
la funzione parlò anche del coraggio di Bill nella lotta contro il male. Un’ora
dopo li dichiarava marito e moglie. Molly e la signora Delacour piangevano
mentre i mariti commossi andavano a congratularsi con i nuovi signori Weasley.
Dopo le congratulazioni e le foto con gli sposi il banchetto ebbe inizio. La
signora Weasley si era superata in quell’occasione. I piatti erano deliziosi.
Il pranzo durò più di tre ore durante le quali anche i ragazzi si divertirono
come normali adolescenti in un giorno di festa. Ballavano, ridevano,
scherzavano, come se la guerra fosse solo un ricordo lontano nel tempo.
Finito il matrimonio la giovane coppia prese le valigie e
partì per il viaggio di nozze. Destinazione: Hawaii. Sole, mare e divertimento.
Prima di partire però salutarono Harry, Ron e Hermione, facendo promettere a
quest’ultimi di non fare cavolate e di tornare a casa interi.
La mattina seguente si recarono tutti e tre a Diagon Alley
per comprare le ultime cose. Dopo aver acquistato vari ingredienti in farmacia
si recarono ai Tiri Vispi Weasley. I due gemelli li riempirono di scherzi,
alcuni utili altri beh, un po’ meno.
Passarono il pomeriggio a giocare a scacchi magici, un
piccolo torneo che ovviamente ebbe come vincitore Ron Weasley il re degli
scacchi.
La mattina del 31 luglio Harry fu svegliato da Hermione, la
ragazza voleva essere la prima a fargli gli auguri e dopo aver svegliato anche
Ron, cosa che richiese un po’ di tempo, scesero a far colazione. Harry
ricevette gli auguri e anche molti regali. Da Hermione e Ron un libro sugli
incantesimi oscuri, da Ginny una collana con un ciondolo a forma di cuore, i
signori Weasley gli regalarono dei vestiti nuovi, insieme a Charlie e i
gemelli, mentre Remus e Tonks gli regalarono la vecchia moto di Sirius e alcuni
libri sulle pozioni. Hagrid inviò il suo regalo con un gufo, regalo che si
scoprì essere un libro sugli animali oscuri. Dagli amici invece arrivarono gli
auguri con allegati dei semplici regali, a partire dai portachiavi a
braccialetti.
Ginny annunciò che per non restare a casa sola avrebbe
chiesto a Luna di trasferirsi là, per farle compagnia. Tutta la famiglia fu
d’accordo con questa decisione.
Arrivò anche la consueta lettera da Hogwarts, Harry era
curioso di sapere se avrebbero riaperto la scuola o no.
La lettera diceva:
Egregio signor Potter,
Siamo dispiaciuti di doverla
informare che la scuola di Hogwarts non aprirà quest’anno. Dopo gli orribili
eventi dell’anno scorso in cui ha perso la vita il nostro amato Preside, il
ministero ha ritenuto opportuno chiudere la scuola finché la guerra non sarà
conclusa. Il suo settimo anno terminerà quindi quando la scuola sarà riaperta.
Qualora questo non dovesse accadere, sarà nostra premura avvisarla e farLe
svolgere gli esami in opportuna sede.
Distinti Saluti
Preside
Minerva McGranitt
P.S. Mi dispiace Harry che la scuola
non venga aperta. Ti auguro un felice compleanno. Ho saputo delle tue
intenzioni, buona fortuna a te e ai tuoi amici, se hai bisogno di aiuto non
esitare a chiedere.
Anche Ron, Hermione e Ginny avevano ricevuto la medesima
lettera.
“La scuola non riaprirà quest’anno. Riaprirà solo quando
Voldemort morirà.” Annunciò Ginny. In fondo se la scuola avesse riaperto solo,
lei sarebbe tornata.
La sera Molly preparò una cenetta speciale, la loro ultima
cena con la famiglia, almeno per ora.
La mattina seguente si alzarono molto presto pronti a
partire. La loro idea era quella di andarsene senza salutare, altrimenti
sarebbe stato straziante. Il loro intento fallì. Tutta la famiglia era già
sveglia. Svegliata da Ginny che aveva sentito Hermione muoversi in camera.
Furono versate molte lacrime da entrambe le parti, poi fu il
momento della partenza, i tre ragazzi partirono per Godric’s Hollow.
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In una zona sperduta dell’Inghilterra due persone si stavano
nascondendo. Erano Severus Piton e Draco Malfoy. Si stavano nascondendo dagli
Auror e allo stesso tempo stavano cercando di raggiungere il covo di Voldemort.
