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Autore: Julia Veiss    02/07/2012    1 recensioni
Quando Hermione chiede "e voi, che avete intenzione di fare dopo la scuola?" a Neville crolla il mondo addosso. Già, che fare?
Sua nonna vorrebbe tanto che diventasse un Auror, come i suoi genitori prima di lui.
Ma Neville un sogno nel cassetto ce l'ha ed è determinato a seguirlo.
E poi c'è quella strana ragazza con i capelli biondi e gli occhi color del cielo...
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Le giornate in casa Paciock scivolavano l’una sull’altra come le onde del mare, senza nessun avvenimento importante.
Neville non era più abituato ad una vita tranquilla, nonostante ormai fossero passati mesi dalla guerra ad Hogwarts ed era arrivato l'inverno.
Aiutava la nonna con le faccende domestiche e nell’orto dietro la casa. Lei era invecchiata ed era stanca, anche se non riusciva ad ammetterlo. Ogni tanto Neville faceva delle lunghe passeggiate da solo, nel bosco vicino: camminava fra gli alberi osservandoli attentamente e prendendo qualche appunto su ciò che lo circondava.
Portava sempre con sé il vecchio galeone incantato da Hermione, quello che usavano per conoscere le date degli incontri dell'Esercito di Silente nella Stanza delle Necessità. Sapeva che ormai non ci sarebbe stato più nessun incontro ma ormai era diventato una specie di rito, un modo per ricordare i giorni passati ad Hogwarts che, nonostante tutto, gli mancavano.

Un giorno, durante una di queste passeggiate, Neville si imbatté in un esemplare di Mimbulus Mimbletonia. Il cactus grigio ricoperto di pustole al posto delle spine cresceva ai piedi di una vecchia quercia che era stata abbattuta tempo prima da un fulmine.
Neville Fu sorpreso di questa scoperta: non era affatto normale che una pianta abituata al caldo dell' Assiria crescesse in un clima freddo e piovoso come quello inglese. Sorrise, ricordando come, al quinto anno, lui e Harry, Ginny e Luna avevano fatto scoppiare le bolle che ricoprivano la pianta venendo cosparsi di Puzzalinfa.
Il ragazzo etrasse in fretta un foglietto di pergamena e prese appunti sullo stato della pianta. Stava quasi per raccoglierla per studiarla meglio in seguito, ma si trattenne.
E se la nonna avesse fatto qualche domanda?
Lei era ancora convinta che Neville intendesse diventare un Auror, come i genitori, invece che un insegnante di Erbologia. Non le aveva ancora detto niente.
Come l’avrebbe presa? Non bene, di sicuro. La nonna voleva che Neville diventasse qualcuno, qualcuno di importante. ‘Ah, se fossi bravo come Harry Potter!’ soleva ripetere quando Neville frequentava i primi anni ad Hogwarts e i suoi risultati a scuola erano piuttosto deludenti. Neville in quel periodo era sicuro che, se avesse potuto, la nonna avrebbe adottato Harry al posto suo.
Per Augusta, Harry era sempre il migliore, un modello a cui ispirarsi, un idolo, e continuava a paragonare il nipote a lui. Erano anche nati a solo un giorno di distanza, un solo giorno!
Dopo tanti anni passati ad essere paragonato al "Prescelto", nella mente di Neville si era radicata la convinzione che Harry era e sarebbe sempre stato migliore di lui, in qualsiasi campo.
Come dimenticarsi della prima lezione di volo? Quando Neville era salito sul manico di scopa ma, incapace di scendere, si era fatto soccorrere da Harry che aveva anche recuperato la sua Ricordella che Draco Malfoy gli aveva sottratto.
O ancora, quando si era fatto pietrificare da Hermione poche ore prima che Harry sconfiggesse Voldemort al primo anno.
"Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gl amici!" aveva detto Silente. Certo, quegli ultimi dieci punti erano stati decisivi per vincere la Coppa delle Case quell'anno, ma Harry quella volta aveva addirittura guadagnato 50 punti in un colpo solo! Nonna Augusta aveva elogiato Harry per settimane, mentre a Neville era toccata una misera pacca sulla spalla.

Ma lui sapeva di essere cambiato, era maturato molto. Lui sapeva di essere cresciuto. Era migliorato molto nelle arti magiche negli ultimi anni ad Hogwarts, non si poteva negarlo. D'ora in poi avrebbe preso da solo le sue decisioni, che fossero piaciute o meno alla nonna non voleva farsi più mettere i piedi in testa da lei, questo era certo. Ora bisognava soltanto trovare un modo per farglielo capire...
Un brivido di freddo lo destò dai suoi pensieri. Sospirando, Neville gettò un ultimo sguardo alla Mimbulus Mimbletonia e tornò sui suoi passi, diretto verso casa.

Non appena entrò nel piccolo salotto, Neville corse al piano superiore sfregandosi le mani infreddolite. Voleva scrivere a Hermione, o a Ron, per chiedere come stavano, se avevano già iniziato a studiare (o a lavorare, nel caso di Ron) oppure se stavano ancora facendo vacanza. Scrivere era il miglior modo che conosceva per distrarsi dai problemi.
Mentre intingeva la piuma d’aquila nell’inchiostro, gli venne in mente che l’unica a cui non aveva ancora scritto da quando aveva lasciato Hogwarts era Luna. Che idiota era stato! Si era dimenticato di chiederle dove stava, ora che la sua casa era stata distrutta dai Mangiamorte.
Pensando a Luna, si accorse di essere arrossito. Cercò di scacciarla via dai suoi pensieri ma niente, era più forte di lui.
Chissà che cosa stava facendo, chissà che anche lei stava pensando a lui…
«No, non è possibile» si disse Neville.
Lei era troppo carina per essere interessata ad uno come lui.
«Io sono solo… me stesso» aggiunse tra sé e sé, con una punta di amarezza.
Messo da parte, anche se a malavoglia, il pensiero di Luna, Neville tornò a concentrarsi su come dire alla nonna dei suoi progetti per il futuro. Doveva farlo al più presto, prima che diventasse troppo tardi e prima che la nonna facesse qualche gesto avventato.
Rimase ad arrovellarsi sul problema fino a notte fonda finchè, sfinito, non si addormentò sula scrivania con la piuma d’aquila in mano.
  
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