Harry
Potter se ne stava appallottolato contro il muro , le ginocchia strette fra le
braccia e gli occhi sgranati nell’oscurità. Nessuno degli adulti lo aveva
creduto. Suo padre, James, aveva liquidato
come un incubo. Una visione del passato articolata che gli aveva dato in
testa. Probabilmente aveva sentito parlare di questo fratellino, passando in
corridoio, intrasentendo i discorsi mentre giocava e il suo inconscio aveva
partorito quella fantasia dannatamente reale. Il problema era, che intatto che lo infarciva di quella palla, non pareva
crederci nemmeno lui e Lily alle sue spalle, aveva perso dieci toni di colore
sul viso e non era stata in grado di spiccicare mezza parola.
Harry strinse le braccia attorno alle ginocchia e strizzò gli occhietti verde
bosco fino a sentire le lacrime bruciare. Non era stata una fantasia. Quello era
un bambino vero. Quello era suo fratello. Se fosse stato un sogno, non avrebbe
sentito quella manina contro la sua no? Si sarebbe svegliato prima di
toccarlo, come succede sempre negli
incubi. Prese a dondolare il busto, sussultando quando un tonfo secco si aprì
nella stanza.
Il bambino sbarrò gli occhi nell’oscurità inquadrando una palla bianca che
rimbalzava da sola. Scivolò in piedi facendo strusciare le spalle contro il
muro dietro di lui e con il cuore in gola vide i contorni del bambino
riapparire come portati dal vento.
Il piccolo alzò gli occhi scuri verso Harry e sorrise mostrando qualche
finestrella nella dentatura candida - …Non
ti hanno creduto vero?- mormorò .
-No.- Harry scosse il capo -Hanno detto che sei uno spirito del
passato.-
Il bambino agguantò la palla con entrambe le mani, poi la face di nuovo
rimbalzare a terra - I Profeti possono
vedere i morti. Alcuni di noi, hanno anche insite doti da Negromante.-
Harry non si mosse - Quindi, tu sei
morto?-
-Lo sono stato Harry.- gli occhi
nocciola del bambino si sollevarono - Te
l’ho spiegato.- lasciò andare la palla e si avvicinò ad Harry che pregò di
entrare dentro il muro e sparire - …Anche
se, da quel giorno, la morte mi segue. E’
stato commesso un peccato contro natura a ridarmi la vita.-
Harry sentiva che era il momento di chiudere gli occhi, ma non ci riusciva. Era
come legato a quella vista dal fascino dell’orrore. Dalla bocca del bambino dei
rivoli di sangue stavano scendendo lentamente. Fili di sangue e bava che si
unirono al mento del piccolo prima di cadere a terra a gocce -CHE
TI SUCCEDE?- strillò
-Pago
per una colpa non mia…-
Per la seconda volta le grida di Harry rimbombarono per la casa , ma stavolta
ad accorrere non furono tutti i presenti. Mentre la visione del piccolo che
perdeva sangue dalla bocca svaniva, Harry si sentì afferrare le spalle da
qualcuno molto alto, con una folta chioma bianca e occhi blu. Charlus Potter.
-Harry.-
disse il vecchio mago -Respira.-
Harry continuava a gridare come un
ossesso.
-Harry James Potter. Respira con me.-
Il piccolo mago, gli occhi verdi gonfi di lacrime, iniziò ad imitare il
modo di respirare del nonno. Calmo, e pacifico. Intanto che la tensione all’interno del suo corpo
lentamente veniva meno - Io non l’ho
immaginato nonno.- disse quasi soffocato dal pianto - E’ vero. E’ vivo.-
-Lo so Harry, lo so.-
Era Lily a mentire…
Nello
stesso momento, in un ospedale di Londra, Sandra McPhee,
un infermiera impiegata nel reparto di terapia intensiva, lasciò cadere a terra
la cartelletta e corse in corridoio alla ricerca del primario . Il piccolo
paziente della camera sette, quello soprannominato John Doe
perché lasciato in stato di coma davanti alle porte dell’ospedale, si stava
dibattendo sotto le coperte in preda ad una violenta crisi epilettica.
…Aveva sfidato le leggi
della Natura, ne era certo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Voi
potete parlare con i morti?-
James sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e portò il viso verso la
spalla sinistra, Sirius sospirò dalla porta -Alcuni di noi riescono a farlo. Cecily,
ad esempio, non s’è mai capito se da piccola riusciva o meno, o se i suoi fossero solo amici
immaginari.- mormorò socchiudendo gli occhi pensoso. Aveva ancora davanti
gli occhi la sorellina di un anno e mezzo rivolta verso il muro con tutto il
girello che rideva e batteva le manine verso il niente - Ma i
negromanti, per parlare con un defunto, hanno bisogno di qualcosa di suo. Il
cadavere, capelli, un capo di abbigliamento. Trovarsi nel luogo dove il defunto
è morto. Non è che boom, un giorno lo sognano e basta.- scosse il capo e
tornò a girarsi verso il libro che teneva in mano. Il cui titolo, Sirius cercò di leggere, ma senza successo - Non ha senso.-
-Pensi davvero che Lily l’abbia
riportato in vita, o che c’abbia provato?-
-Io
ho visto mio figlio morire. Che gli sia successo dopo lo ignoro.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Siete
bestie strane voi Potter.-
Cecy
sospirò dal letto e volse il capo verso la porta dove Remus
la osservava con le braccia incrociate al petto - Già.- mormorò alla sua volta -
Siamo fra le famiglie magiche con il potere innato più particolare.- sospirò
osservando il soffitto -Poco utile in
battaglia, ma per il resto, una vera cannonata.-
Remus si staccò con un colpetto di reni dal suo
appoggiò e si avvicinò al letto -Che ne
pensi di tutto questo?- le chiese e Cecy fece
spallucce osservandolo - Se l’è
immaginato secondo te?-
La strega sporse il labbro inferiore osservandolo - Sinceramente non lo so. Io ero convinta di avere una babysitter, nana
Lucia, ma…- scosse il capo -…Era la
babysitter di James è morta qualche mese prima cha io nascessi.-
-Davvero?-
-Si addormentò con una candela accesa accanto al letto, questa cadde non si sa
bene come e le andò a fuoco il materasso , ma io ricordo questa anziana donna
che giocava con me a bubu settete.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
In
bagno, Lily, sollevò lentamente il maglione e la canottiera e passò una mano
sulla pancia. Una cicatrice quasi invisibile ad occhio nudo e al tatto le passava lungo tutto il basso ventre, poco
sotto l’ombelico.
Era apparsa la notte della morte del bambino, quando in preda al dolore,
rivoltando la biblioteca della casa diroccata dove Regulus
li aveva trascinati, una vecchia tenuta
proprietà dei Black, aveva trovato quel libro di
magia nera e aveva tentato di vincere la morte riportando a lei suo figlio.
S’era sentita svuotare invece. Le gocce di sangue fra le gambe erano diventate
una vera emorragia che in un secondo l’aveva liberata di tutto. Possibile però
che il bambino, invece di scivolare via nel sangue, fosse stato portato da un’altra
parte?
Doveva scoprirlo. Doveva ritrovare quel libro.
Prima che il suo matrimonio volasse in
pezzi.
FINE
CAPITOLO.
Grazie
per i commenti allo scorso capitolo.