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Autore: Forge    30/06/2012    1 recensioni
Beh dunque, questa è una storia che sto scrivendo. Aiutatemi a migliorarla con le recensioni, mi raccomando!
Per Ealy è la vigilia del suo compleanno. Presto conoscerà la sua natura e ciò la spaventa. Fortunatamente ha accanto a sè Max e Altair i suoi migliori amici. Ma il male sta arrivando...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Altra torta?-
-Sarebbe la terza fetta, Maximus. E con tutto quello che mangeremo stasera, penso sia meglio evitare.-
-Hai ragione.- Maximus si lasciò andare contro lo schienale della sedia di legno, nella sua umile cucina.
Al e Max si erano concessi una pausa dopo due intense ore di studio. Le uniche che avrebbero potuto fare prima dell’arrivo dei bambini a casa.
-Sai, io sarò anche scorbutica per i miei ovvi motivi,-cominciò Al- ma anche tu mi sembri piuttosto perso. Ti conosco. Perché sei così mogio?- Al scrutò il suo migliore amico con gli occhi grigi cercando di intuire la causa del suo malessere.
-Non è una grande novità, Al. Anzi, è sempre la solita storia. Sempre la solita, ancora e ancora e ancora.- sbuffò il ragazzo, alzandosi e mettendosi a lavare i piatti. Al invece ne tirò fuori altri, preparandoli per l’arrivo imminente dei fratelli di Max. –E in realtà dovrei esserci abituato.-
-Addirittura? Cosa c’è, hai ingoiato tutti i problemi del libro di matematica e li spacci per tuoi dilemmi adolescenziali?-
-Non è divertente, Al. Mamma è ancora incinta.- disse senza mascherare la nota di amarezza nella sua voce.
Max era il maggiore di una numerosa prole. I ‘bambini’ che presto sarebbero tornati dai propri impegni scolastici e non, erano i fratellini e le sorelline di Maximus: Miriam, Tod, Frank, Betty Lou, Sean e Alice. Il maggiore aveva sempre amato la sua famiglia ma le ultime nascite erano state dure da affrontare. Non che non volesse bene ai suoi fratelli, ma si sentiva addosso ancora più responsabilità e doveri: non poteva permettersi di uscire tutte le volte che voleva, doveva stare attento a ciò che diceva e alle parole che usava, non poteva combinare guai perché i suoi genitori dovevano già risolvere quelli dei fratellini. Si sentiva oppresso dal compito di essere il più grande. E per di più, i soldi non erano molti.
-Ho anch’io una vita, a questo non pensano? Sfornano bambini come se fossero pagnotte di pane.-
Ealy sorrise teneramente. Era tipico di Max non capire i concetti basilari, andando alla ricerca di quelli più complicati.
-Maximus, quando c’è l’amore, tutto è possibile.-
-Ti prego, non ripetermi la menata dell’amore. L’hai già fatta alla nascita di Sean.-
-Ah si?- spiazzata, Al si sedette a rimuginare, cercando qualcosa da dire. –Sicuro? Quella sul fatto che quando c’è l’amore è normale che ci siano tanti figli? E che grazie all’amore ci sei anche tu e che dovresti imparare dai tuoi genitori?-
-Si.- disse Max, prendendosi la testa tra le mani –E anche allora te l’eri cavata per un soffio…-
-Non è mica facile, sai?-
-Per tutte le lucciole dei prati, Alice ha due anni! E io ne ho sedici. Intendono andare avanti fino a quando ne avrò venti? A quel punto potrò fare io da padre ai miei fratelli, anzi, lo sto già facendo. E no, non dire niente, Al, - Max aveva subito zittito l’amica, che aveva aperto la bocca per esporre un pensiero- sei rimasta spiazzata anche tu! Non sai nemmeno cosa dirmi. E se tu non hai le parole, allora è grave.-
-Veramente, se mi lasciassi parlare, qualcosa da dire ce l’avrei. E non è una citazione di un qualche libro, il pensiero di un caro anziano incontrato per strada o un’idea formulata mentre stendevo i panni. Questa volta è un dato di fatto.-
-Sentiamo questo dato di fatto, allora.-
-La verità è che dovresti vergognarti, Maximus,- Al non si arrese, continuò il suo discorso nonostante lo sbuffo e l’occhiataccia del suo interlocutore.- e non guardarmi in quel modo. Sei circondato da gente che ti ama e vuole soltanto il meglio per te. Nonostante la dozzina di figli che si ritrovano i tuoi genitori, tuo padre ha sempre un momento per giocare a palla con te e tua madre ti rimpinza con le tue leccornie preferite. I tuoi fratelli ti considerano il loro eroe e per le tue sorelle sei il principe che tutte le bambine sognano. Forse è vero, la fatica e le responsabilità sono maggiori ma non ne vale la pena? O forse preferiresti essere nella situazione di Altair…-
Al si fermò. Non serviva continuare, Max conosceva bene quanto lei il dolore che provava la loro migliore amica. I due amici si guardarono negli occhi. Max stava per dire qualcosa quando la porta si spalancò ed entrarono Frank, Sean e Beatty Lou.
-Ealy!- i bambini si gettarono addosso alla ragazza che si ritrovò stretta in un immenso abbraccio. Al adorava andare a casa di Max proprio perché riceveva tutto quell’affetto; si sentiva male quando il ragazzo non capiva l’inestimabile tesoro che possedeva.
-Hey piccole pesti! E a me niente?- subito i bambini si gettarono sul loro fratellone ma ben presto furono distratti dalla torta. Max li guardò con tenerezza e incrociando lo sguardo di Ealy mimò un ‘grazie’ con le labbra.

