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Autore: soxy88    14/01/2007    1 recensioni
La navicella era in viaggio ormai da molto. Nell’infinità delle stelle, la terra non si distingueva ancora. Lou, mentre armeggiava al pannello di controllo, osservava quell’immensità tinta di un nero intenso, illuminato da miliardi di sassolini argentei e da qualche galassia in lontananza. Pensava –Finalmente torno sulla terra… Sono passati solo due anni per me; là invece ne sono passati ben quattro, chissà come staranno mamma e papà?… Chissà come starà Momoka?…- e continuò a scrutare l’infinito. “Lou! Dove sei, Lou?!” urlò una voce femminile da una cabina-letto dell’astronave. Lui corse da lei, inserendo il pilota automatico, e le sussurrò “Sono qui, mia principessa” dicendo questo, richiuse la porta dietro di sé, isolando lui e la ragazza da quelle stelle indiscrete.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13

CAPITOLO 8

Passarono due anni da allora ed Alissa fu finalmente incoronata regina di tutto Otto. Durante il discorso d’incoronazione, annunciò

“Il mio primo atto, in quanto regina, è di proclamare Otto un regno unito, senza distinzioni razziali. Octidia non sarà più considerata la terra degli esiliati, ma una terra libera, ed i suoi abitanti saranno perdonati per i loro crimini e reintegrati nel regno. Il mio regno sarà un regno di pace e, per esserlo, tutte le sue genti saranno considerate uguali. Ma io non posso fare tutto da sola, ho bisogno anche del vostro aiuto…” e si rivolse alla marea di persone che assistevano al suo discorso “… E il modo migliore è conoscere gli Octidiani è…”

Poi segnò a tutti di guardare dietro di loro. La civiltà intera di Octidia era venuta ad Alaksiah.

“Io gli ho invitati e spero che voi siate altrettanto cordiali con loro”

L’intera popolazione di Otto era riunita in Alaksiah e tutti sembravano socializzare: finalmente ora, Otto, si potava considerare in pace.

 

Tra tutta quella gente, Alissa distinse Max; le stava sorridendo e lei era felice.

-Oggi hai compiuto una grande opera, Alissa. Sono orgoglioso di te- pensò il ventunenne.

E si sorrisero a lungo, divisi solo dalla terrazza rialzata.

 

Alla sera, nel castello, dopo la cena, erano rimasti solo Alissa, Max, Momoka e Lou.

“Sei stata grande oggi, Alissa!” disse compiaciuta Momoka.

“Ti ringrazio”

“Non solo lei la pensa così, lo pensiamo tutti” aggiunse Lou.

“Non dite così se no, divento rossa e non si addice ad una regina”

“Hai ragione” confermò Momoka e tutti risero.

 

Poi Momoka e Lou, reduci dal loro matrimonio a cui avevano partecipato anche Miyu, Kanata, Miu, Cristine e Nozomu, portati sul pianeta tramite il congegno dei buchi neri, ora distrutto, lasciarono la stanza per andare nella loro stanza ad accudire il loro figlioletto. Tutti gli altri adulti, non ancora partiti per l’inconveniente della distruzione del congegno, erano già a letto nelle rispettive stanze: dovevano prepararsi per il viaggio imminente, del giorno dopo, che li avrebbe riportati sul pianeta Terra dopo un anno.

 

I due innamoratini rimasero da soli. Alissa si diresse ancora una volta sulla terrazza. I suoi capelli, acconciati a festa per la cerimonia, venivano mossi dal venticello leggero della sera; anche il suo vestito da gala principesco, veniva leggermente mosso, delineando il suo corpo perfetto. Max la osservò a lungo, affascinato.

“Allora… Hai intenzione di stare lì immobile ancora per molto?” chiese dolcemente la diciannovenne, senza voltarsi.

Lui le si avvicinò e l’abbracciò da dietro; lei per la seconda volta sentì un fremito percorrergli la schiena a cui era appoggiato il petto di lui: le dava ancora quell’effetto adolescenziale quella situazione.

“Sei stata davvero eccezionale oggi” le sussurrò.

“Avevo un buon motivo per unificare il regno…” e si voltò di scatto abbracciandolo forte “Finalmente sei qui… Non sai quanto ti ho aspettato…”

“Ma ora sono qui e più niente ci dividerà” disse dolcemente, prendendole il viso tra le mani.

Lei lo guardò a lungo, sorridendogli, con il cuore colmo di felicità, mentre lacrime di gioia bagnarono i suoi occhi. Lui gliele asciugò con le dita.

“Una regina non dovrebbe piangere…” e la baciò intensamente.

In quel momento lei capì che lui, ora, non l’avrebbe più lasciata e che avrebbero passato la loro vita insieme: sarebbero stati insieme per sempre.

