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Autore: twobirdsonesong    01/07/2012    1 recensioni
Una serie di adorabili racconti sui fratelli Anderson, dalla loro infanzia all'adolescenza, narrati in tanti brevi capitoletti; momenti di vita quotidiana, problemi, lacrime e risate, sempre all'insegna dell'amore fraterno.
Traduzione della fan fiction americana "No Fortress so Strong" di Twobirdsonesong, su Scarves&Cofee.net
Basically backstory about the relationship between the Anderson brothers.
Told in a series of vignettes.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blaine ha una rivelazione riguardo a Kurt. Cooper alza gli occhi al cielo.

Capitolo che si svolge dopo gli eventi dell'episodio  "New York" della seconda stagione.
 




Cooper aveva ventiquattro anni e non aveva assolutamente niente da fare.

Se na stava comodamente sdraiato sul divano, un piede che poggiava sopra il tavolino da caffè e il giornale fra le mani. Stava leggendo lo stesso articolo sui Buckeyes da circa un'ora e mezza, tra momenti di sonnolenza e spuntini. Era l'inizio dell'estate, dopo il suo primo vero anno di insegnamento, e Cooper era pronto a trascorrere i due mesi seguenti a non fare assolutamente niente, prima di dover incominciare a prepararsi per l'autunno.

Gli piaceva insegnare, molto più di quanto avesse pensato. Quando aveva lasciato la facoltà di legge, e aveva perso l'approvazione di suo padre, non aveva idea di ciò che avrebbe voluto fare: girare il mondo, imparare una nuova lingua, leggere almeno quattro di tutti quei libri che da hanno teneva sul suo scaffale, trascorrere ogni giorno in biancheria intima a mangiare schifezze. Non aveva importanza, alla fine, purchè fosse stato qualcosa che voleva fare.

Ma poi un professore gli suggerì l'insegnamento come possibile carriera, dopo aver visto con quanta naturalezza riusciva a gestire la classe durante le discussioni, e l'idea non gli era sembrata terribile. Non quanto lo sarebbe stato diventare un avvocato, un dottore o un dirigente.

E comunque, a Cooper piacevano i bambini.  Gli piacevano i loro cuori grandi e i loro occhi senza nubi, la loro impassibile curiosità. Gli piaceva come dicevano tutto ciò che pensavano - senza alcuna barriera, nessuna preccupazione di ferire, o stigma sociale. Un bambino ti guarda dritto negli occhi e ti dice che hai sbagliato.

Cooper pensava che il modo in cui si mettevano i loro piccoli pugni sui fianchi, dichiarando qualcosa come verità innegabile, fosse adorabile. 

Era un sollievo, dopo tanti anni trascorsi seduto a tavola per cena, assieme a suo padre e ai suoi partner commerciali, mordendosi la lingua e guardando verso il basso per impedirsi di roteare gli occhi di fronte a quelle ridicole conversazioni che si protraevano attorno a lui: Cause vinte, conti chiusi,  accordi di affari portati a termine; questioni irritanti e superficiali. Era felice di non dover mai più partecipare ad una di quelle cene.

Inoltre, aveva avuto abbastanza tempo per far pratica nel prendersi cura dei bambini; aveva trascorso dieci anni a preoccuparsi dell'educazione di Blaine.

Era stato difficile, il primo anno; non lo si poteva negare. Abituarsi a tutta quella massa di bambini che non erano suo fratello, imparare a gestire l'infinita burocrazione del sistema della scuola pubblica, rapportarsi con i genitori.  Alcune cose erano ben peggiori rispetto ai suoi fastidiosissimi genitori.

Ma gli aspetti positivi - le risate, la spontaneità, la gioia - avevano superano quelli negativi di circa un migliaio di  volte, e lui era pronto a ricominciare tutto da capo, l' anno seguente. Aveva trovato la sua strada nel caos controllato di quella sua classe chiassosa e rumorosa;  anche se sperava che il prossimo anno avrebbe contenuto un minor numero di incidenti con la colla.

Aveva pensato di lavorare ad un dottorato di ricerca; gli piaceva insegnare alla scuola elementare, ma un'università lo avrebbe pagato meglio. Ed era abbastanza certo di poter trovare un posto alla Dalton Academy; aveva lasciato la scuola con il massimo dei voti e con tutte le raccomandazioni che potesse desiderare. Il mondo si sarebbe aperto a lui, in un modo in cui non aveva mai fatto prima.

