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Autore: JaneA    02/07/2012    1 recensioni
Come si può insegnare ad amare? Soprattutto, come si può insegnare ad amare a qualcuno che non sa, a qualcuno che è vuoto?
Jane è una bambina di 5 anni. Sarà proprio lei ad insegnare a Draco Malfoy ad amare? Tensione, rancore, assenze, tristezza porteranno a quello che è il fine, porteranno all'amore?
Ma soprattutto Draco Malfoy riuscirà a farsi amare?
Cerchiamo di scoprirlo in questa nuova fan fiction! Vi ringrazio immensamente sin da ora :)
Un abbraccio, JaneA
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ancora una volta devo scusarmi per l'enorme ritardo. Ci stiamo avvicinando ad un punto di risoluzione? Chissà. Attendo vostri commenti. Un abbraccio, JaneA

L’aveva stretta a sé per ore. Avevano guardato Jane dormire, avevano sorriso.

Lei gli si era stretta ancora di più. Cercando conforto al suo dolore. Cercando semplicemente rifugio tra quelle braccia che l’avevano salvata, ma che non potevano salvare sua figlia.

Sentì la donna deglutire. La discostò delicatamente e fece immergere le sue iridi grigie nelle sue dorate.

“Permettimi di cercarlo, Granger.”

La donna deglutì ancora, rimanendo sempre in silenzio.

“Sai che sono un legilimens. Permettimi di guardare dentro i tuoi pensieri. Permettimi di salvare nostra figlia.”

Aveva pronunciato le ultime due parole con amore immenso. Per Draco Malfoy, Jane Granger era davvero sua figlia. La fotocopia in miniatura della donna che amava. Le amava entrambe come aveva amato solo una donna nella sua vita: sua madre.

Non si sarebbe arreso dinanzi al silenzio della Granger, avrebbe continuato a domandarle il permesso di violare i suoi ricordi, la sua mente.

Avrebbe tentato tutto per vederle sorridere entrambe.

Voleva stringere ancora, per sempre, quella bambina. Sfidarsi con le in gare di lettura. Desiderava vederla salire sul treno per Hogwarts. Desiderava sposare la donna che gli era seduta accanto e adottare Jane.

Guardò ancora la donna che non aveva scostato i suoi occhi da quelli dell’uomo.

Permettimelo.” Sussurrò ancora l’uomo.

La donna si voltò. Alle sue spalle dormiva tormentata la sua bambina. Il respiro affaticato, le palpebre violacee. Le si strinse il cuore.

A se l’avesse perso? Se avesse perso entrambi?

Si rigirò lentamente verso l’uomo. Non pronunciò una parola. Semplicemente si limitò ad annuire.

L’uomo la strinse a sé.

“Farò tutto il possibile per salvarla, Granger. E dopo ti sposerò.”

Lacrime scorrevano sul volto della giovane strega. La vecchia grifondoro, eroina del mondo magico, era stata sepolta. Il dolore aveva camuffato il suo corpo. Sarebbe spettato al suo biondo salvarla e riportarla alla luce.

 

 

 

 

 

-

 

 

 

 

Indagare, profanare, analizzare la sua mente era terribile. Stava rivivendo ogni singolo istante della vita della sua adorata mezzosangue dopo la battaglia di Hogwarts.

La vedeva durante la sua storia con Ronald Lenticchia Weasley. La vedeva donarsi a lui, amarlo ed essere successivamente gettata via come carta straccia.

Rabbia, astio, delusione. Dolore. Lo stesso che aveva provato la donna che ora giaceva addormentata dinanzi a lui.

Sapeva che a breve avrebbe scovato il volto dell’essere.

La stanchezza iniziava a farsi sentire. Socchiuse gli occhi, rilassandosi qualche attimo.

Nella mente le urla di piacere e dolore della sua donna. Sentiva che avrebbe potuto ammazzare quel viscido rosso.

La vide partire per la sua vacanza. Sola. Delusa. Sofferente. Vedeva i suoi occhi rossi dal troppo pianto coperti da un paio d’occhiali da sole stile anni ’50. La vedeva avvolta in un abito magenta. Splendida.