 

 

 

 

 

EPILOGO

Nako, ormai tredicenne, stava dormendo tranquillamente nella sua stanza del tempio Saionji. Dopo la partenza dei suoi genitori per il pianeta Otto, si era trasferita momentaneamente dal suo amico d’infanzia Davis. A dir la verità, tra loro non correva buon sangue e da molto non si vedevano: quella situazione stava scomoda a tutte e due…

Se ci fosse stata anche Miu le cose sarebbero andate diversamente, ma la ragazzina aveva insistito per partire con i genitori e nessuno riuscì a farle cambiare idea. Così ora la vita dei due adolescenti si era inevitabilmente intrecciata…

Davis, dal canto suo, non la vedeva molto diversamente. Non appena seppe che i suoi genitori sarebbero partiti, si era già organizzato per un periodo di solitudine e di pace, ed invece…

Nonostante i due frequentassero la stessa scuola e fossero molto apprezzati dai sessi opposti, loro due non potevano vedersi. C’era una sana rivalità tra loro che molti credevano associata ad un’attrazione reciproca.

Quella sera la passarono delusi, e la mattina seguente ebbero una notizia che li deluse ancora di più…

 

Momoka si svegliò presto quella mattina: era triste per l’imminente partenza di sua cugina e degli altri. Ma un’altra cosa la turbò di più…

“Lou, hai visto Ryan, per caso: non riesco a trovarlo?!” chiese preoccupata, guardando il lettino vuoto.

“Ma cosa dici? Sarà nel lettino, no?” rispose, non molto lucido perché ancora addormentato, Lou.

“Nel lettino non c’è e non penso che un bambino di un anno riesca ad uscirne da solo!” urlò in preda all’agitazione lei.

“Cos’hai detto?! Non è nel lettino?!” realizzò Lou.

“Già… Dove può essere?!”

“Lou, Momoka. Non avete sentito uno strano rumore prima?” chiese Alissa, accompagnata da Max e gli altri.

“No… perché cos’è successo?” chiese Momoka.

“I rilevatori di Tecnobia hanno registrato che si è aperto un altro buco nero naturale su Alaksiah e, siccome da queste parti del castello si è sentito un rumore sospetto, ci siamo precipitati subito qui. Voi state bene?” disse Max.

“No!!! Ryan non è più nel lettino!” urlò disperata Momoka.

“Forse il buco nero si è aperto qui” concluse grave Kanata.

“E ora cosa facciamo, Lou?” gli chiese la moglie, correndogli incontro.

“Lo troveremo vedrai…” cercò di tranquillizzarla, nonostante fosse in preda all’agitazione anche lui.

 

Intanto sulla Terra, i due ragazzi si erano svegliati e si preparavano per una giornata a scuola, ma l’ennesimo litigio aveva animato l’atmosfera a tavola.

“Se ti do così fastidio, me ne torno a casa!” urlò Nako in preda alla rabbia.

“Per me sarebbe un piacere, ma lo sai che i tuoi non vogliono che resti a casa da sola…” disse sarcastico Davis.

“Non mi prendere in giro! E per dimostrarti che non ho paura dei miei, andrò a casa!” concluse indispettita, e si avviò verso la camera per fare le valigie.

Lui rimase immobile a tavola: non gli importava molto. Poi realizzò che quando i suoi genitori sarebbero tornati a casa, avrebbero dato la colpa a lui, e così raggiunse la ragazza, ormai sulla porta.

 

Poi un rumore sospetto, un lamento vicino… Quello era sicuramente un pianto di bambino!

Infatti, si trovarono davanti un bel maschietto sospeso per aria che si disperava…

 

“Ehi… Ma quel bambino sta volando!” disse Nako.

“Stai dietro di me, se ti succedesse qualcosa i miei non me lo perdonerebbero. Chissà di chi è questo bambino?” disse Davis, disponendosi a difesa di Nako.

Poi il bimbo guardò attentamente i due ragazzi e dalla sua bocca uscirono le parole “Ma… mamma, pa… papà” e sorrise dolcemente.

“COSA?!!!” gridarono all’unisono i due.

Il bambino si avvicinò e s’accoccolò tra le braccia di Nako.

“Ehi… ma che fai?!”

“Semplicemente ti ha scambiato per la sua mamma ed è venuto da te per salutarti” concluse Davis che sembrava non preoccuparsi più di tanto.

“Questo l’avevo capito, stupido!!! È che non so cosa fare! Cosa dirà la mamma quando lo rintraccerà?”

“Tu trattalo gentilmente e tutto andrà per il meglio… Vedrai…” disse con voce rassicurante Davis, appoggiandole una mano sulla spalla, poi rientrò in casa.

In quel momento l’amico-nemico gli era sembrato diverso dal solito.

-Perché mi batte il cuore in questo modo?- pensò Nako, rossa in volto.

