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Autore: Raffa Kiryu    30/06/2012    1 recensioni
Lockville; Naomi, la sua migliore amica, il suo migliore amico ed i Dirty Flames, un gruppo emergente e promettente. Una storia tormentata da vari sentimenti.
Capitolo nove; - Ciao, Miku. – Disse Lyam, alzando una mano. Miku ricambiò il saluto col cenno del capo. I due si scambiarono uno sguardo intenso. Uno sguardo del tutto simile, uno sguardo ostile. Entrambi volevano la stessa cosa, entrambi lottavano per la stessa cosa. Naomi si sentì mortificata.
Questa è la mia prima storia, mi auguro vi piaccia. Recensite, per dare consigli, non mi farebbe altro che piacere. :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
L'incontro.
Il suo cellulare squillò. Era Akemi, il suo nome era apparso sul display. Naomi interruppe per un attimo gli studi, posando la penna sul quaderno scarabocchiato e si affrettò a rispondere.
Non si stupiva affatto di ricevere una sua chiamata a quell'ora della sera. In fondo si sentivano ogni giorno, a qualsiasi ora. Erano le 22 passate e la stanza di Naomi era illuminata dalla sola lampada che posava sulla sua scrivania.
–        Pronto, Akemi?
–        Naomi! Cosa stai facendo?
La sua voce le parve eccitata.
–        Sto studiando.
–        Potevo immaginarlo!
–        Beh, allora perché me l'hai chiesto?
       Domandò Naomi perplessa.
–        Sto per farti una proposta molto interessante.
–        Akemi, scusa, ma sto studiando. E' tardi e sono stanca. Se hai voglia di scherzare, ora non è il momento giusto, per favore.
–        Cosa ti fa pensare che io stia scherzando?
–        Uhm vediamo... Forse perché vorresti propormi qualcosa, di stupido indubbiamente, alle 22 e.. - Si voltò alla sua destra, per consultare l'orologio. Spalancò gli occhi, era davvero tardi e non aveva ancora terminato i compiti. - Alle 22 e 38 di un Giovedì sera!
Riprese la penna e continuò a scrivere.
–        Ma devi ascoltarla, almeno!
–        Va bene, ma fa' in fretta.
–        Sachiko mi ha chiamata poco fa. E' al Vampire's nightclub e dice che è in esibizione un gruppo fighissimo, Rock!
Era molto euforica.
–        Okay Akemi. Ho già previsto la tua proposta. Ed ho anche la risposta pronta.
Esclamò Naomi.
–        Perfetto! Allora preparati, indossa qualcosa di carino che tr...
Naomi la interruppe.
–        No, no, no. Akemi, sto studiando, non posso uscire!
–        Per favore! E' solo un giro di dieci minuti.
Akemi la implorava e le parve quasi che piangesse.
–        Dieci minuti eh?
Naomi ed Akemi si conoscevano dai tempi dell'asilo, erano cresciute insieme ed erano tanto legate da sembrare due innamorate. Al collo, portavano una collana con un ciondolo in cui erano incise le loro iniziali, si scambiavano i vestiti e, quelle volte che passavano la serata insieme, dormivano abbracciate nello stesso letto, pur non essendo abbastanza grande da ospitare due persone.
- Sì! Dieci minuti, ti prego!
–        Questa sarà l'ultima volta che ti concedo di farmi una proposta del genere a quest'ora!
Akemi rise.
–        Oh! Grazie Naomi! Passo a prenderti fra cinque minuti esatti, non fare tardi!
Riagganciò di fretta. Sei sempre tu a fare tardi e adesso mi chiedi di non ritardare. Sorrise. Dopo aver acceso la luce della stanza, aprì il suo armadio e ne ricavò un semplice paio di jeans ed un maglioncino bianco. Si precipitò nel bagno per lavarsi i denti e spazzolare i suoi lunghi capelli neri. Non le interessava di essere carina, era solamente un giro di dieci minuti in un locale insignificante dove si stava esibendo una band che nemmeno avrebbe notato la loro presenza tra tanta gente.
Nel giro di pochi minuti, si ritrovò Akemi sotto casa.
–        Mamma, vado a fare un giro... di dieci minuti!
