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Autore: Brodos    29/06/2012    2 recensioni
Giorgia aveva una vita tranquilla nel background di odio che si era creata... Ma non avrebbe mai dovuto tentare di aiutare un vecchietto. O forse per il bene della terra si?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorgia non riusciva a respirare, erano 2 minuti buoni che si trovava con la testa conficcata nelle sabbia.
Si alzò sputacchiando.
- No, il vostro braccialetto non è neanche qua! -
Nessuna risposta. Nessuno attorno a lei.
Era sola, sola nel peggior posto che si potesse immaginare.
Una spiaggia.
Una spiaggia di nudisti.
Una spiaggia di nudisti portoricani della terza età.
Il sudore le colava dalla fronte e le inzuppava la sciarpa. Doveva resistere, ne andava della prova che non aveva preso a cuore, quella che era stata costretta con un rapimento a fare. Ma era tutto quello che le era rimasto, non era nient’altro che una reietta, poteva fare solo quello… O guadagnare milioni sfruttando il fatto che fosse una mummia di 125 anni. Non aveva scelta insomma.
Il prozio Smith avrebbe approvato, poi magari l’avrebbe mandata a prendere un altro pacchetto di Camel. Ma si, avrebbe creduto in quello che faceva.
I vecchietti cominciavano a borbottare nella loro flaccidità, agitavano le smagliature verso di lei e la temevano.
Certo. La temevano.
Lei, superbambina candidata a diventare superfilosofa, lei, capace di stare impunemente in una spiaggia con una tuta rosa…
Quei forconi improvvisati con i pali degli ombrelloni non le facevano paura, neanche quella pira funeraria spuntata dal nulla, neanche il tizio vestito da boia che avanzava verso di lei. C’era solo lei con la sua superiorità.
- La mia superiorità vorrebbe farsi un giro – Disse Giorgia avviandosi verso uno dei sentieri d’uscita della spiaggia – Ecco… Sarebbe maleducato lasciarla sola. – A quel punto stava correndo verso un sentiero.
Andava proprio veloce la sua superiorità.
Era già a metà dell’uscita e le si pararono davanti i suoi maestri, aguzzini e sconosciuti.
- Brava, hai superato la prova. – Disse Spremimeningis.
Una ciabatta però colpì in faccia Cacchionepensos.
Grosso errore.
- Uaaaaah!!! – Disse alzando la mano.
Tutti si fermarono all’istante.
- Spremy, questi babbei mi prendono a ciabattate, meritano una punizione esemplare. -
- Ok – Disse l’altro con fare serio – Non avrei mai voluto farlo però… -
Detto questo passò un cellulare a suo fratello.
- Potrei chiamare Lobo Tommy, il lobotomizzatore. – Disse Cacchionepensos.
- O forse… O forse Bob. –
- Neanche noi sappiamo tenerlo a bada, troppo pericoloso. – Rispose Spremimeningis.
- Basta, so io cosa fare. – Disse l’altro facendo un numero – Voglio che sappiano di che morte periranno. –
Mise il vivavoce.
- Pronto, telefono azzurro, parla Sara. - Una voce affabile proveniva dal cellulare.
- I miei genitori… - Disse il fratello colpito dalla ciabattata tirando su col naso e facendo una voce infantile - … I miei genitori… Nudisti portoricani della terza età… Mi picchiano! –
- Oh, manderemo subito Bob. – E l’operatrice mise giù il telefono.
- Ha detto… BOB?? – Sussurrò Spremimeningis – Non può essere arrivato così in alto… Deve essere opera… Deve essere opera… -
- Di Svodoo Gn. – Disse una voce dietro a loro.
Guardarono Giorgia, ma lei gli stava davanti.
Si girarono.
Era Bob.
Un nano li sottostava. Un nano calvo, panciuto. Vestiva una camicia a fiori e dei jeans.
- Sono Bob. – Disse gentilmente – Faccio casini. -
Detto questo distribuì a tutti e tre il suo biglietto da visita.
La prima a dire qualcosa fu Giorgia.
- Veramente qui c’è scritto “Smitty, pescivendolo”. - Disse sventolando il biglietto.
- Nel mio c’è scritto “Stan, rubagalline” – Disse Cacchionepensos.
- Nel mio invece “Kurt, notaio” – Finì l’altro fratello.
- Che casino! - Sbottò la ragazzina.
- È il mio mestiere. – Rispose Bob, che poi proseguì rivolto ai nudisti – E voi? Perché siete nudi… Sul K2? –
I nudisti svanirono all’istante, deportati dove aveva detto il nano.
- Perché avete chiamato una rosticceria? – Continuò.
- Veramente era il telefono azzurro. – Disse il fratello preso in causa.
- Beh se lavorassi per Svodoo Gn per voi sarebbero guai grossi! –
- Ma tu hai detto che lavori per Svodoo Gn! – Rispose stavolta Giorgia.
- Perché mi chiamate Bob? Sono Christopher! Quella poi è una gonna! – Disse indicando i kilt dei due fratelli, capo d’abbigliamento che distingueva il loro ordine filosofico.
In quel momento svanì.
- Ma… Ma che casino ha fatto?? – Disse la ragazzina confusa.
- È il suo lavoro. – Rispose mestamente Spremimeningis.
Poi si ritirò a piangere in riva al mare con suo fratello.
Giorgia allora dovette mettersi ad aspettare.
  
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