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Autore: GabbaFMA    29/06/2012    1 recensioni
Hawkeye e Mustang, così diversi eppure così simili.
Tratto dal primo capitolo:
*Driiiiiiiiin* la sveglia suonò alle 6 quella mattina e Riza cercò di aprire gli occhi anche se un filo di luce le rendeva la cosa difficile, si mise seduta e cercò di mettere a fuoco. Black Hayate saltò sul letto e gli si mise vicino scodinzolando, lei lo guardò e gli sorrise poi finalmente si alzò. Si diresse in cucina e mise su il caffè;si diresse in bagno e aprì l’acqua della doccia poi andò davanti allo specchio e si guardò negli occhi ancora assonnati * il grande giorno è arrivato * pensò, entrò nella doccia e mise il viso in direzione del getto dell’acqua * speriamo vada tutto bene * pensò.
Buona lettura ^^
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                            CAPITOLO 2



Roy,Riza,Havoc e Armstrong salirono sull'auto di Riza, Breda,Fury,Fallman,Ross e Brosh salirono sull’auto di Fallman.

-Allora- chiese Mustang - dove andiamo? ho voglia di festeggiare- disse senza troppo entusiasmo - è una vita che aspetto questo giorno ed ora che finalmente arrivato me lo voglio godere fino all'ultimo istante- proseguì guardando fuori dal finestrino con aria distratta.

-Bè comandante, non saprei, decideremo strada facendo- rispose Havoc, accondendosi una sigaretta.
Riza svoltò su una strada non asfaltata senza dire una parola, il viaggio sarebbe proseguito in modo silenzioso se Armstrong non avesse parlato della sua prestigiosa famiglia e di tutte le magnifiche doti che gli erano state tramandate; al povero Havoc  venne un mal di testa tremendo. Riza li spiava dallo specchietto retrovisore e ogni tanto le scappava un sorriso divertito quando Havoc faceva delle facce buffe alle spalle del generale Armstrong. Mustang invece continuava a guardare fuori dal finestrino, come se non si accorgesse di quello che stava accadendo intorno a lui
* Hai visto Maes? c'è l'ho fatta ad arrivare sul gradino più in alto,peccato che tu non possa  essere qui, a mantenere la tua promessa. Te la ricordi?* guardò in alto e fece un sorriso triste * Mi avevi promesso che mi saresti stato vicino e che mi avresti indirizzato verso la via più giusta, mi avevi anche promesso che se il potere mi avesse dato alla testa tu mi avresti fatto rinsanire. Ora chi lo farà?!* chiuse gli occhi e  chiuse le labbra in una smorfia di dolore.
L'auto si fermò di colpo e tutti sussultarono, Mustang non fece in tempo a chiedere cosa fosse successo che Havoc gli bendò gli occhi e Riza lo ammanettò, Armstrong,invece, scese dall'auto e si caricò Mustang sulla spalla,

-Ma che diamine sta succedendo?- chiese Roy scalpitando con i piedi,-Liberatemi immediatamente-ordinò, ma nessuno lo ascoltò.

-Stia tranquillo, comandante, è una sorpresa- disse Riza con  tono pacato. Nel frattempo arrivarono anche gli altri che risero per la scena che gli si presentò davanti; il comandante supremo in persona caricato sulle spalle come fosse un sacco di patate.

Il posto era desolato, solo alberi e rocce intorno a loro. Se non fosse stato per la presenza di un vecchio granaio quel posto sarebbe stato desolato. All'improvviso una luce li investì, tant'è vero che furono costretti a girarsi per ripararsi gli occhi. Quando la luce svanì con essa svanì anche il vecchio granaio lasciando il posto ad un vero e proprio capannone; dal lato destro comparì una persona,tutta sorridente che camminava con aria soddisfatta.

-Complimenti,bel lavoro Alphonse- sussurrò Havoc in modo da non farsi sentire da Mustang

-Grazie- rispose Al ,felice.
Camminarono e dopo un po’ Armstrong mise giù Mustang,

-Era ora!- disse Roy

-Non si tolga la benda dagli occhi, comandante, mi raccomando!- disse Riza, * ha tutta l’aria di essere un ordine * pensò Mustang, ma non commentò e continuò a camminare. Ad un certo punto lo bloccarono, lui sentì un cigolio * una porta, forse * pensò Roy dubbioso.

-Entrate!- l’eco di una voce in lontananza lo fece sussultare * conosco questa voce, maledetto eco, non riesco a capire di chi sia * pensò Mustang. Lo scortarono all’interno e lo fecero fermare poco dopo, a causa della benda non riusciva ad orientarsi; sentì dei passi che si allontanavano e ad un tratto si senti completamente isolato.

