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Autore: Firelight_    28/06/2012    23 recensioni
Avevo paura.
Sapevo che ciò che sentivo era sbagliato, che sentire il mio cuore battere tanto forte era sbagliato, che quelle emozioni forti e incontenibili erano sbagliate.
Sapevo che Zayn Malik era sbagliato, maledettamente sbagliato per me.
Eppure, nonostante tutto, non riuscivo a smettere di sorridergli.
//Fanfiction dedicata a tutti gli One Direction e in particolare, come si sarà intuito, a Zayn.
Se vi ho incuriositi, date un'occhiata per saperne di più! :)
(FF INCOMPLETA).
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 21.

 
 
 










-Oddio, moriremo! Ho solo diciotto anni, diamine!
Louis, accanto a me, scoppiò a ridere e diede una potente accelerata alla moto che, con me sul sedile posteriore, stava guidando.
-Stai tranquilla!- mi gridò, divertito.
-Mi avrai sulla coscienza- fu la mia risposta.
Fece un’altra risata, ignorandomi.
Non avevo mai avuto una particolare predilezione per le moto da corsa o le macchine sportive, al contrario di Louis e Harry. Mi piacevano, avevano delle linee innegabilmente belle, ma avevo sempre preferito lasciare che fossero le mie stesse gambe a portarmi da una parte all’altra della città.
-Dove stiamo andando?
Alzai la voce, per sovrastare il rombo del motore, stringendo più forte le braccia attorno al corpo di Louis.
Lui svoltò un angolo, senza curarsi del semaforo rosso, e io lo colpii su una spalla.
-Diavolo, Lou, vuoi che la polizia ci fermi?
-Non lo faranno- rispose, divertito e sicuro di sé.
Alzai gli occhi al cielo.
-Allora?
-Lo vedrai- fu la risposta.
Arresa, appoggiai il viso contro la sua schiena, frustata dal vento forte di Londra. Non mi restava che aspettare.
Alcuni minuti dopo, Louis fermò il veicolo nei pressi di un quartiere modesto e impolverato, battuto dal sole.
Scesi dalla moto, lanciandogli il casco e guardandomi intorno perplessa.
-Come mai siamo qui?
Lui sfoderò un sorriso bianco e affilato, chinandosi a tirare fuori qualcosa da una borsa di tela nera.
Estrasse uno skateboard nuovo di zecca, con le ruote ancora lisce e lucenti, e io inarcai le sopracciglia, perplessa.
-Io non so andare sullo skate- obiettai.
Louis sorrise.
-Neppure io, ovviamente.
Sbuffai una mezza risata.
-E allora che ci facciamo?
-Impariamo- rispose lui serio, agganciando la catena di metallo alla ruota posteriore della Ducati e, con lo skateboard sottobraccio, dirigendosi verso una strada.
Io, esasperata, aumentai il passo e gli andai dietro.
-Sai che sei completamente privo di logica, vero?
Lui si voltò per strizzarmi l’occhio.
-Lo so, e mi piace da matti.
Non riuscii a evitare di ridere e gli diedi un abbraccio, mentre lui mi circondava la vita con un braccio.
-Ripetimi perché mi sono lasciata convincere ad uscire con te, Louis.
Finse di pensarci qualche secondo, arricciando le labbra.
-Mi annoiavo a morte e tu avevi voglia di farmi compagnia.
-Mmm. Pessima decisione, a dire il vero.
Mi fece una linguaccia.
-Grazie tante! Non sono così irresponsabile, suvvia.
Gli lanciai un’occhiata scettica.
-No?
Louis si strinse nelle spalle, sorridendo.
-Oh, zitta e vieni con me, Meg.
Ridacchiai e, non molto tempo dopo, ci fermammo di fronte a una rampa da skate, dove solo alcuni adolescenti si esercitavano, senza dire una parola.
