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Autore: Emily OneDirection    30/06/2012    2 recensioni
“Ascoltami…come ti chiami?” Stavo per chiudere gli occhi. “Sarah…” Mormorai a fatica.
 Cercai di respirare ma non ci riuscivo quasi più. “Rimani sveglia, non cedere.” Mi diceva con voce strozzata.
 Non potevo, non ci riuscivo, non mi importava. Mi sporsi abbastanza da vederlo in faccia. Vidi i suoi occhi color smeraldo che mi fissavano. Occhi lucidi e pieni di terrore.
 “Mi spiace” Sussurrai perdendo il fiato definitivamente. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare. Era il mio angelo.
 
 
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 . Who’s Holly?

 





Sentivo persone che parlavano, pregavano, piangevano. Non capivo nulla. Aprii lentamente gli occhi.
“Holly!” Urlò una donna venendo verso di me. Mi abbracciò. Non capivo.
Faceva caldo ed ero tutta sudata. Mi guardai in torno e capii di essere in una camera di ospedale. “Chi è Holly?” Domandai.
La donna che era aggrappata a me alzò lo sguardo. Notai il terrore nei suoi occhi color nocciola. Si voltò e corse via. Qualcuno deglutiva.
Io non capivo ancora nulla. “Qualcuno mi spiega che ci faccio qui?”
Una donna in camice bianco si avvicinò a me, poi si voltò verso le persone che erano riunite davanti alla porta e loro uscirono. Quando i suoi occhi ambrati incontrarono i miei scoppiai a piangere.
“Perché nessuno mi dice che succede? Perché non ricordo nulla?” Le chiesi. Doveva avere le risposte. “Perché non ho un’identità?”
Mi strinse a sé e mi calmai leggermente. “Hai avuto un incidente” Mi balenò subito in mente l’immagine di un’auto che travolgeva una ragazza.
“Un’auto mi ha investita.” Sussurrai. Scosse la testa. “No, Holland, eri dentro l’auto. Tu hai investito una ragazza.” Mi crollò il mondo addosso. Ero nel panico.
Respirai profondamente. “Non è colpa tua, non sei responsabile della sua morte. Lei si è praticamente buttata sotto l’auto quando per i pedoni era rosso.”
“Lei è morta?” La mia voce era strozzata. Avrei meritato io la morte. La dottoressa annuì. “Allora perché erano tutti preoccupati per me?”
Ecco, infatti non poteva esserci un motivo plausibile. “Hai frenato appena hai potuto e l’auto dietro alla tua ti è venuta addosso. Sei andata in coma.”
Non dissi più nulla. “Niente di fisico, crediamo solo che tu abbia un trauma cranico, per questo non ricordi nulla.”
“Crediamo?”
Cominciò a camminare avanti e indietro. “I test non mostrano nulla.” Avevo paura, solo quello.
Nella mia mente c’era solo un’insulsa domanda. “Come si chiamava?”
“Sarah”
 
Dopo quel nome ero impazzita e avevo smesso di respirare. I medici mi avevano dato dei sedativi e fatta addormentare.
Non ricordavo nulla. Non mi importava dei sedativi. Ero un pianeta in una galassia sconosciuta, un sole senza fuoco, come una bambina abbandonata a sé stessa.
Non mi spettava altro che attendere. Prima o poi sarei uscita da lì e forse mi sarei fatta una vita.
Ma a che pensavo? Avevo investito una ragazza. Avevo ucciso una ragazza. Tutto quel che ricordavo era lei che veniva colpita dalla mia auto e…e…degli occhi, occhi verdi come smeraldi.
Mi sembrava di appartenere a un altro mondo. Avevo l’impressione di essere nel posto sbagliato.
Non potevo essere stata io a investire quella ragazza, non era una cosa che mi sentivo di aver fatto.
 
Mi ero svegliata in piena notte e quella dottoressa era lì accanto a me. Deglutii.
“Dottoressa Miller, cosa mi succederà?” La mia voce era impregnata di terrore e la mia testa piena di confusione.
Tirò un sospiro e si alzò. “Tra una settimana tornerai a scuola. Dovrai cercare di vivere normalmente. Verrai spesso a fare dei controlli e dovrai andare spesso da una psicologa che tua madre ha già scelto.” Sussurrò per non disturbare gli altri pazienti.
“Mia madre? Nemmeno conosco quella donna! Come faccio a sapere se la sua scelta è affidabile? L’unica di cui mi fido è lei.” Sbottai. Mi sorrise.
Rimase immobile. “Io sono anche psicologa. Potrei aiutarti, ma devi parlarne con tua madre.”
Quella era l’unica cosa positiva che avevo sentito. Persino la voce di ‘mia madre’ era sembrata falsa mentre mi cercava di calmare mentre ero in preda all’attacco di panico.
“Ora riposa.” Sbuffai. “Ma è ciò che ho fatto finora.” Mormorai.
“Dammi retta.” Feci ciò che diceva.
 
“Signora…” Cominciai la frase e mi accorsi di non sapere neanche quale fosse il suo nome.
“Chiamami Shelby” Annuii.
“Shelby, ti dovrei chiedere un enorme favore.” Scosse la testa a mo’ di ‘quale?’. “Vorrei che la dottoressa Miller fosse la mia psicologa.”
A quella domanda si voltò di scatto verso il giovane medico. La dottoressa Miller non aveva più di ventisette anni. “Ha una laura?” Domandò. Lei annuì.
“Ehm, va bene tesoro mio.” Disse forzatamente e mi diede un bacio in fronte, poi uscì dalla stanza.
Un obbiettivo raggiunto. Me ne aspettavano altri.
 
Michi’s Corner
 
Come va la vita, ragazze?
Io ho appena finito questo capitolo e vi assicuro che chi voi aspettate arriverà presto.
Che ne pensate?
Un bacio. Michi
 
  
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