-Si tolga la benda, comandante!- Riza urlò dall’altra parte del capannone; Mustang obbedì senza pensarci su, non vedeva l’ora di togliersi quella maledetta benda dagli occhi; appena se la tolse dovette chiudere gli occhi per la troppa luce, mise a fuoco e appena capì cose c’era in quel capannone rimase a bocca aperta e iniziò a guardarsi in giro, troppo stupito per dire una sola parola. Il capannone era stato completamente addobbato a festa, c’era di tutto, dagli striscioni di congratulazioni, al buffet, dalla console, ai palloncini bianchi e verdi, c’erano anche dei regali; quando alzò lo sguardo le forze lo abbandonarono, cadde in ginocchio e appoggiò le i palmi della mani a terra con la testa bassa.  La rialzò cercando di capire se avesse visto male,invece aveva visto bene;sopra ai regali, attaccata ad una parete c’era una foto ingrandita, una foto che per un momento lo fece commuovere; quella foto ritraeva lui e Maes nel giorno del 23esimo compleanno di Roy, erano felici, abbracciati e con 2 boccali di birra in mano; Roy aveva dimenticato che ci fosse una foto di quel giorno ma di sicuro non aveva dimenticato quell’istante,uno dei pochi istanti in cui si era sentito davvero in pace con se stesso,senza rimpianti ne rimorsi,semplicemente felice. Si alzò, si pulì la divisa e sorrise agli altri, che lo stavano guardando con aria compassionevole. Un minuscolo dettaglio catturò la sua attenzione, si avvicinò con passo svelto e si diresse verso Al e Riza,

-Scusatemi- disse Roy facendosi strada tra di loro.

-Salve comandante congratul….Ahio! Ma sei impazzito??- Ed era seduto su una sedia, proprio dietro il fratello e il tenete Hawkeye, e si stava massaggiando la testa nel punto in cui Mustang gli aveva appena dato un pugno.

-Tu! Stupido nanerottolo insignificante mezza sega che non sei altro!! Dove diavolo sei stato? Non ti avevo detto che dovevi essere presente alla cerimonia?! Mancavi solo tu! Che razza di amico sei??- Mustang non riusciva a trattenere la rabbia,

-Ehii! Chi è che sarebbe così piccolo che non si vedrebbe nemmeno con una lente di ingrandimento potenziata da altre 10 lenti???-disse Ed furioso,

-Ma questo non l’ha mai detto nessuno- dissero tutti gli altri in coro, sospirando.

-Maledetto! Mi ero raccomandato!-continuò Mustang, furioso.

-Mustang! se io fossi venuto alla cerimonia non sarei potuto venire qui ad organizzare questa cosa per te! Quindi smettila di sbraitare e ringraziami piuttosto- disse Ed con tono di sfida. Mustang cercò di calmarsi e fece un profondo respiro,

-Hai ragione,- convenne Roy lasciando tutti a bocca aperta, compreso Ed – ti ringrazio per questa bellissima sorpresa,- fece una pausa e sorrise – ma ciò nonostante, caro il mio fagiolino, non ti perdonerò mai per non essere venuto all’evento più importante della mia vita!- concluse Mustang stizzito.
Ed non rispose, sapeva che aveva ragione. Finalmente iniziarono i festeggiamenti. Riza si andò a sedere su una sedia vicino ad una parete, era molto stanca e chiuse gli occhi per un attimo; quando li riaprì vide i suoi colleghi che stavano ridendo e che prendevano in giro la nuova, buffa, capigliatura che Sheska si era fatta un paio di giorni prima, poi notò che Mustang non era insieme agli altri, si guardò un po’ in giro e lo vide davanti all’ingrandimento della sua foto con Maes, sorrise tristemente e gli si avvicinò.

-Tutto bene?- chiese, Roy sussultò, non l’aveva sentita arrivare, si voltò verso di lei e la guardò negli occhi; Riza notò che aveva gli occhi lucidi ma non gli disse nulla, gli fece un sorriso delicato e gli chiese di nuovo se andasse tutto bene; Roy si strinse nelle spalle tremanti e provò con tutte le sue forze a non concedere alle lacrime di uscire.

-Mi manca Hawkeye, ogni giorno che passa non riesco a darmi pace, non riesco a concepire il fatto che lui non ci sia più,- disse Roy con voce strozzata –era un collega, un marito,un padre, un amico, ma per me era un fratello, l’unico che mi abbia sempre detto le cose in faccia, è stato il primo vero amico che io abbia mai avuto- strinse i pugni dalla rabbia –è morto per colpa mia,perché ero ossessionato da quella maledetta storia degli Homunculus, anche se ho ucciso il suo assassino,Envy, non mi sento meglio. L’averlo ucciso non mi ha ridato Huges, mi ha solo reso vulnerabile.- Riza lo lasciò sfogarsi senza interromperlo, aveva capito che aveva bisogno di parlare con qualcuno.

-Vieni- disse Riza, Roy la seguì senza dire una parola. Uscirono fuori, si era fatto buio e c’era solo la luce della luna ad illuminarli,

-Ora possiamo parlare in santa pace- disse Riza sorridendogli. Roy alzò lo sguardo e la fissò negli occhi per alcuni istanti, lei arrossì ma non distolse lo sguardo, un attimo dopo lui le si avvicinò e l’abbracciò stretta affondando il viso nella spalla, bagnandogliela con le sue lacrime.

–Grazie- sussurrò debolmente Roy.
  
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