Erano in viaggio da quasi un mese, non potevano usare passaporte per paura di
essere intercettati, non potevano smaterializzarsi perché non ci si poteva
smaterializzare nel covo di Voldemort, dovevano viaggiare a piedi. Erano
stanchi e sporchi. Da quasi un mese non avevano la possibilità di farsi una
doccia. Piton rifletteva di continuo sulla morte di Silente e su quello che
stava facendo. Stava portando un ragazzo di diciassette anni a morire. Il
Signore Oscuro l’avrebbe ucciso o forse solo torturato, perché, nonostante
Silente fosse morto, non era stato Draco a ucciderlo, come invece avrebbe
dovuto fare. L’ira di Voldemort si sarebbe fatta sentire presto. Lui doveva
impedirlo. Ormai da un mese rifletteva su cosa fare e nella sua mente aveva
preso forma un piano. Un buco nell’acqua? Forse ma doveva rischiare.
Quando Draco si sveglio Severus si sedette accanto a lui e
gli spiegò il piano e tante altre cose:
“Draco, devo parlarti.” Asserì Severus
“Mi dica Professore. Ho fatto qualcosa che non va?” chiese
impaurito il biondo
“Si, hai fatto qualcosa che non va, sei entrato nei
Mangiamorte. Hai fatto una delle cose peggiori. Draco, sei giovane, questa non
è la vita che fa per te.”.
“E cosa dovrei fare? Lo sa bene che se tradisco mi ucciderà.”
“Tu vuoi essere un Mangiamorte?”
“No” disse abbassando la testa Draco
Piton tirò un sospiro di sollievo.
“Ho una soluzione, ma tu Draco devi essere disposto a tutto.”.
“Sono pronto a fare qualsiasi cosa pur di non dover uccidere.”.
“Bene, devi tornare a Londra. Lo so che per te non sarà
semplice, devi chiedere aiuto ai Weasley e a Potter. Forse Potter non ci sarà,
ha una missione da compiere. Me lo disse Silente. I Weasley ti possono aiutare,
fanno parte dell’Ordine della Fenice.
Forse però, è meglio che ti spieghi tutta la storia, ti
chiedo solo di non rivelarla a nessuno. Neanche a Potter o ai Weasley, la
rivelerò io loro quando sarà il momento.
Diciassette anni fa, prima della caduta di Voldemort io cominciai
a passare informazioni a Silente. Per ordine di Voldemort presi la cattedra di
Pozioni ma per ordine della mia coscienza aiutai Silente. Sapevo che volevano
morti i Potter, lo dissi a Silente, lui li fece nascondere. Sapevo c’era una
spia ma non sapevo chi era.
Scoprii che era Codaliscia quando ormai Voldemort si
preparava ad andare ad ucciderli. Non feci in tempo ad informarli, era troppo
tardi quando arrivai. In quell’occasione Voldemort cadde e io rimasi fuori di
prigione perché ero stato un informatore di Silente. Continuai ad insegnare
nella scuola. Due anni fa Voldemort tornò. Io su ordine di Silente ma anche su
mia decisione tornai da lui e gli passai informazioni false. Alla fine
dell’anno Sirius morì. All’inizio del tuo sesto anno Albus mi diede la cattedra
di Difesa. Poco prima di Natale ci fu una discussione tra noi. Lui sapeva del
voto infrangibile che avevo fatto con tua madre e mi fece promettere che avrei
fatto di tutto perché tu non fossi ucciso. Questo implicava anche ucciderlo.
Glielo avevo promesso. È per questo che è morto, è per questo che l’ho ucciso
per proteggerti. Non l’ho mai tradito, ho seguito le sue parole fino alla fine.
Un’altra cosa che mi fece promettere era quella di farti allontanare di non
farti restare tra i Mangiamorte, perché tu non sei un assassino.
Ti prego Draco vattene, torna a Londra e fai che il suo
sacrificio non sia stato nullo. Non far sì che il male prenda il sopravvento
nel tuo cuore e nella tua anima.”. Severus lo guardò con uno sguardo
supplichevole, Draco non dovette neanche pensarci molto:
“Certo che me ne vado, torno a Londra. Dove posso trovare i
Weasley?”
“Alla Tana. Ad Ottery St. Catchpole. Stai attendo a non farti
vedere in giro, se vai a Diagon Alley usa una pozione per l’invisibilità.”.
“E lei cosa farà? Come farà con Voldemort?”
“Non preoccuparti, mi occuperò io di Voldemort, gli dirò che
sei scappato mentre dormivamo, ti sei smaterializzato senza che io me ne
accorgessi. E adesso fallo però, smaterializzati, pensa alla Tana. Arriverai
direttamente là. Ora è l’alba, non cercare di entrare in casa perché è dotata
di un sistema d’allarme. Sarebbe peggio. Aspetta che la Tana sia in movimento.”
Dopo un veloce saluto e la promessa di Draco di stare attento
e di Severus di non morire per lui, il biondino si smaterializzò. Apparve nel
cortile della Tana, vide delle luci in casa ma non si fidò ad entrare e attese
l’uscita di qualcuno.
Eccomi con un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo.
Volevo ringraziare le persone che hanno letto la storia in
particolare quelli che hanno recensito.
robby, Mecnair, Mary Cry, Aurora.