- Conosco i tuoi '' dieci minuti '', Naomi. Non fare troppo tardi che la sveglia suona sempre alla stessa ora.
–        No, non preoccuparti, è per davvero di dieci minuti.
Uscì e, questa volta, restò stupita nel guardare la sua Akemi. Indossava un vestitino rosso, che metteva in mostra le sue forme. Camminava su dei tacchi altissimi, dello stesso colore del vestito. Era truccata pesantemente e raccoglieva i suoi riccioli ribelli in una treccia laterale.
–        E tu cosa ci fai conciata in quel modo?
–        Sono dieci minuti in un locale, Akemi. Non una cena alla Casa Bianca. Piuttosto, dovrei porti io tale domanda.
–        E' una buona occasione per essere adocchiata da un ragazzo. E le occasioni non vanno mai sottovalutate! Ora, salta in macchina.
–        Non ti stanchi mai di soffrire per gli uomini, tu.
Rispose Naomi dirigendosi verso l'auto.
Il locale era a pochi chilometri dalle loro case. Era stato difficile trovare un posto libero per parcheggiare e l'orologio segnava già le 23 e sette minuti. L'aria era gelida e le strade erano bagnate. Naomi, ancora si chiedeva come Akemi, indossando un vestito davvero molto corto, resistesse al freddo. Entrarono nel locale, era abbastanza grande e pieno di gente. Le ragazze urlavano e si strappavano i capelli, le coppiette erano negli angolini più bui del posto a baciarsi, i ragazzi fumavano, bevevano e si scambiavano qualche battuta. Le due ragazze si tenevano per mano, così non si sarebbero perse d'occhio in mezzo a così tanta gente. Akemi camminava felice, apprezzando ogni complimento e sorridendo a qualsiasi ragazzo che le passasse davanti. Naomi, invece, era silenziosa e imbarazzata. Era l'unica ragazza che indossava un jeans ed un maglioncino ed era guardata con disprezzo.
Infilandosi tra le persone e spingendole un po' di qua e di là, riuscirono ad arrivare proprio sotto al palco scenico. Il gruppo continuava ad esibirsi. Era composto da quattro ragazzi: Un cantante, un batterista, un chitarrista ed infine un bassista.
–        Guarda quanto è bello quello lì a destra!
Akemi le segnalò un ragazzo abbastanza alto. La sua pelle era olivastra, i capelli erano castani, con delle sfumature bionde, ed aveva i dread. I suoi occhi scuri erano grandi e luccicanti mentre, le sue labbra, sottili e rosacee. Indossava dei jeans neri con una giacca di pelle aperta, anch'essa nera, che lasciavano intravedere i suoi addominali.
–        Non mi piace, è troppo appariscente.
Commentò Naomi. Spostò lo sguardo verso sinistra, precisamente, sul bassista. Un ragazzo alto, con un bel fisico, di carnagione chiara. I suoi capelli erano neri, come i suoi occhi, ed erano lunghi fino al collo. Portava una camicia bianca, con un cravattino nero al collo, dei pantaloni neri e delle scarpe di pelle. Guardò anche gli altri due membri del gruppo. Lui è il più normale, il più semplice. Il cantante aveva una cresta altissima, i suoi capelli erano biondi ma aveva tinto di blu le punte. Il batterista, invece, aveva il torso tutto tatuato ed era pieno di piercing. Fissò di nuovo il bassista senza dire una parola. Era davvero bello.
Il suo cellulare squillò di nuovo. Questa volta era sua madre.
–        Mamma?
–        Naomi, dove sei? Cos'è tutta questa confusione?
–        Sono al Vampire's nightclub e c'è un gruppo in esibizione.
–        Avevi detto un giro di dieci minuti! Non una nottata fuori!
A stento si capivano le parole.
–        Perché, mamma? Che ore sono?
–        Che ore sono? E' l'una!
–        L'una?!
–        Sì. Ed entro venti minuti ti voglio a casa, o dormirai in mezzo alla strada!
La signora Wazuka riattaccò nervosa. Era passato già così tanto tempo dal loro arrivo? Ad ogni modo, dovevano andare via.
–        Akemi, dobbiamo andare. E' tardissimo.
–        Ma cosa dici! Siamo qui da solo cinque minuti!
