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Autore: anqis    01/07/2012    13 recensioni
Lui, figlio di papà e donnaiolo. Sicuro di sé? Decisamente troppo.
Lei, l’unica che riesce a fronteggiare quell’ammasso di arroganza e stronzaggine, l’unica che non si fa ammaliare da quel sorriso, forse.
Una foto, un ricatto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.
 


“Cos’è successo?”
Scuoto la testa in segno di risposta e mi accoccolo tra le gambe di Liam, che mi accarezza lentamente i capelli. Sento il suo sguardo perforarmi, ma lo ignoro e comincio a fare dei cerchi immaginari sulla sua camicia bianca, mentre Danielle mi lancia occhiatacce. Che vuole quella? Mica le porto Liam, è mio cugino per giunta. Non che sia brutto, anzi. Capitano della squadra di calcio, ha l’aspetto tipico da bravo ragazzo, il principe perfetto oserei dire, se non fosse per la zucca vuota che si ritrova. Mica tutti possono essere perfetti come me, no? Incomincio a giocare con i suoi capelli biondo scuro infastidendo di proposito Danielle che non smette di pettinarsi i riccioli ramati lungo la schiena. Liam sbuffa infastidito alzando al cielo gli occhi nocciola caramello, e incurvando le sue labbra carnose in un sorriso esasperato.
“Cuginetta, te l’ho mai detto che sei fastidiosa quanto un pidocchio?” mormora prendendomi a spintoni. Rido fragorosamente e gli salto addosso stringendolo in un abbraccio orsoso. Sento lo stridulo della sedia, e subito dopo la chioma di Danielle correre sopra le scale.  Quanto è permalosa, neanche lo avessi buttato sopra il tavolo e lo avessi spogliato. Affianco a me Liam si acciglia e corruga la fronte in un’espressione da cucciolo bastonato. Mi aspetto di vederlo correre dietro scodinzolando, come ormai è di copione, ma inaspettatamente rimane seduto a guardarsi le nocche bianche delle mani. Mi ricordo solo in quel momento delle loro litigate al telefono e mi mordo il labbro, facendomi travolgere lentamente dal senso di colpa.
“Scusa Lì” borbotto circondandogli il collo con le braccia, affondo il viso sulla sua spalla.
“Non è colpa tua” mi risponde stringendo un po’ di più la morsa, fino a farmi perdere il fiato. Aspetto che mi lasci andare, ma la sua stretta si fa ancora più ferrea “o forse sì”
Troppo tardi, scopro la sua intenzione di soffocarmi e grido un urlo di aiuto. Poco dopo sento dei passi avvicinarsi e dalla porta spunta la faccia di Niall rossa come un peperone con in bocca una fetta di pane tostato immerso nella nutella.
“Che succede?” sopraggiunge dopo Harry dalla finestra che da al giardino. Mi irrigidisco appena incrocio il suo sguardo interlocutore dimenticandomi di non respirare.
“Abbracci gratis? Anche io!” esclama Niall ignorando l’aria tesissima. Con un salto mi si precipita addosso schiacciandomi di peso contro Liam, mi ritrovo a fare la fetta di prosciutto del momento schiacciata da due diciannovenni della mentalità contorta di un opossum. Sento la risata del biondino percuotermi tutta, esalando anche in me un risata convulsiva alla quale si unisce anche mio cugino, senza fiato schiacciato da me e l’irlandese. Sulla porta passa Malik, con in mano un fumetto spiegazzato. Attiro la sua attenzione cacciando un urlo acuto che fa sobbalzare tutti i ragazzi della casa. Lui scuote la testa, ma accorre in mio aiuto e scostando Niall con un calcio ben assestato negli stinchi mi tira su con la mano.
“Grazie pakistano” mormoro prendendogli la guancia e scoccandogli un enorme bacio sulla guancia. Le risate cessano e cala un silenzio inquietante in tutta il salotto. Il moro di fronte a me, mi fissa con gli occhi spalancati come se fossi un alieno sceso in terra con addosso solo un perizoma. Scorgo Liam scuotere Niall che mi osserva a bocca aperta, quasi riuscirebbe a toccare il pavimento. È solo un bacio, che sarà mai. L’unico che non mi guarda è Harry, improvvisamente concentrato sulla rivista tra le mani, mi ignora di striscio. Come se a me la cosa potesse interessare.
“Cosa avete in mente di fare questa sera?” domando sedendomi il più lontano possibile dal riccio. Devo ignorarlo, dopo quello che ha fatto, è il minimo. Deve capire che con me non si scherza.
“Che ne dite di una festicciola?” propone Louis uscendo da dietro il divano come se niente fosse. Liam mi tappa in tempo la bocca prima che possa urlare e reprimo lo spavento con un gemito sordo. Idiota di un Louis.
“Sono d’accordo!” strilla Coraline scendendo le scale. I suoi tacchi echeggiano nelle mura, raggiungendo i miei neuroni, i pochi non incazzati. Mi ero dimenticata di lei, con una camminata stile dinosauro, perché lei è l’unica che indossa tacchi 12 a spillo in casa, si siede accanto a Harry accavallando le gambe in una posa sexy. Tiro uno schiaffo a Niall rimasto a incantato e cerco di seguire la discussione tra Louis e Liam. Ma i miei occhi troppo insistenti si posano sui due all’angolo del divano. La sua mano chiara scorre lungo i capelli tirandoli indietro, mentre si sporge in avanti affiancando la propria guancia a quella di Harry. Lui non la respinge, anzi scorgo la fossetta farsi ancora più marcata a causa del suo sorriso.
“Sì, dai un festa!” grido troppo forte anche io alzandomi di scatto per avviarmi fuori.
“Ma che problemi ha quella?” sento la vocina di Coraline bisbigliare.
“Te, sei il problema” vorrei gridarle contro, ma sigillo le mie parole nella mia mente, mentre spalanco la porta. L’unica cosa che riesco poi a sentire è la voce roca e bassa di Harry risponderle. Cazzo.
 