Verso le sei Ealy tornò a casa dopo un’intensa giornata. Lei e Max si erano salutati qualche minuto prima e la ragazza aveva optato per andare direttamente a casa, aspettando là gli amici che in quel momento si stavano incontrando nella piazza della fontana.
Mentre stava per entrare sorpassando il cancello, notò qualcosa che la fece fermare. Il balcone della sua camera era molto vicino all’albero che spuntava allegro accanto alla casa. Era un noce e suo nonno aveva preso il nome proprio dal quell’albero. Al non si era mai accorta che i rami dell’albero si allungavano in direzione spaventosamente vicina alla sua camera. Un essere umano sarebbe riuscito a salire sull’albero e da lì arrampicarsi sul balcone? Forse no. Ma se avesse avuto un aiuto…
-Beh, vuoi stare lì al freddo o entri in casa!- la voce di suo padre la richiamò ancora una volta alla realtà. –Io e tua madre stiamo per uscire, così tu e i tuoi amici avrete la casa libera.- Non aveva accennato a Noce, ovviamente. Lui doveva rimanere in casa fino al momento opportuno.
D’un tratto Al si sentì mancare le forze. Mancava così poco alla rivelazione. Come un automa entrò in casa e salì fino alla sua camera, abbandonandosi sul letto. Prese il libro che aveva cominciato la scorsa notte e cominciò a leggere, ma subito i pensieri vagarono in altre direzioni.
Si chiese cosa ne sarebbe stato del suo futuro, se la sua amicizia con Max e Altair avrebbe potuto continuare anche se lei fosse stata diversa… Infondo erano amici da tutta una vita, no? Una piccola rivelazione non avrebbe crepato il loro rapporto. Neanche se questa rivelazione era la più importante della loro vita.

Il suono del campanello svegliò Ealy. Due bruschi risvegli in un giorno solo non avevano aiutato l’umore di Al a migliorare, ma i suoi amici vi avrebbero posto rimedio. Guardò l’orologio: le sette meno dieci. Si era proprio assopita. Prese i vestiti che aveva tenuto da parte per quella sera, mangiò qualcosa per il pessimo alito che si ritrovava, optò per non guardarsi allo specchio scongiurando un attacco di cuore e scese di sotto ad accogliere gli ospiti.
-Ciao- disse distaccata. La sveglia fuori programma non aveva cambiato il suo pessimo umore. Era molto angosciata.
-Wo, piano! Ti avevo detto che tutta questa allegria avrebbe rotto il ghiaccio del laghetto! Poi come farei a portare Frank a pattinare?- Max entrò, seguito da Altair e un timido Will. I suoi due migliori amici portavano un baule piuttosto grosso, che pareva anche pesante.
-E quello cos’è? Avete raccolto delle uova di struzzo?- domandò scherzosa Al
-Ci sembrava aggressivo regalarti delle uova di struzzo per i tuoi sedici anni. Anche perché il tuo vero compleanno è domani e regalare delle uova il giorno prima porta male!- rispose serio l’amico.
-Hey Mason, sono contenta che tu sia venuto! Perdonami se non sono riuscita a salvarti dalle grinfie di questi due avvoltoi durante il tragitto dalla piazza a qui, ma non riuscivo a stare in piedi dal sonno- disse sbadigliando Al, mentre Will faceva il suo ingresso in casa.
-Bene, adesso ti svegliamo noi con il nostro regalo!- commentò allegra Altair, prendendo l’amica e facendola sedere su una poltrona in salotto.
-Sono leggermente terrorizzata..- Will si sedette curioso sul divano e Maximus insieme ad Altair si misero davanti al fuoco acceso, pronti a mostrare la loro sorpresa.

  
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