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Autore: Ingy_    29/06/2012    2 recensioni
Buon giorno lettori. La mia prima fic Draco/Hermione. I nostri due protagonisti, dopo una breve ma intensa storia d'amore decidono di cancellare la loro memoria riguardante i loro sentimenti per paura di quello che potrebbe succedere con l'inizio di una guerra. Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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"Allora Draco hai capito alla perfezione quello che dovrai fare?" Voldemort sapeva che poteva contare sul ragazzo, ma questa volta gli aveva affidato un compito molto importante e doveva assicurarsi che tutto andasse per il verso giusto.

"Sì Signore, vedrò di non deluderla."

 

Hogsmeade 2.50

"Che sonno, ma perché proprio di notte? Non lo sanno che la gente normale a quest’ora dorme?" Ron continuava a lamentarsi.

"Lo so, ma hai letto la lettera, spero che questa persona ci dica qualcosa di veramente importante..."

"Sì e spero che non ci faccia aspettare più del dovuto..."

 

Hermione aveva deciso di andare a letto presto quella sera. Aveva salutato i suoi due amici e si era messa a letto. Si era appena addormenta quando sentì dei rumori provenire dal piano di sotto. Subito prese la bacchetta e la nascose sotto le coperte, il cuore prese a battere più velocemente preso dall’ansia. Rimase immobile con gli occhi ben puntanti alla porta ma non successe niente era tornato il silenzio. Si rilassò e nel momento stesso in cui lo fece venne schiantata. Trovandosi già distesa a contatto con una superficie, il colpo la prese in pieno propagandosi per tutto il corpo, inerme svenne.

"E bravo Draco! Non pensavo sarebbe stato così facile!"

"Avevi dubbi, Blaise?"

"Mh... Dai muoviamoci, gli altri due non ci metteranno molto a capire che sono caduti in trappola."

E con questo si Smaterializzarono portando Hermione con loro.

 

Nel frattempo, nei pressi della Testa di Porco, Harry e Ron si stavano notevolmente irritando.

"Cavolo, sono ormai le 3.30! Dove accidenti sarà questa fantomatica persona?"

"Ron, calmati. Aspettiamo ancora 5 minuti e poi ce ne andiamo a casa, ok?"

Harry era confuso, non capiva come mai tutta questa segretezza se poi la persona in questione non si faceva neanche vedere. Gli era dispiaciuto tantissimo lasciare a casa Hermione da sola, ma doveva attenersi agli ordini. Pensandoci bene, era stata una richiesta alquanto strana ed insolita, non era mai successo una cosa del genere: di solito lavoravano tutti e tre assieme come mai questa volta gli avevano proibito la presenza femminile... a meno che…

"Ron, presto! Torniamo a casa! C’è qualcosa che non mi convince in tutta questa faccenda."

"Cosa ti preoccupa?" Ron non capiva l’improvvisa agitazione dell’amico.

"Non ne sono ancora sicuro ma mi sembra troppo strana questa situazione: ci è stato ordinato di non portare Hermione e poi la nostra persona non si presenta all’appuntamento. Troppe cose non quadrano. Non vorrei ci avessero ingannato."

Ron cominciava a capire.

Si Smaterializzarono in casa. Sembrava tutto tranquillo. Si diressero subito in camera di Hermione ma questa la trovarono vuota, presero a chiamare l’amica ma non ebbero risposta.

"Che stupidi siamo stati! Dovevamo capirlo subito che era una trappola!" Ron, era furioso.

"Calmati non è colpa tua. Io dovevo analizzare bene la situazione prima di accettare il caso. Dobbiamo avvertire Silente."

 

Un insopportabile ticchettio destò Hermione. Subito si accorse di non essere più nella sua stanza. Disorientata e spaventata cercò di capire dove fosse.

La stanza era semi-buia, da una finestra posta molto in alto si potevano intravedere dei  teneri raggi che cercavano in qualche modo di farsi spazio tra l’oscurità. Era sporca e spoglia. Cercò la bacchetta ma non la trovò. Era sola e indifesa. Una lacrima solitaria prese a rigarle il viso.

No, doveva farsi forza non doveva arrendersi, Harry e Ron non l’avrebbero mai abbandonata.

Dei passi rieccheggiarono nel corridoio, qualcuno stava arrivando.

La porta si aprì, un’accecante luce prese ad entrare, si accesero le luci. L’uomo entrò.

"Oh, ti sei già svegliata, Mezzosangue?"

Hermione si fece forza, non doveva dargli corda. L’uomo aveva una corporatura esile ma ben proporzionata. Indossava un mantello lungo fino ai piedi ed un cappuccio gli ricopriva il viso in modo da renderlo poco riconoscibile, ma quegl’occhi li avrebbe riconosciuti ovunque. Freddi, apatici, intoccabili, di un grigio quasi celeste. Draco Malfoy.