“Hai bevuto molto”
“Cosa te lo fa pensare?” ridacchio puntandogli un dito sul petto.
“Hai accettato di ballare con me” risponde facendo spallucce. Il mio dito scorre lungo la sua camicia beige di lino e si ferma all’altezza colletto aperto da dove si intravede la pelle ambrata e invitante. Mica male Malik.
“Lo avrei fatto comunque” ribatto cercando di essere seria, ma il mio tentativo fallisce invano e incomincio a ridere ancora più forte, buttando la testa all’indietro. Sembrano ore che siamo lì a dondolarci uno stretto all’altro sulle note di “I will always love you”, brano scelto da quell’idiota sentimentalone di Tomlinson. Mi aggrappo più forte al braccio di Malik per non crollare per terra, che continua a guardarmi con un espressione divertita stampata in volto. Se fossi sobria probabilmente gli tirerei uno schiaffo, ma il mio corpo sembra non voler rispondere ai miei ordini, e mi faccio cullare dal suo lento movimento.
“Che succede tra te e Harry?” mi chiede ad un tratto concentrandosi sui miei occhi. Mio dio, non me li ricordavo così scuri e magnetici. Boccheggio un attimo senza saper cosa dire, senza sapere a cosa sto pensando.
“Boh” rispondo infine. Scoppio a ridere di nuovo. Mi sento una cretina, ma non ci posso fare niente, è come se avessi esalato una bomboletta di gas esilarante. Malik fa per parlare di nuovo, ma lo zittisco stampandogli un veloce bacio sulla guancia.
“Stai cercando di distrarmi dalla domanda?” mi chiede alzando un sopracciglio. Mi mordo il labbro, dispiaciuta di esser stata scoperta, con velo di malizia lo fisso “Allora ci stai riuscendo” ride sonoramente stringendo i miei fianchi a lui, sempre sulle note mielose del lento.
“Harry!”
Mi blocco di colpo. La mia testa si gira involontariamente verso l’origine della voce e mi ritrovo a fissare una svestita Coraline intenta a scansare le labbra rose di Harry appoggiate sul lobo dell’orecchio. Malik si ferma con me quando stringo le mie dita sulla sua camicia, facendogli probabilmente male, ma non ci faccio caso. Faccio per distogliere lo sguardo reprimendo la rabbia che mi bolle nello stomaco, non in tempo perché incontro i suoi occhi. Due iridi grigi si inchiodano nei miei sostenendo uno sguardo, privo della solita gentilezza che padrona quelle iridi verdi. Non riesco a percepire niente da quegli occhi che mi appaiono ad un tratto così lontani, e riabbasso lo sguardo pentita di quel contatto.
“Ehi, Haylie tutto bene?”
“No, Malik. Scusami, ma non sto bene. Vado a dormire, ciao” bofonchio. Non gli do il tempo di rispondere e agire che mi sto varcando la porta della casa. Inciampo nei miei stessi piedi, ma due braccia mi afferrano in tempo impedendomi di finire con la faccia per terra. In un attimo mi ritrovo con i piedi per aria, sollevata da terra, mentre i riccioli di Harry mi accarezzano la fronte ondeggiando.  Vorrei respingerlo, ma non ci riesco. Sono impotente al mio cuore, che necessita del suo contatto. Non spiccio parole, e niente esce dalla sua bocca. Barcollando leggermente, sale le scale con estrema facilità come se pesassi 20 chili invece di 50. Il corridoio è buio, appena illuminato dalla piccola lampadina posta in fondo, sento lo scricchiolio delle sue scarpe sul pavimento di legno e la porta che si apre dopo una sua leggera spinta. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare, finalmente in pace con me stessa. Tuttavia è poco che mi ritrovo da sola, sdraiata su un letto non mio, ad osservare le mie lacrime bagnare le lenzuola bianche e a pregare il suo ritorno.
 