Io e Louis non saremmo potuti essere più fuori luogo, ma siccome la cosa non sembrava metterlo in difficoltà decisi di non farci caso.
Lui si tirò su le maniche della maglia a righe blu e arancio, pose lo skate a terra e lo rimirò qualche secondo con aria assorta.
Intanto, io osservavo di sottecchi le mosse dei ragazzi, per provare a imitarli.
-Cadrò col culo a terra dopo i primi due secondi- affermai.
Louis sogghignò.
-E se fosse stato proprio questo il mio obiettivo?
Gli diedi uno spintone.
-Come sei simpatico, Tomlinson.
Lui si passò una mano fra i capelli e poi, con scarso equilibrio, salì in piedi sulla tavola, guardandosi spaesato intorno.
Risi.
-Dovresti cercare di muoverti, sai?
Louis, dubbioso, si diede una spinta leggera con un piede, impolverando appena le sue consuete Toms.
Un ragazzo ci lanciò uno sguardo sbigottito, facendomi ridere sotto i baffi. Dovevamo sembrare due incapaci.
Il mio amico, ringalluzzito dall’essere riuscito a rimanere in equilibrio per più di qualche secondo, si diede una spinta poderosa, facendo scattare lo skate sotto i suoi piedi e, inevitabilmente, barcollando per poi finire a terra.
A quel punto, scoppiai in una fragorosa risata, tenendomi le mani sullo stomaco.
Louis mi lanciò un’occhiataccia, ma i suoi occhi blu brillavano di divertimento.
-Non fa ridere- commentò, tirandosi a sedere –Così mi si rovina il culo.
-Questo sì che sarebbe un sacrilegio- risposi, ilare, aiutandolo a rialzarsi.
Il traditore, anziché appigliarsi a me per tirarsi in piedi, mi agguantò la mano e mi fece ruzzolare a terra vicino a sé.
-Come osi?
In un gesto repentino, tirai fuori la borraccia d’acqua che stava nella mia borsa e, togliendo il tappo, non esitai a versargliene parte addosso, bagnandogli i capelli castani e la maglietta.
Louis boccheggiava.
-Non me l’aspettavo- ammise, sputacchiando e facendomi ridere ancora più forte.
-Aspettati di tutto dalla sottoscritta- ammiccai.
-Ah, sì?
Louis, velocissimo, mi sfilò la bottiglia dalle mani, schizzandomi in faccia e sul vestito blu che lui stesso mi aveva convinto a comprare.
-Ehi!- esclamai, cercando di riprendere la mia unica arma, senza successo.
Ormai tutti dovevano essersi messi a fissarci, ma a dire la verità non mi importava più di tanto, e potevo esser certa che era lo stesso per Louis. Lui era sempre se stesso, in qualsiasi occasione, ed era una cosa che trovavo ammirevole.
Mise la borraccia fuori dalla mia portata, puntando gli occhi nei miei.
-Propongo una tregua- trattò.
Sospirai.
-Va bene.
Lui, con gesti misurati, mi tese nuovamente la borraccia e io, dopo un attimo di calma, la afferrai e terminai di versare il suo contenuto addosso a Louis.
-Sapevo di non potermi fidare di te!- borbottò lui, scrollandosi di dosso i capelli.
Gli feci una linguaccia.
-Ingenuo- lo accusai, con un sorriso.
-Serpe- ribatté, facendomi specchio.
Feci una pausa, osservando il cielo sopra le nostre teste.
-Penso che lo skateboard non faccia per noi.
Alzò le spalle.
-Lo credo anch’io.
Ci alzammo in piedi, zuppi da capo a piedi e coi vestiti sporchi, poi Louis gridò un saluto del tutto inopportuno agli skater che ci stavano fissando e, sghignazzando, tornammo sui nostri passi.
Lui, tolta la catena, saltò a cavallo della modo, schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Lo sai che sei uno stupido?
-E tu lo sai che ti voglio bene?
 
