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Autore: _leavemealonetodie_    30/06/2012    1 recensioni
Chi nasce per inseguire il proprio sogno, muore realizzandolo.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Quando aprii gli occhi mi ritrovai a stringere il lenzuolo che avvolgeva il corpo, ormai fragile, di Cels. Non volevo perderla, non così presto, non così. Adesso.
Era girata di spalle, ma era sveglia. Lo si presumeva dal fatto che stesse bisbigliando qualcosa da ormai mezz’ora, perché era stato per questo che m’ero svegliata.
‘Cels..come stai?’ La sentii bisbigliare ancora. Era come una cantilena. Come una preghiera di dolore, una lamentela verso sé stessa.
Avevo paura di chiederle cosa avesse, perché sarebbe stata una domanda stupida. Sapevo benissimo cosa aveva e non potevo far niente per aiutarla.
Mi sedetti accanto a lei, stendendo le mie gambe parallelamente alle sue, e avvolgendo il mio braccio sul suo fianco sinistro. L’abbracciai dolcemente e posai il mio mento sulla sua spalla, quando finalmente riuscii a percepire qualcosa di ciò che stava mormorando ormai da un bel po’.
‘Vola via tutto, volano vie le anime….. no non farlo, Jack. Morirò con te..lo farò, o si che lo farò.’
Non capivo davvero a chi si riferisse, ma poi mi venne vagamente in mente Titanic, il suo film preferito. Ormai s’era fissata. Quindi, il Jack di cui parlava, doveva essere quello.
‘Cels, cos’hai?’ Ecco la domanda stupida.
‘Morirò, come Jack. Un po’ è la stessa cosa, insomma. La mia vita sta affondando come il Titanic, ed io sono una naufraga, anzi. LA naufraga della mia stessa vita, e sto morendo congelata da un tumore che presto mi indebolirà fino a rendermi fredda dentro, e fuori. Non puoi capirmi.’
‘Hai ragione, non posso capirti. E non posso nemmeno far niente, però vorrei poterla fare qualcosa. Davvero.’
‘Portami fuori, oggi pomeriggio. Andiamo fuori. Corriamo, balliamo, ridiamo. Divertiamoci.’
‘Cels, non credo sia possibile.. Insomma. Sei sotto terapia adesso, devono controllarti ancora un paio di volte.’
‘A cosa servirebbe? Hanno già detto che non si può far niente, l’ho sentito dire dalla dottoressa. Quindi servirebbero solo a rendermi questi ultimi mesi, o giorni che siano, un inferno. Vorrei poter sprecare questo mio tempo facendo tutto quello che vorrebbe fare una teenager nell’arco della sua vita. Incominciando dall’alcol, dal fumo.. Non importa. Tutto ciò che da quel brivido, lo devo provare. Devo fare l’amore, almeno per la prima volta, con Louis. Anche se l’ho mollato per via di mia madre, so che lui è ancora interessato a me.. Anche se il mio aspetto non è molto presentabile. Vorrei provarci, Lisa. Aiutami, almeno in questo. Sei la mia migliore amica, e le pazzie di tutta una vita ho sempre desiderato farle con te.’

Rimasi ad occhi sgranati, e allo stesso tempo il cuore mi si era riempito di gioia. Aveva perfettamente ragione Cels. Non doveva passare i suoi ultimi giorni in un vecchio letto d’ospedale, a fissare il muro e a mormorare cose insensate. Per sentirsi dire cosa? Che sarebbe morta? Lo sapeva già. E non avrebbe più voluto saperne, almeno fin quando non sarebbe successo.
‘Cels, sono con te.’ Le sorrisi, e lei sorrise a me.
 
 
Si mise un foulard in testa, per non sentirsi a disagio dato la perdita dei capelli.
Io feci lo stesso per farla sentire più sicura di sé stessa. Le volevo così bene che avrei fatto di tutto. TUTTO.
Era fottutamente bella, pur essendo malata di quel fottuto tumore.
Scappammo dalla finestra e incominciammo col correre verso il campo di grano situato nelle vicinanze dell’ospedale. Non troppo vicino, dato che non volevamo farci scoprire.
Abbiamo corso giusto quei dieci minuti, ridendo a crepapelle e esaltandoci come bimbe con una nuova bambola. Ci stendemmo a terra, coperte da quel grano così alto che donava un’ombra a dir poco piacevole. C’era giusto quel venticello fresco a soffiarci sul viso, facendoci venire la pelle d’oca. Si stava così dannatamente bene. Cels si mise una spiga di grano in bocca, fingendosi uno di quei tipi con sguardo languido, e spalle poggiate sul muro; cappello da spaventapasseri, e occhi misteriosi. Risi come una matta, e lei mi seguì subito dopo.
‘Lì, leggimi un po’ del tuo quaderno.’ Sapeva ne avessi uno e particolarmente, sapeva me lo portassi sempre dietro per non perdermi nessun momento.
Sorrisi, aprendo la borsa e tirando fuori il mio fedele quaderno del ‘nonsense’.
‘Vorrei poter avere anch’io quel suo cappello ad antenna parabolica, così che possa trasmettere programmi 24 h su 24!’ E qui Cels scoppiò in una risata fragorosa che coinvolse anche me.
Continuai. ‘A parte gli scherzi, mi piacerebbe poter andare a Londra un giorno. Così da realizzare il mio sogno: visitare il Buckingam Palace. Mi hanno sempre affascinata le residenze reali, e in più amo la regina, Elisabeth. E’ così piena d’audacia, è così..sempre sorridente e piena di vita. Mi ricorda tanto la mia migliore amica, Celeste. Mi piacerebbe tanto essere come lei.’
Chiusi il quaderno, lasciando che i fogli si stropicciassero agli angoli. Quelle ‘farfalle’, mi piacevano. Anche perché alle elementari erano tutti così ordinati che mi dava noia, mi piaceva essere diversa.
Cels sorrise, distogliendomi da quei vaghi pensieri e ormai polverosi.
Sì alzò e mi porse la mano. ‘Dai, andiamo da ‘Burgers&Co., come ai vecchi tempi!’
Corremmo ancora, e arrivate lì incominciammo ad ordinare panini giganteschi, come quelli che mangiavamo sempre da bambine. Ci avevamo spruzzato del ketchup, e non solo sui panini. Eravamo ormai pomodori, ma non ci importava.
Nulla ormai importava più, se non io e la mia migliore amica.

Note dell'autore.
Capitolo fatto a mezzanotte, nella stanchezza ma nella voglia di pubblicarlo. Quindi, spero vi piaccia ugualmente. :)
Mi sono divertita a farlo, ahaha. xD
Al prossimo capitolo! :3

 

_leavemealonetodie_

   
 
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