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Autore: AriaAndStrawberries    01/07/2012    5 recensioni
I libri della saga sono indiscutibilmente una delle nuove sette meraviglie del mondo, certo, Potter ha assoldato la migliore biografa immaginabile... io però sono Draco Malfoy e mi sembra giusto che la storia sia raccontata anche dal mio punto di vista. In fondo, la verità è soggettiva.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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*Rieccomi! Ho finalmente finito con la maturità per cui ora potrò aggiornare più velocemente :) spero che la storia vi piaccia, lasciatemi una recensione se vi va! Positiva o negativa, poco importa, voglio sapere cosa ne pensate! :)*



La SignoraMalfoyse ne stava ritta nel salottino azzurro aspettando suo figlio. Era un gran giorno quello, stavano andando a far compere per la scuola e lei voleva essere certa che Draco avesse il meglio di tutto: d’altronde era quello che gli spettava. Sapeva che suo marito era già a Londra, aveva del lavoro da svolgere al Ministero, ma erano d’accordo che si sarebbero incontrati al Ghirigoro.
Draco Malfoy entrò nel salottino seguito a debita distanza da Dobby, era vestito di tutto punto nel suo nuovo completo verde, la Signora Malfoy lo guardò con tenerezza e pensò che sarebbe stato un ottimo Serpeverde.
“Tesoro, un gentiluomo non fa mai aspettare una donna.” Il sorriso sul volto volto di Draco sparì “Scusami mamma, Dobby non aveva lucidato bene le mie scarpe.”
La SignoraMalfoylanciò un’occhiata all’elfo domestico, poi continuò “Bene, adesso però dobbiamo proprio andare, avremo bisogno di passare dalla Gringott prima di tutto.”
Madre e figlio si avviarono fuori di casa e percorsero il maestoso vialetto circondato da meravigliosi fiori d’ogni tipo, finchè giunsero all’imponente cancello di ferro battuto. Lo oltrepassarono e fecero ancora qualche passo per arrivare al punto di smaterializzazione, Draco prese il braccio che la madre gli porgeva e chiuse gli occhi, poi con uno schiocco i due sparirono.
Quando Draco riaprì gli occhi, si trovava a Diagon Alley e aveva un forte senso di nausea. Erano anni che si smaterializzava al fianco dei suoi genitori ma pensava che non ci si sarebbe mai abituato. “Meno male che esiste la metropolvere!” pensò.

Si voltò e vide un edificio bianco come la neve che svettava sopra le piccole botteghe. Ritto in piedi, dietro un portale di bronzo brunito, con indosso un’uniforme scarlatta e oro, c’era il folletto incaricato di aiutarli. Draco fu felice di constatare che il folletto era più basso di lui di quasi tutta la testa, aveva un viso dal colorito scuro e dall’aria intelligente, una barba a punta e, come Draco potè notare, dita e piedi molto lunghi. Si inchinò di fronte a loro e li scortò fino ad una seconda porta, questa volta d’argento, su cui erano incise le seguenti parole:

"Straniero, entra, ma tieni in gran conto 
Quel che ti aspetta se sarai ingordo 
Perché chi prende ma non guadagna 
Pagherà cara la magagna 
Se cerchi nel sotterraneo 
Un tesoro che ti è estraneo 
Ladro avvisato mezzo salvato: 
Più del tesoro non va cercato."