Apro gli occhi a fatica, mi sembra di avere della colla tra le palpebre. Mi strofino le guance ancora umide delle mie lacrime e fisso il soffitto scuro. Riconosco la piccola finestrella incastonata tra le travi di legno, da cui riesco ad ammirare le stelle che in città non riesco mai a vedere. Sono in camera mia, devono avermi portato qua nel sonno. Spero non sia stato Liam, o dovrò spiegargli perché delle lacrime e non ho voglia di discutere con lui dei miei dubbi sentimentali. Mi rigiro tra le coperte e le tiro a me, ma qualcosa le blocca. Mi metto a sedere e riconosco la chioma bionda di Horan risplendere sul cuscino affianco al mio. Che ci fa qua? Un attimo penso alla peggior cosa, ma mi tranquillizzo subito appena vedo i miei vestiti spiegazzati ancora addosso. So che tornare a dormire, implica due ore di fermezza sul materasso e rimanere immobile vulnerabile ai miei contorti pensieri, mi pare l’idea più stupida. A fatica tiro fuori i piedi e li appoggio al pavimento freddo, diversi brividi mi percorrono la spina dorsale. Riesco a mettermi in piedi senza esser attaccata da conati di vomito e arranco alla porta che da al corridoio buio, illuminato sempre a frequenza dalla lampada mezza-rotta appesa in fondo. Mi accorgo solo allora di avere una incredibile sete, e decido di scendere in cucina per un bicchiere di acqua. Stranamente per i miei standars, sto reggendo perfettamente la mia sbronza, ma la paura di ritrovarmi su un gabinetto scossa dal vomito mi  inorridisce e mi ritrovo a far tutto con massima cautela. Quando arrivo alle scale mi assale un dubbio, e mi siedo un attimo in silenzio, aspettando di sentire qualche rumore, o qualche.. gemito acuto. Ma dalle stanze non si sente niente, se non il leggero russare di qualcuno. Sollevata di non aver sentito nessun strano rumore provenire dalla stanza di Harry mi rialzo e scendo tastando attentamente ogni gradino per la paura di poter rotolare giù. Riesco ad arrivare sana e salva fino alla cucina e apro il frigorifero lasciandomi rinfrescare dall’aria del congelatore. Riempio un bicchiere di acqua fresca a mi appoggio al tavolo, sorseggiando lentamente e godendomi la freschezza. In quel momento, sento un leggero suono. Drizzo le orecchie e mi guardo intorno, cerco di scorgere qualcuno ma niente, solo quel suono che si tramuta lentamente in delle note strimpellate. Deglutisco, riconoscendo la tonalità della chitarra, e arrivo alla conclusione che sia lui. In punte di piedi percorro la stanza seguendo la melodia. Non mi sorprendo a percepire la malinconia e la tristezza in quelle semplici note, che unite creano una smorzata e insicura   melodia. Arrivo alla porta di servizio, e lo intravedo. Mi schiaccio contro il muro, appena lo scorgo abbassare la testa per scrivere qualcosa su un pezzo di foglio accartocciato ai suoi piedi. Lo vedo di profilo, i riccioli sono disordinati più del solito, spuntano dal berretto di lana che gli ricopre la testa. Le sue mani lasciano in fretta la penna e tornano sulla chitarra sul suo grembo e accarezza le corde, che suonano lente una canzone mai sentita.

 
Na na na na na 
Na na na na na 

He looks at you the way that I would 
Does all the things I know that I could 
If only time could just turn back... 

 

Le mie mani tremano nascoste sotto la mia canotta. La sua voce roca e bassa canta quelle parole, intrinseche di significato ed emozioni, qualche volta si ferma smorzata da un sospiro, per poi proseguire ancora più coinvolta. Mi lascio andare lungo il muro dietro di me e scendo fino a sedermi per terra, appoggiando la testa sulle ginocchia chiuse tra le mie braccia. Chiudo gli occhi e rimango in silenzio sperando che non riesca a sentire i battiti del mio cuore, che palpitano veloci e incontrollati.

 
Cause I got three little words that I've always been dying to tell you 

But I see you with him, slow dancing 
Tearing me apart 'cause you don't see 
Whenever you kiss him, I'm breaking 
Oh, how I wish that was me 

 

L’immagine di me stretta da Zayn compare nella mia mente. Cerco di scacciarla, ma l’idea che quella canzone l’abbia scritta per me, rimane lì, l’unica cosa limpida e chiara tra i miei pensieri confusi. Cerco di reprimere i fremiti che scuotono il mio corpo, ma non serve a nulla. Perché lo fa? Perché deve pensare e cantare queste cose? Cosa gli serve, se non per farmi soffrire ancora di più? Mi prendo la testa tra le mani e affondo ancora di più nei miei dubbi, mentre la sua voce continua imperterrita a scavare in me.
 

