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Autore: Ingy_    29/06/2012    2 recensioni
Lily Evans non ha mai sopportato James Potter durante i primi sei anni di scuola, al settimo qualcosa cambia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Giorno 6 – L’abbraccio del cielo -

James Potter stava corredo per il corridoio del 4° piano, in ritardo come suo solito per la lezione, quando incontrò sulla sua traiettoria una massa compatta che lo fece rimbalzare indietro. - Evans! – sbottò James quando ebbe identificato il corpo contro il quale era appena andato a sbattere, chinandosi a raccogliere i libri che erano caduti dalle braccia della ragazza. 
- Potter, perché non stai attento a dove vai? – gli rispose lei, prendendo i libri che le venivano porti e fissando il ragazzo con aria corrucciata. Erano passati due giorni da quando l’aveva aiutato con i compiti e da quel momento, stranamente, non l’aveva più cercata, né aveva provato a parlarle. Cosa strana per Potter, che da anni tentava di attirare la sua attenzione nei modi più stravaganti.
- Scusami, ero distratto.
- Questo l’avevo intuito, da cosa, se posso chiedere?
- Tu puoi fare tutto, - le rispose galante, con una faccia tosta che le fece venire voglia di prenderlo a schiaffi. Ma, contrariamente a quanto succedeva solitamente, a questa battuta non ne seguirono altre. – Al Quidditch, domani abbiamo la partita contro i Tassorosso che quest’anno, mi spiace ammetterlo, hanno una squadra eccezionale. Non possiamo assolutamente perdere se vogliamo ancora sperare nella coppa.
- Oh. Sì, certo, il Quidditch.
- Non ti piace vero?
- Si vola, - rispose solo lei, come se questo spiegasse tutto. 
Ed evidentemente James capì perché annui serio. – Che cosa fai oggi pomeriggio alla fine delle lezioni?
- Studio? – ipotizzò lei.
James scosse il capo. – Per quello c’è sempre tempo. Vieni al campo come me, ho una sorpresa.
- Una sorpresa? Potter non mi piacciono le sorprese, soprattutto da te.
Il ragazzo abbassò gli occhi visibilmente deluso da quella risposta; Lily guardandolo sentì qualcosa che le si muoveva a livello dello stomaco e si pentì di quello che aveva detto, così aggiunse. – Va bene, ci vediamo lì alle 5 allora.
- Dici sul serio? – chiese più stupito di quanto non volesse apparire.
- Per tua norma, Potter, sono sempre seria. O quasi almeno.
Suonò la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni del mattino. – Andiamo adesso, o arriveremo in ritardo per Trasfigurazioni, - disse Lily, prendendo improvvisamente James per un braccio e tirandolo con sé verso le scale. 