–        Ti sbagli, è l'una. Forza andiamo.
Guardò per l'ultima volta quel ragazzo e, all'improvviso, sentì un tuono esplodergli dentro l'anima. I loro occhi si erano appena incrociati. Si voltò di corsa, arrossendo. Prese per mano Akemi ed uscirono dal locale, per poi andare a casa.
–        Dimmi Akemi, tu hai completato i compiti di chimica?
–        C'erano dei compiti di chimica da fare?
Naomi si coprì il viso con le mani.
–        Come ci giustificheremo domani?
Domandò Naomi.
–        Troveremo una scusa all'istante. Ora non mi va di pensarci. Ma come fai a dire che quello è un tipo troppo appariscente? Dio! Era bellissimo!
Scandì quell'ultima parola.
–        Sapevo che saresti tornata a parlare di lui. Beh, non possiamo essere d'accordo in tutto. Ognuno ha i propri gusti, non credi?
–        Sì però...
–        Però basta. Dimenticalo, non lo vedrai mai ed anche se lo vedessi, non sarà mai tuo.
–        Perché dici così, Naomi? Mi hai sempre detto di essere la persona più bella esistente sulla Terra.
–        Questo non lo metto in dubbio. E' solo che, noi persone '' normali '', non possiamo permetterci di essere fiancheggiate da persone di successo. Sennò, come te lo spieghi il fatto che ogni Very Important People stia con un altro Very Important People?
–        Giusto...
Akemi cambiò radicalmente espressione. Ora era triste e delusa.
–        L'hai visto per così poco tempo e già te ne sei innamorata?
–        C'era qualcosa in lui che... mi ha colpita. Se mi domandassi cosa, non saprei risponderti.
–        Dai, non preoccuparti. Ci sono tanti bei ragazzi in giro, prima o poi troverai quello giusto.
 
Una volta arrivata a casa, Naomi si diresse direttamente nella sua stanza. Diede l'ultima occhiata ai suoi compiti: il suo quaderno di chimica era tutto scarabocchiato, non ne aveva capito nulla. Chiuse sia il libro che il quaderno e posò la penna nel suo borsello, si infilò il pigiama e andò a dormire.
Il mattino seguente, Naomi aspettava già ad occhi aperti lo squillar della sveglia. Aveva dormito poco, era preoccupata per gli studi.
Erano le 6.30 e fuori l'aria era gelida. Il più freddo Gennaio degli ultimi 3 anni. Spalancò le finestre, il meteo aveva preannunciato una giornata fredda ma di sole. E invece, fuori c'era la grandine.
Fece una veloce doccia calda ed indossò gli stessi panni della notte precedente.
Il suo cellulare squillò di nuovo, ma questa volta era un messaggio, di Akemi. Naomi si aspettava che non andasse a scuola per non aver studiato, ma si sbagliava.
'' Giornataccia vero? Passo a prenderti prima, facciamo colazione al bar! Buongiorno Nao. ''
La rispose dicendo che l'avrebbe aspettata, e così fu. Preparò la borsa e nell'attesa, ripassò filosofia.
Akemi arrivò poco dopo le 7 e mezza e si diressero verso il Good Bar, situato proprio fuori la loro scuola. Presero un cornetto alla marmellata ed un cappuccino a testa, poi, si accomodarono ad un tavolino per gustarli.
–        Allora, ci sono delle novità?
Domandò Akemi.
–        Novità nel giro di cinque ore e mezza? Tornata a casa, sono andata direttamente a dormire.
–        Capisco.
–        Tu, come stai?
–        Sai, non sono per niente consapevole se stare bene o male perché mai come ora, penso che sia la stessa cosa.
–        E' per quel ragazzo di ieri, Akemi?
Naomi la guardò sorpresa.
–        Lo so che è strano. Ma penso di essermi innamorata.
–        Sapevo che soffrissi abbastanza per gli uomini, ma non che tu lo faccia anche con quelli di cui non conosci né il nome né nulla di lui. Una persona che non hai mai toccato e con cui non hai mai parlato.
–        Ieri sera, era il mio cuore a parlare, ad entrare in contatto con lui.
