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Autore: AngelRDJ    27/06/2012    3 recensioni
Due anime che si legano in una sola, per poi vedere le loro strade dividersi e, infine, ricongiungersi.
Lui è freddo come l'armatura che indossa, lei è l'unica in grado di fargli ammettere di essere umano.
A volte, la vita riserva scherzi davvero strani.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Honey
 
“Chi diavolo è quello?!”
“Il signor Stark, nonché Iron Man. Mi sembra che si sia presentato”.
Sentivo i muscoli raggelati.
“Non mi piace la sua faccia tosta, né il modo in cui ti guarda…”
“Steve, ti stai ripetendo”.
“… Né tanto meno il modo in cui l’hai guardato tu! E’ questo che mi fa impazzire, sembrava che stessi osservando un miraggio! Mi sono sentito annullato, inutile! Come se non fossi nemmeno presente nella stanza!”
“Steve, a… a… amore, si tratta del nostro passato”.
“Lo sapevo! Ne ero sicuro! Una vecchia fiamma, eh?! Quel Tony Stark non se ne fa scappare una! Scommetto che ci avete dato dentro per una sera e poi, il giorno dopo, vi siete detti: addio, ciao. Come perfetti sconosciuti!”
“Diamine, Steve, sta’ un po’ zitto!”
Mi guardò sbalordito.
“Non essere così possessivo! Tony credeva semplicemente che fossi… Che fossi morta, ecco. Perciò era così sorpreso…”
“Cosa cavolo stai farneticando?!”
“11 settembre 2001. Gli ho salvato la vita, Steve, quando era ancora un genietto incompreso e non aveva ideato quell’armatura fenomenale. Era indifeso, ho rischiato davvero quella volta. Ma non me ne pento, era mio dovere…”
Era la prima volta che sorridevo al ricordo del bivio.
“Non me ne hai mai parlato… Avevi detto di essere scappata via con la tua squadra al crollo della Torre Sud”.
“Non volevo caricarti di una preoccupazione inutile… E’ passato! Sono qui e sto bene, oggi abbiamo portato a termine la nostra missione egregiamente. E poi… non ritenevo corretto raccontarti di un mio cosiddetto ex. In quegli anni la sua fama non era mondiale e tu sei rimasto congelato per tanto tempo ma, appena libero, sei venuto con me in un altro continente. Persino io non ero a conoscenza dei suoi progressi… Nick Fury, sergente super professionale per quanto riguarda lo scambio di informazioni essenziali! Ci ha isolati dal mondo, però. La guerra in Medio Oriente è stata un bel filo da torcere e non si è nemmeno conclusa del tutto”.
“Io non capisco, sei il miglior agente che conosca, avresti potuto metterti tranquillamente sulle sue tracce… Non che mi dispiaccia…”
“Forse non ho voluto?”
“Perché, se mi è lecito chiederlo?”
“Domanda da scartare immediatamente. E tu non scaldarti troppo alla prossima riunione, creeresti disordini infondati e il sergente non li apprezza. Come soldato di prim’ordine, devi ricordare la giusta condotta da seguire” gli feci la linguaccia.
Sembrava non mi stesse ascoltando: “Ho osservato… Ho percepito la forza del legame tra i vostri sguardi… Ho paura”.
Fissai accuratamente il batuffolo di polvere che si era venuto a formare tra due piastrelle del pavimento della stanza numero 204, hotel  Brooklyn Bridge (che affacciava, appunto, sull’omonimo ponte), cercando di non tradire emozioni. Quella forza, quel legame era pura energia, probabilmente illimitata, come il Tesseract. Guardai il volto del mio Capitano e notai che i suoi occhi, o forse i miei riflessi nei suoi, non erano animati dalla stessa focosa scintilla. La missione in Oriente non ci aveva lasciato sufficiente tempo per la nostra intimità, il che aveva lievemente affievolito il nostro rapporto. Figuriamoci ora che ero sconvolta dagli eventi odierni… Eppure amavo ancora il mio Steve, credo. Amavo i suoi capelli biondi, le sue spalle muscolose e i suoi gesti dolci nei miei confronti. Forse, pensai, avevo soltanto bisogno di sentirlo accanto a me come prima.
