GHOST
8° PARTE – LA PROMESSA DI ETERNA AMICIZIA
"Yamcha! Che ci fai qui?"
Bulma aveva cercato di rimettere in ordine il laboratorio, con
scarsi risultati, poi si era arresa ed era salita in cucina a preparare qualcosa
da mangiare per Vegeta. Lì aveva trovato Yamcha, seduto e con lo sguardo
assorto.
"Scusami se sono venuto a quest'ora. Ti dovevo parlare..."
C'era qualcosa di insolito e malinconico nella sua voce, e Bulma si affrettò a dire "Non
preoccuparti. Raccontami tutto, piuttosto!"
Yamcha si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro, nervosamente,
sotto gli occhi perplessi di Bulma. Poi prese un profondo respiro e tirò fuori
tutti ciò che lo tormentava dentro. "Ok... si tratta del matrimonio. Io... Io
non sono più sicuro di volermi sposare".
Bulma tacque e gli fece segno di andare avanti. Yamcha annuì ed evitò di
guardarla in faccia. Era certo che in quel momento lei avesse in viso
un'espressione delusa e arrabbiata... Non sapeva che in realtà Bulma stava
sorridendo e sospirando di sollievo.
"Non ci riesco, non ce la faccio... Il solo pensiero di una vita fatta di poche
libertà e molti sacrifici mi fa stare male. Io provo un grandissimo affetto per
te, ma il matrimonio unisce due persone per la vita! E' un passo importantissimo
e deve essere affrontato con la massima convinzione. Ed io non lo so... Non lo
so se siamo pronti". Yamcha curvò le spalle, come una persona che si è appena
liberata di un grosso peso.
Bulma si diresse verso di lui e gli prese entrambe le mani, guardandolo diritto
negli occhi.
"No, non siamo pronti. E probabilmente non lo saremo mai..."
"Sono contento che la pensi come me" replicò lui, leggermente sorpreso. "Ma
adesso? Che ne sarà di noi?"
Il silenzio calò sulla cucina come un macigno. Il silenzio delle cose non dette,
il silenzio delle verità celate, il silenzio dei pensieri più intimi, il
silenzio che precede un addio.
Fu Yamcha a parlare per primo. "E' finita, vero?"
"Credo proprio di sì".
"Com'è successo? Cosa ci ha divisi tanto da arrivare a questo punto?"
Bulma non aveva risposta a questa domanda. Lo baciò leggermente sulle labbra,
mentre una lacrima scivolava lungo la sua guancia. "Ho bisogno che tu mi
prometta che saremo sempre amici!" Disse poi tutto d'un fiato.
Bulma aveva sentito di troppe coppie che si erano lasciate con rancore e
rimpianto. E la storia del fantasma era la più tragica di tutte...
"Te lo prometto. La nostra amicizia non finirà mai..."
Si abbracciarono a lungo, credendo di essere soli.
In realtà Vegeta aveva
sentito ogni cosa. Era andato in cucina per accertarsi che Bulma gli avesse
cucinato qualcosa di sostanzioso, e quando li aveva sentiti parlare così
seriamente aveva preferito non interromperli ed era rimasto nascosto nell'ombra
ad ascoltare. Ed anche il fantasma non si era perso una parola, era sempre stato
lì, invisibile e gelido come il Vuoto.
Yamcha decise che era arrivato il momento di andare. Aveva il volto molto più
disteso e sereno di quando si era precipitato in casa Briefs. Era quasi uscito
dalla porta, quando le rivolse un'ultima domanda.
"Bulma, sei... innamorata di un altro?"
"CERTO CHE NO!" L'impeto e l'immediatezza con cui Bulma rispose non lasciò dubbi
a Yamcha.
"Sì, invece..." la corresse lui con un sorriso carico di rassegnazione.
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"So che sei qui. Fatti vedere." disse
Bulma quando Yamcha se ne fu andato.
Vegeta sobbalzò da dietro il suo nascondiglio, credendo che la ragazza stesse
parlando con lui. Che avesse imparato a percepire le auree?
"Mi ero sbagliato su tutto... Mi dispiace" disse il fantasma fuoriuscendo dal
centro della tavola, e Vegeta rimase nascosto ad osservarlo, temendo che potesse
aggredire nuovamente Bulma.
Lei si mise seduta portando le mani ai capelli: sentiva la testa scoppiarle.
"Anch'io mi ero sbagliata. Non credevo che lasciarmi con Yamcha sarebbe stato
così doloroso... Ora sento un gran vuoto dentro".
Il fantasma fluttuò sopra la sua testa, lasciando dietro di sé una scia fredda e
malinconica che penetrò Bulma fin dentro le ossa.
"Avevi ragione tu. La mia storia e ben diversa dalla tua. E tu non sei come
Lei..."
Con quelle parole il fantasma siglò per sempre la fine di una battaglia
logorante e inutile.
"Finalmente lo hai capito! Cosa farai adesso?" domandò Bulma, sollevando il
capo.
"Tornerò nel mio carillon. Non troverò mai la pace dopo quello che ho fatto, e...
Grazie a te ho capito che il mio suicidio è stato un grave errore".
"Perchè?"
Il fantasma sorrise, e lentamente cominciò a dissolversi.
"Perchè mi hai fatto capire che se un Amore finisce, probabilmente non è mai
stato un Vero Amore.
Perchè anche se un Amore finisce, non è detto che non ne possa nascere un
altro..."
Quella fu l'ultima volta che Bulma lo vide.
CONTINUA…
Grazie ancora a tutti coloro che
stanno seguendo la mia storia, e commentando. Sono così felice che le mie storie
vi appassionino e vi lascino col fiato sospeso...
Non perdete il prossimo ed ultimo capitolo, intitolato "LA NASCITA DI UN NUOVO
AMORE".