 
 

Mi stiracchiai sulla poltrona, schiacciando pigramente il tasto play sul mio vecchio i-pod azzurro e lasciando che la musica mi riempisse dolcemente le orecchie.
Harry, Louis e Zayn erano fuori casa, in giro per comprare qualche nuovo cd di musica, e io ero accoccolata sul divano in compagnia di Niall.
Lui rubò una delle mie cuffiette, iniziando a canticchiare all’unisono con me e facendomi pensare per l’ennesima volta a quanto adorassi la sua splendida voce.
Gli allacciai le braccia al collo, appoggiando il viso contro la sua gola bianchissima. Lo vidi sorridere.
Sentii squillare il telefono, pur attraverso la voce della cantante, e udii anche che Liam andava a rispondere.
-Sì?- disse, dalla stanza accanto. Attese alcuni di secondi – Un attimo soltanto.
Si affacciò alla porta del salotto e io, certa che fosse per Niall, dato che Zayn, Eleanor o altre mie conoscenze mi avrebbero chiamata al cellulare, mi ripresi la cuffietta.
- Meg?- chiamò Liam, mordicchiandosi un labbro.
Gli lanciai un’occhiata.
-Cosa c’è?
-Al telefono, è per te. È tua madre.
Mi immobilizzai e, tutto d’un tratto, iniziai a sudare freddo. Vicino a me, Niall mi posò una mano sulla spalla, guardandomi con una sorta di espressione spaurita.
Annuii meccanicamente, alzandomi in piedi come un automa e dirigendomi a passi rigidi verso la cucina, dove la cornetta del telefono era appoggiata al mobile di acciaio.
Rimasi a guardarla per una manciata di secondi, durante i quali una miriade di pensieri mi sconvolse la mente, poi me la portai all’orecchio.
-Pronto?
- Megan, sei davvero tu?
Deglutii. Sì, riconoscevo la sua voce: era mia madre.
-Cosa vuoi?
Si udì un sospiro, poi lei parlò.
-Avrei solo voluto sentirti, piccola mia. Non puoi continuare a far finta di non avere una famiglia.
-Ho una famiglia, difatti- ribattei, tagliente –Formata dai ragazzi con i quali vivo.
-Non dire così.
-E come dovrei dire, altrimenti?-sbottai.
In quello stesso momento, sentii che la porta principale si apriva e intuii che quei tre dovevano aver fatto ritorno.
Merda.
-Sai che io e tuo padre ti vogliamo bene, Megan.
-Non l’avete mai dimostrato, mi pare- la mia voce era gelida – Avresti dovuto pensarci prima, mamma. Adesso è troppo tardi.
-Ho sentito che hai un fidanzato- cambiò discorso lei – Zayn Malik, non è vero?
-Ciò che faccio non è affar tuo- sibilai.
- Meg?
In quel preciso momento, Zayn fece il suo ingresso nella cucina, guardandomi perplesso. Io cominciai a diventare nervosa.
-C’è qualcuno con te, Megan?- domandò mia madre –Ti prego, posso parlare con il tuo ragazzo? Mi farebbe piacere conoscerlo.
-No- tagliai corto- Ti ho già detto di star fuori dalla mia vita. Hai perso il treno. Non voglio più sentirti.
-No… - bisbigliò – So che ho sbagliato, ma…-
-Hai sbagliato?- ripetei, sprezzante –Mi avete dato il colpo di grazia quando stavo già andando in pezzi. Distruggermi l’anima per te è stato solo uno dei tuoi tanti errori, vero?
-Mi dispiace- sussurrò.
-Non serve più, ora; non me ne faccio nulla delle tue scuse- senza che me ne accorgessi, i miei occhi avevano preso a bruciare –Spero che i sensi di colpa vi divorino entrambi. Addio.
Con quelle parole, misi giù, asciugandomi innervosita una lacrima che era sfuggita alla trappola delle mie ciglia, e sporcandomi il dorso della mano di mascara.
Zayn mi si avvicinò lentamente, ma io non riuscivo a guardarlo in faccia.
-Stai bene?- chiese, a voce bassa.
Io annuii solamente.
-Tutto a posto, non preoccuparti.
Lui si appoggiò al bancone.
-Chi era al telefono?
-Nessuno- mi affrettai a rispondere – Nessuno.
- Meg, per piacere- mi prese il viso fra le mani, costringendomi a guardarlo in faccia. Quando incontrai i suoi occhi, mi sentii improvvisamente senza difese –Che cosa sta succedendo?
-Nulla, Zayn – mormorai –Davvero.
-So che non è così- mi contraddisse –So che c’è qualcosa che non va. Vorrei solo che me ne parlassi.
-Non voglio parlartene!- sbottai, divincolandomi e facendo un passo indietro.
Al vedere il suo sguardo ferito, il mio cuore sprofondò.
-D’accordo.
-Non… Zayn…
Non sapevo cosa dire: avevo un macigno nel petto.
-Lascia stare, Meg. Non è molto difficile capire che, evidentemente, non ti fidi di me quanto io mi fido di te. Me ne farò una ragione.
Il suo tono era freddo, freddo e impassibile, e mi ferì.
-Tu non puoi capire!- esclamai, disperata.