“Sono qui, ora” sussurrai.
Senza aggiungere altro, i nostri corpi si avvinghiarono e le sue labbra iniziarono a mordere le mie con una frenesia per niente tipica del suo carattere. Ecco quando si dice di essere realmente nudi: rivelare se stessi senza maschere né vincoli imposti dall’esterno. Capii così che Steve aveva sofferto tanto questa “lontananza ravvicinata” durante la nostra permanenza all’estero e soffriva ancora: aveva una paura tremenda di perdermi, glielo leggevo negli occhi.
Dal canto mio, ero notevolmente confusa. Non disdegnavo la mia intimità con lui, ma c’era una piccola, intensa parte di me il cui pensiero era rivolto ad un’altra persona. Tony era un uomo vero e proprio, a differenza di Steve, che ancora sguazzava in un’età ragionevole per pensare a sballarsi. Tony, ormai, era sopraffatto da mille responsabilità e…
Aspetta, si trattava sempre di Tony, quindi questo discorso non era valido! Anzi, magari era l’inverso!
Che stronza, rimuginai, manderesti all’aria la tua storia con un ragazzo serio, che farebbe di tutto per te, per un fighetto d’epoca conosciuto ad una festa.
Non era un fighetto qualunque, non lo era mai stato. Se solo avessi saputo che… Sarei tornata a cercarlo.
Steve fece scivolare via i suoi boxer, dopo tutti gli abiti che aveva appena scaraventato in aria.
No. Non potevo mentire a me stessa e, soprattutto, a Steve, nonostante la fame chimica che avessi di lui.
“Steve, io…”
Bip, bip.
“Agente Honey, capitano Rogers, sono l’agente Coulson. Il sergente Fury  vi vuole a rapporto entro mezz’ora”.
“Ricevuto, per fortuna siamo rimasti nei paraggi” rispose Steve, evidentemente rammaricato a causa dell’interruzione.
“Su, andiamo. Il dovere chiama!” scattai, indossando rapidamente la mia tuta speciale.
Fece l’espressione più addolorata che avessi mai potuto constatare sul suo volto. Non meritava di star male, non per me.
Avrei voluto prendere le migliaia di lame che gli recavano tanto dolore e trafiggere me stessa.
 
 
“Ci siamo tutti? Bene, cerchiamo di restare seri per almeno dieci minuti senza fare i fenomeni da baraccone, come al solito”.
“Sergente Fury, in realtà manca il signor Stark” notò l’agente Romanoff.
“Il buffone è dietro la porta, aspettando il momento propizio per fiondarsi qui e spaventarci. Ecco spiegato il perché della mia affermazione. Purtroppo il suo piano malefico è appena stato sventato”.
La porta si spalancò e Tony era effettivamente nascosto lì dietro con un ambiguo recipiente in mano.
Mi sentii sprofondare, ma cercai di restare composta per la psiche di Steve.
“Nick!” si lamentò “potresti provare a ridere qualche volta. Sai, si impiegano soltanto 12 muscoli per farlo! Guarda qui!” sorrise a trentadue denti.
“Tony, posa immediatamente quell’affare e vieni a sederti. Abbiamo bisogno delle tue informazioni”.
“Cosa c’è precisamente lì dentro?” chiese il dottor Banner “Non sarà mica…”
“Precisamente, mio caro. Hai compiuto un ottimo lavoro durante la tua ultima trasformazione”.
“Non essere ridicolo, mettilo via sul serio!” esclamò Banner.
“Noto con disappunto che siete tutti molto allegri oggi!” sbuffò Stark “Allora? Dove sono il palco, i microfoni, i paparazzi e i riflettori?”
“Stiamo perdendo tempo prezioso…” ringhiò Clint Barton.
“Ehi, uccellino impeccabile! Anche tu qui per il grande party? Toh, guarda, ci sono proprio tutti! La tua rossa fidanzatina, il vichingo, il mostriciattolo verde… Tutti qui ad ascoltare le mie sontuose parole! E poi capitan ghiacciolo e... non ho ancora trovato un nome alternativo per te, zuccherino” s’intenerì a guardarmi.