Ma c'era Blaine al quale dover pensare, Blaine che presto sarebbe andato al College e che non avrebbe avuto accesso al suo fondo fiduciario finò a che non avesse compiuto ventun anni. Il lavoro di Cooper non pagava così tanto, era abbastanza solo per il suo mutuo, le necessità e le spese in contanti, ma avrebbe prelevato i soldi dal suo fondo fiduciario, per la scuola di Blaine. E non aveva intenzione di contare su borse di studio che ancora non esistevano; non avrebbe invidiato a Blaine nemmeno un centesimo di quel fondo, ma doveva essere realistico.

Cooper alzò lo sguardo dal giornale che - ancora - non stava leggendo, quando sentì il rumore della porta d'ingresso che si apriva; erano quasi le cinque del pomeriggio e vi era solamente un'altra persona a possedere la chiave di casa.

Blaine apparve sulla soglia del salotto; la sua borsa a tracolla pendeva dalle sue mani, trascinata sul pavimento dietro di lui. Aveva sul volto la più felice, sciocca ed luminosa espressione che Cooper avesse visto su di una persona che non fosse il protagonista di un cartone Disney.

Tutto questo non avrebbe potuto portare a niente di buono.

<< Oh Dio, che succede? >>

Blaine mosse qualche passo verso di lui, per poi collassare sul pavimento e restare sdraiato lì, disteso sulla schiena. Il sorriso non aveva abbandonato il suo viso e i suoi occhi erano sul punto di scomparire fra le sue guance. 

<< Gli ho detto che lo amo. Lui ha detto che mi ama. Ci siamo detti che ci amiamo. >>  Blaine si contorse felicemente sul pavimento; stava quasi battendo per terra con i talloni.

Cooper si morse il labbro, cercando di contenere le risate.  Per l'amor di Dio, il suo fratellino si era innamorato per la prima volta!

<< E tu hai fatto tutta questa strada per dirmi questo? >>

<< Stavamo bevendo il caffè e lui mi stava raccontato di New York, del fatto che ha cantato su un palcoscenico di Broadway e che era così felice al riguardo, anche dopo aver perso le Nazionali. Era felice di ogni cosa. Era così...così...ha semplicemente preso tutto ciò che il mondo gli ha scaraventato contro, lo ha rivoltato e trasformato in qualcosa di buono. Qualcosa di valore.  Come ci riesce? Come fa non lasciare che tutto questo lo spezzi? Dopo tutto ciò che ha passato?! >> 

Blaine prese un respiro profondo, premendo una mano contro la sua pancia e l'altra sul suo cuore. Era quasi come se stesse cercando di trattenersi dallo scoppiare in mille pezzi.

<< Come posso non amarlo? >> sussurrò quelle parole come una rivelazione.

Cooper roteò gli occhi per l'ennesima volta e sollevò il giornale per coprire la sua faccia; non sentiva il bisogno di mostrare a Blaine l'enorme sorriso che si stava formando sul suo viso.

<< Fammi sapere quando avrai finito di scrivere quell'orribile poesia sul colore dei suoi occhi, sul modo in cui si allaccia le scarpe e qualsiasi altra cosa che voi ragazzi fare assieme, ok? Ok? >>

<< E' semplicemente uscito fuori, sai? Lui stava parlando ed è arrivato, e io non avrei potuto rimangiarmelo neanche se avessi voluto trattenerlo. >> 

<< Volevi trattenerlo? >> 

<< No! Dio, no... certo che no! E' vero. E' tutto così vero.. io lo amo, davvero. >> 

Blaine si contorse di nuovo sul pavimento, come se non potesse stare fermo, non con tutto quel vibrare sotto la pelle e che gli attraversava il suo corpo.

<< Io sono innamorato di lui. >>

Cooper lo capiva, capiva davvero. Si ricordava l'intensità del primo amore, ricordava lo sconvolgimento e il timore,  la realizzazione e l'  improvvisa comprensione. Ricordava come il mondo, all'improvviso, esplode e cade in mille pezzi. Sapeva che sarebbe successo anche a Blaine un giorno, ma c'era stato un tempo, non molti anni prima, in cui non ne era stato poi così sicuro; un periodo in cui si era chiesto se Blaine si fosse mai aperto abbastanza da permettere a qualcuno di avvicinarsi a lui.

