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Autore: _BlueShadows    29/06/2012    0 recensioni
Crescere è quando percepisci quel sussurro nel petto che ti incita a cambiare.
è quando,nonostante tutto il fango che possono buttarti addosso,cammini a testa alta,insegui il tuo sogno.
Io me ne stavo per accorgere troppo tardi.
E ora un treno mi sta portando via.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- CAZZO TI SEI FATTO MALE?! -
Una voce dal tono decisamente preoccupato proviene da giù la finestra,forse l'attentatore alla mia vita non voleva centrarmi in pieno,forse.
Mi alzo tastandomi la guancia gonfia,un pallone da basket troneggia sul mobile della cucina su cui un paio di boccette vuote rotolano impazzite;per un secondo il fiotto di rabbia che mi attraversa la schiena anestetizza il dolore ma il sapore di sangue mi riporta a gemere come una porta  decadente.Mi affaccio cercando con gli occhi il proprietario del pallone: c'è un campo da basket  recintato da una bassa rete ,è quasi deserto,se non fosse per un tizio con una sgargiante fascia rossa sul capo che mi sta fissando con la bocca spalancata.
Sali su che te la chiudo io con un cazzotto,bastardo.
Mi dico socchiudendo gli occhi.Essere me equivale ad uscire dai gangheri  anche bevendo solo un caffè troppo amaro.
- scusa non pensavo fossi una ragazza. - dice con una voce tanto lamentosa che il solo sentirla mi fa venire il prurito alla nuca.Bene,anche maschilista.
Noto che sta uscendo dal campo mentre continua a tenermi gli occhi addosso - posso salire?Se vuoi distruggere prima me e poi il pallone non c'è problema. -
Gli faccio cenno di prendere l'ingresso più vicino.Spero che abbia una mandibola solida quanto il mio pugno.Sono ancora trascinata da questi pensieri alquanto violenti quando mi prendo la testa tra le mani: non sei una campionessa di pugilato Emma ,per piacere.
Sbuffo:stupida,stupida voce della coscienza...
Quando sento bussare  prendo il pallone con una mano e lo faccio roeteare su un dito,mi mordo un labbro.Non so chi posso trovarmi davanti,era abbastanza lontano il campo dalla mia visuale..
Un sorriso sornione mi si dipinge sulle labbra ,sicuramente non deve essere un individuo molto intelligente data la sua voce.
Ma quando apro la porta sento tutta la mia spavalderia abbandonarmi più velocemente del previsto.
Un ragazzo alto,ansimante e rosso in viso mi guarda con due occhi color pervinca da togliere il fiato.La fascia gli copre parte dei ricci capelli biondi che ,ribelli alla forza di gravità, ricadono sbarazzini sulla fronte .Noto che è molto sudato:la tuta da basket gli si è appiccicata lungo il torace e mette in evidenza la  trama dei suoi muscoli perfetti.
Ora sono io quella con la bocca aperta.
Sembra tanto che qualcuno abbia voglia di tirarmi un brutto scherzo
- posso entrare? -
Dio,la sua voce è anche più bella da vicino.
Annuisco con le labbra serrate,non riesco neanche a guardarlo in faccia.E ora vederlo così crucciato mi fa sentire addirittura in colpa.Entra lentamente,con circospezione,quasi non volesse ammaccare il pavimento,poi,senza nessun preavviso, mi si para davanti e alza le braccia chiudendo gli occhi - ora puoi uccidermi dolcezza. - dice fingendosi intimorito.
Riesce a farmi scappare un sorriso nonostante il dolore alla guancia : - tieni cretino. - gli dico lanciandogli in mezzo al  petto il pallone.
Lo prende con uno scatto poi alza il viso sorridente verso di me,un'espressione surreale che svanisce non appena posa gli occhi sulla mia lussazione.
La mezz'ora seguente la passo sul divano con una sacca di ghiaccio sul viso,offertami gentilemnte da Chester .Il ragazzo che mi ha procurato una scheggiatura ad un molare ,ed ho paura che mi abbia rubato con un solo sguardo il cuore.Mi ha quasi costretto a farmi stendere,ho capito in poco tempo che forse uno dei più suoi grandi difetti sia il fatto di rendere tali situzioni più gravi del previsto. - Non abito qui ad Harlem,sono dell'Upper East Side. - lo dice con una semplicità che mi frastorna ,e molte delle mie fantasie sul principe azzurro dei quartieri bassi svaniscono dando posto alla figura di un ragazzo viziato che vive nell'agio più sfrenato ,e che va giocare in un insulso campo da basket in posti del genere solo per placare qualche cruccio stupido.
- Qui ho tutti i miei amici e se ti  lascia spiazzata il fatto che vengo dai quartieri alti sappi che odio quegli ambienti. -
Sì,mi ha lasciato completamente spiazzata.
Non riesco comunque a sapere altro della sua vita perchè cerca di sviare in continuazione il discorso,è come se dopo l'inizio di quella conversazione lui abbia avuto un insaziabile voglia di sapere tutto di me.
- Sicuramente non sei di qui,ti avrei vista molte volte.- inizia sorseggiando un caffè preparato con della polvere trovata nella credenza,priva di data di scadenza.
- Sono una ragazzina di un villaggio di provincia che è arrivata qui per sfondare nel mondo della danza,ti ricorda qualcosa questa storia? -
- molti telefilm. - sghignazza.
Ha una bellissima risata.
- e quindi...mmmmh..danzi ? - me lo chiede quasi con perplessità,io annuisco cercando di non sfiorare la guancia dolorante contro il bracciolo del divano. - Danzo da quando sono nata. - gli dico con una punta d'orgoglio nella voce. - è stata mia madre ad insegnarmi,poi,stando sempre per strada,gli ambienti di casa mia non erano il massimo per un giovane educato, ho imparato molto tra i miei amici. -
- sei brava nella street? -
-
basilare,amico. - rispondo ammiccando.Scoppiamo a ridere.E per un attimo  tutta la mia adolescenza torna a farmi visita: la strada,l'odore delle auto da corsa, i visi dei miei compagni di vita,il mio passato.Scrollo la testa e mi accorgo che sul viso di Chester è comparsa un'ombra e vorrei chiedergli perchè,ma non appena apro la bocca il mio cellulare squilla impazzito e mi ricordo di una cosa,tremenda.
mia madre,furiosa.
il dispaly s'illumina tetramente quasi come se preannunciasse una minaccia di morte e, come se il ragazzo dai capelli dorati mi avesse letto nel pensiero, si alza e si avvia verso la porta. - Quasi tutti i pomeriggi mi trovo a giocare davanti casa tua,se ti va domani potrei farti  fare un giro per la città che ne dici? - si strappa l'etichetta svolazzante della fascia e con una penna poggiata sul tavolino di legno vi scrive un numero. - Chiamami  domani alle 5,me lo devi promettere,tanto so dove abiti. - dice sorridendo.Un brivido di piacere mi percorre la schiena .
- Promesso. -
- ciao Emma. -
- ciao Chester. -
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è notte fonda e questo capitolo l'ho scritto proprio con i piedi ma spero che vi piaccia e non vi abbia fatto svescicare dalle risate per lo squallore.
ALLA PROOOSSIMA! *30/07/12: ok ragazzi...è da molto che non mi trovo su efp..non ho più ispirazione per questa storia..quindi la terrò così..in sospeso fin quando non mi deciderò a chiuderla,mi spiace per chi mi ha seguito.. ma davvero è più forte di me.


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