"Malfoy! Cosa vuoi da me? Lasciami o te ne pentirai!" Hermione si alzò in piedi ma si accorse di avere delle catene legate ai polsi, fino ad ora non ci aveva fatto caso.

"Wow siamo gia passati alle minacce... non mi sembra che tu sia nella posizione ideale per dare ordini. E poi cosa vorresti farmi?"

Hermione sapeva che non poteva fare molto, in quella situazione si ha ben poco da fare, se non starsene buoni ed assecondare il nemico almeno fin quando non si riesce ad escogitare un piano per la fuga.

"Malfoy, cosa vuoi?"

Draco si avvicinò ad Hermione, le prese delicatamente il mento attirandola a sè e poi con foga la baciò. Non era un bacio dettato dalla passione ma semplicemente dall’odio, dal voler umiliare qualcuno e Draco ci stava riuscendo in pieno. Hermione cercò di opporre resistenza, quel gesto l’aveva turbata e scossa ulteriormente, cercò di morderlo ma fu inutile. La presa sul mento divenne più forte costringendola ad aprire ancor di più la bocca. Prima di ritirarsi Draco le sussurrò.

"Tu farai da esca per Potter ed intanto io mi divertirò un po’ con te." Dicendo questo prese a baciarle il collo poi si allontanò ma nel farlo sfiorò volontariamente un seno di lei e con un sibilo le puntò la bacchetta addosso.

 "Crucio"

La maledizione colpì Hermione. Si accasciò a terra, sentiva i suoi organi contrarsi in modo innaturale, non riusciva a respirare, si contraeva su se stessa, poi piano piano l’incantesimo perse effetto.

Draco nel frattempo era uscito spinto dalla nausea.  Si accasciò a terra senza forze, gli girava la testa e non riusciva a stare in piedi. Vari flash presero a scorrere nella sua mente, tutti apparentemente senza significato.

 

Harry e Ron avevano deciso di scrivere a Silente dell’accaduto. Ormai erano passate tre ore da quando avevano chiesto ad  Edwige di recapitare la lettera ad Hagwart e fino ad ora non era successo niente. La civetta doveva ancora fare ritorno e del Preside neanche l’ombra.

Tutti e due si aggiravano per la casa come zombie. Harry era in salotto mentre Ron era in cucina quando sentirono un rumore provenire dal camino. Una grossa fiammata di un verde acceso ed ecco apparire Albus Silente.

Il vecchio Preside aveva cercato di fare il prima possibile ma prima aveva dovuto sistemare alcune faccende che avrebbero potuto aiutare i due ragazzi.

"Buon giorno, ragazzi… ho letto la lettera e devo dire a mio rammarico che un po’ me lo aspettavo…"

Harry guardava il Preside allibito. Come se lo aspettava?

Ron si mosse in direzione del vecchio.

"Come se lo aspettava? E non avrebbe potuto informarci?" Ron era diventato tutto rosso ed era arrabbiato.

"Ron, un attimo, lasciami spiegare… Voldemort è risorto, e questo lo sappiamo, siamo anche a conoscenza che ormai siamo agli inizi di una guerra, basta fare un piccolo passo falso e la battaglia avrà inizio. Il rapimento di Hermione a  mio avviso fa parte di un piano ben elaborato dal Lord Oscuro per farci cadere in trappola. Harry tu ora cosa faresti?"

Harry non aveva ben capito la domanda e soprattutto cosa centrasse con tutto questo ma decise di dar retta a Silente.

"Beh io non saprei…"

"Lo so io! Andrei dritto nel nascondiglio di Voldemort e lo ucciderei… anzi prima ucciderei tutti quelli che si parerebbero davanti a me… sì, è quello che avevo intenzione di fare..."

Silente osservava in silenzio Ron. Sapeva che era un ragazzo molto impulsivo e questa sua risposta non lo aveva turbato più di tanto.

"E’ proprio questo Ron che intendevo con passo falso... punto primo: sai dove è il nascondiglio di Voldemort?"

Ron non rispose… in effetti non lo sapeva.

"Punto secondo: con Hermione come ostaggio non possiamo permetterci di vagare ed uccidere tutti quelli che incontriamo o di fiondarci in qualche posto solo perché abbiamo il sentore che siano lì... Loro hanno un piano e dobbiamo averlo anche noi!"

Harry iniziava a capire tutto il discorso e gli venne in mente un'idea.

"Dato che del Ministero non possiamo appieno fidarci , potremo riunire il vecchio Ordine o contattare persone a noi fidate? Se loro hanno un esercito dobbiamo averlo anche noi…"

Silente parve sorpreso dalla proposta.

"In effetti, avevo già pensato a questo e così ho già informato i vecchi componenti. Penso che fra non molto arriveranno…"

 

Note: Heilà ragazzi... ho dovuto pubblicare presto perchè mi assenterò per due giorni quindi aggiornerò lunedì. Ho scritto questo capitolo, e onestamente, mi piace più di quello precedente essendo più lungo. Spero vi piaccia, 

Ingy_

  
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