Gli lanciai un’occhiataccia. Gran figlio di puttana, mi aveva appena chiamata col mio vecchio soprannome. Me l’avrebbe successivamente pagata.
“Beh, mi accontenterò delle luci soffuse di questa stanza e degli addobbi floreali che si trovano lì in fondo. Potevate almeno appendere qualche festone!”
“Tony, hai dieci secondi esatti per cominciare ad esporre seriamente la situazione, dopodiché ti riserverò un trattamento piuttosto spiacevole”.
“Ehi, Nick! Questo è barare! Sono passati già cinque secondi da quando hai iniziato a parlare!”
“Quattro, tre, due…”
“Ok, ok! Calma! Allora…” si bloccò ed assunse un’espressione terrificata “Cosa diavolo è quello, laggiù?!”
Spaventati, ci voltammo tutti nella direzione da lui indicata, dandogli le spalle…
Splash!
Tony aveva appena gettato addosso ad ognuno di noi della roba verde ed appiccicosa e si stava letteralmente rotolando a terra dalle risate.
“Stark! Ti avevo detto di non farlo! Ora ti faccio vedere io!” sbraitò Banner.
“Che schifo! Cos’è questa roba?!” ognuno bestemmiava in qualsiasi maniera possibile.
“Nettare degli dei, miei cari! L’ho raccolta quando il nostro amichetto verde si è trasformato l’altro giorno. E’, diciamo, una sottospecie di bava o qualcosa del genere…”
Tony iniziò a scappare per tutta la base dello Shield appena si ritrovò gli innumerevoli sguardi assassini puntati contro, il mio compreso. Avrei dovuto aspettarmelo!
Banner e Fury iniziarono a rincorrerlo, mentre gli altri tentavano in malo modo di ripulirsi.
Cinque minuti dopo, l’artefice dello scherzo penzolava a testa in giù al centro della stanza, bloccato da una serie di catene.
“Proviamo a vedere se hai ancora intenzione di giocare!” Fury sembrava impossessato “Forniscici immediatamente le informazioni di cui abbiamo bisogno…”
“Dopodiché provvederò personalmente a strozzarlo!” aggiunse Banner.
Tony dondolava all’impazzata, cercando invano di liberarsi. Era un eterno immaturo, ma mi faceva una gran tenerezza.  La cosa strabiliante era che se la stava spassando più di noi.
“Stark! Se non ti decidi a parlare, scendiamo giù e graffiamo la tua macchina” ghignai, sapevo come prenderlo.
Mi fissò sorpreso: “Gli artefici del misfatto sono terroristi talebani provenienti dal Medio Oriente, costretti a fuggire e rifugiatisi nel Benin dopo la tregua del proprio paese. Oltre al commercio illegale di armi, praticano anche quello di alcol e bambini, la loro base è situata a Portonovo. Al momento non si sa chi siano gli individui con cui effettuano questi scambi, probabilmente qualche sceicco o qualche scapestrato arabo. Stiamo sfociando in un settore che non spetta allo Shield eppure, se siamo davvero filantropi come sosteniamo, non possiamo restarcene con le mani in mano. Ora possono partire gli applausi, prego”.
“Honey, se avessi saputo, ti avrei chiesto di minacciarlo prima!” confessò Fury “Comunque, finalmente Tony ha detto qualcosa di sensato. Non possiamo stare dietro le quinte a guardare, non nel momento in cui bombardano il nostro paese. Mi metterò personalmente in contatto con i servizi militari nazionali, poi vi aggiornerò. Per ora è tutto, potete andare”.
“L’assemblea è sciolta, andate in pace!” concluse Tony. Quando vide che tutti uscivano, iniziò a dimenarsi a destra e a manca: “Ehi! Non vorrete mica lasciarmi appeso qui, tutto solo! Ehi, dico a voi, supereroi da strapazzo! Liberatemi! Ma dove diavolo è la mia armatura?”
Rimasi, volontariamente, indietro rispetto agli altri, approfittando che Steve stesse discutendo con Fury sul da farsi. Presi la valigetta di Tony e feci per porgergliela, ma la ritirai indietro all’ultimo istante, proprio quando la sua mano stava per prenderla.
“Ti diverti? Dammi la mia armatura, ho bisogno di un giretto notturno”.
