Camminava lenta, priva di energia.

Aveva sentito solo qualche parola, qualche frase, scandita dal battito del proprio cuore in aumento.

Ci sarebbe stato anche lui, poco importa se per conto di Orochimaru, ma ci sarebbe stato.

Mancavano un paio d’ore all’inizio del torneo per stabilire chi fossero i più forti tra i ninja della sabbia e quelli del suono, torneo nato dal desiderio di entrambi i paesi di impadronirsi l’uno dell’altro, che si sarebbe svolto poco distante dal villaggio della foglia. Un paio d’ore per riprendersi.

Sakura alzò di scatto il capo, decisa.

Questa volta non avrebbe supplicato Sasuke di tornare da loro, no, non l’avrebbe fatto per nessun motivo al mondo.

“dimostrerò a Tsunade-sama che può essere davvero fiera di me, non mi abbasserò più a tanto. Ora poi non servirebbe a nulla, così, davanti a tutti…”

Qualcosa interruppe il filo dei suoi pensieri, riportandola alla realtà. Si trovava in mezzo al bosco e doveva muoversi per incontrare gli altri. Ma cosa l’aveva distratta? Era sola nel bosco…

Di nuovo qualcosa si mosse, questa volta alla sua destra, e lei scattò in posizione di difesa, con due shuriken per mano. Poi abbassò le mani.

Una figura la fissava.

È lui.

No, non lo è!

Ma quegli occhi erano familiari…

La folla rumoreggiava dagli spalti, il primo incontro era cominciato ma i contendenti ancora non si muovevano.

Una piccola parte del pubblico però era rimasta in silenzio.

Naruto, Hinata, Neji, Tenten seduti esattamente in quest’ordine, nella gradinata sotto stavano Shikamaru, Ino, Choji e Rock Lee.

Qualche metro più a sinistra i loro maestri, e infine, alla stessa altezza di Naruto e compagni, poco più in basso di Kakashi, il motivo del loro silenzio.

Un bel ragazzo moro dagli occhi freddi e scuri.

Sasuke.

Al suo fianco Kabuto, anche lui inviato da Orochimaru per osservare l’incontro e, forse, anche come ammonimento per i ninja della foglia, quasi a ricordare: Sasuke è con me.

Naruto fremeva dalla voglia di prendere Sasuke per il colletto e buttarlo giù nell’arena, ma per fortuna mentre si sedeva Kakashi aveva intercettato il suo sguardo e l’aveva messo in riga con un gesto della mano.

Gai vedendo i volti cupi dei suoi allievi stava per lanciarsi in uno dei suoi incoraggiamenti isterici sulla “giovinezza” ma tutti i jonin erano stati chiamati da un Iruka preoccupatissimo, e l’avevano raggiunto a malincuore.

Il combattimento stava diventando una sorta di spettacolo pirotecnico, provvisto più di esplosioni e urla dei contendenti, che da mosse vere e proprie, e Neji sbuffò irritato. Tenten lo guardò di sottecchi e sorrise, il ragazzo lo percepì e si voltò a guardarla stupido, ma in un istante i suo occhi si raggelarono e spinse Tenten di lato con una mano, mentre con l’altra afferrava uno shuriken che stava per colpirla.

- ma che…? – stava per sbottare lei, quando di corsa, sui gradini che li separavano da Sasuke e dal resto degli spettatori, scesero degli uomini avvolti in lunghi mantelli neri, che tutti riconobbero.

- gli Alba!- gridò Ino.

Più in basso apparve anche Anko, che si lanciò in una delle sue esclamazioni più fini:

- che bastardi! Volevate approfittarne per attaccare l’hokage eh?-

- tu pensa ai fatti tuoi!-

Rispose uno di loro, sconosciuto. Evidentemente gli Alba più “anziani” avevano trovato qualche nuovo alleato da mandargli contro.

Più in alto spuntò Tobi seguito da Deidara,

- tutto apposto? -

- non certo grazie a voi!-

Questi neo-Alba sembravano decisamente ridotti male e stanchi, nessuno riusciva ad esserne davvero spaventato, se non per la presenza di Tobi e Sasori, che poteva implicare quella di altri.

Sasuke e Naruto incrociarono un momento lo sguardo, ma il biondino voltò subito il viso verso Tobi e Deidara.

- ma che vigliacchi! Attaccare una fanciulla che schiaccia un riposino!- era la voce della hokage, che arrivò alle spalle di quest’ultimi.

- fanciulla? Ma quando mai?-

La donna notò che i pochi nemici erano circondati, e nonostante tutto le sorridevano come per deriderla. Invece che prendersela col tizio che aveva parlato, scese qualche gradino per vederlo meglio.

“questo qui non è il tipo che la settimana scorsa ha attaccato Sakura? Ma è pazzo a venire quì?! Cosa vuole ora?”

e mentre scendeva e pensava a questo, lo sguardo le cadde su Sasuke, che ora aveva affianco.

Sasuke.

Sasuke Uchiha.

Uchiha.

- no.-

Sasuke aggrottò la fronte. “dice a me?”

-Itachi- mormorò lei, ed il ragazzo si irrigidì.

Tsunade si voltò verso l’uomo che aveva parlato.

- dov’è Itachi Uchiha? Fuori ho visto altri Alba, ma lui perché non è con voi?-

lui sorrise senza rispondere, e lei senza rendersene conto cominciò a tremare visibilmente.

I chuunin presenti se ne accorsero, e lo sguardo di tutti andò ai loro maestri, che purtroppo davano loro le spalle, lontani.

Anko, che non aveva capito nulla, con le mani nei fianchi, esclamò sprezzante:

- ma tu non sei quel tizio che odia a morte Sakura? Perché ora sei qui per Tsunade-sama?-

Il sorriso del nemico si allargò.

- ma io non sono qui per lei.-

Sette parole.

Una condanna.

-no… no, no… NO!!!-

Tsunade senza rendersene conto aveva urlato con quanto fiato aveva in gola, facendo trasalire tutti e finalmente attirando l’attenzione dei jonin.

Si voltò disperata e risalì le scale più veloce che poteva, tentando di fingere che le forze non la stessero abbandonando.

Gli altri intanto non capivano, Sasuke dopo aver sentito nominare il fratello si era bloccato,e Naruto dopo aver visto la donna con le lacrime agli occhi era ancora troppo sconvolto per capire.

La spiegazione arrivò subito, perché ormai il gruppo non riusciva a trattenere l’euforia.

- CORRI PURE HOKAGE! MA ORMAI ITACHI È CON LA TUA PROTETTA DA ORE! COSA SARÀ ORMAI RIMASTO DELLA TUA SAKURA A QUEST’ORA!-

e cominciarono a ridere come iene.