Il sole stava tramontando all’orizzonte, illuminando il campo da Quidditch con una luce dorata. James Potter era in piedi al centro del campo, con la sua scopa in mano, appoggiata con naturalezza sulla spalla destra, che aspettava impaziente l’arrivo di Lily. Con l’altra mano giocherellava nervosamente con un Boccino d’Oro, rubato ad una precedente partita. Lo usava da anni come antistress, tirandolo fuori regolarmente per giocarci quando era agitato o anche annoiato. Vide la ragazza entrare nel campo qualche attimo dopo, i capelli resi ancora più rossi dalla luce del crepuscolo: si guardava intorno perplessa, facendo capire perfettamente che non era affatto nel suo ambiente naturale. James mise via il Boccino, ben conscio del fatto che Lily odiasse vederlo giocarci.
- Ciao, - la salutò quando fu vicina.
- Ciao, - rispose fissando con inquietudine la scopa. – Che cosa pensi di fare, Potter?
- Volare. Con te, si intende.
- Toglietelo dalla testa, non ci salgo su una scopa con te, ho visto come voli.
- Davvero? Mi hai visto alle partite?
Lily arrossì leggermente. – Sono pur sempre una Grifondoro, faccio il tifo, come tutti. 
James sorrise, tanto gli bastava per il momento. – Andiamo, Evans, voglio sdebitarmi per l’altro giorno.
- Facendomi cadere da 30 metri?
- Non ti farei mai cadere, con me non corri rischi.
Lily continuava a fissare alternativamente la scopa e il ragazzo. Non le era mai piaciuto volare, ma adesso sembrava che l’aria la stesse chiamando, voleva salire su quell’aggeggio e, cosa che la stupiva più di tutto, voleva farlo con lui. In quegli ultimi sei giorni aveva scoperto un James Potter che non aveva sospettato potesse esistere, sotto quella scorza di strafottenza c’era, forse, un ragazzo simpatico e generoso?
- Evans, cos’è che sai fare meglio?
- Io?
- Sì.
Lei parve pensarci un attimo, poi sembrò capire dove il ragazzo voleva andare a parare. – Studiare.
- Io so volare e ti posso assicurare che è un esperienza meravigliosa. Quando sei lassù, - disse indicando il cielo che si stava progressivamente scurendo. – Dimentichi tutto e tutti, sei solo tu e il cielo. E’…- si interruppe come a cercare le parole giuste. – E’ come ricevere l’abbraccio del cielo, - concluse con aria sognante.
Lily lo stava ascoltando, rapita lei stessa dalle sue parole e dal tono con cui erano state pronunciate.
Annuì lentamente. – Va bene, proviamoci.
James montò sulla scopa e le tese la mano. – Fidati, è divertente!
Lily sorrise, la tensione di poco prima sciolta da quell’ultima battuta. Prese la mano che le veniva offerta e salì dietro al ragazzo. 
- Non è così comodo…
- Beh, siamo in due in una scopa omologata per uno in fondo, - disse James accarezzando con dolcezza il manico.
- Ehm, quando hai finito di coccolare questo coso andiamo?
- Non mi dire che sei ansiosa, Evans?
- Un po’, - mormorò.
- Scusa?
- Ho detto un po’, andiamo! – riprese dandogli una pacca sulla spalla e aggrappandosi a lui alla vita. 
James fece sollevare la scopa di qualche metro, mantenendola in orizzontale. – Come va?
- Tutto bene, per adesso.
- D’accordo, adesso voliamo allora, reggiti.
- Ok, ma vai piano.
La scopa si impennò verso l’alto cominciando a salire velocemente nel cielo ormai blu scuro.
- Ho detto piano, Potter, - urlò la ragazza, stringendo convulsamente la vita di James, appoggiando poi il volto sulla sua schiena, cercando di non pensare ai metri che la separavano dalla terra sottostante.
- Sto andando piano, Evans!
Lily trovò il coraggio di staccare la testa dalla schiena per guardarsi intorno, non era una delle solite ironie di Potter, stavano davvero andando piano, era un volo tranquillo, James non stava cercando di fare colpo su di lei o di farle veder la sua abilità, aveva il solo scopo di farle piacere quello che stavano facendo. 
- E’…
- Cosa?
- E’ bello, - disse lei, sorprendendo entrambi. – Vai più veloce.
- Sei sicura?
- Certo, - rispose allentando impercettibilmente la presa e dando un’occhiata in giro. Sotto di lei il campo da Quidditch era buio, tanto che non riusciva più a distinguere chiaramente le scalinate inferiori degli spalti. Davanti a lei i tre anelli svettavano contro il cielo che, ad ovest, era ancora debolmente azzurro mentre ad est cominciavano a comparire le prime stelle. E fu in quel momento che Lily capì quello che James intendeva dire quando parlava dell’abbraccio del cielo.
- Hai freddo? – lo sentì chiedere.
- Un pochino, - rispose stringendosi contro di lui, questa volta per cercare riparo dall’aria frizzante che la stava investendo.
- Scendiamo.
- Di già? – l’esclamazione le uscì di bocca prima di riuscire a bloccarla.
James rise. – Sì è meglio, non vorrei che ti prendessi un raffreddore, tra una settimana c’è Hogsmeade! – Sentì la ragazza sbuffare e continuò. – Possiamo rifarlo qualche volta, se vuoi. Basta che tu me lo dica. – disse atterrando dolcemente e guardandola mentre lei scendeva.
Lily annuì e sorrise. – Grazie, Potter. E’ stato fant… bello, - disse infine, non volendo sbilanciarsi troppo.
- Te l’avevo detto, - sorrise lui, strizzandole l’occhio e rideccollando per fare qualche ultimo giro un po’ più spericolato.
Lily lo guardò sparire nella notte prima di dirigersi infreddolita, ma stranamente soddisfatta, alla Sala Comune.

 

 

Note: Buonasera! Ho dovuto aggiornare oggi visto che mi assenterò per un paio di giorni :) Ho appena compleatato la storia sul mio pc ma non posso darvi delle anticipazioni. Quanto sono cattiva nèh?! Spero comunque vi piaccia.

Un bacio

Ingy_


  
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