Quando attraversarono la porta d’argento, una coppia di folletti s’inchinò al loro passaggio e Draco si ricordò perché gli piacesse tanto recarsi alla banca. Arrivarono in un grande salone marmoreo dove un centinaio di altri folletti seduti su alti scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grandi libri mastri, pesavano le monete su bilance di bronzo ed esaminavano pietre preziose con la lente; Draco non ricordava d’averli mai visti fare altro.
In quel momento, il folletto che li aveva scortati chiese con un sorriso “I signori desiderano fare un versamento o un prelievo?” “Un prelievo, grazie.” Il sorriso sul volto del folletto rimpicciolì “Avete la chiave?” la Signora Malfoy aprì la sua elegante pochette di pelle nera decorata con diamanti e ne estrasse una grossa chiave dorata “Eccola.” Il folletto la soppesò con lo sguardo “Sembra che vada bene. Per di qua, prego.” E così dicendo li condusse verso una delle porte più antiche e maestose.
Una volta attraversata la porta, si trovarono in uno stretto passaggio di pietra illuminato da torce magiche. Scendeva ripido e scosceso e per terra correvano i binari di una piccola ferrovia. Il folletto fischiò e un piccolo carrello arrivò sferragliando verso di loro. Salirono a bordo, la Signora Malfoy ebbe qualche difficoltà con la sua lunga ed elegante gonna plissettata, e partirono.
Draco riconobbe il primo tratto, poi il carrello prese velocità e divenne impossibile riconoscere ciò che li circondava. Quella parte era la sua preferita, era come sfrecciare sul manico di scopa più veloce del mondo e gli dava una sensazione di potere e libertà, avrebbe potuto passare delle ore su quel carrello.
Scesero molto in profondità, la loro camera blindata era una delle più antiche e dunque si trovava molto in fondo. Infine, il carrello si fermò e Draco aiutò la madre a scendere, il folletto si fece consegnare la chiave e aprì la porta e Draco rimase abbagliato dalla luce di tutto l’oro presente. La Signora Malfoy ripose diverse manciate di galeoni nel suo borsellino e poi si dichiarò pronta ad andare.
La risalita a Draco sembrò più corta della discesa, proprio come quando di va in viaggio e l’andata sembra non finire mai, mentre il rientro è sempre troppo veloce. Una volta tornati in superficie, si congedarono dal folletto ed uscirono dalla Gringott.
“Bene, – esordì la Signora Malfoy – controlliamo la lista per vedere di cosa hai bisogno.” Draco prese un foglio dalla tasca interna della sua giacca e lesse “Uniforme Gli studenti del primo anno dovranno avere:

Tre completi da lavoro in tinta unita (nero);
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno;
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili);
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere constrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula;
Storia della Magia, di Bathilda Bath;
Teoria della Magia, di Adalbert Incant;
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott;
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore;
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus;
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro;
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante.
Altri accessori
1 bacchetta magica;
1 calderone (in peltro, misura standard 2);
1 set di provette;
1 telescopio;
1 bilancia d'ottone.