“Mmm… Ci penserò su, se me lo chiederai con garbo e mi prometti che potrò farci un tour” lo stuzzicai.
“Lo prometto. Mi perdoni, signorina, sarebbe così gentile da prestarmi, ecco… La MIA armatura?”
“Molto meglio, signor Stark, ma non le sarà d’aiuto per liberarsi. Ci penso io”.
Sferrai un colpo alla catena, che si spaccò in due. Tony cadde al suolo come un salame ed io scoppiai a ridere. Mi accomodai per terra, accanto a lui.
“Oh, grazie, mademoiselle! Un’azione così aggraziata, la sua! Ed anche un atterraggio piuttosto soffice, devo ammettere!” si stava divertendo con me.
“Come… Come fai?” la domanda mi sorse spontanea.
Capì al volo il senso di ciò che avevo appena chiesto: “Sai che amo far ridere la gente, mi solleva. Comunque, è altamente probabile che io non mi sia reso completamente conto della tua reale presenza qui, a pochi passi da me. Non riuscirò mai a rivelare davvero il mio scombussolamento interiore, sono troppo un pagliaccio. Voglio nascondere, cancellare quegli anni di oscurità, in cui mi sentivo perso, oltre che tremendamente in colpa. Ti credevo morta, finita, persa per sempre… E mi sentivo colpevole. La CIA mi aveva tenuto all’oscuro di tutto e continuo a non comprenderne la ragione”.
“Avrei così tante domande da farti” l’interruppi timorosa, fissando la valigetta con l’armatura che, più di tutto il resto, m’intrigava.
“Tocca prima a me, se permetti. Spiegami perché non sei venuta a cercarmi, perché non hai più interferito con me, perché hai trascurato la mia sorte, perché mi hai abbandonato ad un tormento durato anni! Ti avevano forse detto che ero morto anch’io?!”
“Tony, io… Sapevo fin dal principio che eri sano e salvo, la CIA ti ha tenuto d’occhio dopo quell’attentato e ha provveduto alle cure finché non sei guarito. Quando gli altri agenti mi hanno trovata, ero in fin di vita. Ho avuto bisogno di assistenza per mesi e mesi…  Appena rimessa in sesto, ho deciso che sarei sparita definitivamente dalla tua vista perché, a causa mia, avresti potuto imbatterti in seri pericoli, come se non ne avessi già vissuti abbastanza”.
“Non è mica colpa tua se quelle torri si sono sbriciolate come coriandoli mentre io ero presente!” cercava di reprimere la rabbia, ma con scarso successo. Iniziò a camminare per tutta la stanza.
“Sono un agente segreto da quando avevo 16 anni, la mia vita non è mai stata sicura o normale e tu eri troppo vulnerabile. Volevo proteggerti, non capisci?! Poi ho conosciuto Steve, che mi avrebbe successivamente seguita qui, allo Shield. Il bene che provo per lui è sempre stato sincero anche se, attualmente, c’è stata una piccola crisi. Ho accettato di buon grado la proposta della CIA di andare in missione in un luogo tanto lontano, era l’escamotage che cercavo per scrollarmi di dosso il passato. Mi avrebbero mai informato che, nel frattempo, i tuoi studi stavano spiccando il volo e ti stavi aggregando ad un gruppo di eroi superdotati?! No. Sapevano che, altrimenti, li avrei mollati lì, su due piedi, per venire da te… E loro non si curano di questioni sentimentali private”.
Rimase allibito, ma si era notevolmente calmato.
“Mettiti nei miei panni, anche tu avresti fatto lo stesso” continuai “Non immagini quanto sia stato difficile concentrarmi unicamente sugli ordini impartiti dai miei superiori, sulle innumerevoli battaglie affrontate, sul numero di vittime innocenti sacrificate”.
Si accovacciò di fronte a me e, con una mano, mi accarezzò la guancia: “Su, è passato. Rilassati adesso”.
Si erano, per caso, invertiti gli stati d’animo? Non ne ero stata avvisata.
Non volevo nemmeno alzare lo sguardo, sapevo che avrei incontrato i suoi occhi e non volevo tradirmi. Ma chi prendevo in giro? Solo me stessa, lui mi leggeva nell’anima.