-Spiegamelo, allora- sbottò lui, spazientito.
-Non posso!- la mia voce diventava sempre più acuta –Vorrei, vorrei tanto farlo, ma non posso. Sarebbe assurdo e folle, non da me. Vorrei soltanto che tu mi stessi accanto.
-Come posso farlo, se continui a fuggire? Non puoi giocare con gli altri, Meg. Non puoi far soffrire la gente e non curartene. Devi affrontare i problemi, senza continuare a scappare via.
-Tu non sai niente!- gridai, avanzando, fuori di me –Non sai niente di me!
Scosse il capo, amareggiato.
-Sai che c’è? Comincio a credere anch’io che sia così. Non ho idea di chi tu sia.
Con un ultimo sguardo algido e triste, Zayn mi voltò le spalle e uscì a grandi passi dalla cucina, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo.
Gettai un grido, girando la chiave, agguantando il primo oggetto che vedevo e mandandolo a schiantarsi contro la parete.
Il mio respiro era veloce, ansimavo, i singhiozzi ormai incontrollati mi scuotevano il petto, e tremavo.
Sapevo cosa stava succedendo. Conoscevo bene tutto ciò, conoscevo bene quella terribile sensazione di soffocamento e il conseguente bisogno irrazionale che cominciava a divorarmi.
No, Meg, ti prego. Non farlo di nuovo.
Barcollando, raggiunsi uno dei cassetti della cucina e lo aprii con un tintinnio, infastidita dal rumore.
Le mie dita saggiarono le fila di oggetti lucenti, ma poi afferrai il cassetto e lo divelsi dal suo posto, mandandolo a sbattere contro il pavimento, insieme ai frammenti del piatto di ceramica che avevo scagliato un momento prima.
Dio, Meg, per favore!
Venni scossa da un conato di vomito e, serrando il mio corpo con le braccia, mi accasciai in un angolo della stanza, chiudendo forte gli occhi. Le mie mani erano aggrappate alle mie spalle con violenza, come a impedirmi di muovermi, di compiere nuovamente l’errore più grande della mia vita.
Non potevo lasciare che il passato tornasse a carpirmi. Non più.
Udii le voci, torbide e tremendamente lontane e confuse, di qualcuno, forse Niall e Liam?, chiamarmi, ma non risposi. Non ci sarei riuscita.
Lasciai passare le ore. Ad un certo punto, riaperti gli occhi, capii che era calata la notte.
E, riacquistati i miei sensi, udii una musica leggera provenire dal piano di sopra. Così, in punta di piedi, togliendo di mezzo i resti della mia devastazione, sgattaiolai su per le rampe di scale, riconoscendo le note di una canzone e una voce familiare.
Sapevo che era Zayn. Sapevo che cantare era per lui il modo più ragionevole per sfogarsi.
-Give you this, give you that, blow a kiss, take it back, if I look inside your brain.
Mi immobilizzai, addossandomi alla parete, con dentro un senso misto di ingiustizia subita e pesante realtà.
-I would find lots of things: clothes, shoes, diamond rings. Stuff that’s driving me insane!
Nonostante lo stato di prostrazione in cui mi trovavo, lasciai che la sua piacevole voce mi cullasse, inebriandomi.
-You could be preoccupied, different date every night, you’ve just got to say the word.
Che cosa vuoi che ti dica, Zayn? Che ti amo e che non ho
neppure il coraggio di pensarlo?
-But you’re not into them at all – ne sei sicuro? – you just want materials. I should know, because I’ve heard the girls say: I want, I want, I want, but that’s crazy. I want, I want, I want, and that’s not me. I want, I want, I want to be loved by you.
Avrei voluto dire a me stessa che Zayn aveva torto, ma non ci riuscii.
-You’ve got everything you need, but you want accessories, got to hold it in your hand.
Be loved by you: I wanna, I’ll stay true. I wanna if you knew what you put me through, would you want, you want, you want me to love you too?
Il mio respiro era tornato celere e affannoso.
- I want, I want, I want, but that’s crazy. I want, I want, I want, and that’s not me. I want, I want, I want to be loved by you.
Non ci riuscivo. Non sarei potuta rimanere lì, con quelle parole, quella voce e i miei ricordi che mi vorticavano dentro.
Dovevo andarmene; fuggire lontano, per l’ennesima volta. E, senza più preoccuparmi di essere silenziosa, senza far caso allo stato penoso nel quale mi trovavo, trafugai una delle chiavi che erano appese agli anelli di metallo nell’ingresso e, gli occhi pesti per il pianto, uscii fuori, andando incontro alla notte morta che oscillava al di là delle finestre.

