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Autore: Marauders    13/01/2007    12 recensioni
Altra storia di vita vissuta! Dopo '4 Malandrini x una 500' torniamo alla carica questa volta alle prese con un micetto esageratamente appiccicoso!! By Prongs
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la serie “storie di vita vissuta” …

 

Come cane e gatto

 

Sirius chiuse la porta di casa sua e si diresse nel giardino sul retro per prendere la moto, era un caldo sabato mattina di fine luglio e il ragazzo era stato invitato a pranzo dai signori Potter.

Fece per salire sul suo magico mezzo di trasporto quando si accorse che il sedile era già occupato.

“Gatto!” esclamò , “Che diavolo stai facendo?!”

Un micino rosso e bianco di poche settimane era tranquillamente acciambellato sulla moto, stava sonnecchiando.

“Scendi immediatamente!” disse il ragazzo.

Il gattino aprì un occhietto azzurro, guardò Sirius e, senza preoccuparsi minimamente, tornò a dormire.

“Non ci siamo capiti noi due!” decise di trasformarsi in cane, sicuramente in quel modo sarebbe riuscito a scacciare l’ospite indesiderato, o almeno ci sperava.

Il risultato che ottenne fu una catastrofe, ora il gatto aveva trovato più interessante e più comodo accoccolarsi contro il pelo folto del cane nero e cominciò a fare le fusa.

“Ma che devo fare con te?!” ritrasformatosi, teneva il micetto in braccio e lo accarezzava distrattamente con una mano.

 

Il campanello di casa Potter suonò e James si precipitò ad aprire.

“Ciao Sir” disse accogliendo l’ospite.

“Ciao Jamie” rispose il ragazzo, “Ti ho portato un regalo”  gli porse una scatola di cartone con alcuni buchi sul coperchio, dall’interno proveniva un basso miagolio.

Proprio quando James aprì il la scatola, dalla cucina il signor Potter starnutì.

“Sir, mio padre è allergico ai gatti” disse il ragazzo senza lasciare uscire l’animaletto della confezione.

“E ora che ci faccio con lui?” chiese Sirius.

“E io che ne so” fece James, “Riportalo al negozio da dove l’hai preso e te lo fai sostituire con un bel pesciolino rosso.”

“Non l’ho comprato” ammise il ragazzo, “Era tranquillamente addormentato sulla mia moto, non sapevo dove portarlo.”

“Andiamoci a mettere in giardino” disse James, “Così mio padre non ci ammazza.”

Dopo essersi accomodati sul prato, lasciarono il gattino libero di gironzolare intorno.

“Perché non te lo tieni?” chiese James.

“Io? Un gatto?” fece Sirius, “Felpato, il cane nero che ha un gatto?!”

“Mi sembra una buona compagnia” rispose l’amico, “Guardalo, già ti si è affezionato.”

Il gattino infatti si stava arrampicando su per i jeans di Sirius fino a salirgli in braccio.

“Gatto, giù, a cuccia!”

James scoppiò a ridere, “Certo che siete proprio una bella coppia” disse.

“Guarda che è maschio” ribatté Sirius prendendo il micino per la collottola e rimettendolo per terra.

“Che nome gli hai dato?” chiese l’amico.

“Gatto” disse l’altro.

“Gatto?!” ripeté James, “Ma che razza di nome è?  Io il mio gufo non l’ho mica chiamato Gufo!”

“Non voglio dargli un nome perché se si da un nome ad un animale alla fine ci si affeziona e io un gatto non lo voglio.” Sirius incrociò le braccia e mise il broncio.

 “Poverino” disse l’altro accarezzando la testolina fulva del micio, “Che ne facciamo ora?”

“Possiamo darlo a Remus” propose Sirius.

“Lupo e gatto…non mi sembra una bella accoppiata” disse James.

“Allora Codaliscia.”

“Sir, per caso ti ricordi in cosa si trasforma Peter?”

“Effettivamente non vorrei che Gatto se lo mangiasse.”

“Hai altre proposte?” chiese James.

“Non lo so” ammise Sirius, “Non mi va di abbandonarlo per strada.” riprese la bestiolina in mano e la portò ad altezza del suo viso, “Jamie, ci sono delle cosa che gli comminano sul muso.”

“Credo che siano pulci!” fu la risposta.

Sirius lasciò andare il gatto e lo rimise nella scatola.

“Forse è meglio se lo portiamo da un veterinario o in un negozio di animali.”  disse James.

 

Dopo pranzo, i due ragazzi e il piccolo trovatello andarono a Diagon Alley, la rinomata strada magica di Londra nascosta alla vista dei babbani, nell’infinita serie di negozi della quale era composta, i due ragazzi si fermarono di fronte al ‘Serraglio Stregato ’, il negozio di animali.

“Buongiorno” disse la signorina dietro al bancone, “In cosa posso esservi utile?”

Sirius depose la scatola sul ripiano, “Ecco, ci sarebbe questo gatto…credo che abbia le pulci.”

lasciò uscire la bestiolina, la quale cominciò a zampettare allegramente lungo il bancone.

“Ma com’è carino” disse la ragazza prendendolo in mano, “Però ha proprio le pulci, aspettate un attimo che vado a prendere qualcosa.”

Scomparve nel retro per pochi minuti, tornò con un unguento che spalmò sulla pelliccia del gattino, il quale non gradì il trattamento e, miagolando sempre più forte, tentò di scappare più volte uscendo anche le unghia.

“Gatto, sta buono” lo rimproverò Sirius, ma quello non sembrava disposto a dargli retta.

“L’ha chiamato Gatto?” fece incerta la signorina.