Cooper si era preoccupato molto per Blaine, dopo il ballo: il modo in cui i suoi occhi erano diventati così vuoti e distanti, per mesi e mesi; il modo in cui aveva cambiato pettinatura e stile nel vestire; come si era rifugiato nel blazer della Dalton, quasi fosse un giubbotto antiproiettile. Blaine era sempre andato bene a scuola - era brillante e diligente - ma dopo quel ballo, si era tuffato nei compiti e nelle lezioni come non aveva mai fatto prima. Cooper dovette ringraziare i Warblers per aver lentamente fatto uscire Blaine dal suo guscio, soprattutto perchè lui non era lì per farlo. Qualche volte, a notte fonda, Cooper rimpiangeva di non aver lasciato la scuola ed essere ritornato a casa, così da poter passare con Blaine tutto il tempo possibile.

Ma Blaine incominciò a riprendersi, lentamente, passo dopo passo. Ed era arrivato abbastanza lontano da non permettere neanche a quel disastro con il ragazzo del GAP di arrestarlo di nuovo. Adesso ecco lì, sdraiato sul pavimento del suo salotto, profondamente, senza speranza e completamente innamorato di un ragazzo che lo amava a sua volta.

Cooper era così felice per lui, che sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Il passato era, forse, finalmente solo un lontano ricordo.

<< Chiama mamma. >> disse Cooper << E dille che rimani qui a cena. >>

<< Va bene. >> Blaine rimase sdraiato lì, fissando il soffitto, le sue mani e chi muovevano inconciamente in circolo sopra il suo cuore.

<< Blaine. >>

<< Sì?! >> la sua voce era flebile e sognante. Blaine se ne era chiaramente andato da qualche altra parte, probabilmente in una qualche terra magica e mistica, fatta interamente degli occhi di Kurt, sei suoi polsi, delle sue benedette fossette o roba del genere.

<< Tira fuori il telefono dalla tasca e chiama mamma. >>

<< Uh-uh. >>

<< Cristo, ragazzino! Per quanto tempo ancora continuerai ad essere così incapace?! >> Cooper afferrò uno dei cusicino dal divano e lo scaraventò addosso a Blaine. Colpì suo fratello dritto sulla gamba, ma questi reagì a malapena.

<< Per sempre. >> rise a quel punto Blaine, allegro e spensierato, facendo scorrere le sue mani lungo il viso e fra i capelli.

<< Non mangerai niente di tutto quello che cucinerò per te, giusto? >>

<< Probabilmente no. >>

<< E avanzi sia! >>

<< Coop? >> Blaine girò la testa e guardò suo fratello. Cooper era rimasto colpido dall'evidente gioia e dalla vita nei suoi occhi << Non essere geloso, ok? >>

<< Cosa? >>

<< Ti amo ancora più di chiunque altro.* >>

<< Oh Dio! >> Cooper lanciò un altro cuscino addosso a Blaine, che atterrò sulla sua faccia. 

Blaine rise semplicemente, una risata cristallina e musicale, e ficcò il cuscino sotto la sua testa. Cooper si alzò dal divano e si diresse in cucina; in quello stato, suo fratello avrebbe probabilmente finito per dare fuoco a tutta la casa solamente cercando di accendere il forno a microonde.

<< Blaine? >> Cooper si fermò di fianco a suo fratello e guardò in basso, verso di lui; diede un colpetto con il piede alla sua anca.

<< Sì? >>

<< Anche io ti amo più di chiunqe altro. >>

Blaine afferrò la caviglia di Cooper e la strinse.

<< Lo so. >>









N.d.T:  *  In realtà Blaine direbbe a Cooper " I love you more than anyone else", ma in inglese il termine "I love you" sta sia per "ti amo" che per "ti voglio bene" e in questo contesto, per quanto sia più simile ad un semplice volersi bene fra fratelli, ho preferito lasciare comunque il verbo amare, anche perchè comunque, se vogliamo fare delle considerazioni, l'affetto fra fratelli può anche essere definito amore...giusto? :)

Un grazie enorme a tutti coloro che, pazientemente, continuano a seguire questa traduzione. :)
  
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