SENTIRSI ULTIMO
Lui si sentiva l'ultimo.
Non poteva neanche sentirsi un essere, era solo un qualcosa.
Un qualcosa di insignificante.
Un qualcosa di inutile, ma al tempo stesso fastidioso, come un sassolino che ti entra nella scarpa.
Lui era proprio quel sassolino.
Un pezzetto di roccia che si era staccato da una roccia più grande, forse dal monte lì vicino, mischiandosi con tanti dei suoi simili sulla riva di un torrente.
Eccone un altro, l'ennesimo bambino arrivato per buttare in acqua un altro di noi. T'oh guarda...oggi tocca a me.
Finii in acqua. La nota positiva era il nuovo panorama, ma comunque rimanevo un qualcosa di inutile.
E ora cosa succede?
Cosa fa questo stupido pesce?
Perché disturba la mia inutile esistenza?
Mi prende e mi unisce dagli altri sassolini per chiudere un buco da cui passava una leggera corrente.
Ora ho capito.
Non sono inutile.
Gli esseri ci usano per costruire rifugi o tane.
Ora anch’io ho un nome e uno scopo.
Io sono e mi chiamo casa.