“Provvisoriamente” spiegò James, “Finché non gli troviamo un proprietario.”

“Non lo volete tenere?” chiese la ragazza.

“I miei sono allergici” continuò il ragazzo, “E lui ha già un cane.”

“Allora potete provare a darlo ad un rifugio per gatti fino a che non trovate qualcuno” propose lei, “Ne conosco uno, una certa Arabella Figg ha la casa piena, uno in più non farà la differenza.”

“Può darci l’indirizzo così glielo portiamo subito?” chiese Sirius.

“Certo” la ragazza scrisse qualcosa su di un pezzetto di pergamena e lo porse ai ragazzi, insieme ad una boccettina contenente un liquido ambrato, “Ecco qua, e questo è da dare al gatto per prevenire eventuali vermi e robe varie.”

 

“Little Whinging” disse James leggendo il foglietto, “Ma che razza di città sfigata è?”

Subito dopo aver lasciato il negozio si erano diretti dove era stato indicato, a Little Whinging appunto.

Arrivarono di fronte alla casa che riportava il numero 9 in Privet Drive, sulla cassetta delle lettere spuntava il nome Figg.

“Siamo arrivati” disse Sirius, “Busso, consegno e possiamo andare.”

La signora Figg andò ad aprire la porta dopo quasi cinque minuti, “Che c’è? Chi siete? Che volete?”

“Salve signora” disse Sirius sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi, “Il Serraglio Stregato ci ha detto che lei ha dei gatti.”

“Gatti?” fece lei, “Certo che ho dei gatti, decine di gatti, ma sono tutti miei.”

“Non vogliamo prenderne nessuno, signora” la tranquillizzò James, “Anzi, siamo venuti a chiederle un favore.”

“Abbiamo trovato questo micino abbandonato” riprese Sirius mostrandole in gatto, “Ci chiedevamo se lei per caso non potesse tenerlo per un paio di giorni, fino a che non troviamo qualcuno che lo prenda.”

“Certo che posso tenerlo!” esclamò la signora, “Però non potete riprenderlo più.”

“Perché, scusi?” chiese il ragazzo.

“Se lo date a me diventa mio.”

“Ma non se ne parla!” esclamò a sua volta Sirius.

“E lasciaglielo” disse James a denti stretti.

“Se lo lasciate qui io me lo tengo, non ho intenzione di darlo.”

“Sono io che non ho intenzione di darlo a lei!”

“Ti prego, lasciaglielo” provò ad insistere James.

“Che razza di modi sono?” fece la donna, “Prima mi volete dare il gatto e ora non più?”

“Non voglio che lo tenga lei.” ribatté Sirius.

“E perché no?” chiese la signora Figg.

“Già Sir, perché no?” ripeté James.

“Perché non mi ispira fiducia” disse Sirius, “E poi Gatto è troppo piccolo per stare in mezzo alle bestie selvagge che si trova in casa.”

 

Dieci minuti dopo, James e Sirius stavano vagando per la strada, il micio ancora nella scatola.

“E adesso?” chiese Felpato.

“Adesso un cavolo!” rispose James, “Ma perché non lo lasciavi a quella?!”

“Te l’ho detto, non mi ispirava” disse Sirius, “Dai, ci sarà pure qualcuno a Hogwarts che se lo prende, voglio dire siamo più di settecento!”

“Che ci fate qui?!”

I due ragazzi alzarono il capo per poter vedere chi aveva parlato. Davanti a loro c’era un ragazza all’incirca della loro età, aveva lunghi capelli rossi e profondi occhi verdi.

“Evans!” esclamò James, “Che ci fai qui?”

“Veramente io ci vivo” rispose Lily incrociando le braccia sul petto, “Voi piuttosto…”

“Stiamo cercando di piazzare un gatto” disse Sirius.

“Non è che lo vorresti tu?” le chiese James.

“Un gatto?!”

“Si” fece il ragazzo, “E lo puoi anche portare a scuola, è permesso portare o un gufo o un gatto o un rospo.”

“So cosa è permesso portare, Potter.” sbuffò la ragazza.

Sirius prese il micino e glielo mise in braccio, “Che te ne pare?” le chiese.

“È dolcissimo!” esclamò Lily, i suoi occhioni verdi si illuminarono, “Come si chiama?”

“Gatto” rispose Sirius.

La ragazza inarcò un sopracciglio, “Gatto?!”

“È tuo se lo vuoi” le disse, “E puoi mettergli il nome che preferisci.”

“Anche James!” fece l’altro.

Lily lo freddò con un’occhiata, “Grazie” disse poi, “Sono felice di tenerlo, ma non seguirò affatto il tuo consiglio, Potter.”

“Allora il gatto è tuo, grazie, mi hai fatto un gran favore!” disse Sirius.

I ragazzi si separarono poco dopo, Lily tornò a casa sua, tenendo il suo nuovo cucciolo tra le braccia, “Ma quanto sei carino” gli disse accarezzandogli il pelo, “Credo proprio che ti chiamerò Jamie!”

 

James e Sirius erano di nuovo in cammino, questa volta dovevano andare a recuperare la moto per poter tornare finalmente a casa.

“Spero di non trovarci altri gatti di sopra” disse James mettendosi il casco e montando in sella, Sirius invece era ancora per terra e si grattava furiosamente, “Sir, che ti prende?”

“Jamie, credo che quella bestiaccia mi abbia attaccato le pulci!”

 

Fine

 

Potete pure non crederci…ma tutto questo è successo davvero, ma non su una moto, bensì nell’auto di Padfoot!

 

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