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Autore: Djali    16/01/2007    1 recensioni
I Malandrini, le sorelle Black, Lily, Lucius e Severus vissero un anno speciale a Hogwarts, e perché il suo ricordo non sbiadisca ci racconteranno, uno per uno, quello che provarono nei più intensi e magici giorni della loro adolescenza...
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, I Malandrini, Lily Evans, Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seguii Sirius e James in silenzio. Loro non si voltarono verso di me mentre ci dirigevamo al castello; non lo fecero quando passammo davanti alle clessidre con i punti delle case, e con quella di Grifondoro tristemente quasi vuota, e neppure mentre salivamo le scale diretti al dormitorio. Il cuore mi batteva all'impazzata. Un'altra volta avevo lasciato che la mia paura vincesse. Non avevo aiutato i miei compagni e neppure avevo testimoniato in loro favore quando ero l'unico che avrebbe potuto farlo. E loro ne avrebbero avuto veramente bisogno. Alzai lo sguardo su Sirius e James: camminavano con passi secchi e pesanti, i pugni serrati e i muscoli contratti per la rabbia. Li seguii silenziosamente fino al buco del ritratto e attraverso di esso. Ma non appena esso si fu richiuso alle mie spalle accadde qualcosa, tutto molto rapidamente: Sirius emise un ringhio che mi fece alzare i capellis ulla nuca e si lanciò contro di me con i pugni serrati. Sentii la mia stessa voce squittire mentre, terrorizzato, fuggivo dallo spaventoso Felpato e mi rifugiavo accanto al camino.

-Sirius, tu non...-

-CODALISCIA, PERCHE' LO HAI FATTO DI NUOVO?- mi fronteggiò con la mascella contratta, i muscoli che si flettevano sotto la camicia semisbottonata, gli occhi che lanciavano fiamme. I suoi denti mi parvero ad un tratto molto più aguzzi del normale.

-Sirius, credevo... da soli potevate benissimo...-

-MI FAI SCHIFO, PETER!- mi interruppe con voce spezzata. Improvvisamente sentii gli occhi bruciare.

-Felpato, ora stai...- tentò di dire James. I suoi occhi tradivano la stessa rabbia di Sirius, eppure riusciva a controllarsi. Cosa di cui Sirius non era mai stato capace. Ignorò James e continuò a rivolgersi a me.

-Peter, ti rendi conto di quello che hai fatto? Bastava una tua parola e quei bastardi avrebbero avuto quello che si meritavano!-

-Senti, Sirius...- tentai di dire un'altra volta. Di nuovo si lanciò contro di me con aria minacciosa, e io indietreggiai fino al centro della stanza. Rivolsi gli occhi tutt'intorno, alla disperata ricerca di una via di fuga. Possibile che a parte noi la Sala Comune fosse completamente deserta?

-Ascoltami, ti prego, Felpato... Io... io ho pensato che non avevate bisogno di me, voi siete così forti...-

-Ah, è per questo?- gridò Sirius fuori di sè -Non è mica perché sei uno schifoso vigliacco, vero?!- Mi si avvicinò di qualche passo, facendomi retrocedere fino a che mi trovai con le spalle premute contro il muro. Il mio cuore batteva all'impazzata e i miei occhi continuavano a saettare di qua e di là. Ti prego , pensai senza sapere bene a chi mi stavo rivolgendo, fa che arrivi qualcuno. Sirius, ti prego, lasciami in pace, smettila... . -Sirius, tu hai ragione, ma abbassa...- tentò James. Sirius lo ignorò e continuò a fissarmi in silenzio per qualche secondo. Io tirai un profondo respiro prima di sussurrare l'unica frase coerente che mi venne in mente, e cioè che mi dispiaceva. Ma prima che potessi farlo, con un guizzo fulmineo, Sirius si avventò contro di me con il pugno serrato. Contemporaneamente James si buttò su di lui, cercando di trattenerlo per il mantello, ma non ce ne fu bisogno. Il pugno di Sirius era a poco più di un centimetro dalla mia faccia, quando mi trasformai. Sentii la mia colonna vertebrale allungarsi per formare una lunga coda pelata, e nello stesso modo mi si appuntirono le ossa del viso. Mi crebbero dei lunghi, sottili baffi, mentre tutto il mio corpo si rimpiccioliva. Tutto durò poche frazioni di secondo, dopodiché mi lanciai in una corsa disperata verso la scala del dormitorio. Sentii le urla confuse di Sirius e di James seguirmi su per le scale mentre il primo cercava in tutti i modi di calpestarmi. Balzai di lato per sfuggirgli quando si buttò a terra accanto a me per prendermi in mano. Entrai nel dormitorio dei ragazzi e mi nascosi sotto un letto. Il mio cuore faceva tanto rumore da sembrarmi perfino più forte delle urla furibonde di Sirius. Una sua mano si infilò sotto il letto dove mi ero rintanato e mi trascinò fuori sollevandomi per la coda. Mi dimenai, tantando di fuggire. Ma Sirius mi sollevò davanti al suo viso in modo da guardarmi negli occhi.