–        E' una persona che non potrai mai avere Akemi, fattene una ragione. E scusami se ti sto, in un certo senso, aggredendo. Ma non voglio che tu stia male per una persona che nemmeno conosci!
Seguirono degli istanti di silenzio.
–        Ieri ti ho notata. Stavi fissando il bassista e lo hai fatto per tutto il tempo, tanto da non accorgertene che fossero già passate due ore. Vorresti per caso dirmi, che tu non sia stata attratta da lui?
–        Akemi, un conto è l'essere attratta, un conto è l'essere innamorata di una persona che non si conosce!
–        No, Naomi. Tu sei innamorata, te lo dico io che lo sono stata tantissime volte e ormai so cosa si prova e so come si ci comporta quando una persona è innamorata.
–        Non tutte le persone sono uguali, questo lo sai. Magari io potrei manifestare il mio innamoramento in un altro modo.
–        Hai appena detto che non tutte le persone sono uguali. Allora, perché non pensi che anche lui sia diverso dagli altri? Che non gli basti una VIP per essere felice, ma una persona qualunque?
–        Perché le mentalità delle persone famose sono tutte uguali, questa volta.
–        No, non tutte le persone sono uguali.
–        Bene Akemi. Fa' quello che ti pare, ma sappi che io non ci sarò. Non ci sarò quando lui ti rifiuterà, premettendo che ti dia l'occasione di farlo.
 Si alzò dalla sedia, lasciando la ragazza da sola e andò in classe anche se, da lì a poco tempo, l' avrebbe rincontrata. Fu la prima ad arrivare, era ancora presto ma i cancelli erano già aperti. I corridoi erano freddi, le aule ancor di più visto il non funzionamento dei termosifoni.
Ne approfittò di quel tempo e di quel silenzio per continuare i suoi compiti di chimica, ma niente da fare, oltre ad essere difficili, non era in vena di farli. Pensava ad Akemi ed al suo passato. Si è innamorata di così tanti uomini, che ha perso il conto. Ed ha sofferto per così tanti ingrati, che amore e sofferenza hanno quasi lo stesso significato per lei. Era sempre la stessa storia, prima la soggiogavano con le loro parole, degli appuntamenti, poi, dopo averla portata a letto, era tutto finito. Solo alcuni, forse, provavano una sorte di sentimento nei suoi confronti ma finirono per stancarsi. Akemi è testarda, possessiva e a volte banale. Ma non nascondeva affatto il suo lato dolce e romantico.
Al suonar della campanella, l'aula di filosofia si riempì. Akemi si accomodò al lato di Naomi, come suo solito, ma senza rivolgergli una parola per tutta la lezione. Ogni tanto, Naomi le dava qualche sguardo ed era pienamente consapevole del dolore che le aveva provocato dicendo quelle parole, ma era così stanca di vedere la sua Akemi soffrire, che non evitò di dirgliele. Al termine delle lezioni, le avrebbe chiesto scusa.
Dopo l'ora passata nell'aula di filosofia, attraversarono il corridoio per giungere all'aula di chimica. Stringevano i loro libri fra le braccia, mantenendo pur sempre le distanze e stando in silenzio, con lo sguardo fisso sul pavimento. Quando arrivarono, la classe era già piena, e, per loro sfortuna, dovettero sedersi ai primi banchi. Sul loro volto era stampata la preoccupazione e l'agitazione.
- Bene ragazzi, siete tutti presenti.
Disse la professoressa Mirrors. Poi infilò le mani nella sua borsa.
- Avevo appunto preparato un test, dovete svolgerlo ora.
Cominciò a crearsi confusione in classe e Naomi ed Akemi entrarono nel panico.
- Ed ora come facciamo? Cavolo! Io non so nulla!
Disse Akemi stringendo Naomi per il braccio.
- Dovremmo dirle che non siamo preparate?
- No! Assolutamente no!
–        Allora quale sarebbe la tua soluzione, Akemi?
–        Non lo so.. Proveremo a copiare?
–        Copiare al primo banco? Ahahah!
–        C'è gente che ci riesce.
–        Io non ho questo '' talento'', Ake. Risponderemo solo alle domande a cui sappiamo dare una risposta, alle altre, tenteremo con la fortuna.
–        Ma io non ho aperto libro ieri!
–        Cercherò di aiutarti.