With my hands on your waist while we dance in the moonlight 
I wish it was me that you call later on 'cause you wanna say goodnight 

'Cause I see you with him, slow dancing 
Tearing me apart 'cause you don't see 

But I see you with him, slow dancing 
Tearing me apart 'cause you don't see 
Whenever you kiss him, I'm breaking 

Oh, how I wish... 
Oh, how I wish that was me...
 

Non ce la faccio. L’emozioni prendono possesso di me, le lacrime scorrono sul mio viso incontrollate, bagnandomi la canotta ormai già asciutta torna a bagnarsi di nuovo dolore, sempre causato da lui. Mi tiro in piedi e sfrego le mani sulle guance cercando di cancellare quei segni che però continuano a lasciarmi segni indelebili lungo il mio viso. Mi mordo il labbro inferiore, cercando di trattenere i singhiozzi che però affliggono il mio corpo. Scappo incespicando nei miei stessi piedi fino alla mia camera, dove ormai limite scoppio a piangere, ringraziando dio l’assenza di Niall.
 
 
 
 
Un rumore attirò l’attenzione del ragazzo, che interruppe la canzone per guardarsi intorno, ma ad avvolgerlo solo il silenzio e il buio. Si alzò in piedi, lasciando appoggiato contro il muro la chitarra e si volse dentro la casa, ma non scorse niente, se non la luce fioca che proveniva dall’ingresso. E dire che gli era sembrato di sentirla lì, a pochi passi da lui, mentre sfogava quei strani sentimenti che lo stavano torturando senza pietà. Mentre le sue dita toccavano le corde costruendo quella strana melodia che gli era parsa nella mente durante il sonno, aveva percepito nell’aria un profumo familiare, no, il suo profumo, quell’odore di primule appena sbocciate che lo mandava in estasi ogni volta che lei si avvicinava all’improvviso con quel suo sorriso malandrino sulle labbra. Il ragazzo scosse la testa riccioluta e si pentì subito di averci pensato. Quella ragazza, sempre nei suoi pensieri, un dolore e una meraviglia costante gli aveva completamente scombussolato la vita, ma lui era Harry Styles, e non poteva permettersi di cadere in un abisso così profondo a causa di una femmina, no che non poteva. Si piegò sulle ginocchia e guardò il pezzo di carta stropicciato ai suoi piedi, marcato di quelle parole che volevano essere dette, ma  che invece rimanevano sigillate in lui, e lo prese tra le mani stringendo quel semplice foglietto nelle mani. L’altra mano corse in aiuto dell’altra, per stracciarla, ma non ci riuscì. Rimase lì a rileggere quel testo, e infine tornò a sedersi con in grembo la chitarra pronto per continuare l’intera nottata, lui da solo e la sua canzone.


Grazie di aver letto fino a qua.
Spero lascerete un vostro piccolo parere,
una piccola minuscola recensione mi va benissimo!
*si accontenta delle cose piccole* Vi prego, vi prego!
*occhi dolci alla Niall* (ora non potete dirmi di no
e.e)


- my space -


Eccoci dunque qua.

Comincio con il dire GRAZIE a tutte colore che hanno aggiunto questa FF tra le preferite/ricordate/seguite e strizzo in un caloroso abbraccio le meravigliose 6 ragazze che hanno recensito, grazie grazie mille *si asciuga una lacrima* siete dannatamente meravigliose *abbraccio virtuale*
Spero solo di poter aver l'onore di leggere altre vostre recensioni, perchè mi sono accorta che recensite di più quando ve lo chiedo in ginocchio, e ve lo dico, io non ho problemi a inginocchiarmi e.e , comunque aspetto con ansia le vostre recensioni, ci conto eh.
Parliamo del capitolo, lo so lo so è una LAGNA, mi spiace, ma avevo bisogno di un momento triste e me lo sono trovato. Haylie sta male per lui, lui sta male per lei, e niente. Che protagonisti stupidi, tonti e idioti. Intanto Zayn si è fatto spazio nella storia, cosa ne pensate di lui, del suo ruolo? Non ho molto da dire se non che l'ironio tornerà presto, ma i problemi non sono ancora finiti, ANZI.

Basta ho finito qua, oggi.
Aspetto con impazienza le vostre recensioni, ricordatelo eh.

Alice.

ps. date un'occhiata alla mia prima One Shot? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere, è la prima e.e!

 


 

   
 
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