-Torna immediatametne normale, Peter, IMMEDIATAMENTE!- mi ruggì contro. Ad un tratto, più gradito di quanto non avessi mai creduto, mi raggiunse un suono scricchiolante... qualcuno aveva aperto il buco del ritratto !

-Ehi, cosa sono questi strilli?- sentii una ragazzina domandare dalla Sala Comune. Non avrei avuto un'altra possibilità di scappare. Mi contorsi per riuscire a mordere un dito di Sirius. Lui gridò e mi scagliò contro il muro, mentre il profondo taglio che gli avevo inferto iniziava a perdere sangue. Corsi giù dalle scale, attraversai la Sala Comune, sgattaiolai fra i piadi della ragazzina e oltre il buco del ritratto, che immediatamente si richiuse. Il cuore mi martellava dolorosamente nel petto per la paura. Sentii i miei piccoli occhietti di topo inumidirsi di lacrime roventi... Perché non ero come Sirius? Lui era così forte, così coraggioso, così spavaldo... Perché non riuscivo ad assomigliargli nemmeno un po'?

La mia fuga proseguii fino alla Sala d'Ingresso senza che me ne rendessi conto. Attraversai il portone socchiuso e discesi le scale di marmo accompagnado i miei passi con i movimenti guizzanti della coda pelata. Scivolai fra l'erba, per me altissima, finché giunsi sulla riva del lago, è lì, al riparo fra le radici di un salice, mi accoccolai tutto tremante, nascondendo il musetto bagnato di lacrime fra le zampe. Rimasi lì per poco tempo, quando delle voci mi destarono dolorosamente dalle mie riflessioni. Il mio sguardo saettò attraversò i mastodontici fili d'erba facendomi intravedere le due ragazze che si erano avvicinate. Ci misi un po' per riconoscerle, ma quando lo feci, il mio piccolo cuore diede un battito così forte da farmi male.

-Avanti, tanto ormai l'ho capito...- disse la minore delle cugine di Sirius, sedendosi poco lontana dal mio nascondiglio. La ragazza che le si sedette accanto aveva i capelli rossi agitati dalla brezza e lo sguardo preoccupato. Mi appiattii sul terreno, come per attutire il rumore del mio piccolo cuore che batteva con un ritmo folle.

-Meda, per favore, se fosse una cosa importante te l'avrei detto...-

-Dài, Lily, adesso devi dirmi chi è questo misterioso cavaliere. So di sicuro che c'è, sei troppo distratta e silenziosa. Avanti, chi è?-

-Andromeda, ti ho detto che...-

-Ho capito!- esclamò ad un tratto Andromeda, dandosi uno schiaffetto sulla fronte: -Ecco perché non vuoi frequentare il gruppo di mio cugino, come ho fatto a non capirlo prima?!-

Sentii ad un tratto lo stomaco farsi pesante come un macigno, soprattutto quando vidi Lily spalancare gli occhi e diventare rossa come una fragola. No, non poteva essere...

-Ti sei presa una cotta per Remus, eh?- chiese la più giovane delle Black strizzando l'occhio.

-No, ma cos'hai capito!...- rispose Lily con aria indignata -Lui è mio amico, non mi sognerei mai di...-

-Allora chi è? Mio cugino lo escluderei, lo odi troppo... Restano solo Potter e... come si chiama l'altro?-

Il mio cuore si agitava in modo incontrollabile e dava colpi furibondi contro le costole.

-Intendi Minus?- chiese allora Lily. Tesi le mie orecchie da roditore, piccole e poco allenate, il più possibile. Aveva pronunciato il mio nome... Non poteva essere vero...

-Lily, ora tu mi dici chiaramente chi... AAAAAARGH!!- L'urlo di terrore di Andromeda mi trapanò il cervello. Mi spinsi più in profondità nel mio nascondiglio.

-Che ti prende, Meda, sei pazza?- chiese LIly con aria spaventata, rizzandosi in piedi. Spalancai gli occhi per vedere cos'era successo, e vidi con orrore la ragazza dai capelli scuri puntare un dito tremante nella mia direzione.

-Lì... lì una cosa bianca si è mossa...-

-Una cosa... cosa ?- chiese Lily avanzando verso di me e chinandosi.

-Credo che sia un topo...- balbettò Andromeda. Lily tese una mano mentre io, paralizzato dalla paura, pregavo il cielo perché lei non mi vedesse. Ma lei scostò l'erba con le dita e mi rivolse un ampio sorriso. Non lo aveva mai fatto, prima, e sentii il cuore improvvisamente leggero.

-Hai ragione, Meda: è un tenerissimo topolino. Non c'è niente di cui aver paura... Ehi, piccolino...- sussurrò Lily avvicinandomi una mano, come se volesse sollevarmi. Prima che potessi pensare, l'istinto di topo che avevo sviluppato fece scattare le mie zampette come delle molle. Un altro strillo di Andromeda seguì la mia corsa zigzagante attraverso i prati. Dovevo credere a quello che avevo sentito? No, Lily non poteva essersi innamorata di me... ma del resto lei odiava James proprio quanto odiava Sirius, non poteva trattarsi di nessuno di loro, e Remus lo aveva escluso fin dall'inizio...

Sentii il mio piccolo cuore di topo piroettare, pieno di gioia selvaggia, nel petto.

   
 
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