I capelli erano raccolti in una treccia laterale.

Era giovane e perfetta, come la ricordava. Come l’ammirava. Come lei non aveva mai saputo.

La vide ancora salire sul traghetto, sorridere a qualcuno che l’aveva osservata per educazione.

Non appena la vide scendere da quel traghetto iniziò il suo inferno.

Serata in quelle che i babbani chiamano ‘discoteche’. Il suo corpo strofinato contro quello di mille uomini. Le loro mani sui suoi seni, sulle sue curve, tra i suoi capelli, sulle sue labbra.

La vedeva gettarsi tra le loro braccia, sorridere, ma essere assente.

Infine lo trovò. Lo vide.

Un moro, alto, occhi scuri.

La vide tra le sue braccia, sentì le sue urla di piacere. La vide contro una umida parete del locale, contorcersi, donarsi.

Non avrebbe saputo nulla di quella scena, nulla.

 

Riaprì gli occhi inspirando e deglutendo.

Sentiva la rabbia scorrere nelle sue vene e raggiungere i palmi delle mani che strinse a pugni sino a far sbiancare le nocche.

Trovarlo sarebbe stato difficile, non un nome, nulla. Aveva indugiato a lungo. Ascoltato attentamente le parole della donna, degli amici dell’uomo. Nulla.

Si avvicinò alla donna. Il suo respiro regolare. L’accarezzò e la prese tra le sue braccia per poi condurla nella sua camera da letto.

La coprì con un lenzuolo.

Lei a quel contatto aprì gli occhi.

“Malfoy?”

Lui le sorrise e le si strinse accanto.

“Sei bellissima Granger.”

Lei avvicinò le sue labbra a quelle dell’uomo, dolcemente. Facendo dimenticare ad entrambi i loro dolori, le loro angosce.

Baciò i contorni delle sue labbra, baciò le sue palpebre.

“Ti amo Malfoy.” Sussurrò contro le sue labbra.

“Granger, io molto di più.”

Sorrisero assieme, si cibarono l’uno dell’altra sino a quando una piccola peste s’infilò tra loro nel lettone godendosi di quegli abbracci che erano amore puro esclusivamente per lei.

 

 

 

 

 

 

-

 

 

 

 

“L’hai trovato?”

La voce di Blaise era un fascio di nervi. Come d’altronde l’uomo che camminava dinanzi e indietro nell’ufficio.

“No. L’ho solo visto.” Sputò il biondo prima di versarsi da bere.

Lasciò che il liquido ambrato cadesse lento nel bicchiere, riempiendone circa due dita.

“E lei?”

“Lei non sa nulla. Non saprà nulla. Non posso dirle tutto. Non posso riportarle quel dolore alla mente.” Lo sguardo argenteo perso nel liquido ambrato.

Blaise annuì chiudendo la borsa da lavoro.

“Oggi lei e Daphne pranzavano assieme.”

Il biondo annuì.

“Sì, me ne ha parlato. A quanto pare Daphneha già iniziato a romperle la testa per il matrimonio.”

“Cerca solo di distrarla.”

Il biondo annuì ancora.

“Lo so, perdonami. È solo che non reggo più.”

“Ti va di venire a pranzo con Jane da noi? James ne sarebbe contentissimo. Credo abbia una cotta per Jane.”

Il biondo sorrise e guardò l’amico di vecchia data negli occhi.

“Chi non avrebbe una cotta per quella bambina?”

Scoppiarono a ridere assieme.

“Allora accetti l’invito?”

Draco sembrò rifletterci qualche attimo, poi disse avviandosi verso la porta.

“Vado a prendere Jane.”

Blaise lo fermò prima che potesse uscire.

“Draco?”

Il biondo si voltò.

“Lo troveremo. Sarà difficile, ma lo troveremo. Non posso negare la ragazza dei sogni a mio figlio. E nemmeno la figlia perfetta al mio migliore amico.”

Draco annuì tristemente e si richiuse la porta alle spalle.

Sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio, ma ce l’avrebbe fatta. Per lei.

  
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