 
 
 
 
 
 
 
 
 








Autrice:
 

 
Ciao meraviglie!
Lo sapete che vi amo? VI AMO, VI AMO, VI AMO.
VENTIDUE RECENSIONI, ma scherzate? *w*
Siete adorabili, davvero: questo sì che mi sprona a scrivere!
Anyway, che ne dite di questo capitolo?
Okay, diciamo che ho fatto iniziare tutto piuttosto bene (col mio amato Loueh, aw <3), ma poi…
Uhm, non si è concluso in modo positivo.
Innanzitutto, che ne pensate della madre di Meg? A cosa si sarà riferita con le sue parole?
E Zayn? Di certo lui e Megan non attraversano un momento facile.
E che mi dite della reazione di lei? era ciò che vi aspettavate? Iniziate a capire quale sia il suo problema?
Tirate pure a indovinare!
Tra parentesi, ho scritto la parte della moto e degli skate prima che uscissero quelle foto recenti, avete presente?
Sono una veggente, yo c’:
comunque, la canzone che canta Zayn è I want (you don’t say? LOL), e il titolo è la canzone di Natalie Imbruglia,dhjgshgd, la adoro.
per ovvi motivi, eh v.v
la mia ff sta diventando un covo di scene angst, qualcuno me ne liberi °-° ahahah, è un circolo vizioso! :o
ok, basta LOL

anticipazioni:
il prossimo capitolo è lunghissimo! Spero vi vada bene u.u avremo qualche piccolo chiarimento su Meg, e sapremo come finirà la questione con Zayn, più ulteriore zoom sul nostro Payne :3
non dico altro!

Mi lasciate una recensione?
Anche un commentino, eh ** daaai, lo so che ne avete voglia u.u

A presto, vi adoro!
 
firelight_

 
 
ps. link utili:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1041550&i=1Zouis a quattromani; ci tengo molto, date un’occhiata?
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1133162&i=1one shot Narry (rossa);
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1116024&i=1 one shot Larry (verde);
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1098523&i=1 one shot LiLo (rossa);
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1065727&i=1 one shot Larry (rossa);
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Enjoy! <3

   
 
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