Sollevò delicatamente il mio viso, così che io mi trovassi a pochi centimetri dal suo. Mi sentivo ribollire ovunque, faceva troppo caldo per essere tarda sera.
Mi fissò a lungo, serio e combattuto con se stesso.
“Non sei l’unica ad avere la guerra in testa, anche il mio cuore è diviso tra due persone”.
“Prego?!” da dove spuntava fuori questo discorso?!
“Ci conosciamo in ogni singola cellula, in ogni singolo dettaglio o atteggiamento che ci caratterizzano. Siamo due calamite. Proviamo a mantenere una distanza di sicurezza, ma è più forte di noi. Eppure…”
“Eppure dobbiamo tener conto delle nostre responsabilità e del rispetto verso chi ci tiene a noi e ci sta accanto, non possiamo tradire la loro fiducia lasciandoci trascinare in questo turbine. Non siamo più adolescenti” conclusi controvoglia, pur sapendo di aver ragione.
“Esattamente, è giusto che sia così. Ci proverò, sono sicuro che anche tu t’impegnerai, ma non so fino a che punto reggeremo. Intanto, volevo informarti che è un grande piacere lavorare al tuo fianco. Affare fatto?”
“Lo è anche per me, davvero. Affare fatto” ci stringemmo la mano come due soci.
La porta si aprì: Nick Fury era seguito dagli altri vendicatori, c’era anche una donna che non avevo mai incontrato prima d’allora.
Erano arrivati proprio con un tempismo perfetto. La scena di noi due, appollaiati a terra ad una vicinanza estrema, suscitava i suoi dubbi.
Fury fu il primo a parlare: “Stark, stavamo giusto venendo a liberarti ma, a quanto pare, ci ha pensato qualcun altro. Inoltre, la signorina Potts ci aiuterà a coordinare le manovre”.
“Tony! Cosa ci fai lì, a terra? E chi è questa persona?!”
“Che sorpresa, mia cara! Ti presento l’agente Honey, è stata l’unica a salvarmi dalle grinfie di questi perversi individui che ci circondano…”
“Sì, mi hanno raccontato del tuo stupido scherzo. Piuttosto orripilante, ma da te bisogna aspettarselo” sospirò.
“Agente Honey, lei è Pepper. Una mente brillante, nonché la mia… la mia… ragazza” sorrise evasivamente.
“Piacere di conoscerla, signorina Potts. Si è persa una scena esilarante: Tony che piomba dall’alto come un prosciutto!”
Tutti scoppiarono a ridere, quasi a volersi vendicare per la bava appiccicosa e puzzolente che non erano perfettamente riusciti a scrollarsi di dosso. Poi ognuno prese la sua strada.
“Sergente, a quando la prossima riunione?” chiesi.
“Le faremo sapere, rimanga nei paraggi. E lei, signorina Potts, è pregata di tenere a bada il suo compagno”.
“Senz’altro” rispondemmo entrambe.
Andai incontro a Steve che, sull’uscio, mi aspettava e feci per andarmene.
“Honey!” la sua voce.
Mi voltai, mentre l’armatura avvolgeva il suo corpo scolpito. Prese con sé Pepper e disse: “Manterrò ugualmente la mia promessa, anche dopo il nostro patto!” dopodiché, mi fece l’occhiolino e sparì con lei.
“Quale promessa, quale patto?!” domandò ansioso Steve.
“Non ne ho la minima idea” mentii “Hai visto anche tu quant’è pazzo!” gli sorrisi. Sembrava assurdo, ma mi mancava terribilmente, nonostante gli stessi stringendo la mano. Chissà, forse avevo una doppia personalità. Sta di fatto che presi il mio capitano e ci dirigemmo, con qualche perplessità in meno, verso la stanza 204 del Brooklyn Bridge, a riprendere da dove eravamo stati interrotti.





Sto cercando di scrivere capitoli sempre più lunghi, chissà come andrà a finire!
Voglio ringraziare, come al solito, coloro che lasciano una recensione, in particolare alliearthur, Darktos, Lady of the sea, taisha, youaremyhero_ca, itsandreea e Vmortadella che seguono la mia storia.
Grazie di cuore, davvero! :D
  
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