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Autore: Julia Veiss    01/07/2012    2 recensioni
Quando Hermione chiede "e voi, che avete intenzione di fare dopo la scuola?" a Neville crolla il mondo addosso. Già, che fare?
Sua nonna vorrebbe tanto che diventasse un Auror, come i suoi genitori prima di lui.
Ma Neville un sogno nel cassetto ce l'ha ed è determinato a seguirlo.
E poi c'è quella strana ragazza con i capelli biondi e gli occhi color del cielo...
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Neville richiuse piano il suo baule. Nel dormitorio di Grifondoro regnava il silenzio.
«Dai, Neville, scendi! Quanto ci metti a preparare un baule?»
«Arrivo, Ron... scendo subito.»
Guardò a lungo il dormitorio. Per l’ultima volta.
Ad Hogwarts non erano stati anni facili, per lui. Già negli studi non era esattamente una cima, poi il ritorno di Voldemort e tutto quello che ne era seguito avevano reso tutto ancora più difficile.
Però sapeva che aveva trovato degli amici, amici veri. Come non ne aveva mai avuti.
Neville scese in fretta le scale e si trovò nella Sala Comune di Grifondoro.
«Ah, allora ti sei deciso a scendere! Stavamo per usare un incantesimo di Appello» sbottò Hermione, sorridendo.
«Scusatemi, non riuscivo a… a trovare la Ricordella» farfugliò Neville, poco convinto.
«Beh, questa è l’ultima volta che ci troviamo tutti assieme qui» mormorò Ginny, triste.
«Ma possiamo sempre scriverci via gufo. Voi dove starete?» chiese Neville.
«Noi, tutti alla Tana. Ora che Fleur e Bill si sono sposati abbiamo una camera in più» disse Ron. «Tu invece, dove starai?».
«Ah, io sarò sempre d mia nonna. Se non fa attenzione una volta o l'altra farà saltare per aria la casa!»
Terminati i saluti alla Signora Grassa e a Nick-quasi-senza-testa, il gruppetto si avviò verso il binario, dove li aspettava l’Espresso di Hogwarts che li avrebbe ricondotti a Londra.

Arrivati al binario, dopo i frettolosi saluti agli insegnanti tutti gli ex-studenti salirono sul treno. Neville si affrettò a cercare uno scompartimento vuoto. Non aveva voglia del trambusto che creavano Ron ed Harry con i petardi magici, voleva starsene un po’ da solo per pensare a come avrebbe detto a sua nonna Augusta che voleva diventare insegnante di Erbologia. Era elettrizzato: oramai era maggiorenne e poteva decidere della sua vita, ma d'altra parte affrontare la temibile Augusta Paciock non sarebbe stata un'impresa facile, e lui lo sapeva benissimo.
Per un po’ guardò fuori dal finestrino, poi si disse che non doveva per forza comunicare subito la sua decisione alla nonna e quindi decise di mettersi a leggere. Aveva appena estratto dal baule la sua copia di Mille Erbe e Funghi Magici quando qualcuno bussò alla porta del suo scompartimento.
Era Luna.
Neville si alzò di scatto e andò ad aprirle la porta. «Ciao, Neville… sul treno non c’è posto, posso sedermi?» Aveva le gote leggermente arrossate. Neville abbozzò un sorriso.
«Si, certo, accomodati» rispose, imbarazzato.
Luna non fece neanche in tempo a metter piede nello scompartimento che delle sue compagne di Corvonero la presero e la portarono via, strillando che qualcuno aveva stregato una Cioccorana e che era uno spettacolo da non perdere. Mentre Luna seguiva a malavoglia le sue compagne rivolse un ultimo sguardo dispiaciuto a Neville. Lui, deluso, si risedette e riprovò ad immergersi nella lettura.
Stranamente, però, non riusciva a concentrarsi su nulla per più di due minuti.

Dopo un tempo che gli parve interminabile, l’Espresso per Hogwarts raggiunse sbuffando la stazione di King’s Cross. La banchina era gremita di persone: genitori, parenti, amici degli studenti di Hogwarts.
Neville notò un gruppetto di persone, tutte con i capelli rossi. Dovevano essere i Weasley. Poco distante, su una panchina, sedeva un’anziana signora con i capelli color argento.
Indossava un abito verde bottiglia, una voluminosa pelliccia di volpe ed un cappello scuro su cui troneggiava un avvoltoio impagliato. In mano stringeva una grande borsa rossa. Gli occhi, grandi e scuri, erano vispi e luminosi e osservavano il frenetico viavai di persone.
A Neville sfuggì un sorriso. Sua nonna Augusta non era mai venuta ad accompagnarlo o a prenderlo alla stazione, nemmeno quando frequentava il primo anno ed era solo un ragazzetto impaurito.
Scese in fretta dal treno e si diresse velocemente verso di lei, quasi correndo. Lei non lo guardò nemmeno, ma c'era da aspettarselo. Detestava le dimostrazioni d’affetto. Ma quando Neville le fu davanti lui le prese le mani, la guardò negli occhi e sussurrò «Ciao, nonna».
Solo allora lei ricambiò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime.
«Sei cresciuto tanto» disse in un soffio «ma il sorriso resterà sempre quello di tuo padre».
Dopodiché, nonna e nipote si strinsero in un lungo abbraccio, mentre il caos della stazione vorticava attorno a loro.
«Bentornato, Neville».
  
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