E in men che non si dica, da quella sera, erano già passati quasi nove mesi.

Adesso, l'amore della mia vita, perchè ero certa che lo fosse, aveva realizzato il suo sogno: era diventato un cantante famoso in tutto il mondo. Aveva formato una band con i suoi migliori amici, nonchè anche miei: Zayn, Louis, Niall e Liam. I concerti mondiali e le migliaia di inverviste, purtroppo, non gli permettevano di stare a casa con me, ma non desideravo altro che vederlo felice e lui lo era, dato che stava per diventare papà.

E, nel frattempo che a me cresceva il pancione, lui mi chiamava ogni minuto, ogni secondo libero.

Ero andata a vivere con Dan, migliore amica e fidanzata di Liam. Lei c'era sempre per me; era come una mamma, anche fin troppo premurosa.

Mentre guardavo fuori dalla finestra piovere senza sosta e osservavo le gocce d'acqua sbattere violentemente contro il vetro, sentii qualcosa di strano dentro di me.

Che fosse già arrivato il momento?

No, era impossibile: il dottore mi aveva assicurato che mancava ancora più di una settimana, eppure...

"Danielleeeee!" urlai a più non posso, scoppiando in lacrime a causa di un dolore lancinante. E tenendomi forte la pancia, mi accasciai a terra, tremante e sudata.

Velocemente, mi caricarono sull'ambulanza, dove non capii molto: avevo la pressione sicuramente molto alta e la vista annebbiata peggiorò la situazione. Riuscii, però, a distinguere la voce della mia migliore amica che parlava con l'infermiera e avvertii il tocco caldo della sua mano che stringeva la mia.

Ed una cosa, in tutto quel trambusto di sirene e luci abbaglianti, capii: il nostro bambino stava per nascere.

Avevo bisogno di LUI.

 

Fui portata immediatamente nel reparto di ginecologia ed il cuore mi batteva all'impazzata: non sapevo tra quanto avrei partorito, se la bambina se la sarebbe cavata, se lui sarebbe arrivato.

Preoccupata, spaventata ed eccitata, tremai. Non sapevo cosa fare, come comportarmi, nonostante tutti i corsi preparto che avevo affrontato.

Sarei stata all'altezza dei medici? E i medici, sarebbero stati all'altezza di una diciottenne che, tra poche ore, sarebbe diventata mamma?

 

La ginecologa entrò ed Alice si sentì sollevata, almeno in parte.

"Allora, come si chiamerà la bimba?"

"Darcy, si chiamerà Darcy. Il mio ragazzo vuole che la sua primogenita si chiami Darcy." dissi con voce tremante. In quel momento non capii l'utilità di quella domanda, ma solo dopo qualche istante, riuscii a comprenderne il perchè.

"Allora, cara mamma, devi spingere, spingere forte, urlando il nome della bambina, intesi?" mi raccomandò la ginecologa. "Ti darà forza, molta forza, gridare il suo nome. Grida tutto quel che vuoi, il nome del tuo gatto, cane, canarino che sia. Ogni cosa può darti forza, hai capito?" si spiegò meglio.

Io annuii leggermente, mentre lei indossava i guanti.

Iniziai a spingere, spingere più forte che potetti, urlando il nome della mia bimba.

"Darcy!"- iniziai- "DARCY!"- continuai.

"Avanti, dai, è quasi fuori, spingi, coraggio!" mi incoraggiò la dottoressa.

"DARCY DARCY DARCY DARCY!" presi ad urlare. Era vero, mi sentivo... forte.

"Un'ultima spinta, coraggio, dai, Alice, DAI!"

"HARRY!"

 

Nel momento in cui riaprii gli occhi, mi apparve la scena più bella, commovente e dolce che potessi mai vedere.

Lui. 

Lui teneva la nostra piccolina tra le braccia, risultando un pò goffo e persino buffo. Magari stavo avendo le allucinazioni, perchè lui quella mattina era impegnato con un'intervista importante.

Ad un tratto, sentii la testa girare e qualcuno scuotermi dalle spalle.

"E' sveglia, si è risvegliata!" urlò una voce, che sembrava quella del mio migliore amico.

"Z-Zayn... cosa è successo? Come sta la mia b-bambina?" balbettai, riuscendo a emettere qualche parola.

Vidi Zayn allontanarsi per andare verso Danielle, con accanto la dottoressa, che si avvicinò al mio letto.

La mia vista era più chiara, più nitida, adesso.

"La tua bambina è in ottima salute, anche se prematura di una settimana. Non ti preoccupare, Darcy sta benissimo." mi sorrise, gentilmente.

Dopo che le chiesi di portarla, rimasi da sola in stanza, in attesa della mia bimba.

 

Non potevo crederci, la mia bambina era lì, tra le mie braccia, finalmente.

Passarono alcuni minuti, in cui io rimasi ad ammirare il suo corpicino, il suo magro visino su cui risaltavano due iridi verdi e profonde e un naso all'insù, prorpio come il suo papà.

In quell'istante la porta si aprì, e lui apparve. Come sempre impeccabile nella sua polo bianca, si inginocchiò di fianco al mio letto.

"Ce l'abbiamo fatta, amore. Darcy è nata ed è tutto merito tuo. Quando mi hanno detto che, per aiutarti, hai urlato il mio nome, mi sono sentito il ragazzo più felice del mondo intero ed ho capito quanto la mia vita non sarebbe tale senza di te. Anche se per molto tempo sono stato via per lavoro, tu mi sei sempre stata accanto e adesso che Dio ci ha regalato questa piccola ma meravigliosa creatura, ho compreso di non volermi più separarmi da te, nemmeno un attimo. Alice, amo te e Darcy più di ogni altra cosa quindi, inginocchiandomi, ti chiedo...

Vuoi sposarmi?"

 

SEI ANNI DOPO.

 

"Mamma, papà, mi raccontate come sono nata?" chiese curiosa la mia piccola.

"Ancora una volta, Darcy? Te l'ho già raccontata ieri per dormire, amore" la riprese Harry.

"Sei nata da un bacio, Darcy. Era il giorno in cui..." 

 

 

 

 

THE END.

Ciao belle! :D
Vi ho fatto aspettare 378548956439 giorni e, davvero, scusatemi.
Mi sono impegnata un pò più del previsto in questo capitolo, dato che era l'ultimo.
Quasi quasi mi dispiace dover aggiornare 1 sola FF (http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1096196&i=1) anzichè 2. :'(
Fatemi sapere se vi è piaciuto, sia quest'ultimo che tutta la storia.
Un'ultima cosa...
GRAZIE a quelli che hanno letto anche solo il prologo.

GRAZIE a quelli che hanno seguito/ricordato/preferito la storia.

GRAZIE a quelli che hanno recensito, perchè siete stati voi a farmi andare avanti.

GRAZIE , infine, a tutti. Siete stata la mia ispirazione.