“Allora, ti muovi ad entrare?” disse Davis da dentro; ed entrò.

 

“Perché non contattiamo Nako e Davis tramite il congegno di comunicazione a distanza?” propose Kanata “Chissà, forse è finito proprio sulla Terra…”

“Bravo Kanata: è un’ottima idea!” disse Max.

E tutti uscirono dalla stanza.

 

I due ragazzi stavano seduti attorno al tavolo, ormai rassegnati al fatto che quel giorno non sarebbero andati a scuola. Nako teneva in braccio il piccolo con dolcezza, e questo si era addormentato.

“Chissà come si chiama?” cominciò lei per rompere il silenzio.

Lui le si avvicinò e cominciò a guardare il bambino. La ragazza si sentiva agitata: la vicinanza di Davis, da quando le aveva detto quelle parole, gli sembrava più emozionante… Solo allora si accorse che lui era un ragazzo molto carino…

 

“Hai visto? Sul vestitino del piccolo c’è scritto il suo nome; si chiama Ryan, non trovi che sia un bel nome?” disse il ragazzo, indicando la scrittura con il dito; poi alzò lo sguardo non sentendo alcuna risposta. Vide Nako col viso arrossato…

“Ehi… ma che ti prende? Hai tutta la faccia rossa… Non avrai mica la febbre?” e gli appoggiò la mano sulla fronte. Lei divenne ancora più rossa.

“No… Sto bene…” si affrettò a rispondere.

“Oggi non andremo a scuola…” cambiò discorso lui, vedendola impacciata.

 

Poi sentirono un rumore provenire dal congegno della comunicazione a distanza. Lo aprirono e osservarono attentamente.

 

Tutti gli adulti spiegarono la faccenda ai ragazzi, e loro confermarono che Ryan era lì.

“Meno male…” si tranquillizzò Momoka.

Poi Kanata disse grave

“Noi non potremo tornare sulla Terra prima di un anno terrestre, quindi dovrete tener dietro voi al piccolo… Ve la sentite?”

I ragazzi si guardarono negli occhi, poi annuirono con la testa.

“Perfetto… Ci fidiamo di voi” disse rassicurante Miyu.

“Ma non vi preoccupate, potremo tenerci in contatto tramite questo congegno” li rassicurò Alissa.

“Quindi per qualsiasi problema chiamateci, chiaro?” intervenne Momoka.

Subito dopo Ryan, che aveva alzato la tazza del the di Davis con i suoi poteri, aveva visto la mamma nel fascio di luce e si era distratto, lasciando cadere il liquido sul congegno, guastandolo.

“Oh no!” urlò Nako.

 

“Ehi… ma dove sono finiti? Perché non si vedono più?!” chiese agitata Momoka.

“Forse si è rotto il congegno…” disse Max.

“Oh no! E adesso?!”

“L’unica cosa che ci resta da fare è partire subito per la Terra” concluse Nozomu.

“Giusto!” confermò Lou.

E tutti, tranne Max e Alissa, si prepararono per il viaggio.

 

Nako e Davis rimasero in silenzio quando il congegno si ruppe, mentre Ryan si disperava visto che non vedeva più la madre. La ragazza cercò di calmarlo e ci riuscì: quando il piccolo vide il suo viso rassicurante si sentì subito meglio.

“Complimenti ci sai fare con i bambini” disse Davis.

Lei non rispose. Non credeva alle sue orecchie: le aveva fatto un complimento…

 

Dopo che Ryan si addormentò alla sera, Nako e Davis rimasero soli in cucina. C’era un silenzio imbarazzante…

“Finalmente questa giornata è finita” cominciò il ragazzo.

“Già… è stata una giornata pesante…”

“Senti…” disse serio “… Dovremo mettere da parte per un po’ la nostra rivalità… Lo dobbiamo fare per lui”

Lei sgranò gli occhi. Lui le si avvicinò e le allungò la mano.

“Cosa ne dici? Ci stai?”

Lei gli strinse la mano e il cuore gli pulsò in un modo strano che non aveva mai provato. Cos’era quella strana sensazione che la invadeva?

“Ti ringrazio per oggi…” disse allora.

“Per cosa?”

“Per avermi detto che ci so fare con i bambini…” era arrossita.

“Non mi avrai mica preso sul serio, scema…” e gli fece una linguaccia spiritosa, mentre stava uscendo dalla stanza.

“STUPIDO!!!” urlò imbarazzata lei.

Ma sapeva che stava scherzando; sapeva che la loro vita ora sarebbe stata diversa e che, forse, il loro rapporto sarebbe maturato in una bella amicizia… (O forse di più?)

 

Così una nuova avventura iniziò e, tra gli abitanti di Otto e la Terra, il legame non venne spezzato: un nuovo ponte intriso di sentimenti puri come l’amore, legò un’altra volta i nostri protagonisti.

 

 

  
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