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Autore: Lau_McKagan    28/06/2012    3 recensioni
'Perdonami Padre perchè ho peccato'
In fondo, cosa c'era di male? La musica serviva anche per lodare Dio dopo tutto. Che poi quella muscia fosse il rock, e che venisse considerato fuoriluogo in un contesto come quello dove lei viveva bè, quella era tutta un'altra storia...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una densa nuvola di fumo per pochi secondi le impedì quasi di respirare e di vedere. Si doveva abituare, a quanto pareva li dentro non facevano altro. Solo quando i suoi occhi riuscirono a non bruciare più per quella roba, vide bene il posto in cui era appena entrata. Era grande, e soprattutto stracolmo di gente. Gente di certo non da Chiese, come quelle che lei era abituata a frequentare. Spalancò la bocca in un segno di infantile stupore guardandosi attorno come un bambina, senza rendersi conto che così finiva solo con l’andare addosso alle altre persone addossate li attorno.
“Levati!”
“E guarda dove vai!”
“Spostati ragazzina, ma che cazzo ci fai qui dentro?”
“E questa da dove è uscita?”

Tanti e diversi erano i commenti che le giungevano alle orecchie, tante le persone che la spingevano e la strattonavano, facendola sentire ancora più a disagio. Alla fine si trovò in un angolino, attaccata alla parete, sentendosi addosso molti occhi, e udendo anche parecchie risate e prese in giro. Forse avrebbe dovuto scegliere un abbigliamento più consono. Lei era una bella ragazza, ma così vestita era davvero fuori luogo, con quella camicetta bianca allacciata fino al collo, e la gonna nera e austera sotto al ginocchio. Sbuffò… non era così figo come si aspettava dopotutto. Proprio in quell’istante le luci si abbassarono ulteriormente, e sul palco fece il suo ingresso quel gruppo… spalancò gli occhi fissandoli su di loro, sentendo la gente attorno a sè che urlava e gli incitava. Iniziarono subito a suonare, le note graffianti di una 'Welcome to the jungle' risuonarono nell’aria stantia del posto, riversando una carica pazzesca in tutti quei ragazzi. Erano magnetici… belli, duri, impossibile per una come lei… automaticamente si mosse in quella direzione, facendosi largo tra le ragazze scalpitanti e i ragazzi esaltati che davanti al palco creavano una coltre piuttosto fitta. La guardavano male e la insultavano per quei modi, ma lei nemmeno li sentiva… sentiva solo loro, vedeva solo loro… loro, che la spaventavano, ma allo stesso tempo la attraevano pericolosamente. Provò una sensazione strana, nuova per lei, trovandosi attaccata al palco sotto di loro, incollata con gli occhi su tutti… tutti, soprattutto uno… arrossì violentemente quando il biondo del gruppo incrociò il suo guardo sorridendole felino. Quell’occhiata la fece trasalire, che poi, era davvero rivolta a lei? Cioè… a lei?! Con tutte quelle belle ragazze sexy e svestite che le stavano attorno? Impossibile. Decisamente.
 
Duff, così si chiamava il biondo, dal canto suo aveva incrociato appena gli occhi di quella strana ragazza, tanto carina quanto fuoriluogo li in mezzo. Le aveva sorriso più per sentirsi figo che altro, anche se doveva ammettere che quelle iridi azzurre come il cielo lo aveva non poco incantato al momento.
 
E li se ne stava così imbambolata, in quel mondo che non le apparteneva, attaccata alla transenna che le stava segnando il petto tanto vi era contro. Quando all’ultima canzone la folla si invasò ancora di più, non riuscì a starsene li per molto, tutti facevano per spingersi in avanti e lei inevitabilmente si ritrovò sommersa da quella massa esaltata e senza ritegno. C’era una ragazza che si era levata persino il top, rimanendo con il seno in vista, urlando e scalpitando come un’ossessa… ‘Gesù, ma dove sono finita?!’ si chiese ingenuamente arretrando velocemente contro alla parete laterale, che le dava in un certo senso maggior sicurezza.
“Carini… un po’ demodè forse…” quella voce al suo fianco la fece trasalire. Era una ragazza, forse giovane quanto lei, ma decisamente più adatta a quel posto, ecco. Aveva un paio di calze a rete, dei pantaloncini in jeans molto corti, un bustino che le strizzava il già abbondane seno, e stava leccando un ciuapa ciupa. I capelli erano neri corvini e lunghi fino alle spalle, un caschetto retrò che le dava un’aria accattivante.
“C... cosa?”
“Dico, i tuoi vestiti… da dove li hai tirati fuori?” non sembrava esserci scherno nella sua voce, curiosità piuttosto.
“Oh… io… veramente…”
“Ok capito… non se una frequentatrice abituale di questi posti eh? Non fare caso a quelli” disse riferendosi a quelle persone che nel vederla ridevano e la indicavano “sono solo invidiosi perché tu sei carina, e loro no… certo, con qualcosa di più adatto lo saresti molto di più…”
Angel abbassò lo sguardo sui suoi abiti, lisciandosi la casta gonna con le mani “Sono così terribili?”
“Nulla a cui non si possa rimediare” fece la giovane guardandola con l’indice appoggiato sul mento come se stesse pensando a chissà cosa “vieni con me”
“Dove?! Aspetta!” ma lei l’aveva già presa per il polso e se la stava trascinando dietro tra la gente “dove mi stai portando?!”
“Oh ma ti calmi? Mica ti voglio rapire eh! Ecco…” aprì la porta del bagno e vi entrò andando davanti allo specchio.
L’odore rancido di quel posto le stava quasi facendo venire da vomitare ma si trattene “Perché mi hai portata qui?”
“Credo che tu abbia un problema con il look, e ti voglio dare una mano perché mi stai simpatica… vediamo…” le si mise davanti e la osservò, poi le levò la camicetta da dentro la gonna e glie la sbottonò. Angel sussultò, ma la lasciò fare, incuriosita. Glie la legò sotto al seno, abbottonandola appena in modo che si intravvedessero i seni sodi “Questa gonna è toppo lunga” si piegò su di lei, e tagliò con i denti un filo, poi la strappò levandole un bel pezzo e rendendola corta.
“Ma no, sei pazza?!”
“Lasciami fare dai! Ecco…” le levò l’elastico sciogliendole i capelli… era una ragazza bella, non capiva perchè se ne andasse in giro vestita da suora “perfetto! E questa…” mise una mano sulla piccola croce che portava al collo, ma Angel la bloccò.
“E’ Nostro Signore…”
Alzò un sopracciglio “Già… per il momento è meglio che non veda…” disse, girandole la croce contro al petto.
   
 
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