–        Grazie...
La professoressa gironzolava tra i banchi, c'era il silenzio assoluto, ma di tanto in tanto si sentiva bisbigliare. Pensando che fossero gli alunni agli ultimi banchi, la Mirrors si dirigeva lì, e Naomi ne approfittava per aiutare l'amica, per quanto ne poteva sapere. Erano perlopiù esercizi di ripetizioni, delle lezioni precedenti, mentre scarseggiavano quelli dell'ultima lezione. Naomi si sentì sollevata, il test non era andato poi così male, era più che sicura che avrebbe raggiunto la sufficienza se non essere andata anche oltre, e questo la rendeva felice in quanto è stata in grado di aiutare Akemi e, quindi, farle ottenere un buon voto.
–        Volevo scusarmi per quello che ho detto prima...
Disse Naomi mentre si dirigevano nell'aula di musica.
–        Non preoccuparti, capisco di essere un peso per te.
–        No, non sei un peso. Ma non voglio vederti star male persino per ragazzi che non conosci. E' frustante per me e lo è anche per te.
–        Scusami, è sempre colpa mia.
Naomi strinse tra le braccia Akemi, scoppiata in lacrime.
–        Dai, va tutto bene. Basta piangere.
La ragazza si asciugò gli occhi con le maniche del suo maglione. Infine, le rivolse un sorriso.
 
Mancavano circa venti minuti all’inizio della lezione di musica, ma le ragazze si affrettavano a raggiungere l’aula mentre i ragazzi avevano stampato sul volto un’espressione annoiata. Camminavano in gruppetti, sgranocchiando qualcosa.
-          Ho sentito dire che Miss Bones ha invitato i  Dirty Flames ad esibirsi nel nostro istituto. Dopo l’esibizione terremo una conferenza.
Disse un ragazzo.
-          Questo spiega il comportamento delle ragazze…
Rispose il compagno.
Naomi ed Akemi si scambiarono uno sguardo perplesso.
-          Siamo le uniche ragazze normali in tutto l’istituto?
Scherzò Naomi aprendo una busta di patatine.
 
-Naomi!
Si sentì una voce in lontananza, ed un ragazzo stava correndo verso di lei. Era Miku, il suo migliore amico.
-          Ehi!
Naomi l’abbracciò.
-          Ciao Akemi!
-          Ciao Miku.
-          Allora, dove state andando?
-          Abbiamo lezione di musica tra…
Naomi sbirciò l’orologio. – Cinque minuti.
Continuò.
-Ah, quindi anche voi incontrerete i Dirty Flames.
-Non ne abbiamo mai sentito parlare. – Mormorò Akemi.
-Che strano. E’ la band più discussa e seguita del momento. – Miku aggrottò la fronte. –Le ragazze impazziscono per loro. – Continuò.
-Beh, magari alla fine della lezione di musica, potresti trovar impazzite anche noi!- Scherzò Naomi.
-Non me lo auguro affatto.- Disse Miku. Poi si rivolse verso Naomi. – Che ne dici di andare a fare un giro domani sera? Ti ricordo che c’è la festa del paese.
-Giusto! Mi sembra un’ottima idea! Akemi, vieni anche tu? Rispose Naomi.
Miku le rivolse uno sguardo deluso.
-Ehm… No, grazie… pensandoci, avrei qualcosa da fare.
-Allora a domani, Naomi?
-Sì, a domani! – Disse, rivolgendogli un gran sorriso. Il ragazzo si allontanò.
-Akemi, cos’hai da fare domani sera? – Chiese la compagna curiosa.
-In effetti… niente.
-Allora mi spieghi per quale motivo del cavolo hai rifiutato di uscire con noi?
-Nao, hai mai notato il modo in cui ti guarda Miku? E ti sei mai accorta quanto sorridi quando c’è lui?
-E’ un amico, Akemi. Non c’è nulla fra di noi. Te l’assicuro!
-Non si direbbe! Poi… E’ così carino! Alto, biondo, occhi azzurri! E’ il sogno proibito di metà istituto.
-Ti ripeto, tra noi non c’è niente.
-Comunque, mi sono sentita in dovere di non venire. Miku ha chiesto a te d’uscire.
-Come vuoi…
  
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