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Autore: Ino chan    01/07/2012    5 recensioni
-Lil...- James le poggiò un bacio fra i capelli mentre lei sollevava lentamente le palpebre inquadrando prima Harry, poi James che le rivolse un sorriso stravolto- Siamo salvi.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Harry Potter se ne stava appallottolato contro il muro , le ginocchia strette fra le braccia e gli occhi sgranati nell’oscurità. Nessuno degli adulti lo aveva creduto. Suo padre, James, aveva liquidato  come un incubo. Una visione del passato articolata che gli aveva dato in testa. Probabilmente aveva sentito parlare di questo fratellino, passando in corridoio, intrasentendo i discorsi mentre giocava e il suo inconscio aveva partorito quella fantasia dannatamente reale. Il problema era, che intatto  che lo infarciva di quella palla, non pareva crederci nemmeno lui e Lily alle sue spalle, aveva perso dieci toni di colore sul viso e non era stata in grado di spiccicare mezza parola.
Harry strinse le braccia attorno alle ginocchia e strizzò gli occhietti verde bosco fino a sentire le lacrime bruciare. Non era stata una fantasia. Quello era un bambino vero. Quello era suo fratello. Se fosse stato un sogno, non avrebbe sentito quella manina contro la sua no? Si sarebbe svegliato prima di toccarlo,  come succede sempre negli incubi. Prese a dondolare il busto, sussultando quando un tonfo secco si aprì nella stanza.
Il bambino sbarrò gli occhi nell’oscurità inquadrando una palla bianca che rimbalzava da sola. Scivolò in piedi facendo strusciare le spalle contro il muro dietro di lui e con il cuore in gola vide i contorni del bambino riapparire come portati dal vento.
Il piccolo alzò gli occhi scuri verso Harry e sorrise mostrando qualche finestrella nella dentatura candida - …Non ti hanno creduto vero?- mormorò .
-No.- Harry scosse il capo -Hanno detto che sei uno spirito del passato.-
Il bambino agguantò la palla con entrambe le mani, poi la face di nuovo rimbalzare a terra - I Profeti possono vedere i morti. Alcuni di noi, hanno anche insite doti da Negromante.-
Harry non si mosse - Quindi, tu sei morto?-
-Lo sono stato Harry.- 
gli occhi nocciola del bambino si sollevarono - Te l’ho spiegato.- lasciò andare la palla e si avvicinò ad Harry che pregò di entrare dentro il muro e sparire - …Anche se, da quel giorno, la morte  mi segue. E’ stato commesso un peccato contro natura a ridarmi la vita.-
Harry sentiva che era il momento di chiudere gli occhi, ma non ci riusciva. Era come legato a quella vista dal fascino dell’orrore. Dalla bocca del bambino dei rivoli di sangue stavano scendendo lentamente. Fili di sangue e bava che si unirono al mento del piccolo prima di cadere a terra a gocce  -CHE TI SUCCEDE?- strillò
 -Pago per una colpa non mia…-

 
Per la seconda volta le grida di Harry rimbombarono per la casa , ma stavolta ad accorrere non furono tutti i presenti. Mentre la visione del piccolo che perdeva sangue dalla bocca svaniva, Harry si sentì afferrare le spalle da qualcuno molto alto, con una folta chioma bianca e occhi blu. Charlus Potter.
-Harry.- disse il vecchio mago -Respira.-
Harry continuava a gridare  come un ossesso.
-Harry James Potter. Respira con me.-
Il piccolo mago, gli occhi verdi gonfi di lacrime, iniziò ad imitare il modo di respirare del nonno. Calmo, e pacifico. Intanto che  la tensione all’interno del suo corpo lentamente veniva meno -  Io non l’ho immaginato nonno.- disse quasi soffocato dal pianto - E’ vero. E’ vivo.-
-Lo so Harry, lo so.-




Era Lily a mentire…

 

 

Nello stesso momento, in un ospedale di Londra, Sandra McPhee, un infermiera impiegata nel reparto di terapia intensiva, lasciò cadere a terra la cartelletta e corse in corridoio alla ricerca del primario . Il piccolo paziente della camera sette, quello soprannominato John Doe perché lasciato in stato di coma davanti alle porte dell’ospedale, si stava dibattendo sotto le coperte in preda ad una violenta crisi epilettica.

 

…Aveva sfidato le leggi della Natura, ne era certo.

 

 

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-Voi potete parlare con i morti?-
James sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e portò il viso verso la spalla sinistra, Sirius sospirò dalla porta -Alcuni di noi  riescono a farlo. Cecily, ad esempio, non s’è mai capito se da piccola riusciva  o meno, o se i suoi fossero solo amici immaginari.- mormorò socchiudendo gli occhi pensoso. Aveva ancora davanti gli occhi la sorellina di un anno e mezzo rivolta verso il muro con tutto il girello che rideva e batteva le manine verso il niente  - Ma i negromanti, per parlare con un defunto, hanno bisogno di qualcosa di suo. Il cadavere, capelli, un capo di abbigliamento. Trovarsi nel luogo dove il defunto è morto. Non è che boom, un giorno lo sognano e basta.- scosse il capo e tornò a girarsi verso il libro che teneva in mano. Il cui titolo, Sirius cercò di leggere, ma senza successo - Non ha senso.-
-Pensi davvero che Lily l’abbia riportato in vita, o che c’abbia provato?-

-Io ho visto mio figlio morire. Che gli sia successo dopo lo ignoro.-


 
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-Siete bestie strane voi Potter.-
Cecy sospirò dal letto e volse il capo verso la porta dove Remus la osservava con le braccia incrociate al petto - Già.- mormorò alla sua volta - Siamo fra le famiglie magiche con il potere innato più particolare.- sospirò osservando il soffitto -Poco utile in battaglia, ma per il resto, una vera cannonata.-
Remus si staccò con un colpetto di reni dal suo appoggiò e si avvicinò al letto -Che ne pensi di tutto questo?- le chiese e Cecy fece spallucce osservandolo - Se l’è immaginato secondo te?-
La strega sporse il labbro inferiore osservandolo - Sinceramente non lo so. Io ero convinta di avere una babysitter, nana Lucia, ma…- scosse il capo -…Era la babysitter di James   è morta qualche mese prima cha io nascessi.-
-Davvero?-
-Si addormentò con una candela accesa accanto al letto, questa cadde non si sa bene come e le andò a fuoco il materasso , ma io ricordo questa anziana donna che giocava con me a bubu settete.-

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In bagno, Lily, sollevò lentamente il maglione e la canottiera e passò una mano sulla pancia. Una cicatrice quasi invisibile ad occhio nudo e al tatto le  passava lungo tutto il basso ventre, poco sotto l’ombelico.
Era apparsa la notte della morte del bambino, quando in preda al dolore, rivoltando la biblioteca della casa diroccata dove Regulus li aveva trascinati, una  vecchia tenuta proprietà dei Black, aveva trovato quel libro di magia nera e aveva tentato di vincere la morte riportando a lei suo figlio.
S’era sentita svuotare invece. Le gocce di sangue fra le gambe erano diventate una vera emorragia che in un secondo l’aveva liberata di tutto. Possibile però che il bambino, invece di scivolare via nel sangue, fosse stato portato da un’altra parte?
Doveva scoprirlo. Doveva ritrovare quel libro.
Prima che il suo matrimonio volasse in pezzi.

 

 

FINE CAPITOLO.

 

Grazie per i commenti allo scorso capitolo.

   
 
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