Gli allievi possono portare anche un gufo, un gatto, oppure un rospo. Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.”
“Perfetto tesoro, inizieremo dall’uniforme. A quest’ora non dovrebbe esserci nessuno da Madama McClan, così ti seguirà come conviene!”
Così Draco e la Signora Malfoy si diressero verso il negozio d’abiti più rinomato di tutta Diagon Alley che, come diretta conseguenza, era anche la loro boutique abituale. Non appena ne varcarono la soglia, Madama McClan si precipitò ad accoglierli “Signora Malfoy! Che piacere rivederla! E con il signorino! Come posso esservi utile oggi?” “Siamo qui per Draco, è il suo primo anno ad Hogwarts ed avrà bisogno dell’uniforme completa.” “Ma certo, il primo anno! Come cresce in fretta, signorino Malfoy! Signora Malfoy, desidera scegliere le stoffe?” “Sì, vediamole …”
Mentre Madama McClan e sua madre discutevano di quale tessuto fosse più appropriato, Draco si sedette su una comodissima poltroncina ed iniziò a fantasticare  sul suo primo anno ad Hogwarts, era certo che sarebbe stato fantastico, che avrebbe preso i voti più alti di tutti e che suo padre sarebbe stato fiero di lui. I suoi pensieri furono interrotti dalla madre “Draco, tesoro, io vado a portarci avanti con le spese, tu rimani qui e fatti prendere le misure da Madama McClan. Quando avrai finito mi troverai da Olivander.” “Sì, mamma.”
La SignoraMalfoyuscì dal negozio e per Draco iniziarono minuti di puro tedio con la sarta che gli misurava tutto il corpo, gli buttava stoffe addosso e gli metteva spilli dappertutto. Draco era quasi certo che esistesse una legge di qualche tipo che impediva cose simili, e se non esisteva, di certo qualcuno avrebbe dovuto inventarla!
Fortunatamente, dopo poco entrò un altro ragazzino che distolse per un momento l’attenzione di Madama McClan da lui. La negoziante però tornò in fretta e fece salire il ragazzino su un altro sgabello vicino al suo, infilò anche a lui una lunga veste dalla testa e cominciò ad appuntarlo per farla della giusta lunghezza. Finalmente una distrazione! Qualcuno della sua età con cui parlare, sarebbe riuscito a far passare un po’ il tempo!
“Ciao” disse Draco “Anche tu a Hogwarts?”
“Sì” rispose Harry.
“Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po’ più avanti. Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell’altro” Draco fece una pausa, doveva trovare un modo per coinvolgere il ragazzino nella conversazione “E tu ce l’hai, un manico di scopa tuo?”
“No” rispose l’altro. Sembrava che il ragazzo sapesse parlare solo a monosillabi. Possibile che fare conversazione fosse così difficile? “Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliessero per far parte della squadra della mia Casa, e devo dire che sono proprio d’accordo. Tu sai già in quale casa andrai a stare?” a questo non poteva non rispondere, tutti i bambini avevano una casa preferita, per forza!
E invece il ragazzo disse “No”.
Draco si chiese quale fosse il suo problema, era forse troppo timido? Doveva provare a venirgli incontro, gli piaceva l’idea di arrivare a scuola conoscendo già qualcuno! Sperava solo che non fosse un mezzo sangue!
“Beh, nessuno lo sa veramente finchè non si trova sul posto, non è vero? Ma io so che starò a Serpeverde: tutta la nostra famiglia è stata lì. Pensa, ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu?” tutti sapevano che i Tassorosso erano inutili mammolette, almeno su questo doveva avere un’opinione!
“Mmmm …”
Draco non poteva crederci, non era ancora riuscito a cavargli più di una parola di fila! Iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di spunti per la conversazione, finchè guardò fuori e vide un enorme omone dall’aspetto ripugnante e con una barba tale che sembrava un nido di ratti. Ci riprovò “Ehi! Guarda quello!” disse, indicandolo con un cenno del capo.
“Quello è Hagrid, lavora a Hogwarts” rispose il ragazzino. Per Draco fu un attimo di giubilo, era riuscito a farlo parlare! Gli aveva scucito una frase intera! C’era dell’incredibile.
“Oh” ribattè “l’ho sentito nominare. È una specie di inserviente, vero?”
“E’ il guardiacaccia!”
“Sì, proprio così, ho sentito dire che è una specie di selvaggio … vive in una capanna nel comprensorio della scuola. Ogni tanto si ubriaca, cerca di fare delle magie e finisce con l’appiccare il fuoco al suo letto.” Era una cosa divertente, sicuramente ora il ragazzino avrebbe riso.
“Secondo me è geniale” rispose l’altro, in tono gelido. Basta, Draco non poteva più sopportare quel bambino. Era indisponente. Forse era il caso di smettere di parlargli … o forse avrebbe potuto provocarlo! “Davvero?” ribattè, sogghignando lievemente “Ma perché sei con lui? Dove sono i tuoi genitori?”
“Sono morti” Draco aveva colpito nel segno!
“Oh, scusa … ma erano come noi?” fosse era quello il suo problema, forse era figlio di babbani! E lui ci aveva parlato! Che vergogna.
“Erano una strega e un mago, se è questo che intendi”.
Il ragazzino sembrava piccato, magari uno dei due non veniva da una famiglia di maghi. Valeva la pena provare quella strada “Io non penso che dovrebbero permettere agli ‘altri’ di frequentare, non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni. A proposito, tu come ti chiami di cognome?” ce l’aveva in pugno, ora avrebbe saputo tutto! Ma prima che il ragazzino avesse il tempo di rispondere, Madama McClan disse “Ecco fatto, mio caro”. E il ragazzino saltò giù dallo sgabello.
“Bene, penso che ci rivedremo a Hogwarts.” disse Draco, guardando l’altro andar via.

  
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